19 -I tuoi ricordi- (parte 2)
-Come può un ragazzo desiderare la propria morte, senza alcun riguardo per la sua vita? Con che coraggio parli d'amore con una tale convinzione?-
(Yato, Noragami)
Gli esseri umani sono di natura fragili, come foglie, secche e crepate, lasciate in balia del vento, che cadono rovinosamente al suolo in una muta rassegnazione. Il coraggio si spegne come parole represse e imprigionate tra le labbra e un grido mai pronunciato rompe il silenzio come una pausa interminabile, dove la realtà prende il sopravvento e, in quell'istante malinconico, tramuta la falsa verità in una terribile rivelazione.
In quella calma ingannevole che li circonda, perchè non reagiscono?
Aki pregava per una risposta silenziosa, gli sarebbe bastato uno sguardo in grado di fargli capire come funzionava quel corrotto ed ingiusto universo in cui viveva.
Aki. Aki. Aki.
In pochi secondi, l'eco della sua voce, come un dolore nostalgico, lo lasciò con il fiato sospeso.
Si piegò di scatto in avanti, come se avesse ricevuto un colpo in pieno petto, gli parve di sentire i polmoni bruciare, le mani gelare improvvisamente, e il cuore stringersi e fargli male.
È questo il peso del dolore?
Se lo chiedeva di continuo, senza darsi mai una risposta. Era così abituato a quella sensazione ormai da non cercare nemmeno più di opporvisi. È spiazzante vedere una persona distrutta, Leia lo sapeva e lo aveva visto tante volte, ma si limitò a guardarlo, come se quel dolore dovesse rimanere tra le dita tremanti di Aki, a sgretolarsi lentamente. Non lo avrebbe mai dimenticato, ma sarebbe andato avanti, ne era convinta...in fondo, non è ciò che tutti fanno in queste situazioni?
Il ragazzo chiuse gli occhi, ma nemmeno una lacrima scese, i suoi sentimenti che imploravano di farne scendere anche una sola. Tuttavia, neanche una goccia scese lungo il suo viso, nemmeno piangere gli era concesso, non più.
Aki prese un respiro, rendendosi conto tristemente di non riuscire a capire quello che stava provando. Era come se stesse fissando il cielo in una mattina fredda, mentre si perdeva con lo sguardo e, nel silenzio, si accorgesse di star precipitando.
E, mentre si sentiva cadere, decise di ricordare, di non seppellire il dolore, ma di non lasciarsi consumare, non come aveva sempre fatto.
Era cambiato troppo, glielo diceva sempre, tuttavia Yoori amava il suo carattere instabile, un giorno felice, sorridente, l'altro triste e malinconico, ed era strano che preferisse quest'ultimo, quando Aki lo cercava disperatamente, quando stringeva la sua maglia tremando, quando soffriva e aveva bisogno di lui, le notti passate tra sospiri e quella sensazione non definita di calma in una sera, rifugiati nel tepore delle coperte, stretti come se uno minacciasse di scomparire da un momento all'altro. Forse non gliel'avrebbe mai detto, anche se Aki lo sospettava: Yoori amava il modo in cui lui lo stringeva.
Aveva sbagliato: si era aggrappato a lui. Ormai non ci poteva far nulla, era solo in grado di tenere a mente quel ricordo come un peso da sopportare volentieri.
-Lo presero.-
La sua voce non era tremante, ma seria, Leia rabbrividì per la freddezza con la quale erano state pronunciate quelle parole.
-Davanti ai miei occhi. Sapevo di essere ferito, il sangue mi colava lungo il viso, non potevo alzarmi, non potevo muovermi e lui mi guardava. Sentivo il liquido cremisi caldo scendere. Uno sguardo inizialmente disperato, poi triste, serio, ed infine felice comparve sul suo viso. Sorrideva. Può un uomo sorridere in quella situazione? Yoori è sempre stato inaspettato e spiazzante.- un piccolo sorriso si formò sul volto di Aki, che deglutì e si lasciò pervadere da un brivido freddo.
