I pace like a ghost

– Porca troia! – digrigno i denti mentre osservo il cielo stellato sopra di me. Il sudore mi imperla la fronte, i grilli gracchiano incessantemente, i miei capelli sparpagliati sull'erba. – Dio, perché non ci riesco? –

– Quando la smetterai? – il viso capovolto di Daniel entra nel mio campo visivo. I lunghi capelli biondi sono legati a metà cranio in una crocchia e, dall'espressione che ha, non è per niente contento di avermi trovato qui. – Perché vuoi metterti nei guai? –

– Non voglio mettermi nei guai, sto solamente cercando di risolvere una brutta situazione – il ragazzo sospira e mi porge le mani, aiutandomi a rimettermi in piedi. – D'altronde non mi sembra che qualcuno abbia fatto qualcosa –

– Mio padre ha mandato le migliori squadra sul campo Rosebelle. –

- E che cosa abbiamo ottenuto? Mike è ancora lì fuori, pronto a giocare con le nostre menti e ad uccidere o ferire le persone che amiamo di più al mondo. –

– Rose – afferra il mio volto. – Sta succedendo di nuovo –

– Sto bene. –

– No, hai gli occhi da pazza – abbasso lo sguardo. Ho provato tutta l'estate a rintracciare Mike, non ottenendo, tuttavia, alcun risultato. – Niente di quel che è successo è colpa tua –

– Dovevo intervenire prima. –

– No. Hai fatto tutto ciò che era in tuo potere per fermarlo, ci hai provato con tutta te stessa. –

– Ma ho fallito. –

– Perché sei umana. –

– Hai sentito anche tu quel che ha detto al mio compleanno: non importa dove andremo, lui ci troverà. –

– Ehi, non ci pensare – avvolge le sue braccia intorno a me, stringendomi a sé. – Questa situazione può davvero fare paura ma, se continui a rimuginarci, se continui a pensarci, entrerai in un loop senza fine –

– Come fai ad essere tanto calmo? –

– Sai benissimo qual è il mio segreto – sorride. – Per questo devi stare calma, o finirò per agitarmi anche io –

– No ti prego, non te la sei vista bene l'ultima volta, e neanche quella prima...ora che ci penso, nell'ultimo anno hai preso più botte di quel che pensassi. –

– Benvenuto nel mio mondo, questo è quello che provo io dal duemiladodici. –

– Dobbiamo per forza andare a quella festa? –

– Sì – annuisce.

– Ma tra qualche settimana torneremo a New York, e lì ce ne saranno altre. –

– Non credo che prendere un po' d'aria ti faccia male, hai passato quattro mesi a spulciare il diario di Morsein nella speranza che ti desse qualche risposta. –

– Sono sicura che ci sia qualcosa lì, devo soltanto cercare meglio...e comunque devo anche mandare alcune domande per i college, quest'anno ci diplomiamo. –

– Lo so, e so anche che le scadenze sono ancora lontane, tu non ti riduci mai all'ultimo minuto. –

– Di solito non sei tu quello che mi prega di rimanere a casa da soli? –

– Vero, e per quanto sia fermamente convinto che mi pentirò amaramente di questa mia scelta, sono anche abbastanza consapevole che hai bisogno di uscire e di staccare il cervello. L'unico momento in cui non hai pensato a Mike è stato durante il periodo degli esami. –

– Non me la vuoi proprio dare vinta questa volta – chino leggermente la testa di lato.

