Importante

La lama splendente di una spada laser rosso carminio perforò il corpo dello Zygerrian e Luke spalancò gli occhi. Il corpo dello schiavista rimase sospeso per qualche secondo, il viso contorto in un'espressione di sorpresa e dolore, poi crollò a terra e al suo posto comparve la sagoma di Darth Vader.

Luke emise un gemito e si spinse contro il muro con la schiena, desiderando ardentemente di poterlo sfondare con la sola forza di volontà. Purtroppo l'acciaio resistette e Luke si ritrovò a dover affrontare un padre che non era minimamente pronto ad affrontare. Era passato troppo poco tempo da Bespin, troppo pochi minuti da quando la sua squadra era stata massacrata davanti ai suoi occhi impotenti da quel clan di Zygerrian e ai suoi piedi giacevano i cadaveri di Hobbie, Wes e Tycho. Wedge. Erano passati troppo pochi secondi da quando avevano tentato di iniettargli una ricetrasmittente, aveva quasi perso la libertà duramente conquistata da sua nonna. E da suo padre.

Era passato troppo poco tempo e le mani ancora gli tremavano incontrollabilmente e le ginocchia si rifiutavano di sorreggerlo. Luke scivolò a terra e Vader seguì il suo movimento inginocchiandosi davanti a lui.

"Luke? Stai bene?"

La voce baritonale gli rombò nelle orecchie e Luke scosse la testa e chiuse gli occhi. Non poteva, non voleva affrontare la realtà, non voleva vedere il sangue sul pavimento. Se teneva gli occhi chiusi la realtà non sarebbe diventata tale, ne era sicuro. Ma sentiva ancora le loro urla nelle orecchie. Il respiro gli si mozzò in gola e la vista gli si appannò.

Qualcuno stava urlando. Sbattè le palpebre e mise di nuovo a fuoco la maschera di suo padre.

"Luke, devi respirare." Ordinò Vader e Luke si accorse che gli aveva afferrato le mani e gliele stava stringendo.

"Usa la Forza. Non voglio farti del male. Devi calmarti."

Luke fece l'unica cosa che il suo cervello gli consentì, obbedì al tono di comando.

"Respira con me." Disse Vader.

Luke si concentrò sui lunghi respiri meccanici di suo padre e cercò di imitarli, sforzandosi di non pensare a quanto era appena successo. La presenza di Vader nella Forza sfiorava la sua ogni volta che i suoi pensieri minacciavano di riempirsi di nuovo di sangue e terrore, ricordandogli di restare ancorato alla realtà del momento.

"Sei ferito da qualche parte?" Chiese Vader.

Il tono era di nuovo perentorio e Luke aggrottò le sopracciglia. Cercò di ritirare le mani, ma suo padre strinse la stretta, impedendoglielo, e Luke voleva poter desiderare che il motivo non fosse per evitare che tentasse la fuga, ma quanto perché non voleva interrompere il contatto fisico.

"Va bene." Sbottò Vader. "Non dire niente e fammi preoccupare."

Luke sobbalzò, preso in contropiede da quelle parole. "Perché?" Mormorò.

Vader inclinò di lato la testa. "Che cosa?"

"Che cosa te ne importa?" disse Luke, riuscendo a infondere del suo tono un po' del suo solito atteggiamento di sfida.

Suo padre rimase in silenzio così a lungo che Luke non pensava nemmeno avrebbe risposto. Poi una mano guantata comparve e gli passò piano le dita lungo la guancia. "Sei troppo importante per me perché ti possa perdere, figlio mio."                                                                                                                                                                                 

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