Diciasette
Sebastian richiuse la porta alle nostre spalle ed io mi avviai verso la sua autovettura parcheggiata di fronte al cancello d'ingresso.
Qualcosa non andava. Avevo una pessima sensazione.
La pioggia continuava a scendere finemente, e si depositava sul viso come un velo.
Guardinga controllai che il vialetto fosse libero.
Sentivo ancora la durezza della presa del ragazzo di poco prima sui polsi.
Con lo sguardo schizzavo a destra e a sinistra pronta a vederlo spuntare da un momento all'altro. Mi bloccai a metà strada tra l'ingresso della casa e l'automobile.
Sebastian mi sorpassò e arrivò all'auto.
Lo vidi abbassarsi.
«Shana entra in casa subito!» disse lanciandomi le chiavi dell'abitazione.
Come al solito non le afferrai al volo. La mia reattività sotto ansia non era delle migliori. Mi chinai per raccoglierle.
Avevo le gambe molli, ogni passo mi costava il doppio della forza, ogni falcata e sentivo il sangue pulsarmi nelle vene, il respiro farsi lento. Dovevo indurlo io. Cominciai a boccheggiare.
Perché? Perché a me?
Inserii le chiavi nel chiavistello. Le mani mi tremavano e ci misi qualche secondo prima di sentire il click della serratura che scattava. Entrai in casa. Mi chiusi la porta alle spalle e mi appoggiai a essa per non andare in terra. Respiravo sonoramente.
Mi affacciai alla finestra e vidi Sebastian con la pistola davanti a sé girarsi intorno.
Era esattamente la situazione di poco prima. Controllai che questa volta nessuno fosse alle mie spalle. Mi sentivo completamente scoperta e alla deriva.
Afferrai la prima cosa che trovai sotto mano. Un ombrello.
Non era il massimo. Ma sempre meglio di nulla.
Rivolsi nuovamente lo sguardo verso l'ingresso della casa e vidi qualcuno colpire al collo Sebastian. Un colpo unico e deciso che gli fece venir meno i sensi.
Il poliziotto si accasciò al suolo svenuto e l'assalitore gli prese la pistola che ancora impugnava.
Si alzò da terra con la pistola e riuscii a vedere parte del viso coperto dal cappuccio.
Il rivolo di sangue causato poco prima. Un ciuffo biondo di capelli.
Che cosa potevo fare? Per di più con uno stupido ombrello.
Logan non se ne era mai andato da lì, ci aveva preso di nuovo alla sprovvista. Aveva aspettato che abbassassimo la guardia nuovamente per tornare ad agire. Lasciai stare l'ombrello.
Spostai il mobiletto che aveva tirato giù poco prima dietro la porta. Riversai al suolo quanti più oggetti potessi, in modo da rallentargli la corsa.
Intanto io mi diressi alla porta secondaria della cucina.
Il tempo di aprire la porta su retro che sentii la porta principale venir giù.
Mi si mozzò il respiro.
Non potevo farmi prendere dall'ansia proprio in quel momento.
Shana respira. Shana respira. Continuavo a ripetizione.
Uscii e mi diressi di nuovo verso la parte antistante alla casa, passando dal giardino. Mi trovai sul vialetto principale e vidi Sebastian lì a terra.
Non potevo fare nulla per aiutarlo. Avrei vanificato i suoi sforzi se mi avesse preso.
Lo superai con gli occhi lucidi. Mi sentivo un mostro, come se a sferrargli quel colpo fossi stata io.
Era colpa mia. Avevo portato anche lui nel vortice nero dei Wilson.
Iniziai a correre a perdifiato lungo la strada.
Non mi sentivo le gambe, più correvo e più un bruciore lancinante mi prendeva alla bocca dello stomaco e sul torace.
Avevo questi maledetti jeans attillati che mi bloccavano la circolazione. Le bende che stringevano sulle ginocchia. Sentii le croste sulle ginocchia cedere e di nuovo il bruciore del giorno prima farsi presente, a ogni falcata le bende sfregavano su di esso e rallentavano la mia corsa.
Non ce l'avrei fatta. Logan mi avrebbe raggiunto.
Dovevo pensare, dovevo agire in fretta.
Ero fuggita da un uomo il doppio di lui, da dentro un'auto, non riuscivo a fuggire da un ragazzo a piedi?
Mi voltai, e lo vidi, non era molto distante, mi avrebbe raggiunto in fretta.
Svoltai in una stradina laterale, spinsi a terra vari bidoni dei rifiuti. Continuai senza curarmi delle persone che mi gridavano dietro.
Svoltai in un'altra strada laterale e poi di nuovo in un'altra sperando di seminarlo.
Correvo senza nessuna direzione, ero persa, ero smarrita. La paura continuava a impedirmi di respirare, più la fatica per la corsa. I polmoni mi bruciavano e l'acido lattico nelle gambe aveva cominciato a farsi sentire.
Non dovevo cedere. Non potevo arrendermi così facilmente.
Un crampo m'irrigidì la gamba sinistra. Inciampai nei miei stessi passi e finii distesa al suolo.
Non riuscivo ad alzarmi le mie gambe crollavano sotto il mio peso.
Perché ero così debole? Perché il mio corpo si rifiutava di obbedire?
Con la sola forza delle braccia mi spostai lateralmente.
Non c'era nulla dietro al quale potessi nascondermi. Nulla che impedisse ai suoi occhi ricolmi d'odio di vedermi.
Spuntò dall'imbocco della strada. Un sorriso sadico gli comparve in volto.
«Finalmente ci rincontriamo Shana» disse beffandosi di me.
«Stammi lontano» gli intimai.
«Dovrei aver paura di una ragazzina distesa per terra, con gli occhi gonfi e senza armi?» disse scuotendo la testa e ridendo. Un inquietante luccichio aveva preso largo nei suoi occhi scuri.
La situazione lo divertiva.
Mi puntò la pistola alla tempia.
Chiusi gli occhi e qualche lacrima scivolò involontaria. Non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia. Sudavo freddo. Pensai a Joy, a Sebastian sperai che almeno ci fosse pace per loro.
Pregai la mia morte fosse rapida e veloce. L'attesa mi snervava, era come una lenta agonia.
«Se devi uccidermi fallo non torturarmi nell'attesa» gli gridai!
Mi mise un panno imbevuto di cloroformio davanti alle vie respiratorie.
Iniziai dapprima a sentirmi confusa, un dolore lanciante alla testa, e poi sentii il mio corpo rilassarsi.
Prima che le mie palpebre si abbassassero completamente lo sentii sussurre:
«Non voglio ucciderti, mi divertiva solo vederti terrorizzata».
*******
Lo ammetto è stato straziante per me scrivere questo capitolo... Mi sono ritrovata sorpresa per quello che la mia mente riesce a a sputare fuori... Lo so che magari adesso alcuni di voi odiano Logan... Ma io adoro quel ragazzo! Adoro il fatto che decide da solo quello da fare e da dire.. È un ribelle e ha una vita propria anche nella mia mente.
Detto questo benvenuti alla fase 2 di Dark Moon!
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