The way I keep ignoring every omen

– Daniel è stato posseduto da un malus un anno e mezzo fa e ti ha quasi strozzato. –
– Troppo facile. –
– Rose – Albus mi pizzica il fianco. – Perché fai così? –
– So quel che faccio. –
– Qualche anno fa abbiamo trovato un parassita in te, un parassita che si nutriva dei tuoi brutti pensieri e che ha rischiato di prendere il sopravvento su di te. E devo per caso ricordarti la storia del fetus in fetu di Daniel? Mentre si operava hai dovuto fermare un uragano che si stava dirigendo verso l'ospedale. –
– Quello potrebbe saperlo anche Mike visto che è stato lui stesso a mandarlo – l'uomo sospira, passandosi le mani sul volto.
– Sai, mi avevano avvertito fossi molto sveglia, ma non pensavo così tanto – il suo viso inizia a colare giù sul pavimento, rivelando delle fattezze diverse da quelle con cui si è presentato. I capelli azzurri sono rimpiazzati da una folta zazzera grigia, il volto è scarno e vi capeggiano due grandi occhi cerulei. Non ho mai visto questa persona in vita mia, ma so per certo che non porterà nulla di buono. – È stato facile entrare in casa vostra. Nessuna protezione, nessun incantesimo...siete stupidi o semplicemente troppo sicuri di voi? –
– Chi sei? – tuona Daniel, che si è già messo di fronte a me, come se non fosse stato lui a rischiare le penne l'ultima volta.
– Un amico di Mike e un vecchio amico di Lucius. Ho sentito tanto parlare di voi in passato, ho sentito meraviglie a dir la verità, tuttavia mi hanno anche detto che tendete quasi sempre a farvi cogliere di sorpresa e credo non avessero torto, visto quanto è stato facile entrare qui – mi mordo il labbro. Avrei dovuto mettere delle misure di sicurezza, perché non imparo mai?!
– Che cosa vuoi? – ringhia Daniel. – Prima che decida di prenderti a calci –
– Rilassati Manson, ero venuto soltanto a darti un messaggio – la mano del ragazzo cerca la mia ed io la stringo. – Tua madre adesso è con noi –
– Non so quanto possa esservi utile da morta. –
– Tu non preoccuparti di questo. –
– Non mi preoccupo più di mia madre da sei anni ormai – mi avvicino di più a lui. Riesco quasi a percepire quanto dolore stia provando lui in questo momento, quanta sofferenza gli stia causando questa situazione.
– Come vuoi tu – l'uomo fa un inchino e, a quel punto, Daniel gli salta di sopra con un balzo e lo immobilizza. Io lo guardo intensamente, i suoi arti si allungano lungo il corpo, che cade come se fosse un macigno.
Albus e Chris raggiungono Daniel e bloccano lo Psuché, che inizia ad urlare come un forsennato.
– Forse non siamo così ingenui come credevi tu, che dici? –
– Ve ne pentirete! –
– Sai che novità – Audrey si stringe nelle spalle. – Non è la prima volta che ce lo dicono, ormai abbiamo perso il conto –
– E non sarà nemmeno l'ultima se continuate così. –
– Lo portiamo al Consiglio? – chiede Albus a Daniel. Lui annuisce senza pensarci due volte. – Stai per fare un bel viaggetto –
– Io sono tranquillo, siete voi quelli che dovete preoccuparvi. –
– Di cosa? – domando. –
– Posso solo dirvi che questo è soltanto l'inizio. –
– Noi andiamo Rose – dice Daniel. – Fate qualcuna delle vostre magie e mettete una dannata barriera –
– Ne parli come se fosse colpa nostra. –
– Rose per cortesia non... –
– Quando sei stato tu a riprendermi più volte dicendo che dovevo rilassarmi. –
– Possiamo evitare di discutere di questo ora come ora? – sbotta. – Non mi pare il momento –
– Stavo semplicemente sottolineando una cosa. –
– Ti sembra il caso di farlo proprio adesso? –
– Ragazzi per cortesia! – interviene Daisy. – Perché dovete sempre fare così? –
