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Intanto al palazzo Shika il furto di quella scatola non era passato inosservato ovviamente, dopotutto aveva creato non poco scompiglio, il capostipite della famiglia Shika non era affatto contento, infatti stava urlando contro chi avrebbe dovuto sorvegliare quell'antico oggetto <come è possibile che sia stato rubato l'artefatto?! Che razza di guardie siete per farvi fregare da una traditrice!?>
Le guardie cercarono di trovare scuse ma l'uomo si infuriò soltanto di più <non cercate di accampare scuse! Siete degli incompetenti! Lui non avrebbe mai potuto aprire il sigillo quindi ha agito da solo ma non siete comunque riusciti a fermarla! Vi rendete conto?! È una cazzo di ragazzina!>
<Una "ragazzina" a cui tu hai insegnato, quindi o pensi di essere un pessimo insegnante oppure lei non era così portata come dicevi> disse Erika mettendosi in mezzo alla conversazione.
Il padre si bloccò e la guardò storto <sai comunque che sapeva dare il meglio solo assieme a tua sorella, ma lei non c'è più, te lo ricordi no? Come è diventata quella ragazza dopo la sua morte>
<Arika è scomparsa, non abbiamo mai trovato il suo corpo.> Controbattè la figlia maggiore, temeva che la sorella fosse effettivamente morta ma sperava ancora che fosse viva nonostante gli anni passati.
Il padre osservò la figlia poi si girò verso una foto incorniciata su un piccolo altare, la foto ritraeva una ragazza pallida come la neve, con gli occhi rossi come il sangue ed i capelli neri come le tenebre, lo sguardo serio, anzi spento e un po' ferito, come se avesse dovuto sopportare troppo, sembrava lo sguardo di una persona sul punto di rompersi <Erika... So che le volevi molto bene, avevate solo un anno di differenza, siete cresciute quasi come gemelle, ma in tutti questi anni avremmo avuto sue notizie non pensi? Almeno tu avresti saputo qualcosa di lei>
<Magari non può contattarci, cosa ne sai tu di come stia? Non ti parlava mai.> Erika non sopportava il padre, sapeva che era colpevole della scomparsa di sua sorella anche se non sapeva come, sapeva che tra lei e il loro padre c'era astio ma purtroppo ignorava il motivo e cosa succedesse tra loro, sapeva solo che Arika dimostrava profondo odio nei confronti del suo stesso padre, ma non aveva mai detto nulla e aveva continuato ad obbedire ai suoi ordini. Nonostante tutti i tentativi della sorella non era mai riuscita a farla parlare.
Dopotutto sua sorella aveva portato molte bende per praticamente tutta l'infanzia e non era mai stato spiegato il motivo, da piccola non ci aveva fatto molto caso, ma dopo qualche anno si era resa conto che non era una cosa normale, che doveva essere successo qualcosa perché fosse sempre ridotta in quel modo, ma non importava quanto chiedesse, nè Arika nè loro padre rispondevano alle sue domande e adesso che sua sorella non c'era più non riusciva a nascondere il rancore che provava per suo padre ma non poteva farci nulla, perché la situazione di pace in realtà era alquanto delicata.
Infatti gli umani non erano poi molto felici nonostante la pace, alcuni praticamente aspettavano un passo falso da parte dei Ninja, quindi la stuazione attuale di un Ninja che ruba artefatti pericolosi e antichi non era una bella pubblicità, poteva far scoppiare qualche rivolta o magari una guerra.
<Ora basta Erika! Non hai idea di cosa sia successo. Di cosa ha dovuto sopportare tua sorella! Quindi non parlare> la sgridò il padre ottenendo solo ancora più rabbia da parte della figlia.
<Neanche tu se è per questo! Non ho idea di cosa le hai fatto fare ma era evidente che ti odiava e qualsiasi cosa sia successa è colpa tua!> Furono frasi che urlò senza neanche rendersene conto, solitamente lasciava correre ma era stanca anche lei di quella situazione.
Ma dopo quella affermazione Erika sentì l'aria diventare fredda e tagliente, seguita da una improvvisa pressione innaturale e strani rumori simili a scricchiolii. Sapeva cosa ciò significava, suo padre era furioso. Infatti quando lo guardò vide che dietro di lui c'era un'aura blu ma oscura, che non emanava luce.
Questo era la potenza di suo padre, un potere talmente grande da influenzare lo spazio attorno a lui quando lo sprigionava.
Erika indietreggiò leggermente, per quanto suo padre fosse furioso sapeva anche che non avrebbe mai alzato un dito su di lei se fosse rimasta in silenzio, dopotutto... Era la sua figlia preferita, anche se un genitore che si rispetti non dovrebbe aver preferenze. E soprattuto pur essendo la preferita non usava comunque molto riguardo per lei.
Alla fine tutta quella tensione si scolse con il padre che la mandò semplicemente a riposare nelle sue stanze, non che fosse stanca ma le dava la possibilità di andarsene senza fare danni e così la donna uscì, era una condizione di vita stressante la loro e poteva comprendere che Arika non fosse riuscita a sopportarla, era sempre stata molto timida e per le sue, si isolava facilmente infatti non aveva molti amici, ne aveva avuto uno solo, era un ragazzo della sua stessa età che aveva praticamente raccolto dalla strada. Era stato adottato dagli Shika proprio per questo, per dare ad Arika un amico, poi quell'amico divenne il suo fidanzato ufficiale e dopo alcuni mesi dalla scomparsa della sua fidanzata Basil si era dimostrato un traditore.
Tanti pensavano che la scomparsa della "gemella della antenata degli Shika" fosse scomparsa tradita da chi amava, altri che Basil avesse tradito la famiglia solo dopo aver perso Arika, c'erano tante teorie e nessuna certezza, perché nessuno sapeva come lei fosse sparita e il motivo per il quale lui avesse tradito la famiglia che gli aveva salvato la vita.
Erika entrò in camera sua e venne accolta da una foto raffigurante lei con sua sorella e suo fratello, una delle poche foto in cui sorridevano felici, abbracciandosi e quasi cadendo dato che Akira aveva abbracciato le sue sorelle con troppo entusiasmo, la fissò per qualche secondo per poi prenderla <Arika... Perché non mi hai mai detto nulla? Potevo aiutarti, forse... Saresti ancora qui ora> disse con un tono triste e malinconico, sua sorella le mancava, nonostante l'ambiente in cui erano cresciuti si volevano bene, erano sempre pronti l'uno per l'altro o così Erika aveva sempre pensato in passato, forse se fosse riuscita a capire quale problema avesse ora sarebbe ancora con lei.
Purtroppo non poteva saperlo, ma aspettava il momento giusto per andarsene, voleva solo vivere tranquillamente ormai, non voleva più avere a che fare con tutte quelle responsabilità, ma non poteva neanche fare quello che voleva in quel momento, era una situazione molto delicata anche se suo padre non le aveva detto i dettagli, altrimenti come avrebbe potuto vivere tranquillamente del resto.
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