16. Un ultimo battito d'ali
📌 Taylor Swift
So this is me swallowing my pride
Standing in front of you
Saying I'm sorry for that night
<<AH!>> gridò Camille, costretta al suolo, mentre gli Angeli del Giudizio le piantavano un chiodo nella schiena, al centro delle bellissime ali piumate. Charles tentò di avvicinarsi a lei, ma venne ricacciato indietro da un membro di quella cerchia ristretta.
Allungò la mano verso la ragazza, che se ne accorse.
Lei gli rivolse uno sguardo e sembrò ritrovare energia.
Il viso era imperlato di sudore e affaticato. Stava cercando di resistere, ma il dolore era insopportabile.
<<Finito, De Clairment>> le disse uno, sorridendo malizioso, accucciandosi e bisbigliandole all'orecchio <<Questo non ti sarebbe successo, se non avessi infranto le regole per uno stupido umano che prima o poi morirà>>
Charles si irrigidì, mentre Camille si tirava su e seppur ferita dava prova ancora una volta del suo grande coraggio e del suo carattere <<Sempre meglio finire in questo modo, che non iniziare affatto. Che dice Amélie, eh? Dopotutto, ti ha mollato all'altare, Bryaxin>>
<<Puttana bastarda>> replicò l'altro, spintonandola e facendola finire tra le braccia di Charles, che la afferrò al volo <<Non la passerai liscia, De Clairment. Finirai all'Inferno, niente ti salverà>>
<<Lo so>> annunciò l'Angelo, serrando gli occhi <<Ma non mi importa>>
<<Bene, allora, comincia il tuo volo, cara Camille. Non hai abbastanza energia per trasmutare, ti toccherà volare fino in Paradiso e dubito che sarà indolore con le ali conciate in quel modo>>
<<Ridi, ridi, Bryaxin. E intanto tu sei da solo da quanto? Vent'anni?>>
<<Ti conviene tacere, De Clairment>>
<<Sono condannata ormai, tanto vale dire cose che penso da tempo!>>
Dopo averle scoccato un'occhiataccia, gli Angeli Superiori scomparvero e Camille si concesse il lusso di accasciarsi tra le braccia di Charles, che la afferrò per bene, nonostante le ali.
<<Cami, mi dispiace tanto...>>
<<Va tutto bene>> sussurrò la ragazza, sorridendo dolcemente, carezzandogli la guancia destra con la mano <<Non è colpa tua>>
<<Invece sì, se solo avessi preso quella lavagnetta!>>
<<Non importa>> lo confortò lei, con gli occhi gonfi di lacrime per la sofferenza <<Non devo perdonarti niente>>
<<Perché? Se ci hanno scoperto è colpa mia!>>
<<Perché ti amo e perché non avresti potuto riconoscermi. Quella copia era perfetta e tu lo sai>>
<<Proprio perché ti amo anch'io lo dico. Avrei dovuto riconoscerti>>
<<Non ha più importanza ormai>> sorrise Cami, staccandosi dal pilota per riprendere fiato e cercare di racimolare un po' di potere. Volare in quel modo le avrebbe distrutto la schiena e sarebbe arrivata al Tribunale nelle peggiori condizioni, l'unica soluzione era materializzarsi - il problema è che, come le aveva detto Bryaxin, non aveva abbastanza energia.
<<Prima di andare...>> incominciò a dirle il monegasco, attirando la sua attenzione <<Voglio solo dirti che non rimpiango niente, che rifarei tutto da capo, che mi innamorerei di te ogni singola volta. Voglio dirti che ti amo e che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Voglio dirti che non mi importa delle conseguenze, non mi importa di cosa ci faranno, io ti porterò sempre nel mio cuore, perché te lo sei presa completamente. Prima di conoscerti, avevo paura, volevo morire... adesso voglio vivere, e voglio farlo con te. Con te, Camille De Clairment, che mi hai ridato gioia e speranza. Ti amo con tutto me stesso, amore mio, e...>>
Camille cominciò a piangere, abbracciandolo e baciandolo <<Oh Charles...>> bisbigliò, sulle sue labbra <<È da tutta la vita che mi chiedo cosa io abbia fatto per meritarti e ancora non so darmi una risposta. Quello che so per certo è che nemmeno io rimpiango ciò che c'è stato tra noi, non me ne pento. Ti amo così tanto, pilota da strapazzo. Ti amo da impazzire>>
Charles le baciò via le lacrime silenziose una ad una, tenendola stretta a sé e bisbigliandole Ti amo regolarmente. Aggiunse poi un Non hai idea di quanto tu sia importante per me.
La guardiana decise finalmente di alzarsi in piedi e di tentare di trasmutare, provò a fare qualche metro ma non ci riuscì. Si lasciò scappare un ringhio di frustrazione e poi cercò di muovere le ali.