– No, ma ti assicuro che mi ringrazierai. –

– È mai successo? –

– Ah ah, spiritosa – avvolge un braccio intorno alle mie spalle e, insieme, ci incamminiamo verso il country club dove si sta tenendo la festa di fine estate. – Prepareremo le domande per i college domani, non preoccuparti –

– Ci pensi mai che questa è la nostra ultima occasione per rimanere tutti insieme? –

– No in realtà, non sono te – lo guardo di traverso. – E poi non è ancora detto –

– Promettimi che... –

– ...non sceglierò un college soltanto perché lo scegli tu, o non avrei preso in considerazione la John Hopkins. –

– È la migliore, e noi riusciremo ad avere una relazione a distanza, siamo abbastanza forti. –

– E comunque uno dei professori mi ha anche scritto una lettera di referenza per Oxford e Cambridge, lui ha studiato lì, dovresti sentirlo parlare, ha un accento super posh. –

– Oxford e Cambridge? Perché non mi hai detto niente? –

– Perché so che ti sei innamorata di quel corso in Politcs and International Relations ad Oxford e, quando mi hanno consigliato di andare lì per fare la specializzazione, avevo paura che mi avresti accusato di non volerti lasciare andare. –

– Per quali altri college stai facendo domanda? –

– Yale, Brown e Berkeley. –

– Anche io sto provando Yale, e la Berkeley è vicina alla Stanford, dove... –

– Non è colpa mia, le università più rinomate del Paese sono sempre le stesse, mica possono cambiare. E poi non capisco per quale motivo tu abbia tanta voglia di separarti da me. –

– Non ho alcuna voglia di separarmi da te Daniel, non voglio semplicemente che tu prende decisioni importanti sul tuo futuro basandole sulla nostra relazione. –

– Vuoi che ti dimostri che so stare senza di te? – si allontana, bloccandosi di fronte alla sottoscritta. – Perché posso facilmente accontentarti –

– Non è questo ciò che ho detto. –

– A me, invece, sembra proprio che tu stessi cercando di intendere questo – prendo un respiro profondo. – Rosebelle se vuoi lasciarmi... –

– Ti prego non cominciare di nuovo con questa storia. Pensavo che volessi farmi staccare il cervello, non rimuginare ulteriormente su un'altra storia. –

– Sì certo scusa, colpa mia, come al solito dopotutto – riprende a camminare, scuotendo la testa.

– Daniel – sospiro. Ultimamente è diventato talmente difficile parlare con lui, come se fossimo su due pianeti differenti. – Daniel! –

– Siamo già abbastanza in ritardo. –

– E chi se ne frega, tanto parleranno comunque – mi stringo nelle spalle. – Da quand'è che fanno battute su di noi? Da quando avevamo sedici anni? –

– Sto bene Rose, dico sul serio. –

– Daniel... –

– Niente 'ti conosco come le mie tasche', è una storia vecchia come il mondo. –

– Sono convinta che ognuno dovrebbe fare le sue scelte indipendentemente dall'altro, ma se dovessimo capitare nello stesso posto potrei solo esserne felice – il ragazzo assottiglia le labbra, sorridendo appena. – Lo sai che ti amo –

– Sì, e sfortunatamente ti amo anche io. –

– 'Sfortunatamente'. –

– Sfortunatamente – ripete. – Ora possiamo andare alla festa? –

– Perché vuoi andare a quella strabenedetta festa? –

– Perché voglio sentirmi normale per una volta, e non pensare che anche quest'anno qualcuno tenterà di ucciderci, qualcuno rischierà di morire...voglio solo essere un normale ventunenne. –

– Okay – sorrido. Non commento in alcun modo, non puntualizzo che sarebbe davvero bello essere normali per una volta perché mi rendo conto che Daniel, in questo momento, ha davvero bisogno di convincersi di ciò, di credere che potrebbe andare tutto bene. – Spero, però, che non ci sia troppa confusione, sai che odio quando la gente mi tocca –

– Lo so capo, ricordati che stiamo insieme da, rullo di tamburi... –

– Quattro anni tra una settimana. –

– Quattro anni tra una settimana – ripete lui. – Fa un po' paura, tu che dici? –

– Ehi, non sono io quella che ha fatto saltare fuori un anello di fidanzamento lo scorso anno. –

– Non mi risulta che tu ci sia rimasta male. –

– Certo che no, perché è con te che voglio stare idiota. Dobbiamo ancora fare questi discorsi stupidi? –

