In an emotional blender

– Da quanto tempo non passavamo una serata solo noi due? – Daniel mi fa fare una giravolta, per poi stringermi a sé e passare un braccio davanti alle mie spalle.
– Da prima che finissero gli esami – continuiamo a camminare per le strade di New Orleans. Il caldo è davvero insopportabile, ci appiccica i vestiti addosso, eppure noi due continuiamo a stare attaccati come se niente fosse. – Paradossalmente, quando ancora non stavamo insieme, passavamo più tempo da soli –
– Perché tu non vuoi mai che ci scostiamo dai ragazzi! –
– Per questo ho pensato una cosa – mi stacco da lui, afferro la sua mano e lo guardo.
– L'ultima volta che hai camminato all'indietro sei caduta e hai sbattuto la testa. –
– Abbiamo un viaggio alle Fiji in sospeso no? –
– Sì, quello che avremmo dovuto fare a dicembre ma che tu hai voluto rimandare alle vacanze di primavera perché volevi passare Capodanno con i ragazzi, salvo poi dover scappare in varie parti dell'Europa per colpa di Mike. –
– Te la sei proprio legata al dito, e poi dici che sono io. –
– Che volevi dirmi? –
– Che partiamo domani – sfodero un sorriso a trentadue denti. – Sorpresaaaa –
– Come prego? –
– Oggi pomeriggio ho chiamato l'agenzia e ho cambiato le date, hai fatto bene a tenere tutto in sospeso – Daniel sorride, si china, e abbraccia le mie gambe, sollevandomi. – Deduco che tu sia contento –
– Contento? Sono la persona più felice sulla faccia della terra – ci fa girare, io ridacchio. – Non ci speravo nemmeno più –
– Ed io ti ho stupito – mi rimette giù. – Credo che sia la prima volta che riesco a farti una sorpresa –
– Non lo so, ma sono contenta che tu lo abbia fatto – mi passa un braccio intorno alle spalle e mi stampa un bacio sulla fronte. – Ti amo tanto –
– Ti amo tanto anch'io. –
– Ma devo tornare a fare le valigie! – esclama. – Devo farlo immediatamente –
– Sì – ridacchio. – Io ho già preparato tutto –
– Potevi avvertirmi un po' prima! A che ora abbiamo l'aereo domani? –
– Alle dieci. –
– Rosebelle! – sbotta. – Adesso dovrò passare la notte insonne per preparare tutto –
– Beh ma poi passerai due settimane con la tua ragazza preferita – le sue labbra si curvano. Daniel abbassa lo sguardo e ridacchia. – Ci ho preso –
– Sei davvero una stronza. –
– Me ne hanno dette di peggio, soprattutto tu. –
– Sapevo che mi avresti risposto così. –
– Andiamo alle Fiji! – alzo le braccia al cielo. – Nell'hotel sottomarino! –
– Lo so, c'era scritto nella tua lista di cose da fare prima di morire che, apro e chiudo parentesi, potrebbe anche cambiare nome. –
– In realtà, per quanto paradossale possa sembrare, mi ricorda uno dei tanti passi che ho fatto per guarire – mi stringo nelle spalle. – Però, in compenso, sto aggiungendo punti, ti darò la lista aggiornata domani –
– Grazie capo – mi strizza una guancia. – Anche perché ci sono un paio di punti che dovremo cancellare mentre saremo lì –
– Sìììì – si china e mi dà un bacio.
