Bad Omens

– No questo no, semplicemente mi sembra strano, tutto qui. –
– A me, invece, sembra bello – si stringe nelle spalle. – E sai perché? Perché noi due possiamo affrontare tutto, lo abbiamo sempre fatto –
– Rosebelle sei davvero strana oggi. –
– Disse quello che mi ha ignorato per tutto il giorno. –
– Stavo leggendo, quante volte devo dirtelo? – sbotto. – Devi rilassarti –
– Sento che mi stai nascondendo qualcosa. –
– Ancora con questa storia? –
– È un sesto senso. –
– Mmmmmh – mi accarezzo il mento.
– Mi stai dando sui nervi, e poi pensavo che la poesia servisse. –
– In che modo una poesia potrebbe servire? –
– Non ti sembra che parlasse di noi? – la pelle del volto le diventa rossa di colpo. – Lascia stare, è una cazzata, hai ragione –
– Non ho mai detto che è una cazzata. –
– Mi è bastato vedere come mi guardavi. –
– Non ti stavo guardando in alcun modo – mi stringo nelle spalle. – Stavo cercando di capire dove volessi arrivare più che altro –
– Al fare la pace. Insomma, siamo in questo paradiso da appena ventiquattr'ore e abbiamo già litigato. –
– Rose... – chino leggermente la testa indietro. – Non ingigantire un problema che non esiste va bene? –
– Vorrei... –
– Stavo solo leggendo, stop – gonfio le guance. Per quale motivo non mi sta dicendo la verità? – Ti va di nuotare con i delfini domani? –
– Certo – sorrido. – È... –
– Nella tua lista, lo so lo so. –
– Sai che ho cambiato e aggiunto qualcosa? –
– Come faccio a saperlo? Dovresti essere tu a dirmelo. –
– Okay okay scusa – strabuzza gli occhi. – Non c'è bisogno di rispondere così – a quel punto mi alzo e le porgo le mani.
– Vieni, andiamo a vedere il tramonto in un posto migliore. –
– Che? –
– Cosa? –
– Niente, stavo notando il cambio di umore repentino. –
– Dovresti esserci abituata no? –
– Dopo sette anni dici? Probabilmente – sbuffa. – Ma la speranza è l'ultima a morire –
- Quanto sei poetica. –
– Quanto sei stronzo. –
Rose
– È davvero bellissimo – mormoro, osservando il tramonto di fronte a noi. – Non se ne vedono così a New Orleans, o a New York –
– No – si passa una mano tra i capelli biondi. – È davvero qualcosa di unico –
– Adesso mi dici per quale motivo eri arrabbiato questa mattina? –
– Certo che tu vai a battere sempre lì. –
– Non pensavo che fosse un reato chiedere – sbuffa sonoramente. – Mentre, invece, mi sembra una grandissima cazzata quella che hai detto prima –
– Quale di preciso? –
– Quella in cui hai detto che non è obbligatorio condividere ogni cosa o parlare di tutto. –
– Ah quello – si stringe nelle spalle, come se fosse un argomento di poco conto. – Non pensavo che ti scioccasse così tanto come cosa –
– Invece sì, visto che ci siamo sempre detti tutti. –
– Infatti credo che abbiamo sbagliato tutto questo tempo – corrugo la fronte. Ma che diamine sta succedendo? – Non guardarmi così, sembra ti abbia ucciso il gatto –
– Ti guardo come una persona che non riconosco più. –
– Dio Rosebelle – rotea gli occhi al cielo. – Un motivo c'è okay? Cerca di fidarti di me –
– Che è successo? –
– Cosa ho appena finito di dirti? –
– C'entra Mike? –
– Rose – poggia le mani sulle mie spalle. – Smettila, cerca di goderti la vacanza –
– Come faccio se so che mi stai nascondendo qualcosa? –
– Non ti sto nascondendo niente. –
– Ma hai appena detto... –
– E basta! – sbotta. – Possiamo non parlare di niente? –
– Va bene, come vuoi. –
– Ti ringrazio – china leggermente il capo. – Quanto sei magnanima –
– Mai quanto te – sfodero un sorriso a trentadue denti. – Voglio solo che tu sappia, comunque, che se stai facendo tutto questo per proteggermi, non ce n'è assolutamente bisogno –
– Ed io voglio che tu sappia che io sono ancora e sarò sempre il tuo angelo custode, cerca di ficcartelo in quella bella testolina che ti ritrovi una volta per tutte – mi pigia un dito sulla fronte. – Quindi cerca di rimanere fuori dai guai per favore –
– Va bene – e, in quel momento, ne ho la conferma: Daniel sa qualcosa che non vuole dirmi, la sa sin da quando Derek ci ha riunito per intimarci di non tornare a New York.

