But the waves won't break my boat
Rose
– Ehilà – Daisy entra in cucina, lancia la borsetta sul tavolo e si accomoda. Non l'avevo ancora vista, anche se sono tornata solo da un paio di ore volendo. – Siete tornati –
– Sì e Daniel è già scappato da me – ridacchio. – Due settimane da soli sono troppe per lui –
– Non sono riuscita a scoprire niente comunque. Penso che Albus sappia qualcosa, ma lui è bravissimo a tenere i segreti. –
– Non faccio fatica a crederci – mormoro. Daniel mi ha chiesto di fidarmi di lui ed io lo faccio, ma devo essere sicura che non stia rischiando niente. – È uscito con lui e con Chris, stavano andando a prendere Luke –
– Inquietante come cosa, quei quattro insieme non mi piacciono. –
– Penso avessero solo bisogno di passare un po' di tempo insieme loro da soli, senza noi ragazze tra i piedi. –
– Sembra che le Fiji ti abbiano fatto tornare parecchio rilassata. –
– Sì, sto calcolando quanto ci metterò a stressarmi di nuovo, di solito non dura molto. –
– Che stavi facendo in tutto ciò? –
– Il pranzo – addento il toast che è appena uscito dal tostapane, sorridendo.
– Ancora con quei cavolo di avocado toast? –
– Cos'hai contro li avocado toast? –
– Che non sono abbastanza, lo sai. –
– Come sono andate le cose a casa in questi giorni? –
– Stai cambiando discorso. –
– No, assolutamente – scuoto la testa.
– Beh Diana continua a consolare River, non ho capito se stanno insieme oppure no, Audrey ha una ragazza... –
– Questi significa che si è calmata? –
– È stata calma in questi giorni, sì, però è anche vero che voi non ci siete stati – storco la bocca e do un altro morso al toast.
– Daniel mi sta nascondendo qualcosa di grosso. –
– Non pensi di esserti fissata? –
– No – scuoto la testa. – Assolutamente –
– Io credo che tu non riesca a stare con le mani in mano, devi sempre trovare qualcosa da fare, qualche guerra da combattere...Mike è lì fuori, questo è vero, ma tu non puoi farci niente se non si è ancora palesato. Perché hai paura dei periodi tranquilli? –
– Perché, di solito, sono sempre il preludio per qualcosa di terribile. –
– Non deve per forza essere sempre così. –
– Pensi che ci lascerà in pace? –
– Ovviamente no, ma perché preoccupartene già da ora? Non è che, in questo modo, potrai evitare un possibile attacco. –
– Lo so, ma potremmo essere preparati. –
– Rose – poggia le mani sulle mie spalle. – Stai entrando di nuovo in loop – socchiudo le palpebre, sospirando. – Siamo più che pronti, lo sai, non siamo degli sprovveduti –
– Lo siamo stati in passato. –
– Appunto, abbiamo fatti tantissimi errori. –
– Di cosa ti incolpi? –
– Della morte di Holden – mi massaggio il ponte del naso. – Potevo evitarlo –
– Ancora con questa storia Rose? –
– Certo! – esclamo. – Se è successo è stata solo ed esclusivamente colpa mia, sono io che l'ho coinvolto, che andavo da lui a chiedere informazioni, che l'ho accusato di fare il doppio gioco –
– Mi chiedo come tu faccia a vivere con il senso di colpa perenne, ti assicuro che me lo domando spesso e non trovo mai una risposta. –
– Con ansie costanti, notti insonni, ritardi del ciclo, brufoli su tutto il corpo eccetera eccetera. Ho una lunga lista di ripercussioni. –
– E pensi che sia una cosa salutare? –
– So benissimo che non lo è, ma non posso farci niente, è la mia natura. –
– E ti vogliamo bene anche per questo, ma sai benissimo che non puoi più andare avanti così, stai raggiungendo il punto di non ritorno. –
– Non esagerare ora. –
– Lo dico per il tuo bene Rose. Non riesci a stare un minuto senza ansie, senza paure, senza pensare al contrattacco, a come potresti reagire se Mike facesse qualcuna, a come difendere tutti noi...questa non è vita, è come se tu passassi giorno in attesa del suo arrivo. –
– Lui verrà. –
– Lo so. –
– E noi non possiamo farci trovare impreparati. –
– Non lo siamo. –
– Non ci siamo allenati questa estate, non lo abbiamo mai fatto in tutto questi anni, non sappiamo combattere! –