– Sono davvero la persona più felice del mondo –
– Sono contenta. Mi dispiace se, di tanto in tanto, ti ho trascurato, se ti ho ferito, se ho praticamente messo in stand-by questa meravigliosa e costosissima vacanza. –
– Beh adesso possiamo rimediare. Non hai detto ai ragazzi dove andiamo vero? –
– L'ho detto soltanto alle ragazze – assottiglia le labbra. – Rilassati –
– Avrei preferito che nessuno sapesse niente. –
– Sei troppo superstizioso. –
– Senti da che pulpito viene la predica – mi abbraccia di nuovo. – Tu vai in crisi se, prima di un esame, ti si rompe un bracciale –
– Non è assolutamente... – mi guarda di traverso. – Okay hai ragione, però questa volta sei stato tu –
– È che sono troppo contento per questa cosa ma, allo stesso tempo, sono molto spaventata. –
– Spaventata da cosa? –
– Non lo so nemmeno io in realtà. Alla fine è solo una delle mie tante fissazioni. –
– Beh sappi che, qualsiasi fissazione tu abbia, io sarò sempre qui a tranquillizzarti. –
– Sempre? –
– Sempre – prende il mio viso tra le mani. – Ti amo troppo per fare diversamente –

🏹🏹🏹🏹

– Lo senti questo? – corrugo la fronte. Daniel sta sorridendo, facendo roteare gli indici delle mani. – È il silenzio di due persone che, per la prima volta dopo tanto tempo, sono sole –
– Daiii, non essere così cattivo. Vorrei ricordarti che ci hanno diviso per mesi, ed io e te eravamo soli. –
– Sì, con la costante ansia che Mike ci trovasse – vorrei rispondergli che, in realtà, anche adesso c'è quella paura, ma so che gli darebbe molto fastidio. – Vuoi dirmi qualcosa? –
– No no – mi stropiccio gli occhi. – Sono semplicemente stanca, sai che non riesco a dormire sull'aereo –
– Adesso, però ci aspetta un lungo viaggio verso le Fiji, quindi credo che riuscirai a riposare un pochino. –
– Sì, probabilmente hai ragione – appoggio la fronte sulla sua spalla. – Sono davvero contenta di star facendo questa cosa con te –
– Ah davvero? Grazie. –
– Daiiii – gli pizzico un fianco. – Non puoi essere ancora seccato per quella vecchia storia –
– Invece lo sono – alzo lo sguardo, lui sorride. – Non come prima ovviamente, ma diciamo che me la sono legata al dito ecco –
– Non avevo dubbi a riguardo – mi passa una mano tra i capelli. – Ma, adesso, siamo solo noi due e stiamo per andare dall'altra parte del mondo, quindi non vedo dove sia il problema –
– Infatti non c'è nanerottola. –
– Non chiamarmi così. –
– Ma lo sei. –
– No, sei tu che sei alto, io sono un metro e sessantasette. –
– Beh, dalla mia prospettiva, sei comunque una nanerottola. –
– Certo che sei davvero uno stronzo – mi abbraccia. – C'è qualcosa che non va per caso? –
– Perché me lo chiedi? –
– Mi sembri strano, ecco tutto – alzo lo sguardo, Daniel scrolla le spalle.
– Non cominciare Greyson. –
– Non sto cominciando te lo assicuro, sto semplicemente cercando di capire, ecco tutto. –
– Rosebelle – poggia le mani sulle mie spalle. – Adesso tu, per le due settimane in cui saremo alle Fiji, metterà in stand-by quella meravigliosa testolina che ti ritrovi, okay? – gonfio le guance. Vorrei riuscire a prometterglielo senza pensarci due volte, senza lasciarlo appeso ad un filo, ma so che, purtroppo, non è possibile: cercherò, invece, di mascherare ogni cosa come sempre, di tenerlo all'oscuro sperando che non se ne accorga, cercherò di proteggerlo perché io so che, se mai Mike vorrà arrivare di nuovo a me, è lui che colpirà per primo.
