23

-In tutta la mia vita non ho mai
cercato di conoscere la verità. Dire semplicemente che la verità sia irraggiungibile o nascosta...non è una scusa valida. Ecco perchè voglio sapere. Voglio conoscere il vero aspetto di questo mondo.-
(Shion -no.6)

La scia umida, lasciata dalla lacrima, pareva quasi scottare, bruciarle la pelle, scavarla, come se si trascinasse con sè quella strana sensazione, così vuota, ma dolorosa, che provava. Era senza motivazione, Rey non trovava un senso logico e più si sforzava più il suo sguardo si smarriva. Si sentiva confusa, circondata dalle conseguenze delle sue scelte era ormai incapace di tornare indietro e purtroppo sapeva che non sarebbe mai riuscita a fare un passo nel verso opposto; ormai si era lasciata trasportare e quella lacrima, pura, istintiva forse, aveva segnato la sua sottomissione a quel destino incerto che la attendeva. Non avrebbe mai più desiderato di tornare indietro? Era questo che voleva farle capire?
Oppure quel desiderio sarebbe diventato così opprimente da costringerla a volerlo distruggere?

-Ti sbagli...a credere che ci sia una parte giusta e una sbagliata. Io non ho mai pensato che esistesse e ho vissuto per un lungo periodo a credere ad una bugia che mi ero creato: deve esistere, non importa quale sia, devo trovare la mia parte. È quello che stai facendo anche tu, ma a differenza mia hai la possibilità di avere l'innocenza di una vita non ancora consumata.-
Kylo era voltato verso la vetrata, il viso meno teso, ma le labbra serrate in un'espressione seria sembravano costrette a trattenere un leggero sorriso che si sarebbe potuto far scappare. E così fu: si girò verso Rey e lasciò andare per pochi istanti quella maschera invisibile che era solito indossare.
Sorrise, ma il suo era un sorriso malinconico e appena accennato, tanto che Rey avvertì tristezza nel guardarlo.
-Questa possibilità, non sprecarla. Dovrai distruggerla, sgretolarla e infine lasciarla andare, solo così potrai riuscire a vedere il vero volto della realtà.- concluse.
"È orribile." Ren lo pensò, ma non lo disse. Che si fosse trattenuto per non spaventarla o altro non aveva importanza, perchè lui aveva intenzione di lasciare tutto in mano a lei, sarebbe stata Rey ad andare avanti, con o senza il suo aiuto. Tuttavia proprio non era riuscito a far a meno di osservarla e studiarla e aveva colto solo l'apparenza, elaborandola e traendo le conclusioni più logiche, ma dopotutto una persona non la si può conoscere solo in questo modo.
Il suo obbiettivo? Non ne era sicuro, ma, oltre ciò che aveva visto, c'era qualcosa di più profondo e nascosto e sarebbe riuscito ad ottenerlo, a costo di dover distruggere quella sua libertà che tanto invidiava. Lui la conosceva, seppur in minima parte, e lei ne era consapevole.

Erano passati pochi minuti, uno dei satelliti del quarto pianeta, uno dei più vicini alla nave, piano piano andò a sovrapporsi e a coprire la luce di una stella, la più luminosa, di quel sistema. In quel momento, Rey sollevò il capo e, con sguardo risoluto, si rivolse a Ren.
-Potrò salvarli? Coloro a cui tengo, sarò in grado di salvarli?-
Lo sguardo di Kylo si illuminò, un po' intimorito e un po' affascinato. Ecco, questa era quella parte di lei che cercava: i suoi sentimenti non erano cambiati, pensava sempre agli altri, ma per la prima volta si trovava a dover affrontare la realtà dei fatti, vale a dire la sua attuale impotenza. Doveva maturare e Ren trovò nella sua ingenuità il suo punto debole.
-Questa- rispose, facendo comparire un oggetto tra le sue mani, di metallo, che a Rey parve famigliare - ...sarà una scelta che dovrai fare tu.- e le porse l'elsa di una spada laser. Non era la sua, ma la attirava, tanto da costringerla a fare un passo verso di essa, studiandola. Notò solo allora che non si trattava di una spada, ma bensì di qualcosa di più  complicato. Le varie scanalature, poste come decorazione, percorrevano il tubo metallico, due sporgenze ad ogni estremità erano inclinate verso il punto dove le due lame sarebbero dovute comparire, come se dovessero funzionare da stabilizzatori per il flusso d'energia.
Lo afferrò, in uno scatto improvviso, avvolgendo le dita attorno a quell'oggetto tanto interessante.
Individuò due punti precisi e vi applicò un po' di pressione.
La luce rossa le inondò il volto, mentre le due scie luminose comparivano a dar forma al bastone e numerose scariche incostanti le percorrevano. La luce scendeva lungo il suo corpo e si diramava per l'intero ambiente, le sue mani tremarono, ma poi si strinsero di nuovo in una presa salda attorno all'impugnatura. Avvertiva la potenza del flusso che scorreva in quelle lame e la spaventava tanto quanto la invogliava a brandire quell'arma. Non seppe il perchè, ma ebbe la sensazione di aver sempre avuto bisogno di qualcosa del genere, come se la sua immagine la stesse accompagnando nell'ombra da molto tempo.
Quel semplice oggetto, lei non lo sapeva, avrebbe rappresentato il destino al quale non poteva sottrarsi, perchè erano state le sue azioni a portarla ad una svolta e adesso la spingevano a continuare, senza possibilità di fuggire.

