25
Quel corridoio silenzioso fece da scenario ai respiri incostanti di Rey, i quali mandavano sbuffi d'aria calda, che, con il mento leggermente sollevato per guardare il volto del ragazzo di fronte a lei, smuovevano a intervalli irregolari i capelli disordinati di quest'ultimo.
La vicinanza la fece gelare e si irrigidì come se il muoversi comportasse una qualche dolorosa punizione.
Chiuse e strizzò gli occhi, per poi risollevare le palpebre in uno sguardo più calmo. Era sempre ingenua, questo suo aspetto non cambiava, ma ora che si trovava lì doveva imparare a lasciarsi alle spalle quell'aria da timida ma forte ragazza che si ritrovava a mostrare fin troppo spesso, come in quel momento.
-Un incubo?- scherzò Kylo, ridacchiando. Rey rimase scioccata da quel comportamento, si aspettava una reazione del tuttto opposta. Lo fissò.
-Non posso essere sempre così freddo, non credi? Sei un'ottima distrazione dai miei problemi, non ti dispiace se ne approffitto?- non aveva proprio resistito a quel terrore stampato sul viso di lei, era esilarante e triste al contempo, una cosa assurda, che lo portò all'insensata decisione di provare a farlo scomparire.
-Dimmi, te la senti di seguirmi?- detto ciò, non attendendo una risposta, la trascinò per un polso dietro di sè.
Mentre percorrevano il corridoio un sorriso incostante si alternava ad una smorfia infastidita sul suo volto, come uno strano miscuglio di emozioni. Rey, d'altra parte, si lasciò guidare senza obbiettare. Per una volta, una strana volta, le sembrava di non essere su una nave del Primo Ordine, nè di star andando dietro ad un suo ipotetico nemico, nemmeno di star camminando in un universo in subbuglio che forse era in attesa di un suo risveglio nella realtà dei fatti. Per una volta sentiva solo il pavimento freddo sotto i piedi e l'eco dei loro passi.
Per una volta...si chiese se fosse questa la sensazione che si prova quando ci si estrania da tutto e si lascia andare la mente.
Sì, ne aveva cose a cui pensare, forse troppe, ma in quel momento erano tutte finite in fondo alla lista dei suoi pensieri.
Kylo aprì una porta e la attraversò con impazienza, spingendo la ragazza all'interno in uno scatto improvviso.
Quella stanza era familiare, pensò lei. Quelle grandi vetrate erano riconoscibili, era da lì che aveva osservato Sakebi, il sistema morto.
Per quanto fosse un panorama triste, si sentì calma, in quel luogo, nel silenzio e nella penombra.
I suoi occhi brillavano alla luce fievole e fredda delle stelle proveniente dall'esterno della nave, la sua pelle chiara risaltava in quello spazio scuro.
Immobile più o meno al centro della stanza, fissava davanti a sè, incerta sul da farsi. Aveva la mente completamente vuota, non comprendeva il vero motivo che l'aveva spinta fin lì, ma una cosa era certa: non lo stava cercando. Ormai era giunta alla conclusione che andasse bene così, in fondo anche Luke gliel'aveva detto: non tutto deve avere un senso.
Quelle parole, per quanto nostalgiche, le ricordò con una strana felicità, instabile, che tendeva di tanto in tanto a tramutarsi in malinconia. Che gran confusione che aveva fatto in così poco tempo.
Eppure non credeva di aver sbagliato, se si trovava in quella situazione era per propria scelta e non provando rimorso si era convinta in qualche strano modo di non dover ritornare sui propri passi, non se lo sarebbe permessa perchè lei per prima non avrebbe accettato di provare così tanto terrore nei confronti di ciò che la stava aspettando.
Sussultò quando le mani tremanti di Ren le sfiorarono le tempie. Era timido quel contatto e lei lo percepì come una brezza leggera che le soffiava contro.
-Chiudi gli occhi.- le ordinò sussurrando e così Rey fece, senza esitare, ma trattenne il respiro e si tenne pronta a reagire ad ogni sua possibile azione.
Tuttavia non aveva proprio considerato la possibilità che, inaspettatamente, Kylo la attirasse a terra, costringendola a stare sulle ginocchia.
-Sei tesa, la smetti con quest'atteggiamento? Solo per un momento.- il ragazzo, di fronte a lei, era calmo nel tono di voce e, chissà come, riuscì ad eliminare quel debole nervosismo di Rey.
Il tocco gelido delle sue dita si posò sulle spalle di lei, che fu spinta con delicatezza fino a ritrovarsi stesa sul pavimento. Il suo petto sussultò e non capiva proprio perchè non avesse aperto di scatto gli occhi, allarmata. Nessuna reazione, il respiro stabile, tutto sotto controllo.
