Parigi- Racconto
Come sapete ieri si è ripetuta una strage in francia ed ha distrutto nuovamente i nostri cuori.
Voglio condividere con voi un racconto che scrissi tempo fà quando ci fu l'attentato al bataclan, spero che sia di vostro gradimento:
Era arrivato il grande giorno, finalmente incontravo Taissa. Amavo Taissa da più di un anno e finalmente dopo averci girato intorno, avevo trovato il coraggio di chiederle di uscire.
Lei aveva un viso pallido con capelli così lisci da sembrare filo d'oro da tessere. Ahh, i suoi occhi erano meravigliosi... ricordo benissimo quel blu oltreoceano che quando li vedevi sembrava di affacciarti ad una finestra ed ammirare il cielo. Lei per me era l'ottava meraviglia.
Tremavo dall'ansia di incontrarla, in testa avevo mille paure... Però mi consolava il pensiero che questa era una grandissima occasione per dirle ciò che provavo.
Erano le otto quando mi diressi da lei, ricordo benissimo che ero in ritardo. Arrivai davanti alla porta e con il dito tremolante suonai. Mi aspettavo che uscisse il padre per raccomandarmi di riportarla a casa puntuale, avevo già preparato un discorso da fare al padre, ma quando di aprì la porta mi sorpresi... Non c'era il padre. Ci rimasi quasi male, tutto il copione studiato a casa era stata una cosa inutile.
-"C-Ciao." Balbettai sorridendo come un ebete.
Lei ammiccò un sorriso e ricambiò il saluto...
La sua bellezza mi lasciava senza parole... Ogni volta che la vedevo era come se mi innamorassi per la prima volta.
Il suo vestito azzurro si abbinava con i suoi splenditi occhi, quel fiore rosa che portava in testa per raccogliere i capelli, si adattava con il colore delle sue labbra, quelle labbra che avrei voluto baciare.
Volevo trovare il coraggio per dirle quant'era bella, ma non ci riuscivo, era come se avessi la bocca incollata...Ah maledetta timidezza.
- "Allora dove mi porti di bello?" Pronunciò con la sua vocina tenera.
-"Ad un concerto rock."
Lei mi guardò dritto negli occhi meravigliata e disse:
-"Oh, come facevi a sapere che amo la musica rock? Sei un tesoro."
Appena finì di pronunciare quella parola, tramutai il mio sorriso nervoso in un sorriso pieno di gioia.
Iniziammo a incamminarci verso il teatro dove si svolgeva il concerto.
Dentro la mia testa c'era un mix di emozioni... Credevo di svenire.
Dopo alcuni minuti di puro silenzio, Taissa disse:
-"Eccoci qua!"
Estrassi il biglietti dai pantaloni dallo smoking, quel smoking che usavo solo per eventi importanti. Porsi i biglietti al buttafuori e quest'ultimo con un cenno di testa ci diede il permesso per entrare.
Ci sedemmo nei primi posti, erano tutti lì, sembravano impazienti... E chi non lo era? Era la band rock più famosa degli ultimi tempi.
-"Allora..." pronunciò. "Parlami di te."
A quelle parole andai nel panico... Cosa voleva sapere di me? Non avevo preparato un argomento su questa cosa.
-"Io... Io non saprei cosa dirti." Risposi.
-"dimmi tre cose che ami... Su dai non essere timido."
Sorrisi, poi dopo aver deglutito esclamai:
-"Amo il gelato, amo la pizza e amo t... Amo te!"
-"Come hai detto, scusa?"
No... Non era programmata questa cosa, non doveva farmi domande...
-"Amo il thè alla pesca." Risposi cambiando totalmente senso alla frase.
-"Ah..." disse un po delusa Taissa. "Sai richard... Sei superficiale."
-"C-come?" Domandai confuso.
-"Si... Sei superficiale. Sai cosa amo io? Io amo la musica, amo danzare all'aria aperta, amo la pioggia... Io non amo il cibo come te."
-"Bhe..."
Le luci ad un certo punto andarono via non lasciandomi concludere nemmeno la frase, iniziarono le urla dei fan, Taissa felice mi guardò ed esclamò:
-"Ci siamo!"
