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Rey non era abituata a stare rinchiusa in cella, anzi, dalle poche ore che vi aveva passato da sveglia non faceva altro che continuare a fissare la porta nella speranza di poterla aprire. Vagò con lo sguardo lungo le pareti in cerca di qualche meccanismo da manomettere, ma non vide nulla che le potesse essere utile.
In trappola. Si sentiva inutile lì dentro, così isolata da tutto. Chiuse gli occhi, cercando in qualche modo di concentrarsi, ignorando la sensazione di disagio nell'avvertire ancora la presa di Ren attorno al collo. Inutile provarci, continuava a passarsi ogni due, tre minuti, la mano dove l'aveva stretta, nel tentativo di far scomparire i segni invisibili ed indelebili che aveva lasciato.
Nonostante tutto quello che era successo, quello che aveva vissuto ed imparato, non riusciva a scacciare l'inadeguatezza che provava. Si sentiva così ingenua nel guardare ancora l'universo con meraviglia, come se potesse essere diverso da come se l'era immaginato; eppure bastava ancora poco per sconvolgerla: guardare le foreste che circondavano la base, l'acqua che spesso colava a gocce dagli alti alberi, poi...arrivava qualcosa che non la stupiva, ma la rendeva totalmente inerme. Erano state le notti insonni passate tra lunghi passi percorsi nella brezza fredda del deserto, le distrazioni che aveva cercato, il sapere di essere inadeguata per certe cose, di sentire qualcosa di sbagliato.
Luke gliel'aveva sempre fatto notare: lei era a dir poco riservata, di rado dimostrava appieno le emozioni, cosa buona in un certo senso, ma pericolosa dall'altro.
Quel tocco, così violento, aveva lasciato come una cicatrice sul suo corpo vulnerabile.
Si sfiorò il collo un'ultima volta prima di riaprire gli occhi e ritrovarsi di nuovo in quella cella fredda.
Inutile dire che tutto era tremendamente silenzioso e che lei era a dir poco inquieta nella falsa calma che si era creata. Così muto era l'ambiente che fu pervasa da un brivido, che la percorse lentamente fin quando un fruscio poco lontano non la costrinse ad alzare lo sguardo verso la porta, dove una figura avvolta di nero aveva appena fatto ingresso.
Così deserto è lo spazio, pieno di luci che illudono gli uomini, obbligandoli a credere di poter stringere tra le mani l'universo senza doverne pagare il prezzo. Eppure nessuno ci ha ancora rinunciato a quest'idea folle, ci sono ancora persone disposte a tutto per la mera utopia del controllo assoluto.
È una prerogativa degli esseri viventi il desiderio di controllo, come si può in fondo vivere con una costante insicurezza? Lo si potrebbe trovare altamente ingiusto, ma le menti contorte sono consumate dall'odio e, difficile a credersi, dalla speranza, così benefica e cosi distruttiva, ci porta inevitabilmente ad essere due cose: luce e oscurità. Perchè la luce è bramata, contesa tra male e bene in una lotta coinvolgente ogni essere in quest'infinito universo consumato dalle emozioni distruttive, che siano buone o malefiche, degli uomini.
C'era qualcuno, chinato su di una mappa olografica, intento ad osservare i mondi luminosi che poteva stringere in un pugno come aria, che desiderava sopra ogni altra cosa il controllo.
-Controllo vuol dire potere, generale. Dovrebbe imparare ad ottenere il controllo, senza, sarà distrutto.- il volto rigato da cicatrici dell'uomo si mostrò di poco alla luce fioca degli ologrammi da sotto il largo cappuccio, rivelando un bagliore intimidatorio negli occhi.
-Non aspettavo una vostra visita, Leader Supremo.-
Il tono freddo di Hux raggiunse l'uomo che aveva di fronte, provocandogli un ghigno di divertimento.
-Generale, lei crede davvero di poter tenere tutto represso? La Resistenza esiste ancora e, se non erro, la base Starkiller è andata distrutta per mano di...quattro ribelli che hanno piazzato delle cariche. Si rassegni, il controllo si ottiene non con la forza, ma con la paura. Il terrore da o prende e per vostra fortuna il più delle volte consuma ciò che ottiene.- disse con calma, rivolgendo uno sguardo gelido al generale
-adesso, mi dica, cosa vuole fare?-
Hux mantenne un'espressione impassibile mentre si avvicinava alla mappa che stava osservando da giorni.