– Se vuoi saperlo, anch'io mi chiedo quand'è che decideremo di crescere. –

🤍🤍🤍🤍🤍

– Ce l'avete fatta ad arrivare – urla Daisy, alzando un bicchiere verso il cielo. – Era davvero necessario imboscarsi prima della festa? –

– L'ho trovata in mezzo agli alberi effettivamente, ma non ci eravamo imboscati, stava trafficando con un incantesimo di localizzazione. –

– Non era necessario – sibilo, ma lui mi lancia un'occhiataccia.

– Ancora Rose? Sul serio? –

– Ricordatemi chi è morto l'ultima volta – scrollo le spalle. – Holden – rispondo. – E ricordatemi chi è che ci ha rimesso la pelle e chi, invece, se l'è vista brutta. –

– Non è colpa tua – Albus scavalca il divanetto e, senza versare nemmeno una goccia di alcool, vi si accomoda. – Non è colpa di nessuno. E hai controllato River per tutta l'estate, mi sembra che stia più che bene. Se ricordo bene, Diana è piuttosto brava a letto –

– Non ci tenevamo a saperlo – Daisy fa una smorfia.

– Era una frecciatina nei miei confronti per caso? –

– Perché lo pensi? –

– Perché mi hai tradito con Diana. –

– Me lo stai davvero rinfacciando dopo tutto questo tempo? –

– Te l'ho sempre rinfacciato in realtà, solo che tu, adesso, hai detto in questo modo, quindi mi sto facendo due domande. –

– Vado a prendere da bere – Daniel mi stringe un braccio e si allontana.

– Lo hai fatto arrabbiare – cantilena Albus. – E comunque no, era semplicemente un dato di fatto, nulla di più –

– Mmh. –

– Non ti vedo convinta. –

– Perché ti conosco. –

– Era palesemente una frecciatina – esclama, a quel punto, Daisy. – Insomma non ci vuole mica un genio per capirlo –

– Affatto, siete voi che pensate sempre male. –

- Insomma – chino leggermente la testa. – Ma comunque non ha senso discuterne adesso, dov'è il resto del gruppo? –

– Diana è, appunto, con River, Audrey non so dove sia, Chris è imboscato con qualche ragazza e Luke, come tu ben sai, è a San Francisco. –

– Grazie per il riassunto Al – mi guardo intorno, c'è qualcosa che non mi quadra.

– Cos'è quella faccia? –

– Quale faccia? –

– Quella che hai appena messo su. Stai percependo qualcosa per caso? –

– Ma no figurati, purtroppo non riesco a non stare sull'attenti, mi dispiace. –

– Devi rilassartiiii – Daisy mi dà un colpetto alla spalla. – Dico sul serio, non corriamo alcun periodo –

– È solo...fatemi stare tranquilla okay? –

– Ve l'ho detto, non abbassa mai la guardia – Daniel ritorna portando due bicchieri. – Tieni. È un Negroni, nella vana speranza che possa calmarti per qualche minuto –

– Mi sembra di essere un animale che deve essere sedato. –

– Quasi – Daniel muove leggermente la mano. – Con te è visibilmente più difficile –

– Grazie tesoro. –

– Sai che sono sempre stato onesto. –

– Brutale, oserei dire. –

– Oh andiamo ora non esagerare, non sei così tanto delicata. –

– Ci pensate che quest'anno ci laureiamo? – esclama, a quel punto, Daisy. – È il momento di diventare grandi per davvero –

– C'è ancora la specializzazione – puntualizza Albus. – Ergo altri tre-quattro anni per fare cazzate –

– Sai cosa intendo idiota – poggia il bicchiere e si schiarisce la voce. – Questa volta dovremmo per forza separarci –

– Non è detto – rispondo io.

