15
Mitsuha: Ci sono delle volte quando mi sveglio la mattina che...non so per quale motivo...ma mi ritrovo con le lacrime agli occhi...
Taki: Il solito sogno che ho già fatto...ma che non riesco mai a ricordare...però...
Mitsuha: Però...la sensazione di aver perso qualcosa...quella rimane anche dopo molto tempo.
(Your name)
Così, in quel corridoio freddo, Rey avvertì il tocco gelido delle dita di Kylo che percorrevano la sua guancia.
Cosa stava facendo?
Perchè non si muoveva?
No, non poteva farlo vincere, non poteva arrendersi, non poteva permettere a sè stessa di cedere.
Devo scuotermi.
Le sue dita si contorsero, sentì i brividi salire, i muscoli delle gambe si contrassero, il petto si alzava e abbassava velocemente e, in quell'istante, Rey sentì la propria energia instabile: tremava. I brividi corsero lungo le dita, la schiena, fino alle spalle, espirò, stanca di essere lì, stanca di non comprendere il suo vero posto in quell'universo così pericoloso, confusionario in cui era caduta. Non aveva mai avuto il coraggio di dar voce ai propri pensieri, ma era così che lei aveva vissuto: lasciando tutto scorrere. Fino a quel giorno, quando quel droide era comparso dal nulla, da lì la sua vita era cambiata, diventando frenetica, calma, felice, triste, un miscuglio di emozioni che persistevano nella sua mente. Aveva sopportato troppo e, nonostante ciò, lei era arrivata fino a questo punto, era arrivata alla negazione di tutto ciò che prima di allora era stata una verità assoluta: il male, presente nella galassia come il filo che tiene legato insieme l'universo, non era una cosa a parte, esso era l'intreccio che costituiva la Forza, il Lato Oscuro e il Lato Chiaro, ma quella sensazione che la pervadeva andava oltre questa semplice distinzione, lei sentiva solo che quel filo era teso, aspettava una sua mossa.
No, non era mai stata in grado di ammetterlo, di dirlo a sè stessa:
È...veramente questo il mio posto?
-Perchè?- sussurrò a sè stessa. Kylo allentò la presa sui suoi polsi, allontanandosi e lasciando che il suo corpo cadesse.
Le ginocchia di Rey presero un brutto colpo all'impatto con il pavimento metallico, ma lei quasi non se ne accorse, la testa china, sulle mani colavano le goccie di sangue dalla ferita che aveva sul viso, scie rosse che le macchiavano il polso, le dita, colavano lasciando come un solco invisibile che solo lei poteva vedere. Quel colore, quell'odore ferroso, quel fluido si mischiò alla purezza delle lacrime.
Rey, sorpresa, si portò velocemente una mano agli occhi, tastando la pelle fredda. Stava....piangendo. Perchè? Perchè adesso? Cosa mi sta succedendo?
Allontanò piano le dita dal volto, osservando curiosa le gocce che continuavano a scorrere su di esse, lucide, umide, scivolavano, ma non sparivano, non sarebbero mai scomparse del tutto.
-Perchè hai sempre mentito a te stessa. La verità che cerchi, per cui combatti, non esiste, opporti non servirà a niente, ti consumerà.-
Il vento. Un lieve sussurro tra le foglie, indisturbato percorreva gli intricati sentieri che passavano per la foresta. I primi raggi del sole stavano filtrando tra i rami, lentamente la luce raggiunse la finestra, inondando la stanza e portando quel leggero tepore sulle coperte.
Quello era un pianeta che lasciava senza fiato, letteralmente. La nuova base della resistenza era situata in un punto elevato, ma pur sempre nascosto, da quella posizione si poteva osservare un panorama stupendo.
Una mano, svogliatamente, scostò il tessuto pesante che la ricopriva e, malvolentieri, Poe si costrinse ad alzarsi.
Quella camera non era eccessivamente disordinata, ma, tra tutti vestiti, tra dei pezzi di ricambio che non si sa come erano finiti sulla scrivania, una piccola cosa attirava l'attenzione: una vecchia divisa, ben ripiegata, stava in un angolo, sul bordo di una mensola, era consumata, ma aveva una storia, lo si capiva. Poe sospirò, alzandosi e afferrando una delle tante maglie piegate, ma non ancora messe nell'armadio, dalla scrivania. Sfiorò il proprio fianco, toccando senza volere un punto sensibile, poco più sotto le costole, una riga in rilievo: una vecchia cicatrice; non si era abituato e non si sarebbe mai abituato a quei segni, lo sapeva, ma gli davano un senso di fierezza, stavano a dimostrare che lui, lui combatteva, che lottava, che non si sarebbe arreso, perchè gli ricordavano ogni giorno di dover andare avanti.