Udì il fruscio di una stoffa affianco a sè e, poco dopo, osò socchiudere le palpebre, notando con sorpresa che quel ragazzo, così strano quella sera, era di fianco a lei, ma girato nel senso opposto, con lo sguardo rivolto al soffitto. Le loro mani erano abbastanza vicine da sentire il calore della pelle, l'unica cosa che li teneva in contatto era proprio quel leggero tepore che pareva propagarsi fino al polso.
Lo guardò ancora. Che buffa situazione...adesso era lui ad avere gli occhi chiusi.
-Sai? Ha più senso, in due intendo, venire qui.- una, due, furono nove parole semplici, ma sorprendenti.
Rey spalancò gli occhi, puntandoli in alto, non vedendo nulla al di fuori del fondo scuro di quella stanza. Allora era così, come aveva sempre sospettato: anche lui era stato trascinato in quella realtà, anche lui cercava un attimo di silenzio ed entrambi si stavano lasciando trasportare da un susseguirsi di eventi incontrollabili.
Era passato molto tempo da quando una mattina così calma aveva fatto la sua ultima comparsa. Settimane o mesi non importava, perchè nel momento in cui i primi raggi colpirono il viso della donna, ormai in attesa da parecchi minuti, questa sentì solo il piacevole calore della luce e nient'altro. Leia era solita alzarsi presto, probabilmente era sempre la prima tra gli ufficiali della Resistenza che non erano nel turno di notte.
Una brutta abitudine, continuava a ripetersi di dover dormire di più, il fatto era che proprio non ce la faceva: una volta che metteva piede fuori dal letto i suoi occhi si rifiutavano di chiudersi di nuovo.
Si sentiva strana, era pensierosa, ma non sapeva riguardo a cosa. I suoi pensieri si soffermarono sul numero di giorni che erano trascorsi dall'incidente su Tatooine...cinque, sei, sette...poco più o poco meno non faceva differenza, perchè non vi erano state notizie da allora. Rey era sparita senza lasciare traccia e ciò non faceva altro se non preoccuparla. Ma non quella mattina, non in una giornata così limpida. Era strano che non sentisse, per una volta, la stanchezza del poco sonno che stentava ad avere.
La sua mente si lasciò trasportare inaspettatamente alla sera prima, quando si trovava nella sala mensa, una tazza di tè stretta in mano e gli ultimi rapporti in fase di lettura.
-Sempre alle prese con qualche preoccupazione, missione o analisi, non accenni a cambiare, da quando ti conosco hai sempre avuto un debole per le situazioni complicate.- Luke, come al solito, aveva interrotto bruscamente il filo dei suoi pensieri facendo una delle sue comparse. Era tardi, forse le undici, no, le undici e trentasette, constatò Leia controllando sullo schermo digitale su cui stava lavorando.
-Nemmeno tu, sei sempre il solito.-
Il fratello si appoggiò ad una sedia, stando in silenzio per alcuni secondi.
-Beh...è questo che rende l'universo affascinante: un po' di monotonia.- ragionò infine.
-Lo pensi davvero?- Leia aveva lasciato scivolare il manico della tazza in modo che quest'ultima scendesse piano fino a toccare la superficie del tavolo dove era seduta e riprese a prestare attenzione alla lettura dei rapporti.
-Non questa volta.- affermò sicuro Luke e solo quando queste tre parole raggiunsero la sorella quest'ultima rimase con una mano a mezz'aria, forse intenta ad afferrare la tazza di nuovo.
-Non questa volta?- aveva chiesto incuriosita.
-No, credo che in quest'occasione ci sia qualcosa di diverso...il futuro è piuttosto imprevedibile, particolarmente in questo caso.- aveva concluso in questo modo.
Qualcosa di diverso? Sì, lo avvertiva anche lei. Era una sensazione nuova, che si manifestava con avventatezza ogni tanto durante quelle lunghe giornate. Non sapeva cosa fosse e se dovesse darle ascolto o meno, poichè appariva come un presagio, cattivo o buono non sapeva dirlo però.
Sentiva solo che finalmente tutto sembrava voler giungere ad una conclusione ed era ansiosa e al contempo timorosa di scoprire cosa riservava quel destino a cui si stava avvicinando.
Lo so, non pubblico da molto, troppo tempo...perdonatemi❤
Sono tornata con il capitolo 25 e a breve spero di pubblicare il 26.
Finalmente è finito il periodo scolastico e ho potuto respirare dell'aria non piena d'ansia e per questo spero di riuscire a scrivere di più.
In realtà mi rendo conto che questo mio ritardo con la stesura dei capitoli va avanti da mesi...è che sto passando un periodo piuttosto confuso che continuo a sperare passi il prima possibile.
Confido per contro che a voi lettori/lettrici vada tutto bene e vi auguro buon inizio vacanze, anche se un po' in ritardo😘
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