12. Estate

📌 Will


Il tuo sguardo per me è come un meteorite

Nel senso che se cade su di me mi uccide


Camille era felice. Punto. Ogni volta che lei e Charles si baciavano, sentiva le farfalle nello stomaco. Più o meno, pensava, io lo stomaco non ce l'ho. Comunque, il concetto era quello.

Quello che provava per quel pilota da strapazzo era forte, imponente, potente. E aveva capito che anche per lui era lo stesso. Il mondo sarebbe tranquillamente potuto finire l'indomani e a lei non sarebbe importato. La persona che amava ricambiava i suoi sentimenti!

Però...

Però c'era un però. Un altro. Tanto per cambiare.

Da alcuni giorni, l'Angelo si sentiva osservato. E non lo diceva tanto per dire. Si era decisamente accorta delle ombre che puntualmente la seguivano. Non le piaceva per niente quella sensazione e soprattutto temeva che si trattasse degli Angeli del Giudizio.

Dopo essersi assicurata che nessun'ombra la stesse spiando, bisbigliò all'orecchio di Charles il suo dubbio. Gli fece promettere che non avrebbe fatto né detto niente di stupido. Solo che non specificò che in quel modo lui sarebbe stato al sicuro per via dell'infrazione delle regole da parte di Camille.

Il monegasco intuì che il "non fare niente di stupido" significasse anche non baciarla, abbracciarla o soltanto dirle qualcosa che qualcuno avrebbe potuto fraintendere - e anche giustamente.

Sapeva che era la cosa migliore, eppure quello gli spezzava il cuore. Il fatto che Cami non gli avesse spiegato niente lo faceva stare male, e se doveva essere sincero l'aveva anche un po' deluso.

Perché si preoccupava di non far sapere a nessuno che insieme stavano bene? E perché aveva così paura di essere spiata? Aveva qualcosa da nascondere?

Okay, quello che c'era tra loro era strano, diverso, ma non per quello orribile! Sì, insomma, persino Pierre, il suo grande compagno d'avventure, si era innamorato e sistemato! (Charles riteneva il loro amore come anche merito suo, era stato lui che aveva spinto Gasly a tornare a cercare la sua giovane fidanzata dopo una litigata enorme!)

E lui si era innamorato di un Angelo!

E allora?

La gente l'avrebbe ritenuto matto?

Non gliene importava.

L'avrebbero rinchiuso in manicomio?

Avrebbe sempre avuto Camille accanto.

Però lei... lei sembrava essere di un'opinione diversa. Charles non capiva: si trattava di una gerarchia tra Angeli? Chi si innamora di un umano è un perdente?, per questo non lo voleva vicino in quel momento?

Voleva chiederglielo, ma sapeva che lei o l'avrebbe zittito o non gli avrebbe risposto per niente. La cosa lo mandava in bestia. Non gli spiegava mai, non si fidava di lui forse?

Dall'altro lato, però, Camille stava facendo di tutto per tenere buono il suo protetto a sufficienza da scoprire chi la stava pedinando. Aveva capito perfettamente i pensieri di Charles e ne soffriva anche lei, ma la questione più importante da risolvere in quel momento era individuare lo stalker. Non poteva rischiare di essere beccata. Non se quello significava mettere in pericolo il suo protetto.

Se ne stava seduta per terra ad aspettare. Per quel giorno, le ombre non si erano fatte vive e lei non poteva che ragionare.

Gli Angeli del Giudizio non potevano intervenire in modo così diretto. Anche loro, seppur fossero le creature più potenti tra gli Angeli, avevano bisogno di un permesso o di una segnalazione esterna per agire. Le opzioni erano due: o qualcuno li stava spiando senza motivo o era stata fatta la spia agli Angeli Superiori.

O, beh, anche entrambe.

Camille fremette, stringendo i pugni. Alcuni dei suoi ricordi più belli con Charles le tornarono in mente, turbando la sua quiete. Che cosa devo fare?, pensava intanto. Lo sguardo perso nel vuoto.

Improvvisamente, una scia nera superò il muro parallelo a quello in cui si trovava lei. Era veloce, ma non abbastanza da riuscire a sfuggirle. La guardiana scattò e afferrò l'ombra con la mano, la strinse forte e questa fu costretta a ritrasformarsi.

Quando Camille vide la persona, rimase a bocca aperta. Gli occhi verdi vacillarono per un secondo.

<<Mikhail>> sussurrò, riconoscendolo. Era il ragazzo che i suoi genitori e la sua famiglia avevano tentato di appicicarle il giorno di Natale, quando poi lei era scappata per tornare da Charles <<Che cosa... che cosa stai facendo? Perché sei qui? Oh cielo, che sta succedendo esattamente?!>>

L'altro Angelo, però, la afferrò per le spalle e la guardò <<Sta attenta>> le disse, con una evidente forte preoccupazione.