🫧

– Ripetimi cosa vuoi che io faccia? – do un'occhiata alla porta del bagno. Daniel è ancora fuori, ed io devo sbrigarmi a fare questa telefonata. Oggi è il nostro quarto anniversario, mi chiedo cos'abbia preparato.
– Devi scoprire che cosa nascondono Derek e Daniel. Mi stanno nascondendo qualcosa, ed io devo sapere cosa. –
– Ma sbaglio o Daniel... –
– Lo so lo so, vorrei semplicemente evitare che faccia qualcosa che possa portarlo al sacrificio, i soliti colpi di testa che ha lui insomma. –
– E che tu non hai mai avuto vero? – roteo gli occhi. Non ho molto tempo prima che torni, quindi Daisy deve lasciar stare le frecciatine.
– Non spostiamo il focus. –
– Ovviamente – risponde meccanicamente.
– Che è successo? –
– In che senso? –
– Che hai? – mi appoggio sullo sgabellino, stendendo le gambe ancora rosse per la bruciatura.
– Il fuso orario tipo? Hai dimenticato che ci sono diciassette ore tra noi comuni mortali e voi? –
– So che siete diciassette ore indietro, infatti da voi sono ancora le nove di ieri sera, quindi sputa il rospo – sospiro rumorosamente, per un attimo ho quasi pensato ci fosse un'interferenza. – Daisy? –
– Rose. –
– Devo tirarti le parole di bocca per caso? –
– Chi è che lo diceva sempre? –
– Johnson – è la prima volta che dico il suo nome da anni. Sembra quasi un ricordo lontano, qualcosa che è appartenuto ad un'altra vita, ad un'altra Rose, ad una persona che non sono io. – Lo ripeteva sempre, soprattutto a me –
– Chissà che fine ha fatto. –
– Non lo so...ma comunque tu stai tergiversando. Allora, che è successo? –
– Ho incontrato Seth l'altro giorno – assottiglio le labbra. Altro nome che non sentivo da un bel po' di tempo, e avrei voluto che si continuasse su questa linea.
– Pensavo foste tornati a New York. –
– Ed è così, infatti capirai per quale motivo mi sono stupita quando l'ho trovato lì, in un locale in centro. –
– Immagino. –
– Era con un'altra – mormora. – Un'altra ragazza –
– Non sai se... –