– Ci siamo sempre difesi bene. –
– Dobbiamo iniziare ad allenarci. –
– E lo faremo, ma tu devi darti una calmata. Non puoi continuare a vivere così, come se aspettassi di morire da un momento all'altro. –
– Sono già morta, ricordi? – mormoro. – E se contiamo anche il tentato suicidio... –
– Sì lo so, tu e la morte siete vecchie amiche, ma non pensi che sia il caso che, per un po' di tempo, non vi incontriate? Non so, tipo per altri settant'anni come minimo. –
– Sì in effetti non sarebbe male, anche se io spero di arrivare sempre al compleanno successivo, mi stupisco di essere arrivata alla veneranda età di ventuno anni quando mi aspettavo di morire qualche settimana prima di compierne diciassette – guardo la me dell'epoca stare di fronte a me e fissarmi come se fossi una sconosciuta, ma con due occhi speranzosi e le labbra leggermente curvate in un sorriso. È da un po' che mi chiedo se la stia rendendo fiera, se stia rendendo fiera la Rose di quattordici anni che è arrivata a New Orleans con tanti sogni e tante speranze, che ha visto la sua vita completamente capovolta nel giro di niente. Chi sono diventata se mi sono così tanto distaccata a chi ero? L'aver abbandonato totalmente quell'innocenza, quell'ingenuità e quella bontà che una volta mi contraddistinguevano è stato davvero un fattore positivo? Diventare fredda, distaccata e anaffettiva era davvero necessario? Sono davvero felice di chi sono? Di quello che sto facendo?
– A che pensi? –
– Come? –
– Niente tranquilla – mi guarda con un sopracciglio alzato. – Te lo giuro –
– Spero che penserai a ciò che ho appena detto. –
– Non dovresti avere dubbi su questo, mi conosci, io rimugino sempre su tutto. –
– Quando ti darai una pausa? –
– L'ho fatto, per circa due settimane. –
– Oh ti prego – rotea gli occhi al cielo. – Mi hai chiesto di indagare su Daniel in diretta dalle Fiji! –
– Non propriamente su Daniel, ti ho chiesto di scoprire cosa mi stesse nascondendo. –
– Oh sì, devo dire che così ha più senso. –
– Sto percependo del sarcasmo. –
– Percepisci bene – borbotta. – Verrà a cercarci e, quando lo farà, ci lascerà definitivamente le penne questa volta. Ricordati che, a marzo, lo hai steso soltanto urlando –
– Ancora mi chiedo come sia stata possibile una cosa del genere. –
– Lo hai detto anche tu: sei morta e sei tornata in vita due anni fa, non sappiamo effettivamente che cosa abbia comportato, d'altronde vorrei ricordarti che Daniel, dopo la caduta, ha scoperto di avere poteri nuovi, di essere più forte. –
– Lui, un altro mistero sotto questo punto di vista. –
– Beh sai come si dice: dio li fa poi li accoppia. –
– Ovviamente e a me poteva mettere solo con Daniel. –
– Ovviamente. –
– Aaaah i nuovi amori – esclama Daisy, vedendo Audrey e Diana rientrare. – Che bella sensazione –
– Sembri mia madre. –
– Anche lei ha una vita sessuale più attiva della mia. –
– Che schifo Daisyyy, non dire queste cose – emetto un verso di disgusto. – Che visione raccapricciante mi hai appena dato –
– Su su, non ti facevo facilmente impressionabile. –
– Sei abbronzata – esclama, a quel punto, Diana. – È la prima volta nella mia vita che ti vedo con un colorito... –
– ...non cadaverico? Lo ha detto anche mia madre. –
– È assurdo, hai messo la crema? –
– Sì, la cinquanta schermo totale e ti assicuro che sono riuscita a bruciarmi lo stesso. –
– Beh vedila così, almeno a qualcosa è servito. –
– Ah sì questo sì. –
– Anche io ti vedo bene – Audrey si schiarisce la voce e si accomoda. – Non hai la solita faccia corrucciata che hai sempre –
– Ci arriverà entro domani, tranquille – pizzico la gamba di Daisy. – Ahi! Mi hai fatto male –
– Scusami, uno spasmo. –
– Ah ah, faccio finta di crederci. –
– Quindi, com'è andato il viaggio? Le Fiji sono davvero il paradiso in terra? – gli occhi di Diana brillano in attesa di risposte, ma io vorrei sapere se Audrey mi odia ancora oppure no.
