L'ora del Diavolo

Quella sera la luna si rifletteva nel mare, era rossa e circondata da nuvole che tentavano di nasconderla.

La strada verso casa è abbastanza breve, ma a tarda notte e con i vicoli bui riusciva a sfidare anche il miglior subconscio.

Percorsi il lungomare e mi addentrai nelle stradine deserte della periferia.

Ad un tratto iniziai a sentire una strana sensazione, quasi come se qualcuno mi stesse osservando.

Mi voltai e mi guardai attorno, ma c'ero solamente io e l'unico rumore che riecheggiava era quello dei miei passi sui sampietrini.

Arrivai finalmente a casa, chiusi velocemente il portone dietro di me per poi raggiungere il mio appartamento.

Finalmente a casa.

Stavo per entrare in doccia quando sentii un tonfo soffocato.

In casa ero sola e, come nei migliori film, mi recai tra le stanze alla ricerca dell'origine del rumore.

Tutto era come avrebbe dovuto essere, pensai di essermelo immaginato e conclusi la doccia rigenerante.

Mi ero appena messa a letto quando risentii lo stesso rumore, questa volta non mi mossi, pensai che potesse provenire dai vicini e chiusi gli occhi.

Forse mi ero addormentata da poco, quando un forte rumore mi fece svegliare di soprassalto.

La stanza era buia, tranne per una fioca luce che entrava dal lucernario del corridoio.

Mi si gelò il sangue nelle vene, quando vidi quella fioca luce disturbata dal passaggio veloce di un'ombra.

Accesi la luce della stanza, erano le 3 del mattino, la cosiddetta "ora del diavolo" nella tradizione cristiana occidentale.

No, non sono facilmente suggestionabile.

Decisi di alzarmi per fare un giro d'ispezione dei 90 metri quadri dell'appartamento.

Nulla.

Tutto era tranquillo.

Tornai a letto, questa volta decisa a dormire fino a quando la sveglia non avrebbe suonato.

E così successe.

Mi girai nel letto, ad occhi chiusi, allungando la mano verso l'iPhone sul comodino, nell'intento di fermare quel fastidioso suono.
Ma non riuscivo a trovarlo.

Aprii gli occhi.
E non solo io.

Due occhi mi fissavano dall'angolo buio accanto all'armadio.

Sobbalzai.

Mi svegliai alle 9, quando il suono della sveglia era diventato ormai insopportabile.
La luce del sole illuminava il corridoio ed entrava nelle stanze.

Mi guardai intorno.

Avevo sognato tutto?

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