🩵

- Era la sua ragazza, l'ha baciata più di una volta – sospiro. Non so cosa dirle in questo momento. Da una parte sono contenta che, finalmente, lo veda per ciò che è realmente, dall'altra, però, lui è stato una parte importante della sua vita negli ultimi sei anni, e posso capire quanto le faccia male. – E mi sono chiesta per quale motivo tra noi due non ha funzionato, perché lui non ha mai potuto amarmi –
– Non è detto che ami lei, non sappiamo realmente cosa succeda all'interno delle coppie. –
– Almeno che quella coppia non siate tu e Daniel, che urlate come pazzi quando litigate. –
– Esattamente – non la contraddico in alcun modo, anche perché ha pienamente ragione. Quando io e lui discutiamo, tremano le pareti di casa (alle volte letteralmente).
– Beh comunque la situazione non cambia. Sono andata a controllare il profilo di lei... –
– Non la migliore delle tue idee. –
– E stanno insieme da quasi sei mesi. Sei mesi, ti rendi conto? –
– La vostra relazione è durata per molto più tempo. –
– Il secondo anno stava con me soltanto per arrivare a Daniel, e in seguito soltanto perché lo abbiamo salvato. Mi chiedo se ci sia mai stato qualcosa di vero. –
- Ovvio che sì, o non avrebbe resistito così tanto, ti pare? –
– Ma la loro relazione non è come la nostra. Lei posta sempre foto carine con lui, Seth gliele commenta con i cuoricini, sembra quasi dolce – mi passo una mano tra i capelli. Sto riuscendo a sentire il suo dolore attraverso il telefono, la sofferenza che si sta portando dentro e di cui non riesce a liberarsi. – Che cosa ho di sbagliato? –
– Niente – le ripeto. – Non sei tu il problema –
– Non te la prendere, ma tu non sei proprio la persona adatta a dare consigli. –
– Per quale motivo? –
– Perché tu e Daniel state insieme da sempre. Tu hai avuto soltanto lui, quindi non hai avuto di questi problemi. –
– Ho avuto anche Albus, siamo stati insieme per un anno. –
– Ah vero – chino leggermente la testa di lato. Non è proprio un dettaglio trascurabile.
– E ti ricordo che Daniel non si è voluto mettere con me alla fine del secondo anno dicendo che aveva bisogno di tempo per riequilibrarsi e, invece, poi ha iniziato una relazione con Skyler. –
– Okay adesso sono costretta a ritirare tutto, sai benissimo di cosa sto parlando – flashback di guerra mi ritornano in mente, insieme a tutta la confusione che ha accompagnato quell'anno. Avere sedici anni quando Albus scompariva, gli Psuché iniziavano ad interferire sempre di più nella nostra vita, i miei poteri iniziavano a venire fuori, Daniel viveva la sua relazione perfetta con Skyler non è stato per niente facile, soprattutto se, a tutto questo, aggiungi la depressione. Se potessi tornare indietro nel tempo direi alla me di allora che, prima o poi, andrà tutto bene, tutto si sistemerà e tornerà ad essere normale, che non deve aver paura. – Non ci avevo pensato, per un attimo avevo completamente rimosso quella parte della storia, avevo persino dimenticato che avessi tentato il suicidio –
– Sono davvero contenta di questo, è stato un argomento ampiamente di scusso per troppo tempo. –
– Beh non è stata una cosa da poco. –
– Non stavamo parlando di te? – tendo un orecchio verso la stanza. Daniel ancora non c'è, mi chiedo se debba iniziare a preoccuparmi.
– Non c'è molto da dire, questo è quanto. Mi sto semplicemente chiedendo che cosa ci sia di sbagliato in me, che cosa abbia fatto per evitare che si innamorasse di me, nonostante tutto questo tempo. –
– Assolutamente Daisy. Sicuramente lei è una stronza come lui, sai come si dice 'Dio li fa e poi li accoppia'. –
– So cosa pensi di lui, ma ti posso assicurare che non è così stronzo come sembra, c'è di più. –
– Lo so, o non ti sarebbe piaciuto così tanto – in realtà non sono totalmente convinta di ciò, ma non posso dirglielo, non in questo momento. Arriverà un giorno in cui si renderà conto della persona che è realmente, e che è stata fortunata a liberarsi di lui. – Insomma, ti conosco, deve per forza avere qualcosa di speciale per averti fatto perdere la testa –
– Sei sarcastica per caso? –
– No – scuoto la testa, quasi ce l'avessi davanti. O forse sto cercando semplicemente di essere il più convincente possibile. – Ricordati che ho provato a dargli una mano –