– Va bene – sorrido. – D'altronde te lo avevo già detto ieri no? –
– Vero, ma ti conosco, volevo ribadire il concetto prima che ci ripensi. –
– Non ci ripenso, te lo posso assicurare – mi guarda con le palpebre ridotte a due fessure, prima di sollevare uno dei due angoli della bocca. – Te lo prometto –
– Mmh mmh. –
– Giuro – sbatto le ciglia. – Non ti fidi di me? –
– Non ci provare. –
– A fare che? –
– Gli occhi dolci – mi punta un dito contro. – Lo fai sempre quando vuoi ottenere qualcosa –
– Non so di cosa tu stia parlando. –
– Io, invece, penso di sì. –
– No – scuoto la testa, per poi scoppiare a ridere sonoramente. – Non è assolutamente vero –
– Allora lo fai in maniera involontaria. –
– Beh potrebbe essere – mi stringo nelle spalle. – Facciamo tantissime cose in modo involontario alla fin fine –
– Sei davvero bravissima ad arrampicarti sugli specchi. –
– È la mia specialità, però devo ammettere che ho imparato dal migliore – Daniel, a quel punto, si siede. – Che fai? –
– Sono stanco, non ho più sedici anni. –
– Per fortuna – mi accomodo accanto a lui. – Mi fa leggermente male la schiena –
– Probabilmente sei stata troppo seduta – poggia una mano sul punto in questione. – Sei tutta contratta –
– Penso che sia anche la posizione in cui dormo. –
– Intendi in diagonale sul materasso? Lo credo anche io. –
– Ma... –
– Tra poco non riuscirò più a dormire con te, mi butterai fuori dal letto. –
– Esagerato. –
– Ne riparliamo quando finirò giù per terra. –
- Idiota – borbotto. Ma so che, in fondo, ha ragione, per questo non posso fare a meno di sorridere.
Daniel
La testa di Rose scivola lentamente, fino a cadere sulla mia spalla. Una parte della folta chioma rossa le nasconde il viso pallido, lasciando intravedere solo un occhio e metà bocca.
Cerco di sistemarmi come meglio posso, onde evitare di svegliarla. Il viaggio è stato abbastanza lungo e, per quanto sia consapevole che Rose ha una resistenza abbastanza elevata, alla fine è crollata come una pera cotta.
La osservo avvolgere le braccia intorno al mio, nessun movimento inconsulto, nessuno movimento agitato, dorme tranquilla per la prima volta da tanto tempo.
Mi chiedo cosa stia passando per quella testolina, quali grandi problemi le stiano balzando da una parte all'altra, quali soluzioni. Ha sempre voluto pensare a tutto, ogni singola situazione doveva essere risolta da lei, che fosse coinvolta o meno, come quando rischiavo di essere bocciato al primo anno di liceo.
Le luci sull'aereo si abbassano, probabilmente per dare la possibilità a tutti di dormire. Io, invece, non ho ancora sonno. Mi chiedo per quale motivo abbia deciso di partire proprio adesso, cosa l'abbia spinta ad organizzare un viaggio in fretta e furia, quasi stessimo scappando da qualcosa, o da qualcuno. Sta tentando di nascondermi qualche notizia su Mike? Vuole tenermi al sicuro? Potrebbe essere tutto abbastanza plausibile visto che, due anni fa, ha tenuta nascosta la profezia di Nostradamus riguardo la sua morte per circa due mesi, come se niente fosse. È una tale testa dura alle volte.
Le hostess passano con coperte e cuscini ed io, sempre tentando di non svegliare Rose, afferro gli oggetti per entrambi.
– Sai, in questo momento mi sarebbe davvero utile saper fare uno dei tuoi trucchetti mentali, come faccio ad aprire le coperte senza le mani? – la guardo, è ancora nella stessa posizione ed io, con non poca fatica, la copro. Le sue dita si stringono di più intorno al mio braccio, non so se perché stia sognando qualcosa di particolare o semplicemente per riflesso. – È tutto a posto, ci sono io qui con te – appoggio la guancia sulla sua testa e sorrido. Vorrei poterla tenere al sicuro, vorrei che la smettesse di lanciarsi nelle cose come se fosse un kamikaze, vorrei che non rischiasse più la vita, vorrei che, per una volta, mi rendesse partecipe.
