21. Testa tra le nuvole, pt.2

📌 Alfa


Noi siamo un pezzo che non senti più

Anche se prima lo consumavi in loop

È già da un pezzo che non ti sento più

Ti ho dato tutto e ora non mi dai del tu


Era passato quasi un anno da quando Camille aveva perso completamente i suoi ricordi ed era stata portata via da Malakhin e non c'era giorno in cui Charles non pensasse all'ex Angelo.

Ogni volta che si sentiva giù di morale, guardava l'unica foto che si erano scattati insieme e ripensava al sorriso luminoso della ragazza. Non lo guariva improvvisamente, ma almeno aiutava a lenire quel dolore insidioso e persistente nel suo petto.

Dall'addio di Cami, non aveva più ricevuto alcuna visita da Malakhin né tantomeno da Mikhail e non aveva idea di chi fosse il suo nuovo Angelo custode, ma non gli importava. Rivoleva solo la sua piccola ma grande signora.

L'aveva cercata, ci aveva provato, ma non aveva nemmeno un indizio su dove lei si trovasse. Per quanto ne sapeva lui, gli Angeli Superiori potevano aver modellato la sua memoria per renderla una giocatrice professionista di burraco hawaiiana.

Alla fine, aveva mantenuto la sua promessa. Aveva vinto il campionato ed era diventato il migliore, salendo sul tetto del mondo - Camille sarebbe stata fiera di lui. Aveva vinto più della metà delle gare e aveva stracciato qualsiasi accenno di concorrenza da parte di Norris, Verstappen e Russell.

La sua spinta era stata il desiderio di rivedere ancora una volta la sua ragazza. La considerava ancora tale, dopo quasi trecentocinquantacinque giorni e sei ore di lontananza. Non aveva nemmeno lontanamente avuto dei dubbi durante tutto quell'arco di tempo: era ancora più convinto di aver incontrato e di essersi innamorato della sua anima gemella.

Quella sera, Arthur e Lorenzo avevano deciso di portarlo a vedere un concerto lì a Monaco. Ci sarebbero stati anche gli amici di Charles e avrebbero "festeggiato" l'inizio di una nuova stagione di Formula 1.

Il pilota si preparò in fretta e furia dato che era in ritardo clamoroso. Aveva passato tutto il pomeriggio a fare ricerche su Camille, ma ancora una volta non aveva ottenuto alcun responso positivo. Sembrava di cercare un fantasma svanito nel nulla più totale.

Si guardò allo specchio e per un attimo gli parve di vedere Camille al suo fianco. Gli si gelò il sangue: no, lei era viva. Era umana. Ed era da qualche parte nel mondo in attesa di recuperare la memoria.

Charles lo sapeva che ancora non aveva i suoi ricordi. Lo sapeva.

Beh, almeno lo sperava.

Sperava che non li avesse, perché altrimenti avrebbe fatto troppo male il pensare ad un abbandono da parte di Cami. Lo avrebbe spezzato e la sua vita era tornata ad essere un circolo frenetico in cui se cadevi non riuscivi più a rialzarti. Non poteva permettersi di crollare un'altra volta.

Non senza Camille a tirarlo su, per lo meno.

Sospirò, passandosi una mano tra i capelli e lasciando al suo sguardo il permesso di tornare triste per un solo secondo. Soltanto Lorenzo sapeva la verità su Cami, mentre Pascale, Arthur e tutti gli altri erano convinti che ci fossero stati dei dissapori tra di loro.

<<Mi manchi, Cami>> bisbigliò, per poi afferrare la sua giacca ed uscire. Si fece velocemente il segno della croce, prima di chiudere la porta. Era un rito che aveva iniziato a fare non molto tempo addietro, però sperava quasi che gli portasse fortuna - sì, insomma, era come se pregasse Dio.