<<Che ci fai tu qui?>> chiese ancora Camille, le mani strette attorno ai polsi di lui e il respiro mozzato. Si era immaginata i peggiori scenari, degni di un film con le spie russe, ed invece...

<<Ascolta, Cami, ascoltami, per favore>> le fece cenno di avvicinarsi. Si chinò e avvolse entrambi con le proprie ali, poi le sussurrò all'orecchio <<In Paradiso gira voce che tu stia facendo qualcosa di assurdo con il tuo protetto. Io so che è così, me ne sono accorto da come vi guardate, però nessun altro deve saperlo!>>

<<Che cosa?!>>

<<Sì, lo so. È dura da capire, però è la verità. Te lo giuro>>

<<E... e la voce?>>

<<Si è sparsa anche ai piani alti, a quanto pare. Gi Angeli del Giudizio hanno detto che se qualcuno fornirà una prova, saranno qui in meno di cinque secondi>>

<<Mikhail... chi?>>

<<Mh? Cosa?>>

<<Chi ha riportato la notizia agli Angeli Superiori?>>

<<Tuo padre>> la risposta non la stupì. Eccolo. Lui sì che se l'aspettava immischiato in quella faccenda <<Mi sono offerto come volontario per osservarti e loro non hanno avuto problemi, pensavano che fossi arrabbiato per il tuo rifiuto di sposarmi>>

<<Non lo sei, vero?>> chiese quasi timidamente l'Angelo, con le guance rosse per l'imbarazzo.

<<Assolutamente no>> esclamò Mikhail, portandosi la mano al cuore <<Ascolta, tu mi piaci come persona. Altrimenti non ti avrei mai chiesto niente. E sto cercando di proteggerti. A fine settimana dovrò riportare tutto quello che ho scoperto e farò il possibile per salvarti. Ma devi promettermi che starai sempre attenta, Camille, d'ora in poi. Se per caso dovessi scoprire qualcosa, sarò il primo a fartelo sapere>>

<<Ti ringrazio di cuore, Mikhail>>

<<Chiamami Mikh, per favore>>

<<Beh, grazie Mikh>> ripeté Cami, correggendosi <<Non immaginavo che mio padre mi odiasse fino a questo punto. Non pensavo che avrebbe fatto una cosa del genere, non dopo aver perso Lykah per lo meno>> le ali dell'Angelo scomparvero, rendendo i due nuovamente liberi.

<<Tua madre, però, sembra essere contraria>>

<<Davvero?!>>

<<Sì, pare di sì. Tuttavia sappiamo bene tutti e due che quella donna non può opporsi, quindi potrebbe essere soltanto un'idiozia inventata per fare scalpore>> le spiegò Mikh, mantenendo il contatto visivo <<Ripeto, appena saprò qualcosa, te lo farò sapere. Fino ad allora, dovrò essere qui in giro. Se vedrai un'ombra, sarò io. Comunque sia, anche se si tratta di me, non fare cose avventate>>

<<Avventate tipo?>>

<<Tipo andare in Paradiso ora e cantarne quattro a tuo padre. Ricorda che non ci rimetteresti solo tu, ma anche io>>

<<Non l'avrei fatto comunque!>>

<<Ah no?>>

<<No!>>

<<Sicura?>>

<<No>> confessò Camille, sbuffando <<Comunque sia, mia sorella Malakhin è dalla mia parte. Per qualsiasi cosa, aiutatevi. State attenti anche voi, non voglio che vi succeda qualcosa di male!>>

<<Certo!>>

Camille sorrise, poi aprì le ali e Mikhail la seguì a ruota. Staccarono una piuma dall'insieme e la porsero all'altro. In gergo angelico, indicava un patto. Avevano siglato un accordo fondamentale.

Era un giuramento di fedeltà. Significava che si sarebbero protetti reciprocamente a qualsiasi costo. Una promessa che non poteva essere sciolta se non con la morte (ovviamente riferita solo a quel determinato ambito).

Quello di cui Cami non si era accorta era che un'altra piuma era caduta dalle sue ali ed era volata fino all'uscio della porta che dava sulla cucina. Quindi non si rese conto nemmeno del fatto che Charles l'avesse raccolta. Possedere una piuma angelica significava vedere anche gli altri Angeli, esattamente come era successo con la Malakhin.

Charles rimase senza fiato quando i suoi occhi caddero sulla scena che stava accadendo davanti a sé.

Mikhail aveva posato le labbra sulla guancia di Camille, come a ringraziarla per aver scelto di fidarsi di lui, ma dal punto in cui il pilota si trovava sembrava tutt'altro posto. Sembrava un bacio vero.

Strinse la piuma nella mano, colmo di rabbia.

Camille, i suoi pensieri non erano lucidi, come hai potuto farmi una cosa del genere? Come hai potuto tradirmi in questo modo?