-La base ribelle è introvabile, ma i vascelli di ricognizione, seppur non siano possibili da rintracciare fino al pianeta di provenienza, si possono intercettare. Possiamo prendere degli ostaggi, portare la Ribellione ad essere costretta a reagire, così da attirarla in trappola.- Snoke sorrise compiaciuto prima di parlare di nuovo.
-Questo potrebbe essere utile non solo per la distruzione della Resistenza...mandi subito delle navi a perlustrare i sistemi dove si è registrata più attività.-
-No R2, aspetta ancora due secondi. BB-8, hai risolto con quei circuiti?- chiese ansioso il pilota mentre trafficava con alcuni cavi.
Il droide bippò qualcosa di affermativo in risposta e senza chiedere R2 tirò una leva, che in poco tempo attivò alcuni sistemi della nave e, in particolare, riempiendo di un qualche gas chiaro la piccola cabina dove stava lavorando Poe, che uscì da questa dopo qualche colpo di tosse, ma sempre con un sorriso in faccia.
-Aspetta che ti dia il via la prossima volta.- disse quando passò di fianco al droide, il quale pronunciò qualche "bip" per far capire al suo compagno umano che non ci aveva pensato e poi...lui aveva detto di aspettare solo due secondi. Poe ridacchiò e si affacciò alla cabina di pilotaggio, dove Finn lo aspettava.
-Iperguida a posto, spariamo prima che il Primo Ordine decida di passare in questo settore.-
Il pilota prese posto su uno dei sedili e azionò alcuni sistemi.
BB-8 sbucò fuori dal nulla, emettendo vari suoni con tono preoccupato che fecero prendere un mezzo infarto ai due poveri umani.
-Sì, BB-8. Non ho mai pensato di abbandonare Rey. Torneremo a prenderla, te lo prometto, ma per adesso abbiamo il dovere di portare Luke al sicuro alla base e di organizzarci.-
Con qualche suono triste il droide scomparve.
Rey era sua amica in fondo, era stata lei a trovarlo su Jakku, era stato grazie a lei se era tornato alla vecchia base tutto intero e per questo aveva sempre dimostrato simpatia per quella ragazza e forse anche una sorta di affetto.
Poe si sentì dispiaciuto per lui, ma anche Finn aveva perso un'amica, Luke aveva lasciato su quel pianeta la sua allieva e, per quanto potesse negarlo, le si era affezionato pure lui, la Resistenza aveva invece perso momentaneamente un suo membro importante e che, sia pur con qualche difficoltà, sarebbe riuscita a sottrarre alle mani del Primo Ordine, in un modo o nell'altro.
Fu con questi pensieri che azionò i motori della nave e si diresse lontano, nello spazio.
Ci furono pochi attimi di esitazione, una mano che si appoggiò sulla leva di azionamento, un riflesso verde negli occhi dei due compagni e una nave nera che oscurò le stelle di fronte a loro.
Scusate se pubblico solo ora, ma ho avuto e avrò ancora molto da fare in questo mese.
Mi dispiace dire che sto andando a momenti e alterno giorni in cui riesco a scrivere a due, tre, quattro giorni in cui non so cosa mi prenda e non riesco ad andare avanti, per questo devo avvisare che gli aggiornamenti non arriveranno molto presto.
Grazie se state leggendo e spero vivamente che la storia vi stia piacendo...aspetto con ansia di arrivare a capitoli più pieni di azione e colpi di scena e, giusto per farvi incuriosire, ho avuto l'ispirazione per altre due storie (che purtroppo sto portando avanti a rilento come questa). Non riguardano la Reylo, ma credo possano essere abbastanza interessanti.
Per adesso desidero riuscire ad elaborare bene la trama di Dark Side poichè ho in mente troppe cose da inserire anche se l'idea di base rimane. Con ciò vi auguro che la forza sia con voi, alla prossima!❤
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