Raggiunse i suoi fratelli, che lo salutarono con un abbraccio ciascuno. Lorenzo gli chiese sottovoce un "Come stai?" - era una cosa che faceva spesso. Charles rispondeva meccanicamente ormai. "Sto bene" diceva, ma la verità è che Camille per lui era stata ossigeno e senza la sua presenza si sentiva come se stesse annegando.

Pian piano, arrivarono anche gli altri componenti del gruppo. Si riunirono tutti, salutandosi e scambiandosi qualche battutina divertita.

<<Ho saputo che stasera suonano tutti musicisti classici>> fece Marta, controllando l'opuscolo del programma <<Ed in effetti qui ci sono composizioni piuttosto famose. Oh, questa è bellissima>> esclamò, indicando il titolo Moonlight Sonata accanto al nome di Beethoven.

Riccardo si sporse a controllare <<Sì, è vero>>

<<Ma se non hai mai ascoltato Beethoven in vita tua!>> lo rimbeccò Hugo.

<<Zitto tu!>> rispose Nico <<Che non sai nemmeno chi sia Beethoven!>>

Charles scosse la testa divertito, prendendo posto. Davanti a loro, c'era tutta un'orchestra pronta e preparata, mentre leggermente più avanzato troneggiava un pianoforte bellissimo. Sembrava nuovo di zecca per quanto era preciso.

Lo spettacolo ebbe inizio e i musicisti che si susseguivano erano uno meglio dell'altro. Il pilota si ritrovò ad applaudire molto più spesso del previsto.

Poi uscì una ragazza.

Charles si fermò, così come il suo cuore. I capelli, non più biondi ma castani chiari, intrecciati in una treccia impeccabile e l'abito elegante rosso fuoco le davano un'aria dolce e rigida al tempo stesso.

Camille.

Probabilmente fremette, perché Lorenzo si accorse del suo sguardo e aguzzò i propri occhi. Non riusciva a credere a ciò che vedeva.

Camille De Clairment era lì, in tutto il suo splendore.

Ed era proprio lei a suonare la Moonlight Sonata.

Il monegasco si portò la mano alla bocca, nascondendo il sorriso dolce ed immenso che si era aperto sulle sue labbra. Gli occhi gli si fecero lucidi, emozionati. Stava bene. Stava bene ed era lì. Probabilmente vi era sempre stata.

Lei gli aveva già detto, tanto tempo addietro, quale fosse il suo sogno: voleva essere una pianista. Evidentemente ci era riuscita.

Le lacrime cominciarono a scendere lungo le guance di Charles che non riusciva a fare altro che rimanere immobile a contemplare la bellezza e il dolce tocco musicale di quella che era stata il suo Angelo custode.

Quando lei finì l'esibizione, le luci si riaccesero. Secondo l'opuscolo, quella era l'ultima composizione della serata.

Tutti i musicisti si riunirono sul palchetto e vennero consegnati loro dei mazzi di fiori, rigorosamente rose che erano o rosse o blu.

La folla si divise: qualcuno si diresse verso i musicisti, qualcuno invece cominciò ad andar via. Gli amici di Charles erano tendenti in quest'ultima direzione. Il monegasco fece cenno loro di andare, disse che li avrebbe raggiunti dopo.

Si avvicinò quanto più possibile a Camille, che teneva gli occhi fissi su un ragazzo e gli sorrideva. Tra le mani aveva ancora i fiori. Il "giovanotto" la affiancò e le stampò un bacio sulla guancia, arrossendo leggermente.

Il cuore di Charles si spezzò improvvisamente: fu veloce come uno sparo, talmente fulmineo che lui quasi non se ne accorse.

Deglutì il magone che gli si era formato in gola e rimase immobile dov'era. Per tutto quel tempo non aveva pensato che forse Camille aveva trovato qualcun altro, che forse Camille era felice anche senza i suoi ricordi.

Non aveva pensato che forse Camille meritava qualcosa di più della sofferenza.