<<Ci vediamo presto, Cami>> la salutò l'altro, facendole un inchino galante e un occhiolino e iniziando a smaterializzarsi <<Manterrò il mio patto>>

<<A presto, Mikhail>> replicò Camille e a Charles, seppur lei gli desse le spalle, sembrò di vederla sorridere <<Ed io manterrò il mio>>

Quando Cami si voltò e lo trovò lì, per poco non si sentì male. A giudicare dalla sua espressione, aveva visto tutto. Solo allora notò la piuma tra le sue dita e si diede mentalmente della stupida.

Si era preoccupata tanto di non farsi beccare dalle ombre e si era dimenticata della persona più importante.

<<Charles...>> mormorò, facendo un passo avanti e scuotendo la testa <<Io...>>

<<No, no, va bene>> sorrise ironicamente il pilota, con un gesto della mano <<Capisco. Che cosa potresti mai farci tu con un umano quando puoi avere un'intera schiera di Angeli a tua disposizione? Io farei lo stesso, dopotutto>>

<<Ti sbagli, non è così... ti giuro che non lo è>>

<<A me sembrava il contrario. Insomma... non ti ha forse baciata?>> la gelosia del monegasco aveva praticamente preso il sopravvento e lui non riusciva a ragionare.

<<Era un ringraziamento!>>

<<Non ringrazi qualcuno baciandolo!>> Charles quasi gridava, le braccia larghe e il viso che trasudava rancore <<E lascia che ti dica una cosa, Camille, è meglio così. Molto meglio. Avevo proprio intenzione di dirti che quello che c'è tra noi per me non è niente di serio ed importante! Che è solo qualcosa di passeggero. Per te è lo stesso, immagino>>

Charles udì chiaramente il momento in cui il cuore di Camille si spezzò. Non poté negare di esserne un minimo contento. Lei lo aveva trattato da cani per tutta la settimana, una piccola vendetta non poteva che fare bene.

Tuttavia... gli dispiaceva. Vero, quella settimana era da dimenticare, ma lei aveva fatto tutto ciò che poteva per aiutarlo nel mese e passa che avevano trascorso insieme.

Era tardi, ormai, per rimangiarsi ciò che aveva detto.

L'Angelo deglutì, chinando la testa <<Per me non è così>> sibilò, costringendo Charles ad indietreggiare di qualche passo <<Per me è importante quello che c'è tra noi!>>

<<Ah sì? Davvero? Non sembra!>> seppur il pilota stesse cercando di fare il duro, era rimasto molto colpito dalla piccola confessione di Camille. A lei importava? Davvero? Tanto quanto importava a lui?

<<Se sto facendo quello che sto facendo c'è un motivo, Charles>>

<<Ovvero?>>

<<Ovvero che se posso salvarti la vita, lo farò senza esitare. Perché è questo che sono chiamata a fare! E fine del discorso!>> strillò Camille, fuori di sé. Odiava quella versione del proprio carattere, che si mostrava solo con la sua famiglia, però in quel momento era necessario tirarla fuori o lui non avrebbe mai capito che doveva desistere.

Quasi corse verso il suo protetto, strappandogli la piuma candida dalle mani, facendo riapparire le ali e appuntandola nel mucchio.

<<Non mi piace questo lato di te, quando mi nascondi le cose, quando mi tratti come se stessi realmente ancora male>>

Non piace neanche a me, era ciò che frullava nella testa di lei, perdonami.

<<Non posso spiegarti qualcosa che non potresti nemmeno capire!>> la creature celeste continuò con la sua farsa, distrutta dentro. Qualsiasi cosa che quei due avevano costruito insieme si era lentamente sgretolata nel corso di quei sette dannati giorni ed entrambi se ne stavano rendendo conto.

<<Provaci almeno!>>

Cami notò l'ombra strisciare sotto la parete di sfuggita. Mikhail si stava rivelando a lei per farle capire di smettere. Se avesse continuato, non avrebbe fatto altro che deteriorare la relazione e perdere il rapporto di fiducia reciproca instaurato <<No>> sentenziò, glaciale <<E non chiedermelo più>>

Charles, ferito, respirò profondamente. In quel momento, Camille era l'oggetto della sua rabbia più profonda e intensa. L'aveva chiaramente preso in giro per tutto quel tempo, non c'era altra spiegazione. E lui ci era cascato come un imbecille.

L'Angelo oltrepassò la parete, trovandosi sul lato del balcone non visibile dalla finestra. Mikhail, che aveva assistito alla scena, raggiunse Camille e le parlò <<L'hai ferito>> le fece presente, tristemente.

<<Lo so>> bisbigliò, a bassissima voce l'altra. Gli occhi verdi colmi di lacrime <<Lo so, ma è l'unico modo per salvarlo>>

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