-Finn! La leva! La leva cazzo!-
La voce alta e agitata di Poe proveniva dalla destra dell'ex soldato del primo ordine, che, intimorito dal tono del compagno, si affrettò, per quanto possibile, a tirare quella piccola sporgenza metallica nel condotto. Aveva sgranato gli occhi per i termini che gli aveva sentito usare: se Poe parlava in quel modo significava o che era arrabbiato, o nervoso, o, più facilmente, sotto pressione.
Una piccola riparazione ad una delle navi da trasporto. Era questo che gli aveva accennato il pilota, poi come erano finiti in uno degli stretti condotti di quella nave con il rischio di essere investiti da una scarica di energia mortalmente pericolosa a causa di un sovraccarico dei motori era un mistero.
Ci sarebbe stato da ridere vista la situazione: erano letteralmente schiacciati in quel piccolo spazio ed erano riusciti appena in tempo ad evitare un grosso incidente, non contando il fatto di aver raggiunto un livello di tensione non da poco, l'adrenalina per il rischio che avevano appena corso era ancora in circolo e il fiato pesante di Poe rimbombava nell'ambiente. Il pilota era ad una quindicina di centimetri davanti a lui, voltato di schiena, ancora alle prese con i circuiti guasti.
Inspiegabilmente, Finn si ritrovò a deglutire mentre i suoi occhi cercavano, senza riuscirci, di staccarsi dalla chioma disordinata del compagno.

È...imbarazzante.

Questo pensiero lo tormentò ancora di più quando la causa di tale disagio si voltò; sollevando il braccio e con sguardo concentrato Poe socchiuse le labbra e dedicò la sua attenzione ad alcuni cavi sporgenti da sopra. Quasi a farlo apposta, pensò l'altro, come a volerlo torturare più del dovuto, la gamba di Poe sfiorò il corpo della persona a dir poco agitata che aveva di fronte, la quale si irrigidi all'istante.
Così, quando, una volta finito, portò gli occhi su Finn, trovò difficile il trattenersi dal ridere. Pareva quasi stesse trattenendo il fiato, aveva un'espressione strana in volto e gli occhi persi a guardare un punto indistinto del condotto. Poe sorrise e gli lanciò addosso uno degli attrezzi che teneva in mano, come a volerlo svegliare. Finn si scosse e, arretrando di scatto con la testa, andò a sbattere contro i numerosi tubi lungo la parete di quello stretto e basso corridoio.
-Abbiamo finito, su, sbrighiamoci, l'aria qui è pesante.- Finn pensò che lui lo trovasse divertente, comportarsi così, dargli fastidio, anzi... stuzzicarlo. Ecco, era tutta la mattina che si comportava in questo modo e Finn stava iniziando a pensare che avrebbe dato di matto entro sera.
Il pilota si mosse velocemente, avanzando facendo strisciare i vestiti lungo la superficie metallica e anche contro la persona piuttosto esasperata adesso dietro di lui.
Percorsero pochi metri e finalmente uscirono da lì, ritrovandosi nella sala motori della nave. Finn si aggrappò ad un tubo metallico e si lasciò cadere per poi appoggiare i piedi a terra, chiuse il condotto riposizionando a dovere la paratia metallica e rilassò le braccia lasciandole calare lungo i fianchi. Si voltò e si bloccò di colpo.
-Perchè tu lo sappia: no, non la smetterò.- Poe era a meno di cinque centimetri dal suo volto e aveva un sorriso tutt'altro che timido stampato in viso.
Da interdetto, Finn passò presto ad essere irritato.
No, questo era troppo, Poe aveva decisamente oltrepassato il limite.
Finn lo osservò dalla testa ai piedi e qualcosa scattò in lui. Accumulò dapprima la tensione, poi rilasciò l'aria trattenuta.
Le iridi di un color castano intenso, dai riflessi verdastri, del pilota si soffermarono su quelle dell'amico e per una volta provò timidezza nei suoi confronti. Il modo in cui Finn lo guardava era cambiato, ora lo fissava intensamente e si accorse solo in quel momento di essere da solo con lui, come se non fosse nei suoi programmi. La pupilla si espanse impercettibilmente.
-Io...- iniziò a dire Poe, ma non finì di parlare.
-Zitto.- Poe si sentì improvvisamente minacciato, ma doveva pur sempre mantenere la calma, in fondo si era cacciato da solo in quel piccolo guaio...sempre che anche questo non rientrasse nei suoi piani.
Il compagno fece un passo in avanti, costringendolo ad arretrare fino alla parete. Fu un attimo: Finn afferrò i polsi di Poe e li tenne stretti dietro la sua schiena. Ora i loro petti si alzavano e abbassavano ad un ritmo incostante, lo si notava bene visto le maglie di stoffa sottile che indossavano sopra ai pantaloni morbidi che erano soliti indossare quando non erano in servizio.
Poe si sentiva in trappola, ma dopo tutto era questo il suo scopo e l'aveva ottenuto fin troppo facilmente. Si sporse in avanti.
-Hai proprio perso il controllo, non è così?- gli sussurrò all'orecchio e ridacchiò.
Finn parve riprendere coscienza delle proprie azioni e un lieve rossore si fece strada sulle sue guance.
-Allora lo hai ammesso. Lo facevi di proposito!- lo disse con il tono ingenuo che Poe adorava, perchè era questo l'aspetto che lo aveva fatto sentire così attratto da lui.
-Non era ovvio?- disse, per poi sfiorare con le labbra la sua guancia e arrivare all'altezza di quelle di Finn, senza toccarle.
Poco dopo il suo sguardo divenne serio e Poe, in un momento incerto se parlare o meno, decise di essere sincero e cercare di far chiarezza prima di commettere un errore.
-Lo hai capito davvero? Era questo che ti tormentava? Se non ne sei sicuro, lasciami i polsi.-
Il suo compagno allentò la stretta che impediva al pilota di muoversi, mentre quest'ultimo abbassò lo sguardo e inclinò la testa di lato, forse timoroso della risposta.
L'istinto ovviamente diceva a Finn di continuare, ma si obbligò a prendersi qualche secondo per riflettere, per quanto ci potesse riuscire.
La domanda che gli aveva posto nascondeva un interrogativo inespresso: perchè?
Doveva cercare il motivo che, nonostante le aspettative, individuò subito.
Sicurezza. Era questo di cui necessitava, ne aveva bisogno e la desiderava in quella realtà in subbuglio che stavano entrambi affrontando e non appena lo realizzò il suo pensiero andò quasi subito a Poe. Era lui che lo aiutava a restare in equilibrio, con o senza una sua richiesta e forse era stato ciò a portarlo fino a quel punto. I suoi sentimenti avevano fatto infine quel passo in avanti di troppo ed ora sapeva, con una timida certezza, di volerli assecondare. Non era per istinto, un tale gesto non lo poteva compiere per quello, no, lo avrebbe fatto perchè erano i suoi sentimenti a comandarglielo.
Appoggiò la mano libera che aveva sulla parete, di fianco alla testa del pilota.
-Basta che tu non mi provochi così di nuovo e potrei stare alle tue condizioni.- detto ciò si spinse in avanti, scontrandosi con le sue labbra. In quell'istante, mentre gli attrezzi che Poe teneva in mano cadevano a terra, per un solo istante, Finn capì che cosa voleva dire trovare qualcosa di cui avere timore, perchè lo sapeva, adesso entrambi erano diventati ciò che si era ripromesso di non cercare e che lo terrorizzava di più: qualcosa a cui tenere.