– Non è successo niente. –
– Rose diamine! – sbotta Daniel. – Bisogna sempre dimostrare che hai ragione tu vero? –
– Non sto dicendo questo. –
– Basta – sbotta Chris. – Siete davvero incredibili. Ora noi portiamo questa feccia al Consiglio, voi state qui –
– A fare che? –
– A non fare polemica Rose – digrigna i denti. – Mio dio, alle volte sei davvero incredibile, hai la capacità di trasformarti nell'antieroina della situazione – corrugo la fronte. Nessuno mi aveva mai detto una cosa simile. – Ci vediamo più tardi –
– A più tardi – i ragazzi si teletrasportano mentre io, Audrey, Daisy e Diana rimaniamo lì. – Vedete perché questa estate ho cercato in lungo e in largo? Sapevo che sarebbe successo –
– Rose ti prego... –
– No Daisy, è per questo che ho cercato di rintracciarlo per tutta l'estate. –
– Abbiamo capito, ma ora, facendo così, che cosa ci ottieni? Ormai è andata. –
– Qualcuno è entrato in casa nostra. –
– Allora creiamo una protezione invece di continuare a discutere – sottolinea Audrey. – Rose davvero non capisco perché tu te la stia prendendo così tanto –
– Non me la sto prendendo, semplicemente penso che si poteva evitare, ecco tutto. Perché ancora, dopo tutti questi anni, non vi fidate di me? –
– Rose dobbiamo davvero fare questo discorso? –
– Lo sto facendo perché poteva capitare qualcosa di davvero brutto. Perché siamo così sconsiderati? –
– Rose... – Daisy si passa una mano sulla fronte. – Non è successo niente –
– Ma poteva succedere. –
– Ma non è accaduto – mi risponde Diana. – Quindi pensiamo a sistemare la cucina –
– Devo creare una barriera prima. –
– Rose... –
– Devo farlo Audrey! – le lampadine iniziano a tremolare. – Devo farlo –
– È per Holden, non è così? – domanda Daisy. – È per lui che stai avendo questa reazione –
– Lui è stato sicuramente un danno collaterale che avrei potuto evitare. –
– Non è colpa tua. –
– Sì invece – mi passo le mani tra i capelli e mi lascio ricadere sotto il mio stesso peso. – Sì invece –
– No – Audrey scende alla mia altezza e poggia le mani sulle mie braccia. – Smettila di pensarlo –
– Se io non avessi... –
– Non è colpa tua Rose – ripete. – Non lo è per niente, levatelo dalla testa –
– Lo è – chino leggermente la testa indietro. – È solo ed esclusivamente colpa mia, l'ho messo io in pericolo –
– Non puoi comunque cambiare niente Rose – esclama Diana. – Ormai quel che fatto è fatto, è inutile piangere sul latte versato –
– Vedi? È colpa mia, è solo ed esclusivamente colpa mia. –
– Perfetto, è andata in tilt. Ora che si fa Daisy? –
– Oh signore perché Daniel è andato via? Maledetto – sibila. – Rose cerca di ricomporti okay? Stai dando di matto –
Daniel
– Litigate ancora come due quattordicenni – sghignazza Albus. – A quanto pare certe cose non cambiano mai –
– Non cominciare – borbotto. – Non è il momento – siamo arrivati alla sede del Consiglio a San Francisco, abbiamo consegnato il prigioniero e ci hanno detto di attendere, il problema è che non sappiamo chi o cosa stiamo aspettando.
– Hai mai notato che entrambi siete molto maturati in questi anni ma, quando si parla della vostra relazione continuate ad essere infantili? –
– Hai mai notato, invece, che tu continui ad andare dietro a Rose e a mettere zizzania tra noi due nonostante vi siate lasciati da anni? – gli sorrido, ma in realtà vorrei solo prenderlo a pugni. – Non pensi sia arrivato il momento di arrenderti? Hai visto il lampadario che porta al dito? –
– Sì Daniel, lo vedrebbero anche dallo spazio. Siamo tutti bravi con i soldi di papà – lo incenerisco con lo sguardo, mi sta dando vistosamente sui nervi.
