27
Calma? Non era chiaro se si potesse definire tale l'aria che si respirava nella base.
Era strano, se non inconcepibile, che ci fosse quella quiete, Finn lo sapeva bene. Non era mai stato il tipo di persona che si ferma a riflettere su tutto, anzi, solitamente era fin troppo impulsivo. Tuttavia, con la Resistenza, aveva imparato a domare un minimo questa parte del suo carattere. Fosse stata una decisione nelle sue mani, era probabile che numerose navi sarebbero già state inviate a perlustrare i vari settori e sistemi alla ricerca di Rey, ma una voce gli diceva che non sarebbe stata una buona idea.
Sarebbe anche andato da solo se necessario, tuttavia non poteva partire e lasciare tutto e tutti. Leia lo conosceva e si poteva aspettare un'azione del genere da parte sua, il problema era che lei, purtroppo, non lo avrebbe fermato.
Si potrebbe pensare che se Finn l'avesse fatto sul serio l'ignorare ciò che aveva compiuto avrebbe potuto far cadere la Resistenza in una brutta situazione....se fosse catturato anche lui? Se avessero scoperto la loro posizione?
È vero, il generale non gli avrebbe imposto un freno perchè sapeva che sarebbe stato inutile, ma d'altro canto sapeva anche che lui avrebbe pensato prima di agire. Forse era una contraddizione, sì, Finn che riflette prima di far qualcosa di sbagliato? Beh, eppure era così. Per loro, la Resistenza, Leia, tutti quanti, per le prime persone che avessero mai avuto una grande importanza nella sua vita, avrebbe messo da parte quell'idea malsana.
Ma allora...cosa stavano aspettando?
Abbassò lo sguardo verso il via vai di persone che passavano sotto di lui nel grande hangar riservato alle astronavi. Stava seduto, con le gambe a penzoloni, su una delle enormi travi metalliche della struttura.
Vi era un'inaspettata vitalità da un paio di giorni: casse che venivano trasportate sempre e solo dagli stessi ufficiali, rifornimenti extra per tutto, aveva sentito parlare di nuovi prototipi del sistema di occultamento in fase di sperimentazione per l'applicazione su altri veicoli.
Era pressocchè normale vedere certi preparativi per qualche spedizione, ma non aveva sentito parlare di nulla di simile ed il dubbio che vi fosse qualcosa di nascosto lo stava perseguitando.
BB-8 passò veloce e lui lo osservò attraversare la grande stanza fino al Falcon, all'interno del quale scomparve. Ne uscì qualche minuto dopo con meno fretta di prima.
Finn sbuffò annoiato e infastidito, non capiva cosa stesse succedendo, anche se non era difficile da immaginare non si voleva sforzare e si disse che prima o poi sarebbe saltato fuori qualcosa.
-Cavolo! Potevi trovare un posto più scomodo da raggiungere?!-
Con un movimento veloce Finn si girò e, come si aspettava, un pilota, intento a scavalcare un tubo di metallo, visibilmente scocciato, aveva fatto la sua comparsa.
-Non sono io che ti ho detto di raggiungermi.- Cercò di mantenere un tono serio, ma la sua voce portava i segni di un evidente divertimento.
-Taci.- Gli disse Poe mentre si sistemava al suo fianco.
-Ti ho visto per caso mentre stavo riparando un circuito sotto un pannello esterno di un Ala-X e mi sono detto: "Perchè non vai a fargli compagnia? Ti potresti unire all'esclusivo club dei depressi!"-
Il ragazzo al suo fianco ridacchiò...davvero faceva quell'impressione?
-Sei incomprensibile, dico sul serio.- concluse Poe sollevato dal fatto che il suo compagno fosse ancora in grado di sorridere.
-Ma smettila...sbaglio o sei tu che sei voluto venir qua nell'angolo della "tristezza" o di quel che ti pare?-
Poe assunse un'espressione elegantemente altezzosa e rispose.
-Signore, lei mi pare turbato, perciò non risponderò alla sua offesa.- disse con inutile enfasi e questa volta Finn si sforzò di ridere davvero.
-Sempre di buon umore, no?-
Il pilota ignorò l'osservazione finchè non gli balenò in testa qualcosa di buono da dire e, improvvisamente, divenne serio.
Finn si era perso con lo sguardo nel guardare il panorama di navi e rifornimenti sottostanti e sussultò quando un piacevole tepore gli avvolse la mano che teneva appoggiata vicino alle gambe.
Poe gli strinse delicatamente le dita e gli disse poche parole, semplici, ma in grado di far sussultare il suo cuore.
《Non so cosa dovrà succedere, ma in fondo stiamo tutti andando verso qualcosa di sconosciuto ed io e te saremo partecipi di un destino incerto. Non cercare di comprenderlo, pensa solo a questo momento e continua così. È piacevole questa sensazione, vedrai.》
I corridoi erano angusti, monotoni e freddi, gli alloggi minimalisti e quasi del tutto privi di originalità, infine il ponte di comando pareva un dettagliato schema grigiastro e noioso e il tutto, visto nell'insieme, rendeva la nave non molto accogliente.
Rey ricordava tristemente l'ospitalità della base della Resistenza, una memoria ancora troppo vicina per essere dimenticata.
Eppure si sentiva tremendamente distante da essa, non tanto fisicamente quanto più mentalmente; era come se la sua testa avesse posto una barriera fra la sè stessa che rammentava fin troppo bene e ciò che stava diventando.