-Lo tirarono su, di fretta e con poca gentilezza; in quel momento notai le gocce rosse che scendevano dall'angolo della sua bocca, lente. Spalancai gli occhi in un espressione di terrore quando uno dei soldati gli puntò un coltello alla gola. Allora, tra la vista semiappannata e il dolore alla testa, riuscii a mettere a fuoco la scena: non erano soldati, ma mercenari del Primo Ordine.
"Aki!" urlò il mio nome. "Aki!" la seconda volta con più disperazione. Sentii il rumore di un fruscio, un sospiro di dolore, lo guardai, così vidi Yoori piegare il volto e fare una smorfia per il pugno appena ricevuto. Fu costretto a stare fermo e provai puro terrore alla vista di un coltello vicino al suo collo.
"Far saltare in aria un deposito di armi, furto, accusa di complotto, ricercati per 20 settori...certo che dovete essere pazzi." La voce distorta dal casco che indossava uno degli uomini, no, era un donna, mi fece provare disgusto, odio forse.
Mi contorsi a terra, cercando di alzarmi, gli occhi di Yoori non si erano staccati da me. Tossii, graffiando il terreno con le unghie. Ero davvero così impotente?-
Aki si strinse i capelli tra le dita, portando le mani ai lati della testa.
-Pazzi. Sì, aveva ragione: era stata una pazzia.
La lama del coltello percorse il suo collo, senza pressione però, favendo colare dal taglio superficiale il sangue che scivolò sulla sua pelle, fino a impregnare un lembo di stoffa della giacca.
"Ah! Ma non mi dire, che tragedia, voi due, siete degli amanti davvero sfortunati. Oh, non fare quella faccia, conosco quello sguardo, quello di chi non vuole perdere qualcuno, perciò credo che morirai tu per primo." mi fissò, o così mi parve attraverso il casco.
"No!" Yoori non fece in tempo a dire altro come protesta che il mio corpo fu sbattuto violentemente a terra, fui obbligato subito dopo a reggermi sulle ginocchia e, infine, avvertii il metallo freddo di un blaster puntato contro la testa.
"Oh, dimenticavo, ho detto che siete ricercati, ma la vostra vita no." disse ancora.
Sono stato così sciocco a pensare che Yoori non provasse terrore per nulla...se non per il timore di perdermi.
Tuttavia, non ero io, no, non ero io! Non ero...io...a dover morire!-
Aki alzò lo sguardo e i suoi occhi, pensò Leia, erano una tempesta che incontrollata lo stava consumando e rendendo debole e forte al contempo.
-"Aki." un sussurro, mentre una lacrima scivolava lungo la sua guancia, portando con sè la malinconia di un desiderio mai concesso: un ultimo sguardo, un ultimo bacio, vivere per l'ultima volta. Tuttavia, Yoori disse qualcosa che mi distrusse ulteriormente, sgretolando il poco controllo che mi era rimasto:
"Ti amo." Lo disse lentamente, ma come se fosse la cosa più importante che dovesse fare, come se io fossi importante più della sua vita. La realtà...è che io consideravo e considero tutt'ora la mia vita in modo superfluo, io non potevo valere così tanto.
Era la prima volta che lo diceva e, in quell'istante, tutto era muto, così capii quanto può essere assordante il silenzio, perchè, quando c'è, è difficile mettere a tacere i pensieri, perchè sono lì, e non puoi sbarazzartene. "Ti amo", sono due parole scontate e banali, ma, come un saluto o un addio, hanno il loro peso ed io lo avvertii subito, come una stretta improvvisa, mi sembrò quasi che il tempo si fosse preso una pausa, un breve istante per permettere a quelle due parole di insidiarsi nella mia testa.
Sentivo il mio corpo tendersi per il dolore e dieci secondi dopo, non so nemmeno il perchè mi misi a contare, forse per restare lucido, per non impazzire, ma dentro mi sentivo contorcere e bruciare dall'interno e all'esterno dovevo apparire così debole che per un momento mi sentii uno schifo...beh...dieci secondi furono troppi e insopportabili.
"Ti amo." lo ridisse più velocemente.
Si chinò di poco in avanti, chiudendo gli occhi e stringendo le palpebre in un ultimo disperato gesto, urlandolo.