– Vi sembra il momento? – sbotta Luke.
– Benvenuto nel mio mondo, è dal lontano duemilaundici che fanno così. Rose è arrivata a New Orleans e loro due non ci hanno capito più niente. –
– Non è vero – esclamiamo contemporaneamente.
– È lui che si è messo in mezzo – dice Albus. – Se non si fosse intromesso, io e Rose staremmo ancora insieme –
– Oh ti prego, il motivo per cui voi due vi siete lasciati non sono stata io, ma tutte le bugie che le hai detto e i tradimenti con Diana. –
– E perché lei è stata perdonata? –
– Ma Rose non ha nessun problema con te, è tutto nella tua testa! –
– BASTA! – urla Chris. – Basta basta basta, non vi sopporto più! Spero che Rose vi molli entrambi e se ne vada il più lontano possibile da voi due, così da essere finalmente libera! – mi pizzicano gli occhi, sono sicuro che stanno diventando viola. Ma che diamine sta prendendo a tutti oggi? – Sono anni che vi sopporto, ormai sono arrivato al limite! –
– Rilassati, non c'è bisogno di fare la regina del melodramma. –
– Rilassati tu Albus, non credi che dovresti trovarti un altro hobby invece di cercare sempre di separare Daniel e Rose? Che poi scusami, se ci tenevi così tanto a lei, perché l'hai tradita con Diana? È questo che non capisco. –
– Non ero in me in quel periodo – incrocia le braccia al petto. – Lo sapevate tutti. La soluzione argentea... –
– Perché ne stiamo ancora discutendo? – mi massaggio il ponte del naso, prendendo un respiro profondo. – Sul serio sono passati cinque anni –
– Io sono andato via per proteggerla – esclama. – Ho inscenato la mia morte solo per saperla al sicuro –
– Ed io l'ho salvata quando ha tentato il suicidio – sbotto. – Se proprio vogliamo metterla in questi termini –
– Ripeto ciò che ho detto poco fa: spero che vi molli entrambi perché siete particolarmente tossici – guardo Chris e scuoto la testa, mi chiedo per quale motivo abbia il dente così avvelenato. Forse per tutta la storia di Diana ma, nel caso, dovrebbe prendersela con Albus, io non ho mai mostrato il minimo interesse per lei.
– Va tutto bene? – domando. – Mi sembri parecchio nervoso –
– Sto bene – borbotta. – Sono solo infastidito da voi –
– E per quale motivo? –
– Per i soliti Daniel. Dio, ma voi non crescete mai? – scrolla le spalle. – Abbiamo ventun anni e voi vi comportate ancora come se fossimo ancora al liceo –
– Non credi di essere un tantino melodrammatico? – Albus rotea gli occhi al cielo. – Io credo, invece, che tu sia sempre stato geloso –
– Albus – lo riprendo. – Non dire cose di cui potresti pentirti –
– Io non mi pento mai di niente – esclama, saccente come al solito. – È risaputo che Chris sia sempre stato geloso di noi. D'altronde tu eri quello bello, io quello intelligente, a lui che cosa rimaneva? –
– Vorrei ricordarti che io sono entrato ad Harvard. –
– Oh ti prego Daniel, sappiamo tutti che tuo padre ha staccato un bell'assegno e poof, il posto è stato tuo – guardo i due ragazzi di fronte a me e prendo un respiro profondo. Devo rimanere calmo, non devo cedere alle sue provocazioni o potrebbe finire male.
– Posso prenderlo a pugni? –
– No, l'ultima volta non è finita bene, anzi, non finisce mai bene. –
– Si riferisce a quando mi avete spedito in riabilitazione solo perché, per una volta, avevo fatto nuovamente uso della soluzione argentea. –
– Se la memoria non mi inganna è stata più di una volta Al – Luke si schiarisce la voce.