– Chissà cosa ti sta passando per quella testolina maledetta che ti ritrovi in questo momento – mormoro. – Vorrei che mi parlassi dei tuoi problemi, vorrei che ti nascondessi dietro di me, di tanto in tanto, anche se so che è praticamente impossibile chiederti una cosa del genere, visto il tuo carattere. Mi chiedo per quale motivo tu abbia deciso di partire così in fretta, cosa si celi dietro questa improvvisa voglia di partire perché, per quanto io voglia credere che volesse davvero stare con me, so per certo che deve esserci qualcosa sotto, qualcosa di cui non vuoi parlarmi, qualcosa da cui vuoi proteggermi... – prendo un respiro profondo. Non voglio correre il rischio di svegliarla, anche perché sarebbe di cattivo umore. – Ti amo davvero tanto, con ogni fibra del mio corpo – mi limito, perciò, a socchiudere anche io le palpebre, sperando di prendere un po' di sonno o, quantomeno, di calmarmi. Sono sicuro che mi nasconda qualcosa, sicurissimo anche se, in questo momento, sembro quasi lei, con tutte quelle paranoie che ha sempre e che, di tanto in tanto, sono sul punto di soffocarla.
Ma d'altro canto so che, se cerco di pressarla, corro il rischio io stesso di soffocarla. Più di una volta abbiamo litigato per il mio senso di protezione, perché io tendo a volerla tenere stretta a me più del dovuto; ma la verità è che prima c'è stato il tentato suicidio e, due anni dopo, è morta, ed io non posso permettere che accada di nuovo, non posso lasciare che niente e nessuno la ferisca.
– A che stai pensando? – abbasso lo sguardo. Rose si stropiccia gli occhi e si schiarisce la voce.
– Ti ho svegliato? –
– No, ho fatto un brutto sogno. –
– Cosa? – ho quasi paura a chiederglielo. E se Mike avesse deciso di ritornare a farle visita in questo modo?
– Ho sognato che mi cadeva un dente – inizia a tastarli, giusto per assicurarsi che non sia vero. – Non una bella esperienza –
– Sono ancora tutti intatti, puoi tornare a dormire. –
– Prima devo fare la pipì – si alza e mi scavalca. – Mi hai messo addosso anche la tua coperta? –
– Io dormo in mutande anche in inverno, quindi – mi stringo nelle spalle.
– Quest'anno ti regalerò un pigiama per Natale. –
­– Come vuoi capo. –
– Adesso vado, però poi mi dici cosa ti stesse passando per la testa. –
– Te – sfodero un sorriso sornione. Lei, tuttavia, rotea gli occhi, e mi dà una botta sulla fronte. – Auh –
– Sei davvero un deficiente. –
– Non è la prima volta che me lo sento dire. –
– Chissà mai – ridacchia, ed io la osservo sparire nel corridoio dell'aereo, fino ad arrivare al bagno. È assurdo che abbia capito immediatamente che ci fosse qualcosa che non andava, è assurdo che riusciamo a capirlo in men che non si dica. Probabilmente siamo ormai così totalmente in sintonia, da riuscire a comprenderci al volo.
Guardo fuori dal finestrino, il cielo è scuro e si vedono poche stelle. Sento una morsa chiudermi lo stomaco, un senso di ansia leggermente nuovo, lontano dal comportamento da ragazzo sbruffone e pieno di sé che, ancora, di tanto in tanto, ancora ho.
Passano circa cinque minuti prima che Rose ritorni, scavalcando nuovamente e sedendosi accanto a me, con la guancia appoggiata sulla mia spalla.
– Allora, che problema c'è? –
– Perché hai voluto che partissimo dall'oggi al domani? –
– Che intendi? –
– Quando ti ho proposto questo viaggio, non ci hai messo due volte a rimandarlo per poter stare a Capodanno con i ragazzi e poi, dopo quello che è successo con Mike, è finito nel dimenticatoio. Cosa ti ha spinto, adesso, a cambiare idea? –
– Non posso voler stare un po' di tempo col mio ragazzo? –
– Rosebelle. –
– Daniel – ridacchia.