Un'ultima lacrima gli rigò la guancia destra, mentre sospirava. Malakhin gli aveva giurato che l'avrebbe protetta, ma non che avrebbe fatto l'impossibile per costringerla a tornare da lui - dopotutto non ne aveva il diritto.

Gli occhioni dolci dell'ex Angelo saettarono verso la sua figura, come se potesse nuovamente percepire la sua presenza. La vide irrigidirsi e scrutarlo meglio, con più attenzione.

Lei è felice, il pensiero lo distrusse. Però tutto ciò che contava per lui era vedere Camille felice e viva, soprattutto. Così prese la decisione più dolorosa della sua vita: si voltò e si affrettò verso l'uscita.

Poco gli importava dei suoi amici e dei suoi fratelli, avrebbe scritto loro qualcosa in seguito. Imboccò una stradina che portava in un vicolo del Principato.

Un rumore di tacchi dietro di lui. 

Non si fermò.

<<Hey!>> la voce di Camille. Per poco quel suono melodioso non lo paralizzò. Impiegò tutta la sua forza di volontà per fare un altro passo <<Hey!>>

Charles rallentò di un solo istante.

<<Hey, sto parlando con te!>> lo richiamò ancora una volta. Lì, non riuscì a resistere e si voltò. Se la trovò davanti, radiosa. Tutto in lei mostrava gioia e felicità, due cose che lui non aveva saputo darle.

Il pilota rimase in silenzio, perso nei suoi occhi verdi.

<<Noi ci conosciamo, non è vero?>>

<<No, non credo>> le rispose, distogliendo per qualche millesimo di secondo lo sguardo dal suo. Non riusciva a resisterle, tutto il corpo gli fremeva, spingendo per muoversi.

<<Invece è così...>> replicò Camille, confusa, aggrottando le sopracciglia <<Io... io ti conosco. Tu...>>

La ragazza, che continuava a non dimostrare più di venticinque anni, si zittì e sembrava smarrita nella sua personale riflessione. Le parole le morivano in bocca, forse mostrando la "paura" che stava provando in quel momento, quell'opprimente senso di vuoto che si stava rapidamente colmando.

<<Sei Charles, vero?>>

La domanda era così banale, così priva della vecchia Camille, eppure questo non impedì a Charles di sorridere. È soltanto un riflesso, si disse, Ma chi vogliamo prendere in giro? Non è mai stato e mai sarà solo un riflesso!

<<Sì...>> disse, le labbra ancora stirate verso l'altro. Probabilmente aveva assunto un'espressione da ebete ma non gli importava. Cami aveva... aveva ricordato il suo nome.

<<Sì?>> ripeté lei, copiando gli stessi movimenti di lui. Ora sembravano due idioti.

<<Sì, sono Charles>>

Camille sorrise di nuovo, poi di nuovo ancora <<Io sono Cami>>

Ridacchiarono entrambi insieme, forse prendendo in giro la propria stupidità.

Per lei era strano, si sentiva come se lo conoscesse da sempre. Eppure sapeva di non averlo mai visto in vita sua. Solo poi portò lo sguardo sul braccialetto che il ragazzo indossava al polso destro, mentre si massaggiava la nuca in imbarazzo.

<<Quel ciondolo sul braccialetto...>> mormorò, mordendosi il labbro e trattenendo il respiro <<Io... io sento che...>>

Charles se lo sfilò lentamente e glielo porse <<Si apre...>> le disse. Da una parte, la sua mente lo faceva sentire uno sporco traditore; dall'altra lo costringeva a pensare di meritarsi un po' di gioia.

Camille non aveva nemmeno sentito ciò che lui le aveva riferito, l'aveva già aperto da sola. Ci trovò dentro i residui della piuma angelica sminuzzata e rimase a guardarla. Percepì i brividi avventurarsi lungo tutta la sua schiena.

Delle fitte la colsero all'altezza delle tempie, facendole rimbobare la nuca. Il suo battito cardiaco accelerò all'impazzata.