– FINALMENTE – dice Albus. – Non prendetela a male, ma non vedevo l'ora di tagliare finalmente il cordone ombelicale che mi lega a tutti voi e, in particolar modo, a te – punta un dito contro Daniel.

– Che ti ho fatto questa volta? –

– Niente, semplice puntualizzazione. –

– Riesco ad essere incolpato anche quando non faccia niente, questo è davvero un superpotere di cui andare fieri. –

– Adesso non fare la parte della vittima, non sei propriamente la persona più innocente di questo mondo. –

– Nemmeno tu se è per questo – si stringe nelle spalle. – Sono anni che ti credi meglio di me –

– Stiamo davvero facendo questo discorso per l'ennesima volta? – roteo gli occhi. – Mio dio, avete ventun anni e discutete ancora su cose fatte quando ne avevate quindici –

– Non sei tu quella che, fino a cinque minuti fa, mi ha rinfacciato... –

– Parliamo di altro – prendo un sorso di Negroni. – D'altronde, proprio come ha detto Daisy, questi potrebbero essere i nostri ultimi momenti insieme –

– Amen – Albus ridacchia. – Suvvia non siate tanto drammatici. Siamo insieme da quando avevamo quattordici anni, non siete curiosi di sapere come potrebbe essere rapportarsi con altre persone? Con persone che non hanno vissuto nemmeno la metà di quello contro cui abbiamo combattuto? C'è un mondo lì fuori che ci aspetta, un mondo ancora tutto da scoprire e che rimarrà tale se continueremo a muoverci dentro la nostra comfort zone –

– Ma quanto ha bevuto? – chiede Daniel a Daisy che, tuttavia, gli risponde con una scrollata di spalle.

– Sei riluttante soltanto perché non sai stare senza Rose. –

– Non sono riluttante. ¬–

– E invece sì, voi due camminate sempre insieme, siete sempre appiccicati, siete ormai un'unica cosa. Ma come andrebbe a finire, se veniste accettati in due college differenti? –

– Come avevi detto? Ah sì, 'vieni alla festa, almeno stacchi un po' la testa'. –

– Non avevo predetto che Albus si sarebbe trasformato in un filosofo, l'ultima volta che ho controllato studiava medicina. –

– Smettetela di parlare come se io non fossi presente. –

– E tu smettila di mettere ansia – sbotta Daisy. – Neanche io ho voglia di separarmi da voi, e ti assicuro che non sono dipendente né da Rose né da nessun altro –

– Rose vorrebbe essere lasciata fuori dalla discussione. –

– Sì okay come vuoi, ma siamo stati sempre e solo noi. –

– E che c'è di male? –

– Che io non riesco più a trovare il mio posto all'interno di questo gruppo, va bene? – rimaniamo in silenzio. – Da quando ho finto la mia morte e poi sono ritornato voi non avete fatto altro che guardarmi con sospetto, senza contare che so benissimo che tutti mi accusate di creare problemi tra Daniel e Rose –

– Mi dispiace che tu ti senta in questo modo – istintivamente poggio le mani sul suo braccio. – Perché non ce lo hai mai detto? –

– Lo sto facendo adesso – scrolla le spalle. – E poi non mi risulta che ci sia stato molto tempo negli ultimi anni, dovevamo sempre salvare il mondo –

– Potevi... –

– E poi volevo evitare questo – china leggermente la testa indietro. – Ti prego, non cercare di psicanalizzarmi adesso –

– Questa volta tocca a te – Daniel ridacchia. – Io sono anni che subisco questo genere di trattamento, è giusto che, di tanto in tanto, ne beneficino anche altri –

– Perché stai ancora con me allora? –

– Per tutte le tue altre qualità ovviamente – il ragazzo passa un braccio intorno alle mie spalle e mi stampa un bacio sulle tempie. –Non ti arrabbiare, sai che scherzo –

– Sì certo...beh questo non cambia comunque come si sente Albus. –

– In realtà sto bene, te lo posso assicurare. –

– Al... –

– Rosebelle – esclama. – Dico sul serio, dacci un taglio, sapevo che non avrei dovuto dire niente –