Ecco che dal buio totale uscì la band insieme al solista e iniziarono a scatenarsi nella canzone più popolare.
Non cantai per vergogna, ero stonato. Lei invece cantò, se ne fregò della sua voce, era stonatissima, ma lei continuò a cantare.
Si avvicinò al mio orecchio e urlò:
-"Non sai questa canzone?"
Io imbarazzato risposi:
-"No!"
Taissa mi guardò perplessa, dal suo sguardo era come se pensasse "Come si fa a non conoscere uno dei brani più famosi degli ultimi tempi?"... Però in realtà fece solo un sorriso per poi ritornare a cantare.
Di colpo un botto interruppe tutto.
Taissa mi guardò preoccupata, ma la rassicurai dicendole:
"Tranquilla,farà parte della coreografia..."
Ma appena finì la frase, un secondo botto si affrettò ad arrivare facendo esplodere la tribuna sopra di noi. In una manciata di secondi vidi il cantante insieme alla band dileguarsi dietro il palco... C'era gente che scappava da tutte le parti. Taissa era di fronte a me in lacrime che mi chiamava, ma io non rispondevo...Io ero immobile, ero sotto shock.
La stanza si riempì di cadaveri, si udiva solo colpi di mitragliatrici e poi urla, urla e ancora urla.
Taissa mi prese per la mano e mi portò verso l'uscita ma uno degli attentatori era lì, con un mitra in mano a far fuoco sulle persone.
Una voce di una donna urlò:
"O mio dio...Sono qui! Sono qui!"
Uno sparo all'improvviso interruppe per sempre le parole di quella donna.
Taissa in lacrime, mi urlava:
-"Richard, dobbiamo fare qualcosa!"
Ma io non sapevo cosa, sapevo solo piangere.
Un uomo di mezza età si avvicinò a noi ed esclamò:
"Da questa parte... C'è un uscita di emergenza."
Taissa mi afferrò per la maglietta e mi trascinò verso quell'uscita, ormai non si udivano più le urla... Erano tutti morti.
Eravamo arrivati su quella maledetta uscita quando ad un certo punto sentimmo:
"BANG, BANG, BANG"
Taissa si fermò e mi guardò... Non capivo perché si fosse bloccata, solo dopo capì... solo quando dalla sua bocca iniziò ad uscire del sangue. Taissa era stata colpita da tre colpi di mitra sulla schiena.
Il suo corpo cadde a terra, il vestito azzurrò divenne rosso come la sua rosa.
L' uomo mi guardò ed esclamò:
"Attento!"
Mi girai e vidi l'attentatore avvicinarsi a me e dopo fu tutto nero.
Mi svegliai in ospedale, i medici solo dopo mi dissero che ero stato in coma per due giorni e che era un miracolo che fossi sopravvissuto.
Al funerale di Taissa indossai lo stesso smoking di quella sera... Non pensavo di doverlo usare in quelle circostanze.
Adesso sono seduto su un tetto ad osservare l'alba e rivivere questi immagini di terrore. Taissa aveva ragione... ero superficiale, non mi ero mai fermato ad ammirare la bellezza dell'alba.
Chissà cosa sarebbe successo se Taissa non fosse morta...forse ci saremmo fidanzati, forse saremmo migliori amici. Ma adesso è inutile pensarci. Taissa è morta ed io lo devo accettare.
Guardo l'orizzonte rosso e pieno di rabbia e tristezza urlo:
-"Taissa, torna da me!"
Ma nessuno risponde, la mia voce echeggia nell'aria...
-"Taissa io ti amo! Ti amo, ti amo, ti amo... Taissa ho bisogno di te."
Le lacrime iniziano a fuoriuscire dai miei occhi, e disperato urlo:
"Taissa...."
Ad un tratto una goccia bagna la mia mano... eccone che arriva un'altra, ecco che inizia a piovere. Il mio pensiero va a taissa... Lei amava la pioggia.
Adesso le mie lacrime sono un unica cosa con la pioggia, osservo distrutto tutto ciò che mi circonda mentre nel cielo di parigi iniziano a spuntare le prime luci del mattino.
"L'ODIO NON HA RELIGIONE"
FIRMA:
-Ciccio
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