È pericoloso, amare qualcosa in questa realtà, lo è.

Si disse Finn, la mano incerta che era andata a stringere i capelli di Poe scivolò fino al suo fianco ed inspiegabilmente si ritrovò a stringerlo a sè con una tale delicatezza che Poe si sentì sprofondare da quel gesto così naturale, ma non si staccò da lui nè smise di baciarlo, lasciò semplicemente che un po' di tristezza si mescolasse alle loro emozioni.

Buon 14 maggio a tutti!
Sì, sono le 2 di notte e finalmente aggiorno, domani, cioè oggi, è lunedì, interroga di matematica, c'è la foto di classe, devo studiare, non ho un attimo di pausa grazie a mia madre che mi sta col fiato sul collo, ho appena finito un anime stupendo e ho la depressione per questo in aggiunta a problemi esistenziali pazzeschi, sono distrutta da ieri dopo aver passato 3 ore e mezza di allenamento e i miei istinti omicidi sono già al massimo.
Tralasciando il mio ottimo umore...
Tra meno di un mese saremo a fine scuola e spero che chiunque stia leggendo questo passi l'anno senza problemi😄

Tu. Tu che leggi. Se devi studiare, fallo subito, te lo dice una reduce da una settimana pessima tra interrogazioni e verifiche per le quali ha studiato giorno per giorno: l'inferno per gli studenti e il paradiso per l'ansia.
Non ridurti come me!
*dice tutto con un'espressione da pazza*

Passati i buoni propositi direi di fare un breve sondaggio:
Sarà scontato, ma ho bisogno di una vostra opinione sulla storia. In questo periodo non ho avuto molto tempo e per andare avanti mi interessa il vostro parere.
Inoltre ho inserito la ship della Stormpilot senza chiedere nulla e mi chiedo se sia stata una buona idea😅

Detto ciò, vado a dormire, mi rimangono meno di 5 ore di sonno e so già che mi alzerò con delle occhiaie orribili...ah, io e il buon riposo non andiamo proprio d'accordo.
Buonanotte😂😗

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