Il ragazzo vide i suoi occhi riempirsi di lacrime ancora una volta, lacrime che però ricacciò giù a forza. Doveva essere coraggiosa, doveva.
<<Vieni, dai>> gli disse dolcemente, spalancando le braccia e serrando la mascella per non mostrare la smorfia di dolore. Lui le si aggrappò, mentre lei usciva dalla finestra e saliva a fatica sulla ringhiera del balcone <<Al tre lo facciamo, va bene?>>
<<Ok>> Charles strinse i pugni e socchiuse gli occhi, terrorizzato. Si impose di resistere, per Camille. Solo e soltanto per Camille <<Uno>>
<<Due>> continuò la bionda, deglutendo.
<<TRE>> gridarono insieme e poi l'Angelo saltò. Si buttò nel vuoto istintivamente. Charles riaprì gli occhi, mostrando le iridi chiare. Posò lo sguardo sulla sua... ragazza. Sì, sulla sua ragazza.
Il vento le scompigliava i capelli mentre precipitavano nel vuoto buio della notte, il viso era tirato.
Poi sbatté le ali e cominciò la loro salita verso il Paradiso.
Ad ogni onda che faceva, Camille stringeva i denti per non dover ammettere di soffrire. Si era ripromessa che non avrebbe dato a quei bastardi la soddisfazione e così sarebbe stato.
Non si dissero niente, nemmeno la più minima parola. Non era mai servito veramente tra loro parlare, in quell'occasione ancor di meno.
Atterrarono in Paradiso pochi minuti dopo e Charles si ritrovò a bocca aperta per l'ultima volta. L'aveva visto nei ricordi di Cami ma mai dal vivo e dovette ammettere che era straordinario.
La sua guardiana lo lasciò andare e lui si affrettò ad afferrarle la mano mentre si incamminavano a passo svelto verso il Tribunale.
Prima di entrare, la fermò e le regalò un bacio. Per quello che ne sapeva lui, quello forse era l'ultimo che si davano <<Lo affronteremo insieme, va bene?>>
<<Insieme>> ripeté Camille, annuendo e prendendo un respiro profondo. Le loro dita si intrecciarono di nuovo e Charles si portò la mano destra di lei alle labbra <<Ti amo, demjin>>
<<Ti amo, drüsje>>
Solo allora varcarono la soglia e si ritrovarono sospesi sulla famosa nuvola di cui Camille gli aveva tanto parlato. Tutti gli occhi erano puntati su di loro, principalmente sulle loro mani.
<<Nemmeno un po' di pudore, ragazzina, vedo...>> commentò suo padre, roteando gli occhi e posandoli su Marguerite De Clairment e su tutto il resto dei suoi figli. Malakhin fissava la sorella dispiaciuta, quasi rammaricata di non aver potuto far niente per salvarla.
Camille non poteva nemmeno usare il suo favore divino, non ancora per lo meno. Continuava a sentire l'effetto della polvere che le avevano gettato addosso, probabilmente era stata quella a prosciugarle tutta l'energia e ad impedirle di trasmutare.
Decise di non rispondere a suo padre, per concentrarsi soltanto sul Giudice. Si inchinò e strattonò la mano in modo che anche Charles facesse lo stesso.
<<Camille De Clairment e Charles Leclerc, siete qui a seguito di un riscontro positivo alla denuncia effettuata dal signor De Clairment qui presente. Confermate quindi il risultato>>
<<Sì, confermiamo>> annunciò Cami ad alta voce, assicurandosi che tutti sentissero <<Stiamo insieme>>
<<Non ti azzardi nemmeno a negarlo, sudicia traditrice del tuo sangue?>>
<<Per favore, contegno!>> fece l'Angelo Giudice, sbattendo la mano sul tavolo <<De Clairment, voglio essere più chiaro possibile. Hai infranto le nostre regole sacre e inviolabili, ciò che ti spetta è una punizione e tu lo sai perfettamente. Però ti concederò il permesso di raccontare la storia dal principio, abbiamo bisogno di più prove per giudicare>>
Mentre finiva di parlare, fece un cenno con la mano a due Angeli, che si avvicinarono a Charles e lo afferrarono per le spalle, tirandolo lontano da Camille e tenendolo bloccato.
<<Che volete...?!>>
<<Sta calma, De Clairment. Starà lì. Più quel ragazzo si muove in Paradiso e peggio è>> le spiegò il Giudice <<E ora parla>>
<<Che c'è da raccontare? Mi sono innamorata del mio protetto e questo ci porterà entrambi a soffrire. Finito>>
<<Perché hai infranto le regole?>>
<<Perché... perché avevo bisogno di sentirmi amata da qualcuno. Avevo bisogno che mi volessero bene, che mi amassero, e Charles l'ha fatto. Mi ha aiutato nel momento più nero della mia vita ed io spero di essere stata utile a lui almeno un quarto di quanto lui lo è stato per me>> decantò la giovane, sorridendo dolcemente al pensiero del suo primo incontro con il pilota.