– Sì, lo sono davvero, l'unico cruccio è stato il litigio con Daniel che si è protratto per un paio di giorni, era come se non riuscissimo a stare vicini senza infastidirci. –
– È convinta che le stia nascondendo qualcosa. –
– Non sono convinta Daisy, lui me lo ha praticamente confermato. –
– E che cosa ti nasconderebbe? –
– E chi lo sa, sta di fatto che, non appena è tornato, è scappato via con i ragazzi. –
– Magari voleva stare un po' con loro – s'intromette Audrey. – Non ci pensare. Piuttosto, facci vedere qualche foto, anche se la maggior parte sono già su Instagram –
– Questo è vero – prendo il cellulare e mi alzo, accomodandomi sui braccioli delle due poltrone di vimini su cui sono sedute.
– Aspettate aspettate, voglio vederle anche io – corre verso di noi, poggiando le mani sulle mie spalle. – Non me ne hai fatto vedere nemmeno una –
– Non vado da nessuna parte, rilassati. –
– Daisy per ora è...spumeggiante – Diana ridacchia.
– Che intendi? –
– Niente niente – la ragazza continua a ridere. – Solo che ti stai godendo la vita, tutto qui –
– Mi stai facendo slutshaming per caso? –
– Ma finiscila – le dà una leggera spinta. – Sono contenta che tu stia bene –
– Anche io – dico.
– Idem – esclama Audrey. – Per la prima volta siamo tutte tranquille e serene –
– Tranne Rose. –
– Finiscila Daisy – la riprendo. – Sono in uno stato zen pure io – o, almeno, spero di esserlo, spero di riuscire ad affrontare i prossimi giorni senza l'ansia continua di Mike e senza la paura che a Daniel accada qualcosa, visto che è lui il suo obiettivo. – Ve lo giuro –
– Beh ancora non è esploso niente, quindi – Diana si stringe nelle spalle. – Comunque sei davvero stata in paradisooo – piagnucola. – Manson non ha un filo di pancia, lo odio –
– Già, è snervante, te lo posso assicurare, mangia il doppio di me, se non il triplo. –
– Certo che la genetica con lui è stata davvero gentile – Daisy sospira. – Non ricordo un singolo momento in cui è stato brutto, o un solo giorno in cui non abbia avuto un brufolo –
– Li ha avuti li ha avuti – ridacchio. – Solo che non si notavano per niente, talmente piccoli erano –
– Perché siamo adorando un nuovo? – Audrey corruga la fronte. – Insomma, che cosa ha fatto di speciale? –
– Non stiamo adorando un uomo Audrey, stiamo semplicemente esponendo l'evidenza dei fatti: Daniel Manson è fastidiosamente perfetto. –
– Ti è ritornata la cotta per caso Di? – la punzecchia. – Ne è passato del tempo –
– Smettila dai – Daisy le dà un colpetto sulla spiaggia. – Non c'è bisogno di essere tanto acidi –
– Quando ci farai conoscere la tua ragazza? – le chiedo.
