Six
Negli abissi, quieti e freddi, le ricerche dei due tritoni continuarono senza forza. Sembrarono quasi che l'oceano stesso avesse cominciato a sentir la mancanza dei due ragazzi, che erano soliti nuotare vivaci nelle fra le sue acque. Erano stati formati diversi gruppi di pattuglia, e a capo di ognuno di essi vi erano i principi e Chanyeol. A questi si erano aggiunti altri gruppi di tritoni volontari, che avrebbero fatto capo al principe sovrano del mare che avrebbero perlustrato.
Baekhyun continuò a provare a stabilire con i due tritoni scomparsi un contatto, ma ogni suo tentativo non fu altro che un fallimento. Aveva provato ad unirsi ad un gruppo di pattuglia, o a crearne uno proprio, ma gli altri glielo avevano impedito. Il tritone era il re, il suo compito era quello di proteggere Atlantide e di prendersi cura del popolo. La scomparsa dei due tritoni aveva messo in allarme tutta la città sottomarina, e il panico si era lentamente infiltrato fra gli abitanti. In più, credettero che se qualcuno avesse rapito i due tritoni, questo avrebbe anche potuto provare ad attaccare la città ed in quel caso sarebbe stato meglio per tutti che Baekhyun si trovasse lì pronto a combattere con il tridente.
Haechan aveva ordinato al suo gruppo di disperdersi per controllare meglio il posto in cui si trovavano, aveva detto loro però di non rimanere mai da soli. Aveva già perso due dei suoi fratelli, non aveva intenzione di perdere nessun altro. Il tritone prestò molta attenzione ad ogni minimo dettaglio della zona in cui si trovava, e non passava in quella successiva se non dopo un'attenta analisi. Non ebbe bisogno di dire alcuna parola, sapeva che lui gli sarebbe rimasto accanto. Si voltò comunque per qualche secondo per guardare il tritone dalla coda verde che era occupato a scambiarsi alcune informazioni con uno dei soldati del loro gruppo. I capelli del tritone ondeggiavano lentamente nell'acqua, ricordando il colore acceo del muschio marino che colorava i fondali. Ogni volta che li aveva accarezzati Haechan si era reso conto che anche la loro morbidezza fosse la stessa. Gli occhi dello stesso colore brillavano di luce propria nonostante intorno a loro fosse tutto così buio. Le piccole e sottili labbra erano arricciate in un broncio serio e attento mentre le braccia erano incrociate fra loro. Il tritone era più piccolo rispetto al soldato, eppure per Haechan era perfetto così. Non aveva bisogno di nulla che non fosse lui, un punto fermo, il suo posto sicuro. Il principe sospirò ringraziandolo nella propria mente. Sin da quando i suoi fratelli erano spariti il tritone non lo aveva lasciato solo nemmeno per un istante, e il principe sapeva che senza di lui al suo fianco non avrebbe avuto la forza necessaria per affrontare quella situazione.
Mark sentì lo sguardo di Haechan su di sé per tutto il tempo, ma nel momento in cui lo sentì mancare si voltò a guardarlo. Il principe aveva deciso di iniziare le sue ricerche e l'altro non aveva alcuna intenzione di perderlo di vista perciò si congedò dal soldato, che proseguì nella direzione opposta alla loro, e lo si avvcinò con attenzione, emulando i suoi stessi sentimenti, guardando al contempo le loro spalle. L'idea che fossero stati rapiti e trascinati fuori dall'oceano lo avevano colto sin dal primo momento, e in quel momento non poteva far altro che assicurarsi che ad Haechan non accadesse lo stesso.
Il suo compito ufficiale compito era quello di cercare i due tritoni scomparsi, ma quello che sentiva fosse la sua priorità era quello di tenere al sicuro Haechan.
Il tritone non lo aveva mai visto tanto chiaramente preoccupato come quel momento. Solitamente non faceva altro che nascondersi dietro quella maschera sorridente e vogliosa di stuzzicare chiunque gli capitasse a tiro, ma tante e tante volte lo aveva poi ritrovato nascosto fra i prati di coralli perso fra i suoi pensieri e il viso malinconico.