Le ali le facevano male da morire, ma non aveva più importanza.
Non quando soltanto le sue parole potevano salvare Charles. Se n'era accorta: il Giudice stava valutando se punire anche il monegasco - Camille doveva prendersi tutta la colpa. Doveva fare in modo che il discorso si spostasse unicamente sul suo tradimento.
<<Sa che cosa, signor Giudice? Non mi pento di aver infranto le regole. Dopotutto, sono così stupide! Per quale motivo non possiamo innamorarci di chi proteggiamo?>>
<<Perché, De Clairment, gli Angeli sono fatti per proteggere, non per amare>>
<<Ne è davvero convinto? Sì, insomma, vale davvero la pena amare solo quelli della propria specie?>>
<<Che stai tentando di dire?>>
<<Che gli Angeli non sono le creature migliori che esistono. Gli Angeli sono calcolatori, sono invidiosi, covano odio e rancore, non sono in grado di apprezzare cosa hanno, non riescono a capire che l'unica cosa importante è la salute del protetto e non la propria!>> rispose Cami, avanzando di un passo e guardando l'Angelo Giudice negli occhi <<Voglio dire... che il mio stesso padre mi odia per il mio colore degli occhi, voglio dire che il motivo per cui sono qui non è tanto l'aver infranto le regole ma l'essere diversa da come tutti vogliono che io sia. Lei crede sul serio che se fossi nata con gli occhi azzurri mio padre mi avrebbe denunciata qui? Crede che se fosse stata Remiel ad innamorarsi, quest'uomo...>> e indicò il padre <<... le avrebbe detto qualcosa?>>
<<Non osare tirarci in ballo, ragazzina. Hai commesso un errore ed ora lo pagherai>> la minacciò suo padre, la stessa persona che le aveva dato la vita <<Signor Giudice, chiedo una condanna con effetto immediato per lei e per lo stupido umano>>
Marguerite sussultò sul posto. Una condanna... l'ultima volta che aveva assistito ad un evento del genere suo figlio Lykah era finito all'Inferno e forse ora anche a Camille sarebbe toccata la stessa sorte.
<<Lei faccia soltanto la sua parte, ha sporto denuncia e ora stia zitto!>> disse il Giudice, battendo ancora sul tavolo. Poi si rivolse a Camille <<De Clairment, mi dispiace, ma quello che hai fatto è imperdonabile. Hai tradito le più sacre leggi angeliche. E c'è solo una strada... sia per te che per lui>>
<<Lo so>> sorrise la ragazza, annuendo <<So qual è la strada e so tutto quanto... però ci tengo a dirle che è soltanto colpa mia. Che Charles non mi ama per qualche sentimento profondo, mi ama dato che gli ho salvato la vita. La sua è soltanto devozione, gratitudine. Per questo motivo credo che non dovrebbe ricevere alcun tipo di punizione. Non ha fatto niente di sbagliato, si è solo affidato a me. Il suo era un periodo buio, stava soffrendo. Io avevo bisogno di qualcuno, è vero, e la stessa cosa vale per lui. Non è amore ciò che prova lui, signor Giudice>>
Dietro di lei, Charles si agitava e gridava <<No, non è vero!>> a squarciagola <<No, no, no! Camille no!>>
L'Angelo addetto al processo guardava prima lei e poi lui e sembrava capire che tutto ciò che Camille stava facendo era solo per proteggere il ragazzo che amava <<Non può lasciare questo posto impunito, però...>>
<<Allora facciamo un accordo. Lasciatelo vivere, lasciatelo in pace... ed io in cambio accetterò la punizione per entrambi. So cosa volete fargli, lo squarcianima non è per lui. È troppo buono per sopportare una cosa del genere!>>
<<Camille, no!>>
<<Per favore...>> sussurrò ancora, con gli occhi fissi in quelli dell'uomo <<Accetti l'accordo, la prego>> strinse i pugni, inginocchiandosi e chinando la testa. Stava supplicando.
Anche Charles capì l'obiettivo di Cami e sembrò quietarsi. Una volta lei gli aveva detto che non si sarebbe mai inginocchiata di fronte a niente, ma in quel momento lo stava facendo. Ed era solo per salvarlo.
<<Ve lo propongo io un accordo!>> rilanciò il pilota, d'istinto, attirando l'attenzione su di sé <<Permettetemi di vivere. Io sono un pilota, se vincerò il Primo Gran Premio della stagione allora lascerete andare Camille!>>
Un paio di Angeli scoppiarono a ridere, facendogli diventare il viso paonazzo per l'imbarazzo.