– Dimmi la verità –
– L'ho fatto. –
– Rosebelle. –
– Ho sentito che ci stavamo allontanando ultimamente, quindi ho pensato che sarebbe stato il momento ideale per fare quel bellissimo e meraviglioso viaggio che avevi deciso di regalarmi per Natale. –
– Quindi mi hai fatto la grazia. -
– Daniel – avvolge le braccia intorno al mio. – Lo sai che ti amo –
– Ti amo tanto anch'io, ma ho come l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa. –
– Cosa dovrei nasconderti? – assottiglio le labbra. – No, nessun contatto –
– Pensavo che... –
– Siamo talmente abituati a doverci difendere a vicenda che, ormai, nessun gesto spontaneo viene più visto come tale, ma più come una tattica – mormora, corrugando la fronte. – Io volevo semplicemente stare con te, niente di più, niente di meno –
– Mi dispiace – mi massaggio il ponte del naso. – Non volevo dubitare delle tue intenzioni –
– Non sono arrabbiata con te, sono semplicemente dispiaciuta. Non ho mai realmente pensato che tutto quello che abbiamo passato in questi anni, per la storia di Morsein intendo, avrebbe potuto influenzare il nostro rapporto, invece è successo, ed io non me ne sono accorta fino ad adesso. –
– Non pensiamoci più va bene? – le passo una mano tra i capelli, lei vi poggia la guancia. – Ho sbagliato a dubitare, adesso godiamoci la vacanza –
– La domanda è: siamo ancora in grado di andare in vacanza e divertirci senza pensare alle conseguenze? –
– Penso che lo scopriremo in questi giorni Sherlock – storce la bocca. – Ti amo davvero tantissimo –
– Ti amo tantissimo anche io idiota – le do un bacio sul naso. – E poi vorrei ricordarti che non è la prima volta che partiamo insieme –
– Ricordarmi come hai rischiato di spaccarti la testa in Australia. –
– Ancora con questa storia? – roteo gli occhi. – Non era successo niente di che –
– Insomma – china leggermente la testa di lato. – Hai perso un po' di sangue –
– Mi sono leggermente graffiata. –
– Non ti sei leggermente graffiate Rose, questo lo sai tu e lo so io. –
– Iperprotettivo. –
– Idiota – lei sorride. – Ritorna a dormire dai, il viaggio è ancora lungo –
– Mmh vuoi liberarti di me eh. –
– Assolutamente no! – poggio una mano sul petto con fare teatrale. – Sai che non potrei mai –
– Ti conosco abbastanza bene da essere consapevole che, di tanto in tanto, non possiamo stare vicini perché finiremmo per beccarci. –
– Non succede da tantissimo tempo. –
– È successo qualche giorno fa Daniel. –
– Quello non conta – mi guarda con un sopracciglio alzato. – Dico sul serio! –
– Sei davvero un idiota – poggia la guancia sulla mia spalla e mi guarda. – Ma seguirò il tuo consiglio, perciò buonanotte -
– Ah così. –
– Avrei dovuto annunciarmi per caso? –
– No no – scuoto la testa. – Semplicemente pensavo che ci volesse di più per convincerti –
– Sono una donna piena di sorprese. –
– Questo è poco ma sicuro – ridacchio. – Fai sempre delle sorprese, a volte belle altro no –
– Sto percependo una frecciatina. –
– No no, assolutamente – sventolo le mani davanti al suo volto. – Non so perché lo pensi –
– Perché ti conosco come le mie tasche. –
– Touché. –
Rose
– Questo posto è davvero pazzesco – mi guardo intorno. L'albergo in cui Daniel ha prenotato è davvero meraviglioso. La parte della hall è, effettivamente, fuori dall'acqua, ma completamente costruita con vetri enormi che fanno intravedere il paesaggio circostante. – È ancora in costruzione? –
– In parte sì, ma non preoccuparti, non ci risveglieremo mangiati dagli squali – appoggio il mento sul suo braccio e lo guardo. – Smettila –
– Di fare cosa? –
– Di fare quegli occhi – porge la carta di credito alla receptionist. – Hai deciso cosa ti va di fare per prima cosa? –
– Buttarmi sulla sabbia e non pensare a niente. –
– Sul serio? –
– Sul serio, ho avuto la testa sul punto di esplodere più volte nell'ultimo anno. –
– Negli ultimi tre anni vorrai dire – sottolinea. – Intendo da quando... –
– Sì, avevo capito a cosa ti stessi riferendo – o forse sarebbe meglio a dire a chi. Scaccio immediatamente via quel pensiero, per le due settimane che staremo qui voglio essere tranquilla e rilassata, per quanto difficile possa essere.