Una parte di lui avrebbe tanto voluto che chiunque potesse vedere quella parte tanto sensibile di Haechan, l'altra parte di sé avrebbe voluto che l'altro mostrasse solo a lui quella profonda parte del suo essere. Il tritone era però già amato dal suo popolo, così Mark potè permettersi di essere egoista e tenere quel piccolo segreto per sé, tutto per loro.
Vederlo in quel momento però, così angosciato e spaventato dall'idea di non poter rivedere mai più i suoi fratelli lo uccideva. Nonostante per lui l'altro continuasse ad essere la creatura più bella che avesse mai visto vedere quegli occhi viola, solitamente ricchi di ardente malizia e vivacità, così vuoti e spenti lo faceva sentire perso.
Il tritone scosse leggermente la testa, non era quello il momento adatto per perdersi fra i suoi pensieri, e tornò ad ispezionare i paraggi senza allontanarsi mai dall'altro.
Haechan spostò lo sguardo attentamente su tutto ciò che lo circondava. Sentiva una strana sensazione sulla pelle, come se le acque che lo circondavano stessero cercando di dirgli qualcosa. Sapeva che ciò che sentiva non poteva essere un caso, quello in cui si trovavano era il Mar di Marmara, il suo mare. Conosceva quelle acque più di quanto conosceva sé stesso, perciò sentiva di non sbagliarsi. Non sapeva di cosa si trattasse, ma sapeva che qualcosa era vicino. Cominciò a nuotare lentamente, lasciando che il mare intorno a lui lo avvolgesse come una membrana capace di renderli una cosa sola. Passò qualche secondo in silenzio e con gli occhi chiusi prima che qualcosa, un'immagine, gli balenasse nella mente.
Si voltò di scattò, sorprendendo il tritone al suo fianco.
<<Cosa c'è? Hai percepito qualcosa?>> domandò questo in allarme, sistemandosi davanti all'altro timoroso che qualcosa avesse potuto attaccarli da un momento all'altro.
Il principe assottigliò gli occhi per qualche secondo, guardando dritto davanti a sé. Non rispose alla domanda che gli venne fatta, al contrario scattò in avanti nuotando a piena velocità.
<<Haechan>> lo richiamò Mark, che subito prese a seguirlo.
Nonostante il richiamo l'altro non si voltò, né fermò. Continuò a nuotare dritto e spedito verso la sua direzione. Mark non ebbe alcuna difficoltà a stargli dietro, ma il suo comportamento lo preoccupò. In parte capì che doveva aver percepito qualcosa, dall'altra però non sentiva di poter essere sicuro che di qualsiasi cosa si trattasse non potesse essere un rischio per loro. Con uno scatto della sua coda gli arrivò accanto, in quel modo sarebbe stato per lui più facile agire per proteggerlo da qualsiasi di pericolo.
Lo sguardo di Haechan era puntato dritto davanti a lui e nulla di tutto ciò che lo circondava sembrò poter catturare la sua attenzione. Superarono anche alcuni tritoni del loro gruppo di pattuglia che, notando quello strano comportamento, dopo essersi scambiato uno sguardo complice si unirono a loro restandogli alle spalle.
Nuotarono per qualche minuto prima che arrivassero a destinazione. L'isola delle sirene. Solo quando il complesso di isolette di isolette e scogli fu davanti a lui Haechan si fermò, facendo sì che gli altri facessero lo stesso.
<<Voglio che ognuno di voi controlli ogni centimetro di questo posto, ma voglio che al tempo stesso facciate attenzione. Se sentite o trovate qualcosa di sospetto non fate nulla di avventato e cercate subito di riunire il gruppo>> ordinò a piena voce, sorprendendo per un istante i tritoni e i soldati che gli erano davanti <<Sono stato chiaro?>> aggiunse poi.
<<Sì altezza>> risposero immediatamente questi in coro, prima di disperdersi nuovamente.