– Ripetimi per quale motivo tu ne sei uscito indenne e con l'aiuto degli altri ed io no, perché questa cosa ancora non mi è perfettamente chiara. –
– Perché lui non era recidivo Albus – roteo gli occhi al cielo. Quanto ci mette mio padre? Sto per impazzire, sento l'urgenza di tornare a casa il prima possibile, senza contare che percepisco un certo malessere in Rose, come se avesse un macigno sul petto che non la lascia respirare. – Ricordati per quale motivo sei dovuto sparire la prima volta –
– Non c'è bisogno di sottolineare sempre i miei errori. –
– Tu lo fai da una vita con me! –
– Lo state rifacendoooo – cantilena Chris. – È più forte di voi a quanto pare – prendo l'ennesimo respiro profondo. Le mani mi tremano, non so bene per quale motivo, ed io vorrei soltanto essere a casa in questo momento, lontano da tutta questa follia. – Daniel va tutto bene? –
– Sì, perché? –
– Ti vedo strano. –
– No, stai tranquillo – mi schiarisco la voce. – Non ho niente –
– Stai sudando – deglutisco a fatica, per poi asciugarmi la fronte col polso. – Vuoi che chiami tuo padre? –
– No, sto benissimo – chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo. Forza Daniel, non è da te reagire così, devi solo calmarti.
Eppure, per quanto mi sforzi, non posso fare a meno di sentire le dita che tremano e la gola che si chiude sempre di più. Ad un certo punto, infatti, mi ritrovo costretto a spalancare gli occhi, nella vana ricerca di aria visto che, in questo momento, sembra non riuscire a superare l'ostacolo della mia gola totalmente bloccata.
– Daniel? –
– Si sta sentendo male! – Luke si getta verso di me e prende il mio volto tra le mani. – Guardami, devi cercare di rilassarti, andrà tutto bene – il mio corpo tende in avanti e cade giù sotto il suo peso, schiantandosi contro il marmo lucido e nero del pavimento. Il freddo che emana non sembra darmi sollievo, anzi, facilita la contrazione di ogni singolo muscolo del mio corpo.
Non riesco a muovermi, non riesco a parlare, non riesco a fare assolutamente niente. – Chris, Albus, chiamate qualcuno ora –
– Chi? –
– Suo padre, mi pare ovvio – sbotta Tom. – E ora datevi una mossa, non vedete che si sente male? –
– Va bene va bene. Dobbiamo chiamare anche Rose per caso? –
– No, per ora è meglio di no, potrebbe andare nel panico. –
– Però ti prendi la responsabilità tu. –
– Stai tranquillo, tu va' però. –

Rose
– Strano che i ragazzi non siano ancora tornati – guardo l'orologio appena al muro, è quasi ora di cena e nessuno di loro si è fatto vivo, né ha chiamato. – Ho un brutto presentimento –
– Ma va, si saranno fermati da qualche parte – Daisy scaccia l'aria di fronte a lei, ridacchiando. – Tipo a prendere una birra –
– Daniel non mi ha detto niente. –
– Avete litigato, probabilmente ti sta tenendo il muso, lo sai com'è fatto, è dispettoso – storco la bocca. – E poi cosa sarebbe dovuto succedere? –
– Stavano trasportando uno Psuché che si è introdotto in casa nostra – puntualizzo. – Non la più tranquilla delle situazioni –
– Ma loro non sono dei pivelli – gonfio le guance, per poi sbuffare. – Di cosa hai paura Rose? –
– Sono entrati in casa nostra Daisy, sono entrati come se niente fosse – la ragazza sbuffa. – Non roteare gli occhi con me, sai che è vero –
– Che senso ha parlarne adesso? – mi rimprovera Diana. – Piuttosto, siete sicure che la barriera funzioni –
– Sì – annuisco. – Non ti dico di provarla perché ho paura che tu ti faccia male – continuo a fissare l'orologio, che fine hanno fatto?
– Così non passerà più in fretta il tempo – mi riprende Audrey. – Chiamali –
– Già fatto, nessuno risponde. Ho un brutto presentimento – la testa mi gira, un brivido mi corre lungo la schiena. C'è qualcosa che non va, lo sento.