Seguiamo uno dei fattorini indirizzarci verso la nostra camera che, come volevasi dimostrare, è sott'acqua.
– Ma è bellissimo! – esclamo, girando su me stessa per ammirare ogni singola parte di quel posto.
– Penso che tu possa cancellarlo dalla tua lista di cose da fare prima di morire, che dici? – lo guardo e, senza aggiungere niente, gli salto in braccio. – Okay okay, questo è un po' inaspettato –
– Grazie per tutto questo. So che abbiamo rimandato di tanto per colpa mia, ma sono davvero contenta di essere qui. –
– Ed io sono contento di vederti così, sei stata troppo triste questa estate, e non mi è piaciuto per niente – mi stacco e lo guardo. – Lo so che c'è un casino lì fuori e che, probabilmente, ben presto scoppierà una guerra di proporzioni epiche, ma possiamo ancora ricavare qualcosa di buono –
– Allora significa che, fino a quando potremo, fingeremo di essere due persone normali senza poteri, che non devono salvare il mondo, che non hanno rischiato di morire un milione di volte... –
– Tu, in realtà, una volta ci sei riuscita – puntualizza.
– Ma è stato per una manciata di ore. –
– Ventiquattro. –
– Conta? –
– Sì – annuisce. – Conta – si massaggia il ponte del naso. – Conta tantissimo. E non pensare che abbia dimenticato che Albus sapesse tutto ed io niente –
– Avresti cercato di fermarmi, rischiando di far cambiare il corso delle cose –
– Tutto per una stupida leggenda che aveva profetizzato Nostradamus con suo figlio. –
– Una leggenda che, se non sbaglio, si è avverata. –
– Perché stiamo parlando di questo? – si allontana velocemente da me, aprendo al valigia. – Avevamo detto di fingere di essere normali no? –
– Sì, non so come sia uscita fuori questa discussione. –
– Come escono fuori sempre – scrolla le spalle. – Allora, la famosissima lista di cose da fare qui? –
– Cosa ti fa pensare che io ne abbia stilata una? – inclina la testa di lato, per poi scoppiare a ridere. – Sono davvero tanto prevedibile? –
– Un pochino sì, non ti offendere – assottiglio le labbra. – Adoro le tue liste lo sai –
– In realtà non ne sono tanto sicura. –
– Ne sono diventato un estimatore col tempo – avvolge le braccia intorno ai miei fianchi. – Dico sul serio, ormai so che fanno parte di te, ci ho fatto l'abitudine, un po' come tu col mio caratteraccio –
– Okay ammetto che, effettivamente, una lista c'è... –
– Non avevo dubbi a riguardo. –
– Ma possiamo anche non seguirla, non siamo obbligati. –
– Io voglio seguirla – si stringe nelle spalle. – Dico sul serio –
– Sicuro? –
– Sicuro – incrocia le dita. – Non ti direi mai una cosa per un'altra –
– Beeeeeeh. –
– Cosa? –
– Ho un paio di esempi che dimostrerebbero il contrario – corruga la fronte. – Ora mi risponderai che non hai idea di cosa io stia parlando –
– Non ho idea di cosa tu stia parlando, è così. –
– Oh andiamo Daniel. Quante volte, in questi anni, non mi hai detto la verità per evitare che ci rimanessi male? – il ragazzo gonfia le guance, guardandosi intorno. – Ecco appunto –
– Sei scorretta. –
– No, sto semplicemente dicendo la verità. –
– In quale universo? –
– In tutti amore, in tutti – sorrido. In questo momento non vorrei essere con nessun altro. – In tutti –
– Che stronza. –
– Grazie – sfodero un sorriso a trentadue denti. – E grazie per questa vacanza meravigliosa –
– Aspettiamo di essere tornati a casa per dirlo. –
– In effetti non hai tutti i torti. –

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