– Non ha fatto una bella fine quella volta. –
– No, per niente. Però ehi, sono riuscita a farlo ritrasformare, meglio per mano mia che per quella di Daniel. –
– Daniel lo odierà per sempre per quel che ha fatto – mormora. – Quel giorno, dopo che tu ti sei svegliata, è piombato a scuola come una furia, con la faccia di chi vorrebbe spaccare ogni cosa. Ha aspettato la fine delle lezioni, degli allenamenti, poi lo ha preso e lo ha fatto volare contro gli spalti. Ha iniziato a picchiarlo, a tirargli punti ad una velocità sconcertante. In molti hanno provato a fermarlo ma non ci sono riusciti, era inavvicinabile, inarrivabile. Ed è in quel momento che tutti lo abbiamo capito, che abbiamo capito quanto contassi per lui. Sapeva che un errore del genere poteva costarli ogni cosa, ogni sua singola conquista: la pace ritrovata col Consiglio, i buoni voti a scuola, tutto, eppure a lui non importava, perché tu stavi male, tu hai rischiato di morire, e questo contava più di qualsiasi altra cosa. Tu contavi più di qualsiasi altra cosa, soprattutto in quel momento. Tutto il resto poteva aspettare: Skyler, il suo futuro, il Consiglio...niente paragonato a Rosebelle Greyson. Comunque, dopo aver finito con Seth, che è stato davvero fortunato a farcela, è caduto a terra, con la testa tra le mani, ed è scoppiato a piangere. Tu non ti eri ancora svegliata, non sapevamo se sarebbe successo, avevi perso davvero molto sangue, e lui è crollato, un po' come tutti noi. Sono state ventiquattro ore molto intense, anche se tu non sembri preoccupartene, ogni volta che si parla del tuo suicidio è come se riguardasse solo te, ma ti assicuro che non è così. È stata una cosa che ha avuto effetti su tutti noi, non soltanto su di te –
– Non l'avevo mai visto sotto questa luce. –
– Lo so, sei molto egoista a riguardo. Tu e le tue battaglie da combattere da sola, come se non avessi nessuno al mondo. Siamo una squadra ma, dopo tutti questi anni, per te è come se non contasse ancora niente. Non sei sola in tutta questa storia, non sei l'unica ad avere cicatrici, ad aver perso qualcosa, non sei l'unica che ha sofferto e che ha rischiato la pelle! –
– Non l'ho mai pensato. –
– Ma ti comporti come se fosse così. –
– Non stavamo parlando di te? –
– Fai sempre così, quando una discussione non ti piace, cerchi di cambiare argomento. –
– Ma è vero, stavamo parlando di te, senza contare che non so quando Daniel tornerà, quindi. –
– Non c'è molto altro da dire su di me in realtà – storco la bocca. – Mi sento in questo modo, fine della storia. E ti prego, non dirmi che passerà, perché so benissimo che è così –
– Vuoi che torni? Possiamo stare insieme e mangiare gelato e guardare film. –
– Questa è l'ultima cosa che voglio in realtà. L'unica cosa che farò sarà uscire, divertirmi, e bere fino a quando non dimenticherò l'esistenza di Seth e di tutto quello che mi ha fatto in questi anni. –
– Mi sembra una buona idea – la metto in vivavoce e, nel frattempo, mando un messaggio a Diana, giusto per essere sicura che, durante questo suo programma, qualcuno la controlli. – E poi sei a New York –
– E poi sono a New York, esatto, nella città che non muore mai, non posso stare in casa a piangere. –
– Fai un po' la Serena Van Der Woodsen della situazione. –
– Sì, con un chilometro di gambe in meno e con un portafoglio meno pesante. –
– Vabbè l'importante è l'intenzione, il resto viene da sé – mi schiarisco la voce. Ma dove diamine è finito Daniel? – Cerca solo di fare attenzione –
– Sono una strega, so difendermi benissimo da sola. –
– Intendevo da ubriaca, in quel caso le difese di tutti tendono a cadere o, quantomeno, ad abbassarsi. –
– Non preoccuparti okay? Diamine, stai per passare un altro giorno in paradiso eppure, per qualche assurdo motivo, riesci comunque a rovinartelo, come fai? –
– Voglio solo scoprire cosa mi sta nascondendo Daniel, non credo sia un reato. –
– Perché? –
– Perché non voglio che... –
– No – mi interrompe. – Non c'entra quello, la verità è che non sei più in grado di rilassarti, di pensare ad altro che non sia Mike o salvare il mondo. Dio, perché ti viene così tanto difficile anche dopo che sei morta per poterlo fare? –
– Magari voglio solo evitare che capiti ad altri, ci hai mai pensato? –