– Non lo so, anche perché, l'ultima volta che qualcuno ha introdotto un esterno all'interno del gruppo non è finita molto bene. –
– Claire è partita ed ha lasciato Albus, noi non abbiamo fatto niente questa volta. -
– Sappiamo tutti che Claire ha lasciato Albus perché ha visto che lui era ancora stracotto di te. –
– NON È ASSOLUTAMENTE VERO – dico, forse con un tono di voce troppo alto. – E ti sarei grata se non avessi più queste sparate, soprattutto davanti a Daniel. Non ho intenzione di rivedere quei due litigarmi come un pezzo di carne –
– Mi dispiace, non volevo... – scuote la testa. – Ti assicuro che non l'ho detto per infastidirti, è una cosa che penso sul serio –
– Lo spero. –
– Non ce l'ho con te – dice. – O quantomeno non più –
– Buono a sapersi. –
– Dico sul serio. –
– Anche io, te lo assicuro. –
– Lo spero. –
– Fidati, ho deposto le armi. –
– Meno male. –
– E mi dispiace, dico sul serio, non dovevo trattarti così –
Daniel
– Glielo devi dire – esclama Luke. – Assolutamente. Tanto verrà comunque a saperlo – sospiro e prendo un altro sorso di birra. Do una rapida occhiata al telefono, Rose ancora non mi ha chiamato, il che è abbastanza strano.
– Vuole solo risparmiarle ulteriore stress – mi difende Chris. – Non mi pare che sia una brutta cosa –
– Quando Rose lo verrà a sapere, e sappiamo benissimo che accadrà, ti mangerà vivo, soprattutto se già sospetta qualcosa. –
– Tu sei sempre dalla sua parte – borbotto. – Dovresti fare comunella con le ragazze –
– Sai benissimo che ho ragione, per questo mi hai risposto in questo modo: tenere nascoste le cose a Rose non è una possibilità. –
– Tu non c'eri questa estate – interviene Albus. – Non sai come si è lacerata nella speranza di poter rintracciare Mike, come si è spinta oltre ogni limite possibile ed immaginabile. Se non la fermiamo, arriverà ad un punto di non ritorno e tu lo sai benissimo – Luke rotea gli occhi al cielo, sbuffando. – Quando si stressa... –
– Albus per l'amor di dio – esclama. – Ho capito quello che stai dicendo, non sei l'unico a conoscere Rose né l'unico che tiene a lei. Penso solo che nasconderle una cosa del genere sul lungo periodo potrebbe rivelarsi una scelta azzardata. Capisco le vostre motivazioni, ma sappiamo tutti come potrebbe reagire, soprattutto contro di te Daniel –
– Non è né la prima né l'ultima volta che litighiamo, sai che novità. –
– Oh sì, proprio le basi di un rapporto solido – sento gli occhi pizzicare, sintomo che sono diventati viola. – Non funziona così –
– Vuoi dirmi come far funzionare la mia relazione per caso? –
– Voglio dirti come evitare di litigare. È la tua ultima possibilità, ricordi? –
– Hai proprio deciso di farti tirare un pugno oggi – Albus abbassa lo sguardo e ridacchia. – Ti posso assicurare che, in passato, io le ho prese per molto meno –
– Possiamo evitare che qualcuno le prenda? – esclama Chris. – Almeno per una volta, è un anno importante per tutti –
– Per me non ci sono problemi – mi stringo nelle spalle.
– Per me nemmeno. –
– Bene. –
– Bene. –
– Bene – Albus batte le mani sul tavolo. – Ho fame, che dite, torniamo a casa? Anche perché le ragazze si arrabbierebbero se dovessero cucinare per tutti da sole –
– Buona idea, anche io sto morendo di fame – dice Chris. – E poi almeno scongiuriamo il pericolo che voi due possiate prendervi a colpi –
– Nessuno si prenderà a colpi – lo tranquillizzo. – Non faccio più certe cose –
– E da quando? – i ragazzi mi guardano sconvolti, come se avessi appena detto un'enorme cavolata.
– Da un po' in realtà, non lo avevate notato? – i tre si guardano tra di loro. – Fate finta che non abbia detto niente –
– Diciamo che tu hai sempre avuto un non so che di minaccioso. –
– Oh piantala Al, io non ti ho mai fatto paura e lo sappiamo benissimo. –
– Un pochino sì dai. –
– No – scuoto la testa. – E ti pregherei di non farmi spiegare i motivi davanti agli altri – il ragazzo mi guarda fisso negli occhi, senza spostarsi di un millimetro. – Detto questo io ho fame, torniamo a casa? Luke deve persino sistemare le valigie –
– Sì è vero – si alza di scatto, caccia le mani in tasca ed esce una banconota da venti dollari. La poggia sul piattino e fa un cenno al cameriere. – Offro io, non preoccupatevi –
– Grazie – esclamiamo. Mi sento davvero molto stanco, probabilmente è colpa del fuso orario. Non vedo l'ora di mangiare e buttarmi a letto, ho bisogno di dormire almeno per due giorni di fila, soprattutto perché, quando eravamo ancora alle Fiji, Rose trovava sempre qualcosa da farci fare. – Voglio dormire –
– Posso fare una battuta? – Albus ridacchia.
