24
-Gli angeli caduti con cui corri non sanno che è il nostro dolore che ci rende umani dopo tutto.-
(Owari no seraph)
Quello non era un posto caldo. Non era un luogo in cui si camminava con leggerezza, nè dove mantenere la calma poteva sembrare facile. Le numerose pietre, come cocci, disseminate sulla vasta superficie di quell'ambiente oscuro davano l'idea di un passato difficile e tormentato mentre la polvere si sollevava ai passi sicuri di una piccola figura avvolta in un lungo mantello, del quale alcuni lembi rovinati e strappati ondeggiavano man mano che avanzava nell'aria gelida che la circondava.
Gli stivali si scontravano col suolo a ritmo costante, ma una certa incertezza traspariva, seppur quasi impercettibilmente, nel nel suo modo d'avanzare, in pochi se ne sarebbero accorti; un colpo di vento gonfiò il largo cappucciò, che si abbassò, rivelando la pelle pallida del viso di una ragazza, coperto dai capelli castani scompigliati.
Quel posto, era particolarmente singolare. Una luce bluastra, che delineava l'orizzonte davanti, raggiunse la ragazza, illuminando il suo profilo, l'ombra fu proiettata alle sue spalle, le linee scure si allungarono fino a sfumare e con un'ultima spinta la brezza fredda fece smuovere il telo nero che la nascondeva e spirali disordinate di terra consumata si alzarono per poi cadere lentamente sul suolo, che appariva solo in quel momento facile da distinguere: numerose crepe lo percorrevano, sembrava secco e più lo si guardava in lontananza, più appariva come un grande deserto scuro.
Le labbra chiare della ragazza si piegarono in una smorfia di fastidio e in un veloce gesto si affrettò a voltarsi e proseguire, mettendo sempre più forza in ogni passo che faceva, andando veloce, veloce, veloce...fino a fermarsi, piantando le punte di fronte ad un punto preciso.
Inanzi a lei, chi non avesse prestato attenzione, non avrebbe visto nulla, ma a lei bastò allungare una mano e sfiorare un punto impreciso nell'aria per sprigionare dal nulla una debole luce azzurra, chiara, che iniziò ad affievolirsi e a riprendere energia piano piano, come se quel suo palpitare incostante fosse quello di un cuore in procinto di cessare di battere.
Improvvisamente la sua mano, da stretta attorno a quel curioso elemento, si aprì, tendendo le dita e scatenando una qualche reazione: la luce si propagò, formando una barriera davanti alla ragazza di cui era difficile vedere la fine da entrambi i lati dai quali si osservava. Numerose scie, non ben delineate, apparivano come spirali luminose offuscate, si muovevano come ad allontanarsi, diminuendo d'intensità, e a riavvicinarsi, lanciandosi con forza contro la parete che le separava dalla ragazza scatenando un forte bagliore.
La mano destra, incerta, andò a slacciare la chiusura del mantello, che cadde alle sue spalle con un tonfo sordo, fece un passo, non volontariamente, quasi fosse stata spinta dal puro istinto, verso la barriera e alzò un braccio, piegandolo e protendendolo indietro probabilmente intenzionata a dar sfogo ad una strana tensione accumolata con un pugno, ma dopo pochi istanti l'arto ricadde a peso morto lungo il fianco.
-Dopo tutto questo tempo continui a tornare...non ne sei in grando? Dimmelo.- sussurrò a se stessa in un sibilo con una voce delicata, ma stanca. -Dimmelo! Non ne sei in grado di dimenticare?!- gridò presa da un'ira incontrollata, in quel luogo isolato il suono si diffuse come eco attorno a lei.
Era sola, le sue mani si contorcevano per la rabbia tramutata in nervosismo, guardare la sua immagine dava una strana tristezza, perchè era più che visibile il poco controllo che riusciva a mantere, ma che, nonostante il tremolio delle gambe, non riusciva a farla cedere.