<<Ragazzo, la tua preziosa Camille non se ne andrà senza una punizione. Il tuo accordo è inutile>>
Con un solo gesto della mano del Giudice, un portale verso il basso si aprì. Un portale rosso. Marguerite non riusciva più a respirare, tanto era forte e vivo il ricordo di Lykah. L'Inferno...
Tutti gli Angeli deglutirono a fatica. Non era mai bello vedere quel posto. Tanti dei loro cari vi erano finiti per aver creduto alle menzogne di Lucifero, per aver creduto che un mondo con egli al comando sarebbe stato migliore.
A Camille però non faceva paura. Si immaginava già quale sarebbe stata la sua punizione, la conosceva per certo.
Il favore divino.
Il pensiero le attraversò la mente di colpo quando si rese conto di poter di nuovo utilizzare il suo potere. Sapeva cosa fare. Un ultimo colpo, per proteggere la persona che amava di più.
Si voltò a guardare il suo Charles, l'amore della sua vita, quasi come ad imprimersi i suoi tratti nella mente. Gli sorrise e i suoi occhi gli chiesero scusa. Scusa per quello che stava per fare.
Alzò la mano versò l'alto.
E Charles realizzò.
<<NO!>>
<<Grande Padre, Mio Signore Supremo e Onnipotente, chiedo il mio favore divino!>> gridò Cami e subito una luce bianca, ma molto più bianca di quanto fosse bianco il Paradiso, si generò, avvolgendola.
Una voce si levò <<Camille De Clairment, qual è la tua richiesta?>>
Cami esitò per un attimo.
Per un solo secondo pensò a quanto sarebbe stato bello camminare sulla Terra ed essere vista, a come sarebbe stato stupendo passeggiare con il sole finalmente a riscaldarla, a come sarebbe stato incredibile toccare gli oggetti e divertirsi a sperimentare, a come sarebbe stato favoloso vivere la vita che aveva sempre sognato.
Guardò Charles e si rese conto che, sì, voleva tutto quello, ma voleva anche che lui fosse al suo fianco. O tutto o niente.
Prima di rispondere a Dio, disse al suo amato pilota <<Ricordi quando mi hai chiesto quale fosse il mio desiderio più grande? Beh, prima pensavo che diventare umana e vivere come tale mi avrebbe cambiato la vita e me l'avrebbe resa felice, ma poi ho capito che in realtà sei tu, sei sempre stato tu, a darmi gioia. E non avrebbe senso realizzare qualcosa senza te vicino>> si zittì ed esordì di nuovo rivolta al Padre Eterno <<Per questo la mia richiesta è la seguente. Desidero che Charles viva la sua vita felicemente, senza né rischi né pericoli. Non voglio che gli Angeli possano avvicinarsi a lui, tantomeno che gli venga fatto del male da chiunque. Padre Onnipotente, desidero che sia al sicuro da tutto ciò che potrebbe fargli del male o costargli la vita per mano di qualcun altro. E voglio che la sua anima sia pura per l'eternità>>
<<La tua richiesta sarà realizzata, Camille De Clairment>>
Lentamente, la figura di Charles iniziò a svanire. Il suo corpo faceva per dissolversi e lui continuava a gridare il nome della sua custode.
Questa fece un passo verso il portale, guardando giù.
<<Camille, no! No! No!>>
<<Jer molle pe oonet. Enel mörd je nej afva trohem verret>> recitò l'Angelo, evitando il contatto diretto degli occhi con lui <<Ti amo, Charles, ti amo così tanto che non mi importa dell'Inferno. Sono orgogliosa di averti conosciuto e di aver potuto condividere con te i migliori momenti della mia vita. Buona fortuna, e ricordati della promessa che mi hai fatto. Vinci il Gran Premio, vinci il Mondiale, prenditi ciò che ti spetta. Vivi con orgoglio, semplicemente vivi>>
Charles si dissolse per tornare sulla Terra prima ancora di riuscire a risponderle. Non fece in tempo a dirle almeno ti amo per l'ultima volta.
Camille rivolse uno sguardo alla famiglia <<Spero siate contenti... finisce così questo nostro viaggio terribilmente brutto. Vi auguro il meglio, anche se voi non sognate questo per me. Addio>>
Malakhin si staccò dal gruppo per correrle incontro e abbracciarla. Non le importava della copertura, né di quello che avrebbero pensato gli altri <<Ti voglio bene, sorellina>>
<<Anche io, tanto>>
Ancora un passo verso l'Inferno. Cominciava già a sentire il fuoco infernale bruciarle nelle vene. Ce la poteva fare. Aveva salvato Charles, quello era l'importante.
Allungò un piede nel vuoto rosso, annuì per darsi forza e...
<<Padre Onnipotente, chiedo il mio favore divino!>>
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