– Invece hai fatto benissimo, ti sei liberato di un peso. –

– Daisy ti prego, almeno tu dammi una mano. –

– Io sto semplicemente ascoltando la discussione e sono contentissima di tutto ciò – sorride. – Però dai Rose, per una volta godiamoci il momento e basta, senza troppi pensieri. Sono sicura che Albus manifesterà la sua insofferenza in altri modi –

– Grazie – sbotta. – Comunque non prendetela sul personale, vi voglio bene lo stesso ¬–

– Sono convinto che la mia vita andrà avanti lo stesso – Daniel annuisce, io gli do un pizzicotto. – Auh –

– Era davvero necessario? –

– Stavo cercando di sdrammatizzare, pensavo mi conoscessi ormai. –

– Sì, infatti ancora spero che tu ti tolga questo brutto vizio che hai. –

– Ho solo difetti, non è così? –

– Non cominciate a litigare, ve ne prego – esclama Daisy.

– Non ti preoccupare – prendo un altro sorso di Negroni. – C'è qualcosa da mangiare qui intorno? Ho un po' di fame –

– Pensavo avessi mangiato a casa – scuoto la testa. – Cioè sei scappata nei boschi? –

– Non sono...sei proprio una testa dura lo sai? –

– E lo scopri adesso dopo tutti questi anni? –

– No, è che spero sempre che cambi – allunga una mano verso di me, strizzandomi una guancia. – Però ho seriamente fame –

– Ci dovrebbero essere dei tramezzini su quel tavolo. –

– Andiamo? –

– Sì capo – mi passa un braccio intorno alle spalle, mi avvicina verso di lui e mi stampa un bacio sulle tempie. – E smettila di preoccuparti per Albus –

– Come sai che sto pensando a lui? –

– Perché ti conosco come le mie tasche, evitiamo di fare sempre gli stessi discorsi su. –

– Siamo come una coppia sposata – borbotto. – Una vecchia coppia sposata –

– Beh stiamo insieme da quattro anni ormai. –

– Sono davvero tanti. –

– Già, soprattutto quando ne hai ventuno – mi sorride. – Cerca di non pensare a niente ti prego, hai bisogno di rilassarti –

– Come sta Ellen? – prendo un piattino e inizio a posarvici dentro un paio di tramezzini.

– Perché mi stai chiedendo di Ellen? –

– Così – mi stringo nelle spalle.

– È un modo subdolo per capire se mi sto sentendo con lei? –

– Perché pensi così male di me? –

– Perché ti conosco – mi ruba un tramezzino. – Comunque non l'ho sentita, se è quello che vuoi sapere –

– Non...te lo avrei chiesto, non ho bisogno di fare certi giochetti. –

– Ah ah. –

– Daniel – gli pizzico il braccio. – Sto cercando disperatamente Mike perché ho paura che possa ancora farti del male –

– Lo sospettavo – storce la bocca. – Ma non è detto che lo faccia –

– Sa che è l'unico modo per arrivare a me. –

– E sa anche come lo hai ridotto l'ultima volta. –

– È comunque scappato. –

– Ti ricordi cosa mi hai detto dopo che sei morta e poi ritornata in vita? – sospiro, so esattamente a cosa si sta riferendo.