– Rose trovava sempre qualche posto da vedere, qualche attività da fare e qualche delfino con cui notare, ti ho battuto sul tempo. –
– Uffa – mette su il broncio. – Non ho avuto neanche il tempo –
– Perché già so quello che stavi per dire. –
– Adesso predici il futuro? –
– No, sei tu troppo prevedibile. –
🪽
Quando arriviamo a casa, come volevasi dimostrare, troviamo le ragazze su tutte le furie, arrabbiate perché le abbiamo lasciate sole a cucinare.
– Qualche ora e già mi mancano le Fiji – esclamo, rivolto a Rose. – Tu che dici? –
– Che avete cercato di fare i furbi – ridacchia. – Come se non sapessi che odiate cucinare –
– Veramente il sottoscritto ha cucinato un paio di volte per te se non erro – riduce le palpebre a due fessure. – Sai che non puoi controbattere –
– Beh siete comunque arrivati tardi. –
– Ma ora siamo qui no? – sfodero un sorriso a trentadue denti. – Dai non fare l'arrabbiata – sfioro con l'incide il suo braccio. – Siamo appena tornati –
– Intendi noi siamo appena tornati o voi siete appena tornati? – corrugo la fronte, mi sto confondendo.
– Voi Daniel, voi – borbotta. – Speravate di trovare la cena già pronta? –
– No – afferro il suo volto e lo scuoto appena. – Non è necessario che inizi una battaglia in nome del femminismo –
– Come... –
– Ti conosco, so che lo avresti fatto – mi guarda, per poi sospirare. – Non hai un po' di jet leg? Come fai ad essere così pimpante? Io non vedo l'ora di andare a dormire –
– Non ne ho idea – mi stringo nelle spalle. – Il mio corpo non ne sta risentendo per niente –
– Ti sto invidiando molto in questo momento. –
– Il grande e potente Daniel Manson che, per una volta in ventuno lunghi anni, ammette la sconfitta? –
– Mmhh – sorride, un sorriso finalmente luminoso e non forzato. – Non farci l'abitudine –
– Troppo tardi – si mette sulle punte e mi schiocca un bacio sulle labbra. – Ti amo –
– Ah sì? –
– Perché questo tono stupito? –
– Perché di solito sono sempre io a dirlo per primo. –
– Non è assolutamente vero – le sue guance si tingono di rosso porpora. – Affatto –
– E invece sì. –
– Finiscila – sibila, paonazza in viso. – Sei davvero dispettoso alle volte –
– Alle volte eh? –
– Sei davvero... – avvolgo le braccia intorno al suo busto e la stringo a me. – Va tutto bene? –
– Sì perché? –
– Perché sei molto affettuoso – ricambia l'abbraccio, sento i muscoli del suo corpo rilassarsi. – Di solito non lo sei così tanto –
– Evidentemente oggi mi sono svegliato bene. –
– Il che è un miracolo. –
– Avete finito voi due? – si lamenta Daisy. – Siete appena tornati, non siete stanchi l'uno dell'altro? –
– No – rispondiamo contemporaneamente. Non sono irritato dalla presenza di Rose dal duemilatredici.