Le sue mani, mentre percorreva il lungo sentiero metallico del ponte principale, erano fredde ed il respiro si udiva a malapena fra il fruscio dei suoi vestiti: un completo che non la rispecchiava per niente, ma purtroppo l'unico cambio possibile che avesse a disposizione. La parte più evidente era una specie di armatura nera e opaca sul petto che continuava assottigliandosi lungo il fianco destro, dal quale ricadeva morbido lembo di stoffa scura che le girava attorno alla parte inferiore del busto . Il braccio destro era avvolto da un tessuto nero, il sinistro flda un incrocio di nastri e la pelle pallida spiccava in quell'insieme di elementi; gli stivali le arrivavano fino al polpaccio, dove si confondevano con i dettagli tecnici dei pantaloni.
Infine i capelli, all'apparenza soffici, le contornavano il volto senza fermagli o nastri a raccoglierli e, al contrario di quel che ci si sarebbe aspettato, le davano un'aria delicata. Le ciocche ondeggiarono disordinatamente finchè non giunse di fronte ad una porta, la quale si aprì all'istante non appena vi si fermò di fronte.
《Rey.》 Una voce le rivolse un saluto con tono fin troppo gentile per chi era solito udirla, ma per lei era diverso, da quel che rammentava lui non le si era mai rivolto in altro modo.
《Ti ho detto di poterlo fare solo ieri e già scorrazzi per i corridoi?》
La ragazza rilassò i muscoli ed entrò nella stanza.
Era grande e un lungo tavolo ne occupava quasi tutta la lunghezza, le vetrate come sempre si affacciavo sul paesaggio gelido che offriva lo spazio.
《Nessuna intenzione di sabotaggio, te lo assicuro.》
Il ragazzo, fino ad allora chino su alcuni schemi che comparivano da uno schermo posto a capotavola, spostò lo sguardo su di lei e la fissò con un sopracciglio alzato.
《Mi chiedevo solo come fosse vivere qui e...beh, è piuttosto inquietante.》 Concluse Rey percorrendo la distanza fino alla fine del tavolo e fermandosi per sedersi ad una delle sedie lì vicino.
《Solo questo? Rey, so che vorresri essere da tutt'altra parte.》 Constatò l'altro ritornando con gli occhi a guardare in basso.
《Non parlarne come se ne fossi certo...》 un sussurro, una malinconia in quelle poche parole, e Rey sentì un peso insistente sul petto.
Lei lo comprendeva benissimo, il rimpianto si intende. Lei comprendeva il rimpianto di non aver potuto far di più per la Resistenza e per sè stessa. Perchè doveva provarne? Credo che sia inevitabile in certe situazioni provare rimorso, in fondo lei non era fatta per stare inerme di fronte al futuro, eppure lo stava facendo, si stava lasciando trasportare.
Che fosse quello il suo destino?
Avrebbe tanto voluto sapere cosa fare con esattezza, ma se fosse stato così avrebbe davvero seguito le regole?
Ormai si era messa in gioco da troppo tempo e dichiarare di aver perso sarebbe stato insopportabile.
《Kylo.》
Rey lo chiamò non avendone alcun bisogno, se l'intenzione fosse stata quella di attirare la sua attenzione sarebbe bastato uno sguardo, ma quella parola le era sfuggita senza che se ne rendesse conto.
La dolcezza amara che lasciava la pronuncia del suo nome la ingannò facendole credere che quella sarebbe stata l'unica volta in cui si sarebbe lasciata consumare da quelle lettere.
Il ragazzo si alzo improvvisamente e, seppur con un gesto delicato, fece sussultare Rey quando le si avvicinò e le sollevò il mento chinandosi.
《Mi sento persa.》la sua voce, flebile e spezzata, echeggiò nella stanza come un sibilo.
Infine lo aveva ammesso. Era vero, non sapeva da che parte andare per uscire da quel labirinto immaginario che si era creato nella sua testa; che fosse stato fatto per difenderla non aveva importanza perchè, più che proteggerla, non aveva fatto altro se non imprigionarla poco a poco.
Ren la guardò con malcelato compiacimento. Lo sapeva, sapeva che Rey si sentisse così e stranamente lo rassicurava il pensiero che, in un certo senso, l'unico punto di riferimento che lei potesse avere in quella situazione fosse lui. Eppure vi era una nota di tristezza in quel ragionamento, non ne comprendeva il motivo, ma quella frase gli aveva fatto provare una bizzarra malinconia.
Non parlò, non disse nulla per darle conforto, nemmeno un "lo so" per conferma.
Semplicemente si sporse e sfiorò le sue labbrà con le proprie in un contatto lieve e tiepido per poi, una volta aver rivolto uno sguardo agli occhi ormai chiusi della ragazza, avventarsi sulla sua carne.
Rey inspirò e, anche se non ne era del tutto sicura, lasciò che la sua mente abbandonasse per qualche istante quei pensieri d'insicurezza che la attanagliavano.
Ragazzi, sono viva.
Ecco...ho un po' di cose da dire...
In primis devo scusarmi per la luuuuunga pausa che ho preso con questa storia, avrei voluto aggiornare di più, ma, a dir la verità, ho avuto un blocco assurdo e non sono riuscita a mettere giù qualcosa di buono fino ad oggi.
Spero che abbiate tenuto la storia salvata nonostante la mia inattività...
Oltretutto ho avuto una serie di problemi che, aggiunti al blocco, hanno prolungato la mia assenza, il che mi rincresce.
Solo...spero che appreziate questo capitolo❤
Come seconda cosa ho da riferirvi che, anche se vi avviso con molto anticipo, sarò al Lucca comics (non so ancora in quale giorno esattamente) a fine ottobre, perciò semmai vi facesse piacere, nel caso passaste di lì, io sarei contenta di incontrarvi.
Darò più informazioni più avanti.
In ultimo ho da ringraziare chiunque abbia ancora la mia storia nella libreria😅😘
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top