<<Ma che... che sta succedendo?>> si azzardò a domandare al ragazzo, mentre una folata di vento si innalzava <<Io... io sento di doverti dire qualcosa ma non riesco a ricordare cosa!>>

Charles esitò, prima di decidere di allungarsi ed afferrarle la mano <<Per caso è qualcosa tipo... ngiyethemba iloli lizokutshala imali?>> recitò, facendo la sua migliore replica della voce della ragazza.

Camille scoppiò a ridere, le guance le erano diventate rosso vivo <<Sì, sì è quello... però non ho idea di che cosa voglia dire...>>

<<Ah, di quello non preoccuparti>>

<<Camille De Clairment>> una voce antica, ruvida come pietre, si levò, sovrastando il vento e facendosi sentire dai due ragazzi.

<<Chi è che parla?>> la musicista si abbracciò a proteggersi, dopo aver saltato per almeno un metro per lo spavento <<Che vuole da me?>>

<<Camille De Clairment, hai scontato a sufficienza la tua punizione>> annunciò, solenne <<Hai scontato la tua punizione e dunque...>> si interruppe, aspettando per qualche millesimo di secondo <<Che il dono della memoria ti benedica, che tu possa riacquistare tutto ciò che ti è stato preso>>

Una luce bianca discese dal cielo sotto forma di sfera e arrivò a depositarsi sulla fronte di lei, costringendo Charles a coprirsi gli occhi per la troppa luminosità. <<Certo che gli Angeli in sfarzo non si fanno battere>> si lamentò sottovoce il Ferrarista, le palpebre strette.

Quando il fascio immacolato finì, il pilota sbatté le ciglia un paio di volte prima di tornare a vedere a dovere e si trovò davanti una Camille sconvolta, confusa. Non osava parlarle, per paura che lei potesse dirgli qualcosa di male.

Ma invece...

<<Mi ricordo>> bisbigliò <<Mi ricordo tutto quanto>>

Charles sorrise istintivamente <<D-davvero?>>

L'ex Angelo annuì lentamente. Teneva lo sguardo basso <<Io...>>

<<Va tutto bene>> la interruppe, sorridendole e avvicinandosi per posarle una mano sulla guancia. Le lasciò un bacio delicato <<Capisco che tu abbia una nuova vita ora...>>

<<Non è questo, è che...>>

<<Che cosa?>>

<<È che mi hai promesso che saremmo stati insieme per sempre e poi hai lasciato che Malakhin mi portasse via! L'ultima cosa che ricordo come Camille Camille è lei che mi fa sparire>>

<<Stavi dimenticando tutto, Cami>> non si azzardò a chiamarla amore mio, seppur volesse. Dovette mordersi la lingua per non lasciarselo scappare, non ancora <<E Khin pensava che fosse meglio per te>>

<<Tutta la mia memoria sarà anche svanita ma l'amore che provavo per te c'era. Sì, non riuscivo a ricordare nemmeno il tuo nome, ma quando ti guardavo sapevo di essere al sicuro!>>

<<E credi che a me abbia fatto piacere lasciarti andare? Credi che mi sia piaciuto doverti vedere venir portata via appena dopo averti ritrovata? Beh, sorpresa, stupida idiota, mi ha distrutto! Perché nonostante tutto ti amavo allora e ti amo anche adesso!>>

La mortale si aprì in un gran sorriso, ruotando completamente il corpo e gettandosi contro Charles, buttandogli le braccia al collo e posando le labbra sulle sue.

<<Novità anche per te, stupido idiota, nemmeno io ho mai smesso di amarti>> gli sussurrò, a pochi centimetri di distanza dalla sua bocca rosea <<Quello che è stato è stato. Ho scontato la pena ed ora... ora possiamo vivere la vita che vorrai, Charles... cioè, se vorrai... se nessuno dirà niente... se...>>

Camille aveva ripreso a torturarsi le mani, in preda al panico.