Alcuni si divisero per nuotare intorno alle isolette, altri si mossero verso il centro di esse, qualcuno rimase e perlustrare gli abissi, altri ancora si mossero verso la superficie. Fra questi vi fu proprio Haechan. Il principe nuotò verso le isolette centrali e risalì in superficie proprio in mezzo ad esse. La luce della luna piena era l'unica fonte di luce che illuminava il posto, ma questa era così grande e luminosa che fu più che abbastanza per controllare il posto.
Più nuotava all'interno della baia più sentiva la sensazione sulla sua pelle divenire più intensa. I suoi occhi erano attenti a scannerizzare ogni porzione di terra, sabbia o roccia che lo circondava. Un luccichio verso degli scogli catturò la sua attenzione.
<<Mark>> disse con voce piatta, ma in cui l'altro poté cogliere tutta l'agitazione che sentiva in quel momento.
Il tritone gli si avvicinò e portò lo sguardo nella direzione indicatagli. Scatto immediatamente in avanti e, quando sentì l'altro seguirlo, aumentò la velocità in modo che fosse il primo ad avvicinarsi ed accertarsi che fosse sicuro. Quando arrivò a destinazione notò che il luccichio provenisse da una fessura che si trovava fra due piccoli scogli legati fra loro. Si guardò attentamente intorno, poi infilò la mano nella fessura fino ad estrarne ciò che sotto la luce della luna brillò ancora di più. Un bracciale da polso proprio come quello che portava Haechan. Questo lo prese dalle mani dell'altro e l'osservò in silenzio per qualche secondo. Non poteva sbagliarsi.
<<È di Jisung>> disse con un leggero tremolio nella voce.
Mark si allontanò per qualche secondo, nuotando intorno agli scogli nei quali avevano trovato il bracciale, per poi tornare da lui con un pezzo di corda fra le mani. Si trattava di una fune spessa alla cui estremità si trovava un cappio mentre l'altra risultava tagliata.
<<Credo che siano arrivati qui con una piccola imbarcazione e che l'abbiano legata agli scogli per evitare di sbatterci contro, poi sono fuggiti e per non perdere tempo l'hanno recisa>> disse Mark, dando voce ai suoi pensieri.
Il cuore di Haechan mancò diversi battiti nel momento in cui si ritrovò faccia a faccia con la verità. Non si trattava più di possibilità, di opzioni, di probabilità. I suoi fratelli erano stati rapiti. Aveva sperato in ogni modo che i due si fossero semplicemente spinti più lontano del solito, finendo magari in qualcuno dei loro soliti guai ma facilmente risolvibili.
I due tritoni erano stati invece rapiti e le peggiori possibilità possibili aveva cominciato a riempire la mente del tritone. Non poteva accettarlo, non voleva. Doveva continuare a crederci, i due stavano bene, li avrebbero ritrovati e insieme sarebbero tornati a vivere felici ad Atlantide.
Doveva continuare a crederci.
Non poteva mollare, non doveva.
Chi può averli rapiti? E perché?
<<Hae...chan>
Come hanno fatto a trovarli?
<<Haechan>>
Come hanno osa-
<<Haechan!>>
Il tritone scosse la testa nel momento in cui la voce dell'altro lo strappò via dai suoi pensieri. Puntò i suoi occhi in quelli verdi dell'altro, ritrovandoli preoccupati e sorpresi. Questi li abbassarono leggermente sul suo collo.
<<La tua collana>>
Haechan abbassò lo sguardo sul suo ciondolo e solo allora si rese conto che questo avesse preso a brillare di una luminosa luce bluastra. Lentamente sollevò una mano, e lo sfiorò con le dita tremanti. I loro cristalli erano collegati fra loro, e brillavano ogni qual volta la voce di ognuno di loro si alzasse in un canto prendendo il colore del possessore della voce.
Cinque lacrime caddero, mescolandosi alle acque dei sette mari, due caddero abbandonate a loro stesse.
Sette cristalli si illuminarono nel buio della notte, come punti di una costellazione.
Un unico desiderio riecheggiò nei loro cuori:
Riunirsi.
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