Le sue orecchie si drizzarono e si irrigidì all'istante quando numerosi sussurri la raggiunsero. Provenivano dalla barriera, inizialmente calmi e lenti, poi sempre più confusi, in un miscuglio di voci indistinte ne distinse una:
-Perchè sei qui,....- la ragazza rabbrividì e sentì il gelo percorrerla mentre l'immagine di un uomo prendeva forma davanti a lei, restando tuttavia difficile da distinguere par la trasparenza che aveva, sembrava solo del vapore dalla forma umana di cui risaltavano solo gli occhi, vuoti.
La piccola figura indietreggiò, quasi inciampando nei propri piedi e mostrando finalmente i tratti delicati del viso dalla carnagione chiara, le labbra socchiuse e, poco più in sù, uno spettacolo tanto magnifico quanto terrificante: l'iride destra era di un color castano, tendente al grigio, la luce che vi si rifletteva mostrava un riflesso puro e luminoso, ma se questo era un qualcosa di così naturale e bello, quella destra mostrava quanto più orrore possibile in uno sguardo; un colore rosso sangue, che sfumana nel bianco verso l'interno, fino alla pupilla, risaltava l'occhio percorso in diagonale da due cicatrici.
La ragazza si portò la mano a stringere il tessuto dei vestiti all'altezza del petto, come se le dolesse in un punto preciso, anche se consapevole di non essere stata colpita da nulla.
Poi assunse, dopo vari secondi di silenzio, un'espressione seria e, per quanto spaventata, in grado di scatenare puro terrore in chiunque la guardasse.
-Taci.- fissò la figura.
-Smettila di tormentarmi.- continuò ordinando questo alla figura, ma quest'ultima colse un qualcosa di impercettibile, vale a dire la supplica involontaria che vi era nascosta, come se ciò che volesse dire o forse liberare fosse una semplice richiesta d'aiuto.
La ragazza ottenne un sibilo come risposta e poche parole.
-Sei tu che ti tormenti, non lo capisci,...-
Infine un tocco leggero, ma quanto più reale di quanto immaginasse, sfiorò la guancia della ragazza, la quale si rilassò senza un apparente spiegazione.
-...Rey?-
Le dita intorpidite strinsero le lenzuola e un respiro forte, preso di fretta, ruppe il silenzio della stanza.
-Calm...calmati.- si dissè Rey cercando di stabilizzare il respiro. Le sembrava di soffocare mentre veniva scossa da numerosi brividi.
-Un sogno..n-no, non lo...era....no!- si strinse le ginocchia al petto, raggomitolandosi in preda ad una paura improvvisa.
Mai una sensazione era stata così intensa e mai era persistita così forte una volta sveglia.
Quando il respirò si calmò abbastanza si spinse fino alla porta e uscì quasi correndo nel corridoio. I soldati del Primo Ordine fortunatamente non circolavano molto lì vicino, perciò camminò con passo tremante senza preoccuparsi di essere vista e fece per svoltare a destra, verso gli alloggi di...di lui?! Si era mossa senza pensare e tempo di realizzare quel che stava facendo la sua testa si scontrò contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Probabilmente avrebbe preferito voltarsi e tornare indietro, chiedendosi che cosa le fosse preso, ma ormai stava fissando, con sguardo attonito, Kylo, il quale piuttosto che la solita serietà, mostrò sconcerto nell'entrare a contatto con i suoi occhi in subbuglio, lucidi e spaventati.
-...Rey?- a quella domanda la ragazza fu colta da un terrore quasi incontrollabile, ma non si mosse di un millimetro, restando lì di fronte a lui.
Lo so che mi adorerete.
Perchè, da qui in poi,....
...solo disastri!
AHAHAHAHAHAHAHA!
A parte gli scherzi, non sarò così malefica, non molto almeno🤗
Aspettatevi semplicemente cose molto diverse dalla prima storia che ho scritto.
Spero che vi stia andando tutto bene, sopratutto perchè siamo a fine anno.
Ci vediamo alla prossima perchè sono di fretta che sta sera ho gli allenamenti! 😄😘
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