– Mio dio, è assurdo che siate sempre nella fase luna di miele, state insieme da quattro anni ormai, ci sono matrimoni che durano di meno! –
– Tipo quello dei miei – sottolinea Diana. – Dico sul serio, hanno divorziato quando avevo tre anni, poi si sono rimessi insieme, poi hanno divorziato di nuovo e poi hanno deciso di avere un matrimonio aperto –
– Non lo sapevo – Rose corruga la fronte. – È assurdo che stia sentendo di questa storia solo adesso –
– Sì beh diciamo che non andavo a sbandierarlo proprio ai quattro venti. –
– Comprensibile – mormora la ragazza. – Mi dispiace –
– Oh non ti preoccupare, ormai ci ho fatto l'abitudine. –
Rose
– Quindi ultimo anno di nuovo – esclama Chris, per poi bere un altro sorso di birra. – Incredibile –
– Sembra ieri che iniziavamo il quarto anno alla Ben Franklin ed ora guardateci, assurdo – Daisy ridacchia. – Ultimo anno insieme –
– Non essere così tragica. –
– So che questo non vale per voi due Daniel, visto che seguirai Rose ovunque vada come il fedele mastino che sei. –
– Non è necessario offendere per affermare le tue ragioni. –
– Non ti sto offendendo, sto semplicemente dicendo al verità – mentre i due continuano a litigare, una nuvola azzurra appare nel nostro salone.
Riduco le palpebre a due fessure e, senza pensarci due volte, mi ci avvicino.
Il turbinio ceruleo si intensifica sempre di più prima di scoprire la figura impetuosa di Celeste. Trattengo il respiro, che cosa ci fa qui?
– Non porti buone notizie, non è così? – mormoro. – D'altronde non sei mai venuto qui spontaneamente –
– Non mi hai neanche dato il tempo di dire 'ciao' – esclama l'uomo, contrito. – Eri in vacanza, pensavo di ritrovarti più rilassata –
– Oh lo ero...fino a due minuti fa. –
– Così mi ferisci. –
– Che è successo? – chiedo nuovamente. Il cuore inizia a battermi velocemente nel petto, so per certo che non è capitato a casa nostra per caso.
Il suo sguardo, poi, si posa su Daniel ed io tremo, tremo con ogni fibra del mio corpo.
– Qualcuno ha profanato la tomba di tua madre e ha portato via il corpo – si schiarisce la voce. – Mi spiace, vorrei cercare un modo migliore per dirtelo... –
– Non 'qualcuno', Mike – interrompe il diretto interessato. – Chiamiamo le cose con il loro nome. E poi lo sapevo già, Albus ti ha battuto in velocità –
– In realtà ti posso dire con certezza che non si tratta di lui, è ancora irrintracciabile. –
– E chi allora? – Albus e Daniel si lanciano uno sguardo fugace, quasi impercettibile.
– Non lo sappiamo Rose, io sono stato semplicemente inviato ad avvertire Daniel, tutto qui. Non sapevo nemmeno di Albus. –
– Infatti è tutto un po' strano, di solito mandano Skyler a fare il lavoro sporco. –
– Perché così tanto sospettosa? –
– Dimmi una cosa che solo Celeste potrebbe sapere. –
– Rose che diamine... –
– Fidati di me Albus. –
– Rosebelle... –
– Perché stai tentennando? –
– Perché so di cosa parlo – mi schiarisco la voce. – Sto ancora aspettando –
– Cosa dovrei dirti? –
– Dovresti saperlo tu, o sbaglio? –
Sbaaam!devo a tutti voi delle scuse (se è rimasto qualcuno a leggermi). Nell'ultimo anno non sono stat costante con le pubblicazioni, ho cancellato e ricaricato storie sperando di ottenere più voti e ciò mi aveva fatto perdere di vista la cosa più importante, ossia scrivere. Complice anche uno scambio di letture che non era andato molto bene in cui mi avevano criticato parecchio, stavo lentamente lascciando andare la scrittura pensando di non essere nemmeno lontanamente decente. In più il dottorato sembra prosciugare ogni mia singola fonte di energia, arrivo a sera che sono distrutta.Ma adesso ho deciso di riprendere con più regolarità; sono consapevole che, ormai, arrivata a questo punto nessuno mi leggerà più, ma voglio comunque continuare perché, per me, la scrittura è sempre stata una valvola di sfogo, qualcosa che mi fa stare bene, che mi aiuta ad andare avanti. Quindi ecco il nuovo capitolo di Dark Light, anche se non dovesse leggerlo nessuno.Un bacio e a presto,Rose xx
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