Si appoggiò stanco con un braccio alla finestra, sbattendo più volte le palpebre per cercare di non rimanere accecato dalla luce, dando uno sguardo all'esterno.
-Così sei di nuovo andato a dormire tardi..Poe, devi dormire di più- mormorò a sè stesso, portando una mano a stropicciarsi l'occhio destro e allontanandosi dalla finestra per poi finire di cambiarsi e, una volta constatato di essere del tutto sveglio, uscì dalla stanza, dando una scompigliata veloce ai capelli, sperando che fossero in uno stato presentabile anche se non gliene importava più di tanto.
-Un tè?-
Poe sussultò.
-Oh, sei tu.- disse con la voce impastata dal sonno... forse era ancora un po' assonnato.
Fin sorrise, uno dei pochi sorrisi sinceri che mostrava in quei giorni, e affiancò l'amico.
-Sei stato tutta la notte su quei progetti?-
-Non esattamente, almeno tre o quattro ore ho dormito.- il miglior pilota della Resistenza sbadigliò, cercando inutilmente di cammuffare l'aria stanca che aveva.
-La prossima volta dai una pettinata a quei capelli.- gli disse Finn, superandolo e precedendolo nella sala della base destinata ai pasti.
-...cosa?- chiese Poe, portando involontariamente una mano sopra la testa, passando le dita tra i capelli.
-Tranquillo, non stanno così male.- affermò Finn trattenendo una risata, per poi passargli una tazza piena di tè.
Poe la prese e si rilassò appoggiandosi contro il davanzale metallico della grande vetrata che occupava quasi interamente quella grande sala, ancora vuota, a parte loro due.
-Ieri ci siamo riusciti, quella tecnologia era solo sperimentale, ma ce l'abbiamo fatta, abbiamo potenziato l'emettitore, l'ologramna potrà ingannare qualsiasi scanner o analisi a lungo raggio. Finn, ci riusciremo, a salvare Rey, a sconfiggere il Primo Ordine, a far finire questa lotta continua.-
Gli occhi di Poe, per la prima volta da tempo, si illuminarono, riflettendo i raggi solari che ormai invadevano completamente l'ambiente.
Finn restò semplicemente senza parole, pensò che quello sguardo fosse qualcosa che in pochi possono avere, che solo chi ha vissuto lottando poteva mostrare; non potè far altro che sentirsi felice, perchè lì, nella Resistenza, aveva trovato non solo una casa, ma una cosa molto più importante: una speranza per cui continuare a combattere.
Poe si girò verso la vetrata, osservando e perdendosi nella vista che aveva davanti.
Quel posto, quel mondo, aveva qualcosa di particolare: sapeva di libertà.
Buona sera!....o buon giorno? Boh, sono le 3.13 di notte/mattina e finalmente aggiorno!!!
SONO ANCORA VIVA!
Dopo giorni e giorni passati chiusa in casa, rintanata a guardare anime e a transitare dalla cucina a camera mia, sono sopravvissuta a crisi isteriche e momenti di disperazione totale....non fate come me, se iniziate a guardare anime la vostra vita è finita.
Vale_Slytherin può confermare i miei scleri su AOT...grazie perchè mi sopporti😂....sia chiaro, Levi è MIOOOO...ok, la cosa mi sta sfuggendo di mano.
Bene, dopo questo sproloquio, vogliamo parlare della sexassigine del caporale?
"Cosa stai facendo, Dannata?! Non si fanno pensieri sconci!"
Ok la smetto.
Cooooomunque....
Questo capitolo mi è piaciuto molto scriverlo e spero che anche voi ne rimaniate soddisfatti/e❤
Scusate il ritardo per gli auguri, ma ci tenevo a farveli: buon anno nuovo e, soprattutto, buona attesa per tutti i film e serie tv che usciranno quest'anno.
Voce nella testa: "Esce la terza stagione di Attack on titan!"
Zitta che se no ricominciano gli attaccchi isterici.
È ufficiale: sto impazzendo☻.
Parlando sul serio, veramente, devo fare dei ringraziamenti. Sì, perchè in questo periodo questa storia e l'altra che ho scritto hanno raggiunto numeri che mai mi sarei immaginata. Io, l'avevo già detto tempo fa, non sto molto a guardare le visualizzazioni, ma 20 K non è un numero che passa inosservato. A chiunque abbia letto Don't be afraid e che stia leggendo Dark Side devo un GRAZIE e un abbraccio.
Ammetto di essere un po' lunga con i tempi di pubblicazione, ma è perchè scrivo e riscrivo e poi cancello, poi ho i momenti di blocco; io ci tengo a pubblicare qualcosa che mi convinca e che emozioni, in parte, anche me, per questo ci metto tanto, spero che comprendiate le mie assenze, dovute a volte anche ad alcuni problemi che ho avuto e che purtroppo non ho ancora risolto del tutto.
Che la Forza sia con voi
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