– Hai attivato i tuoi sensi di ragno? –
– Smettila di prendermi in giro Daisy. –
– Non ti sto prendendo in giro Rose, penso solo che tu stia leggermente esagerando. Sono entrati, lo abbiamo preso subito, fine della storia, non facciamone un dramma. –
– Ma vi rendete conto che una persona estranea, un nemico, è riuscito ad entrare?? –
– Rose dai – mi implora Diana. – Mi sta venendo il mal di testa –
– Perché a nessuno sembra importare? –
– Che cosa possiamo fare adesso Rose? – sbotta Audrey. – Più di quanto abbiamo fatto intendo? Te lo dico io: assolutamente niente! – roteo gli occhi al cielo. – Non fare così, sai benissimo che ho ragione. Non potevamo immaginare che sarebbe successa una cosa del genere ma, adesso, nessuno potrà entrare qui dentro, nemmeno noi –
– In realtà avremmo dovuto tenerlo in conto, visto che Mike ci ha giurato vendetta. –
– Se vogliamo proprio dirla tutta, ha giurato vendetta a te, non a noi – esclama Audrey. – Il problema ce l'ha con te – la guardo. Non ha torto, ha semplicemente avuto il coraggio di dire ciò che tutti pensano ma che nessuno ha il coraggio di esprimere liberamente.
– Se le dici così si consegnerà a lui di sua spontanea volontà! – sbotta Daisy. – Come ti viene in mente? –
– Beh non ho torto comunque, è la verità. Mike vuole lei, di noi non gliene frega niente, l'unico che ha ferito è Daniel. –
– Ho pensato di consegnarmi, non preoccuparti – mi massaggio le meningi. – Ma poi dovreste sopportarvi Daniel –
– Dio ce ne scampi – Daisy rotea gli occhi al cielo, per poi alzare le braccia. – Ma come mai non sono ancora arrivati? –
– È quello che mi sto chiedendo anche io – prendo il cellulare e compongo il numero di Daniel. – E questo silenzio stampa non aiuta –
– Secondo me state esagerando – esclama Audrey. – Magari sono andati a bere una birra –
– Audrey stavano portando un tizio al Consiglio, non a vedere la partita di football – sbotta Diana. – Rose riesci a percepire Daniel? –
– No, quindi presumo che siano ancora a San Francisco. –
– Sono passate ore. –
– Lo so – sbuffo. – Ma non lo percepisco, quindi deve essere per forza lì dentro –
– Magari non funziona in questo momento. –
– Funziona sempre Audrey. –
– Non sei perfetta Rose, anche tu puoi fare cilecca. –
– Lo so benissimo, ma non in questo caso, non è mai successo che io non percepissi Daniel, persino quando non avevo ancora poteri riuscivo a sentire qualcosa. –
– Va beneeeee – esclama Daisy. – Cerchiamo di mantenere la calma, in fondo sono grandi e vaccinati –
– Sono ancora a San Francisco questo è sicuro, vorrei solo capire il perché. –
– Rose ri-las-sa-ti, non capisco per quale motivo tu sia andata tanto in tilt, è tutto a posto – prendo un respiro profondo, per poi iniziare a camminare avanti e indietro per la stanza. – Mio dio sta dando di matto –
– Sì, sta decisamente dando di matto – esclama Diana.
– Che facciamo? – chiede Audrey. La stanza intorno a me comincia a girare vorticosamente, fino a quando non riesco più a distinguere i colori e gli oggetti.
Il mio corpo, invece, rimane immobile, come se fossi io a causare questa situazione.
Ad un a tratto, però, tutto si ferma, ma io non sono più nel salone di casa mia, bensì in un ambiente totalmente bianco e luminoso.