🪽

– Non è compito tuo – sbotta. – E comunque abbiamo imparato che non puoi prevedere niente in anticipo, anche se inizi a preoccuparti dieci mesi prima. È come per Harry Potter, ormai sappiamo che, arrivati ad un certo periodo dell'anno, qualcuno proverà a farci fuori per conquistare il mondo o altre cazzate simili –
– Non è così facile. –
– Invece lo è. Insomma, sei alla Fiji, perché il tuo primo pensiero è Mike? Ho quasi paura che tu ti sia innamorata di lui. –
– No, stai sbagliando alla grande. –
– Ma tu sei comunque alle Fiji – ripete. – Fi-ji, non so se ti rendi conto, in un albergo sottomarino che è costato non so quanti dollari, cos'altro deve fare quel poveretto affinché tu decida di staccare il cervello una volta per tutte? – gonfio le guance. Mi chiedo se anche Daniel la pensi così, se anche lui abbia raggiunto lo stesso grado di esasperazione che traspare dalla voce di Daisy in questo momento. – Per caso vuoi lasciarlo? –
– Ha parlato con te vero? –
– Che? –
– L'altra volta mi ha posto la stessa identica domanda, quindi mi chiedo se abbia parlato con te – non risponde, rimanendo in silenzio per dieci minuti buoni. – Questo me lo conferma –
– Non ha tutti i torti. –
– Non mi risulta di avergli mandato certi segnali. –
– Questo è quello che pensi tu. –
– No, lo so per certo, insomma, si tratta pur sempre della mia relazione, credo di sapere di cosa sto parlando – borbotto.
– Non è la percezione che da a lui, fidati. –
– E Daniel ne è venuto a parlare con te, lo stesso Daniel che fatica ad aprirsi con chiunque. –
– Magari fatica ad aprirsi con te, ci hai mai pensato? – a quel punto sono io a rimanere in silenzio, senza proferire parola. Anche perché che cosa potrei dire a questo punto? – Farò quelle ricerche che mi hai chiesto –
– Grazie – mormoro.
– Spero di ottenere qualcosa. –
– Lo spero anche io. –
– Sei arrabbiato vero? –
– No. –
– A me sembra di sì. –
– No figurati, faccio solo ancora un po' di fatica col jet leg – mento.
– Okay, perché non volevo... –
– Figurati – mi schiarisco la voce. A quel punto sento un rumore provenire da fuori, e mi alzo di scatto.
– Rose, sono tornato. –
– Daniel – dice Daisy.
– Sì, pensavo lo avessero ucciso. –
– Esagerata. –
– Manca da un'ora. –
– Smettila di stare sul chi va là. –
– Non sono sul chi va là. –
– Sì. –
– No. –
– Sì. –
– No. –
– Sì. –
– No. –
– Che stai facendo? – Daniel entra in bagno, io sussulto. – Woah, non pensavo di spaventarti tanto –
– Non si usa più bussare? –
– Ti ho vista... –
– Lo so, ma questo non significa che tu non debba più bussare, che ne sai, magari sto facendo qualcosa che non voglio tu veda. –
– E che cosa? – scoppia a ridere sonoramente.
– Puoi darmi un po' di privacy? –
– Perché, stai parlando con l'amante? –
– No, con Daisy. –
– Che è ancora qui – sottolinea lei. – E avrebbe fatto davvero a meno di ascoltare questa conversazione –
– Adesso non esagerare, non abbiamo detto niente di che –
– Stai parlando con me o con lei? –
– Con lei Daniel. –
– C'è un pochino di confusione in questo momento, quindi io leverei le tende. –
– Va bene, sta' attenta. –
– So badare a me stessa, ciao – chiude la chiamata prima che io possa aggiungere altro.
– Okay ciao. –
– Che è successo? –
– Ha rivisto Seth qualche giorno fa. –
– Pensavo fossero tornati a New York. –
– Sì, infatti lo hanno incontrato lì. –
– Questo non mi piace per niente, ero più tranquillo nel saperlo lontano da noi. –
– Era con una ragazza, e lei non l'ha presa per niente bene.
– Ah – si gratta il capo. – Questo mi dispiace, però ehi, si è liberata di un fardello non indifferente –
– Lei lo vedeva sotto un'altra luce, è inutile continuare a battere su quel punto, cerchiamo di andare oltre. –
– Beh comunque non c'è niente che possa fare, al massimo può farlo incenerire. –
– Non sta bene, l'ho sentita molto giù – gonfio le guance. Il ragazzo si avvicina a me, e poggia le mani sulle mie spalle. – Vorrei poter far qualcosa di più, il suo piano, in questo momento, è andare ad ubriacarsi a tutte le feste che riesce a trovare, e non che io sia contraria, semplicemente ho paura che le possa accadere qualcosa –
– Non penso che gli altri la lasceranno da sola, non preoccuparti okay? – mi strizza una guancia. – Non caricarti di responsabilità e problemi che non sono tuoi –

– Com'è che facciamo sempre gli stessi discorsi? –
– Perché tu non cambi mai nanerottola. –
– Non è assolutamente vero. –
– Invece sì. Sei testarda, e vuoi sempre aiutare tutti, costi quel che costi. –
– Lo dici come se fosse una cosa negativa. –
– Non lo è ma, di tanto in tanto, ti porta un po' troppe rogne, mal di testa eccetera eccetera. –
– Va bene va bene, ho capito – sbuffo. – Buon anniversario comunque –
– Buon anniversario nanerottola – mi stampa un bacio sulla fronte e mi abbraccia. – Quattro anni eh? –
– Quattro anni – lo stringo. – Cavolo, quattro anni –
– Sì sono davvero un bel po'. –
– Quindiii che cosa hai preparato per oggi? –
– Cosa ti fa pensare che abbia preparato qualcosa? – ridacchia.
– Perché ti conosco come le mie tasche – sfodero un sorriso a trentadue denti. – E tu non stai negando –
– Ma non sto nemmeno confermando – storco la bocca. – Adesso stai morendo dalla curiosità vero? –
– Esattamente – annuisco, per poi scoppiare a ridere. – Mi conosci, non resisto alle sorprese –
– Ed io odio quando cerchi di scoprirle, non un bell'accoppiamento – arriccio il naso. – È inutile che fai così, non ti dirò proprio un bel niente –
– Uffa, sei davvero uno stronzo. –
­– Lo so – ridacchia. – È per questo che mi ami –
– Mmh dipende dai punti di vista. –
– In che senso? –
– Te lo spiegherò quando sarai più grande. –
– Che stronza. –
– È per questo che mi ami. –
– Ah ah. –
– Cos'è questo 'ah ah' adesso? – corruga la fronte. – Non mi piace per niente –

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top