Il pilota sorrise, passandosi la lingua sulle labbra per inumidirle. Gli era appena venuto in mente il discorso della vita, probabilmente il miglior giro di parole che avesse mai formulato in ventott'anni di esistenza <<Ascolta, Cami, non credi anche tu che ormai abbiamo perso troppo tempo? A chi importa di quello che dirà la gente? Noi stiamo bene insieme, siamo innamorati, ed è questa l'unica cosa importante. Io vorrò sempre stare al tuo fianco, nemmeno Dio potrà impedire al mio cuore di battere per te. Quindi chiudi quella boccaccia, o se proprio devi tenerla aperta usala per qualcosa di produttivo tipo dirmi che mi ami!>>

L'ex Angelo trattenne una risata a fatica, ma gli occhi le si fecero lucidi <<Ti amo, Charles>>

<<Ti amo, Cami>>

Si baciarono nuovamente, e poi ancora, e ancora, e ancora, e ancora, fino a quando non ebbero più fiato da spendere. Respirarono profondamente e tornarono a baciarsi, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora.

Finalmente andava tutto bene.

<<Charles?>> mugugnò Cami sulle labbra di lui, che non sembrava intenzionato a farla staccare.

<<Che c'è?>> le rispose, con la voce roca e le labbra gonfie per i troppi baci <<Ho un fidanzato...>>

Il pilota si separò di colpo, allontanando le mani. Soltanto dopo un minuto si accorse del sorriso sornione sul viso della ragazza e capì di essere stato preso in giro. Accennò un ghigno <<J'aimerais qu'un camion t'écrase, Camille>> glielo disse in francese, per renderlo comunque un qualcosa di più dolce.

<<Ahhh!>> esclamò la ragazza, ridendo di gusto <<Ngiyethemba iloli lizokutshala imali!!!>>

<<Zitta e bacimi>>

<<Sta zitto tu!>>

<<Camille!>>

<<Charles!>>

<<Sei una demente>>

<<E tu un decerebrato!>>

<<Ti odio>>

<<Ti amo anch'io>>





Fine.


Qui si conclude l'avventura di "Darkside" e devo ammettere che Camille e Charles vincono la sfida tra tutte le mie ship preferite, battendo persino Pierre ed Althea (per cui nutro un amore sconfinato).

Non pensavo che questo progetto potesse piacermi così tanto, soprattutto perché l'idea è nata in un momento in cui non avevo più tempo né voglia di dedicarmi alla scrittura.

CDC è in assoluto il mio personaggio preferito, è una persona che farebbe di tutto per chi ama, ha sofferto tanto nella vita eppure trova sempre il coraggio di rialzarsi. Arriva a sacrificare il suo più grande sogno e l'unica sua opportunità di realizzarlo pur di proteggere Charles e questo le fa onore; forse è proprio il suo essere così spontanea e protettiva che la rende speciale.

CL16, invece, è l'esempio perfetto di qualcuno che è caduto a causa delle difficoltà della vita e che si è aggrappato ad ogni speranza di salvezza grazie all'amore. Camille lo ha salvato e lui ha salvato lei. Sono due persone direttamente proporzionali l'una all'altra.

Devo confessare che fino alla fine sono stata indecisa su come far terminare la storia: avevo due opzioni possibili e cioè 1) far ritrovare C&C (quindi questo finale) oppure 2) lasciare Camille senza ricordi e con Charles che la guarda andare avanti da lontano. La realtà è che questa seconda non avrebbe funzionato, per il semplice motivo che loro sono Charles e Camille - lei lo conosce così bene ed è così innamorata che non avrebbe mai potuto, MAI potuto, dimenticarsi davvero di un amore tanto grande.

Beh, miei cari, è stato un onore condividere con voi questo tempo e mi auguro che non sia andato sprecato.

Ci vediamo presto  ❤️

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