– Che diamine è successo adesso? – sbotto. – Come ci sono finita qui? –
– C'entro di nuovo io, scusami – Holden compare improvvisamente, tenendo una mano in dietro il capo ed una alzata verso l'alto. – Non conosco altro modo per contattarti –
– Beh dovremmo trovarlo o ci rimarrò secca – porto una mano sul petto. Il cuore mi sta battendo all'impazzata e non riesco a prendere dei bei respiri profondi. – Dico sul serio, non puoi usare una tavola Ouija come fanno tutti? –
– La domanda, a questo punto, vien da sé: hai una tavola Ouija a casa? –
– No, però se servirsi la prenderei, ormai le vendono in edicola. –
– Okay lasciamo stare – scuote il capo. – Non è per questo motivo che ti ho chiamato –
– Sì questo un po' lo avevo immaginato. –
– Ho visto quello è successo a cena, non deve essere stato per niente carino. –
– No, affatto – mormoro. – È la cosa peggiore è che tutti sembrano prenderlo sottogamba –
– Ognuno affronta le cose a modo suo Rose, ormai dovresti saperlo. –
– Sì okay, ma perché sembro l'unica a preoccuparsi? –
– Magari non lo danno a vedere – incrocio le braccia al petto, guardandolo di traverso. – O magari non ci vogliono pensare. Sono in guerra anche loro Rose, e lo sono dal tuo stesso numero di anni –
– Non ho mai detto il contrario mi sembra. –
– Sei sulla difensiva. –
– Mi conosci, sono sempre sulla difensiva – mi stringo nelle spalle. – Che cattive notizie devi darmi? –
– Si stanno riunendo Rose. Tutti i vecchi Psuché, quelli che sono sopravvissuti tra i nuovi, si stanno riunendo, proprio come vi ha detto quello che si è introdotto in casa vostra. –
– Derek ha detto che stavano sparendo ad uno ad uno – corrugo la fronte. – Non capisco –
– Stanno sparendo perché si stanno radunando – sottolinea. – Com'è possibile che Derek non vi abbia detto niente? –
– Ti giuro che sono basita quanto te. –
– E del corpo della madre di Daniel? -
– Lo abbiamo saputo durante quella piccola interruzione a cena ma, a quanto pare, Daniel lo sapeva da circa una settimana. –
– Noto che la comunicazione non è la base di questo rapporto. –
– Mi ha di nuovo nascosto le cose – prendo un respiro profondo. – Giuro che quando lo prendo... –
– Non vorrei essere al suo posto, ma torniamo alle cose serie. Il fatto che... –
– So benissimo cosa vuol dire purtroppo, e anche troppo bene. –
– Cerca di stare allerta okay? Non abbiamo bisogno di altre stragi. –
– Lo so – mormoro. – Dov'è Daniel in questo momento? –
– Ha avuto un attacco di panico mentre erano al Consiglio. –
– Come? – esclamo. – Devo andare subito da lui –
– No no no – poggia le mani sulle mie braccia, uno strano calore si sprigiona dal punto in questione. – Non è il caso –
– Perché? –
– Hanno chiamato Derek ed ora stanno parlando con lui, è meglio che tu rimanga qui. –
– Perché ho come l'impressione che mi stiate nascondendo qualcosa? –
– Perché sei sospettosa di natura, quando non ce n'è assolutamente motivo. –
– E allora perché nessuno mi aveva detto niente di Daniel? –
– Non penso fossi il loro primo pensiero, se devo essere sincero – sospiro. – Questa cosa che accorrete sempre ad ogni minimo inconveniente... –
– Questo non mi sembra un 'minimo inconveniente', ma una cosa seria. –
– Rose lascia stare, fidati di me. I ragazzi se la stanno cavando benissimo. –
– Come fai a saperlo? –
– Io vedo tutto – si stringe nelle spalle. – Dovresti saperlo –
– Ed io voglio vedere Daniel – ribadisco. – Voglio vedere Daniel –
– Daniel sta bene, non devi preoccuparti. –
– Devo vederlo con i miei occhi. –
– Certo che sei proprio una testa dura. –
– Dimmi qualcosa che non so. –
– La madre di Daniel è viva. –
– Eh? –
– È ancora viva. –
– E lui lo sa? –
– No. –
– Allora è questo il vero motivo per cui mi hai convocato. –
– Brava, esatto. –


Sbaaam!

ecco arrivato il primo problema per i ragazzi. Allora, cosa ne pensate di questa storia fino a questo punto?

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