"Ti amo!" Gridò, con rabbia e dolore. I suoi capelli corvini, umidi, si erano attaccati alla pelle, le ciocche disordinate a contornargli gli occhi, lucidi, pensai che fossero stupendi. Apparivano di un colore più intenso, trattenevano un pianto disperato.
L'ultima volta che lo guardai, desiderai fortemente di strappargli un ultimo bacio, anche veloce se avesse dovuto esserlo, ma volevo averlo con me ancora un istante. Invece fui costretto a guardare.
Nulla di più, un respiro che trattenni a stento e una sensazione terribile, che si propagò in tutto il mio corpo quando vidi il suo corpo cadere.
Un gesto così veloce, il taglio veloce della lama si trascinò con sè la sua vita, che era anche mia, la sentivo mia, come se un pezzo di me stesso stesse andando in pezzi, mi apparteneva e me la sentii strappare via, con forza.-
Aki era immobile adesso, i capelli chiari a contornare uno sguardo smarrito e pieno di sofferenza, il viso pallido.
-Realizzai di non provare terrore o dolore in quel momento, no, ma qualcosa di assai diverso e contorto. Mi sentivo vuoto, come se non riuscissi a dare un senso logico alle mie emozioni. Oh, mi diedi dell'idiota pensando a come mi sentissi male, perchè non avevo mai provato una cosa simile, no, mai qualcuno mi era stato portato via in quel modo.
Di colpo, un sentimento oltremodo doloroso mi pervase: rabbia, una rabbia incontrollata.
Di ciò che successe dopo ho solo ricordi frammentati: le mie mani, erano sporche di rosso e io tremavo, mentre le mie dita lasciavano cadere il coltello. So solo che i rinforzi della Resistenza arrivarono tardi, tardi per Yoori e per me, io, che fui trovato vicino al suo corpo, in uno scenario dipinto del sangue dei suoi assassini, ancora memore della loro morte e del dolore che avevo dimostrato. Li avevo uccisi, in preda ad un istinto incontrollato, la mia forza e la mia rabbia, avevano preso il sopravvento.
Velocemente e senza che me ne potessi render conto, mi trovavo di nuovo in una sicurezza in precario equilibrio, dove sono tutt'ora. Sento ancora l'odio, il dolore, ma lui, Yoori, lui porta solo il nulla in me, una sensazione di vuoto che annulla tutto.
Che morte banale, lui aveva sempre desiderato una fine migliore, ma, di questo sono certo, non sarebbe voluto morire lontano da me e così io credo di dover ricordare bene le sue ultime parole: "Ti amo."-
-L'ha mai provata? Questa sensazione...mi ha consumato, divorato e reso freddo e inconsistente, mi sento vuoto.- le iridi chiare di Aki si fissarono sulle proprie mani.
-Se dovrà finire tutto questo, io non voglio vederne la conclusione.- sorrise - Mi basta avere un suo ricordo e un'illusione del futuro, immaginarlo un'ultima volta.-
Queste ultime frasi, scossero il generale nel profondo. Se questo era il risultato della battaglia che si ostinava a portare avanti, quale sarebbero state le conseguenze delle loro azioni?
In fondo, le persone muoiono così facilmente e sopravvivono così difficilmente.
Ogni tanto, Aki la sentiva ancora, la sensazione delle sue braccia che lo stringevano.
Tuttavia lo avrebbe lasciato andare, alla fine.
Probabilmente penserete: "O mio Dio! È resuscitata!"
...lo so, non mi faccio viva da un bel po', scusate per la lunga attesa.❤
Ho dovuto riscrivere il capitolo in seguito ad alcuni problemi con Wattpad, così, dopo alcuni ripensanenti e modifiche, sono riuscita ad aggiornare.
Spero vi siano piaciuti questi ultimi due capitoli e colgo l'occasione per dirvi che la stotia, da adesso in poi, diventerà molto più seria e...beh, diciamo che sarà molto diversa dal primo libro che ho pubblicato su Wattpad.
P.s.: precedentemente avevo pubblicato la bozza ancora in fase di sviluppo di questo capitolo per sbaglio e me ne sono accorta un po' dopo purtroppo. Ci dovrò stare più attenta, scusate, è stato tipo un falso aggiornamento.😅
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