– Che non potevi tenermi sotto una campana di vetro. –

– Esatto, ed ora io ti dico la stessa identica cosa: non puoi tenermi sotto una campana di vetro, non puoi controllarmi a vista, e non puoi controllare a vista Mike, anche perché è leggermente impossibile. –

– Lo so, l'ho notato...ma non posso farci niente! E, anzi, mi dispiace se, in passato, non ti ho capito e ti ho accusato, adesso mi rendo conto di ciò che stavi passando. –

– Non ho capito, mi stai chiedendo scusa? –

– Il 'mi dispiace' non era abbastanza chiaro? – storce la bocca. – Lo stai facendo a posta non è così? –

– Beh non capita tutti i giorni che sia tu quella che chiede scusa al sottoscritto. –

– Scusami amore mio, va bene adesso? –

– Meh – scuote la testa da una parte all'altro. – Penso che potresti fare di meglio –

– Cerca di non esagerare Manson, ricorda che non bisogna mai tirare troppo la corda – mi ruba un altro tramezzino. – Non hai mangiato anche tu o è solo uno spuntino? –

– Spuntino – sorride. – Va meglio adesso? –

– Molto, anche se sto ancora pensando a ciò che ha detto Albus. –

– Albus si tiene dentro cose per anni e poi le manda fuori nei momenti meno opportuni. –

– Anche io l'ho notato, mi chiedo per quale motivo. –

– È Albus, metà di quello che dice è senza senso. –

– Non è senza senso. –

– Sai cosa intendevo, penso che sia totalmente inutile continuare a cercare di capirlo. Ci odia, amen, d'altronde abbiamo provato in tutti i modi ad aiutarlo. –

– Beh comunque un anno e saremo tutti sparsi per il mondo no? – mi si forma un groppo in gola. Ho sempre detto, persino a Luke, che ero consapevole di questa possibilità, che avrei potuto stare lontano da tutti eppure, adesso, mi manca l'aria.

– Va tutto bene? –

– Certo, mi pizzica semplicemente il naso. –

– Ti pizzica il naso? –

– Sì – passo velocemente una mano sotto gli occhi per evitare di piangere. – Probabilmente c'è qualcosa che mi dà allergia –

– D'accordo capo – mi abbraccia. – Lo sai che ti amo vero? –

– Ti amo anch'io. –

– Non importa dovunque andremo, né quanti chilometri ci separeranno, noi ce la faremo va bene? E anche se ci dovesse volere del tempo, sono sicuro che, ad un certo punto, finiremo nello stesso posto. –

– E ci sposeremo e avremo quattro figli. –

– Quest'ultima parte non la dico. –

– Oh andiamo – gli pizzo un fianco. – Qualche tempo fa hai detto... –

– So benissimo che ho detto Rosebelle, ti assicuro che non sei solo tu ad avere un'ottima memoria. –

– Oggi, per caso, è uno di quei giorni in cui non mi sopporti? –

– Ma se ti ho appena detto che ti amo! –

– E che significa? Puoi amarmi anche se, in questo momento, non vuoi stare con me. –

– Rose – prende il mio volto tra le mani. – Stacca il cervello okay? –

– Daniel... –

– Rosee – avvolge le braccia intorno ai miei fianchi. – È tutto a posto –

– Sai, alle volte penso che, tutto sommato, sarà difficile non averti più accanto dopo la laurea, sono sei anni che condividiamo circa ogni giorno della nostra vita. – 


Sbaaaam!

Buon anno amici! Come avete passato queste vacanze? Le mie sono state piene di alti e di bassi, ma è pur vero che mi sono anche fidanzata (intendo per via di un anello come regalo di Natale, stento a crederci anche io, fidatevi). 

E invece, per quanto riguarda noi, eccoci qui con un nuovo libro della saga di Starlight. Ancora non so bene se sarà l'ultimo oppure no, ci sto ancora pensando. Tra l'altro ho anche altre storie da pubblicare, sono ancora indecisa se attendere di finire questo oppure no.

Anyway, grazie a tutti coloro che continuano a leggere, votare e commentare la storia, ormai siete rimasti in pochi, ma sappiate che sto continuando solo per voi🤍.

Per il resto, vi ricordo che potete trovarmi su 

twitter: queenofdjsatvr

instagram: _hurricavne_

e anche su goodreads: mi sono segnata come rose, mi riconoscete perché ho una mia foto con la coda e la felpa azzurra.

detto questo vi saluto

un bacio e a presto

rose xx

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