▴Quattordici▴

La pioggia cadeva fine, quasi fosse un'antica danza, e creava una lieve armonia di suoni ogni qualvolta qualcosa le ostruisse il passaggio. Era appunto nelle difficoltà che la pioggia cantava, si faceva ascoltare e creava la magia.

Avrebbe saputo far cantare anche me quella situazione surreale? O sarei solo scivolata verso la pozza d'acqua stagnante e mi sarei confusa con tutto il resto?

Sebastian mi raggiunse verso la cucina e la sua espressione fu impagabile. Lo stupore nel trovare la colazione già pronta e il piccolo sorriso che gli spuntò sul volto mi lasciarono intendere che non riceveva certe attenzioni da molto tempo.

Io feci finta di nulla e cominciai a mettere qualche boccone di frittata in bocca non appena anche lui si accomodò.

Il suo sguardo però si incupì poco dopo, forse per via della chiamata dalla centrale.

Cercai di non tediarlo e non chiedergli nulla, anche se la curiosità era molta. Avevo il dubbio che si trattasse dei risultati delle analisi della ciocca di capelli.

Tornai a guardare silenziosa verso la finestra. La pioggia riusciva a rilassarmi, ma notai uno strano movimento.
Sussultai.
Mi alzai e andai verso il lavello con il piatto e aguzzai la vista sulla scena davanti a me.

L'inquietudine della mattina precedente tornò a farsi presente. Feci finta di nulla e stavo per tornare a sedere quando rividi una figura scura muoversi nel fogliame retrostante l'abitazione.

Mi voltai di spalle alla finestra con il cuore in gola.

«Sono qui» sussurrai rivolta verso Sebastian.

Sebastian alzò lo sguardo su di me. «Fai finta di nulla» mi disse, cercando di rassicurarmi con i suoi immensi occhi azzurri.

Lo guardai alzarsi, afferrare la pistola e nasconderla dietro il fianco sinistro, mentre si spostava verso la finestra, fissando il panorama al di là del vetro.

«Stai attento» gli dissi, poggiando la mano sulla sua spalla. Non era da me cercare il contatto, ma in quel momento era qualcosa di cui sentivo il bisogno, quasi a voler rassicurare me stessa più che lui.

Si avvicinò alla porta nel corridoio che dava sul retro della casa. Schiuse la maniglia in modo lento e silenzioso, lo vidi iniziare a muoversi per il giardino con fare circospetto.

Cercai di comportarmi in modo naturale all'interno dell'abitazione, ma la preoccupazione impediva ogni mio flebile tentativo. Così mi ritrovai di nuovo vicino la finestra della cucina con gli occhi puntati su Sebastian.

Lo osservavo muoversi cauto con la mano sull'arma. Si stava dirigendo proprio nel punto esatto in cui avevo visto la figura.

Avevo il cuore in gola e ero talmente concentrata su quello che accadeva fuori casa, da non prestare attenzione a quello che mi circondava.

Una persona mi afferrò da dietro coprendomi la bocca. Spalancai gli occhi dal terrore. Non potevo chiamare aiuto, né urlare.

Iniziai a scalciare e a muovere le braccia convulsamente nel tentativo di liberarmi dalla presa o sperando semplicemente che Sebastian si voltasse nella mia direzione.

Nulla, non riuscivo a colpirlo. La sua stretta si faceva sempre più salda. Nell'ennesimo tentavo di colpirgli il volto, mi afferrò le mie mani e le imbrigliò in una salda presa dietro la mia schiena, con l'altra mano che gli era rimasta libera.

Cominciò a tirarmi indietro allontanandomi dalla cucina, trascinandomi con maggior forza.

Io guardai disperatamente fuori dalla finestra, sperando Sebastian notasse la scena che si stava svolgendo.

Scalciai ancora, tentai di puntare i piedi a terra, cercando di guadagnare tempo e rallentare l'azione del mio assalitore.

Iniziai a scongiurare, affinché Sebastian tornasse indietro. Gridavo il suo nome tra le pareti del mio cervello come se potesse sentirmi.

Il mio aggressore intanto continuava nella sua impresa. Quando fummo vicino la tavola cominciai di nuovo a muovermi convulsamente cercando di liberarmi dalla presa.
Non ci riuscivo.
Così con tutta la forza che avevo in corpo mi sbilanciai di lato e alzai entrambe le gambe, facendo perdere l'equilibrio a me e a lui e ritrovandomi a sbattere con il viso sulla tavola. Ciò che rimaneva della colazione si infranse sul pavimento con un tonfo e una sinfonia di stoviglie e ceramiche che si frantumarono al suolo. Sperai che quel baccano arrivasse anche alle orecchie di Sebastian.

Sentii Sebastian urlare il mio nome da fuori e approfittai del fatto che, per rimettersi in piedi l'assalitore avesse appena mollato la presa sulla mia bocca

«È qui!» Gridai.

Mi voltai un secondo e lo vidi: era Logan. Lo stesso ragazzo che mi stava seguendo dal giorno precedente. Lo stesso che nell'autobus si era seduto accanto a me e lo stesso che la sera prima avevo visto in ospedale. Il suo sguardo era glaciale, così come il suo tocco sulla mia pelle. Un rivolo di sangue gli rigava il sopracciglio destro. La mia mossa repentina lo aveva preso alla sprovvista. Mi tappò nuovamente la bocca.

Con più foga e urgenza cominciò a trascinarmi verso il corridoio e l'uscita della casa.

Sentii la porta finestra aprirsi e richiudersi velocemente. Sebastian era in casa.

Logan dovette sentirsi alle strette, perché mi spintonò in avanti facendomi cadere. Buttò un mobiletto per il corridoio ed uscì dalla porta principale.

I lividi del giorno prima e le croste risentirono della nuova caduta e cominciarono a bruciare nuovamente. Il viso indolenzito e gonfio doveva creare un'immagine di me per niente rassicurante.

Sebastian corse nella mia direzione e mi aiutò a rimettermi in piedi.

«Mi dispiace, è colpa mia, sono stato poco attento» disse lui con lo sguardo sconfitto.

Mi accompagnò in salone, prima di tornare in cucina a prendere una busta di verdura congelata che mi adagiò sulla parte del volto tumefatto a causa dello scontro con il tavolo. Il contatto con l'oggetto gelato mi fece venire i brividi, ma mi infuse anche un sollievo immediato.

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Eccomiii! si è vero questa volta vi ho fatto attendere un po' di più per il capitolo. Ma dovevo sistemare alcune parti della storia e chiarire ancora qualche punto. Ora che con la trama sto tranquilla non mi resta che lavorarci su e svilupparla tutta, sperando nel migliore dei modi!

Torno a fiondarmi sulle storie rimaste arretrate!! Al prossimo aggiornamento.

Angela

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