When we all fall asleep where do we go?

-Qui c'è il libro- torno in cucina tenendo in mano il Leviatano di Hobbes.
-Resta a cena, potevi darglielo anche dopo-
-Non volevo dimenticarlo- Jesse mi guarda scuotendo la testa, mentre Will prende il manuale.
-Grazie mille. Comunque mi assento un attimo per chiamare i ragazzi a casa, nessuno di loro mi sta rispondendo al cellulare-
-Oh sì sì fai pure- sparisce dietro il pilastro, Maddie ridacchia. –Che hai tu adesso?-
-'Oh sì sì fai pure', sei davvero messa bene-
-Che stai insinuando?-
-Non lo so, lo hai invitato persino a cena-
-Ha detto che non aveva mai assaggiato il pollo al curry, era una richiesta velata-
-Beh io metterò comunque i miei hamburger a tavola, anche lui può permettersi di mangiare quello che vuole-
-Fai come vuoi, non m'interessa- dice, parecchio infastidita. –E tu potevi anche evitare di metterti il pigiama-
-Mi metto sempre il pigiama dopo il bagno-
-Abbiamo ospiti-
-Ma è solo Will- mi stringo nelle spalle. Non capisco perché Jesse sia tanto nervosa.
-Dio mio, sei incredibile...va' ad apparecchiare piuttosto-
-Stai diventando come mia madre- borbotto. Inizio a togliere tutti gli oggetti che ci sono sul tavolo della cucina, mentre mi domando per quale motivo Maddie non stia facendo niente.
-E tu dalle una mano, non fare sempre la principessa sul pisello-
-Sei di ottimo umore oggi devo dire, chi ti ha fatto arrabbiare?- non risponde, limitandosi a scuotere la testa. –Tu ne sai qualcosa?-
-No, non l'ho vista per tutto il giorno, sai che non ho lezione il venerdì, sono rimasta a casa-
-Oh aspettate, vi aiuto-
-No no Will, tranquillo, possono fare anche da sole, tu sei l'ospite- io e Maddie ci guardiamo. È possibile che Jess si sia presa una cotta? Pensavo si stesse frequentando con un suo compagno di corso.
-Ma figurati, odio sentirmi inutile, dove tenete le tovaglie?-
-Terzo cassetto partendo dall'alto- rispondo io, prima che possa fargli cambiare idea.
-Scusale, ti giuro che non sono state cresciute dai lupi-
-Oh mio dio Jesse stai zitta, che sei la prima che lascia sempre tutte le sue cose in giro-
-Non cominciate- dico io, prendendo i bicchieri e posizionandoli sulla tovaglia che Will ha steso. –Abbiamo ospiti- la ragazza mi incenerisce con lo sguardo, io ridacchio.
-Fate sempre così?-
-A giorni alterni- rispondo.
-Forse farei meglio a non mettere i coltelli a tavola, visto come è presa Jessamine stasera-
-Uno, non chiamarmi più così, sai che lo odio, due, l'unica persona a cui vorrei...-
-Ragazze, dico sul serio, time out- la bionda sbuffa e si siede al suo solito posto, mentre l'altra spegne il fuoco e mette il cibo nei piatti.
-Non te l'ho mai chiesto, ma perché i tuoi genitori ti odiavano così tanto da chiamarti così?-
-Maddie hai voglia di litigare questa sera?- sbotta lei. Io, invece, sospiro, raggiungendo la mia amica e aiutandola col cibo.
-Ti ho preso una cosa comunque, mi sono dimenticata di dirtelo, è sul mio letto-
-Non la borsetta di Michael Kors che abbiamo visto l'altra volta, vero?- mi stringo nelle spalle, e lei sbuffa. –Non dovevi-
-Stavo passando di lì, non mi è costato niente-
-Non direi- sospira, sfiorandosi appena i capelli biondo platino. –Devi toglierti questo vizio-
-Quale?-
-Lo sai benissimo. E' da quando avevamo tre anni che fai così-
-Non so di cosa tu stia parlando-
-Che state complottando voi due?- domanda Will.
-Fanno sempre così, è normale, si conoscono da quando erano piccole, la nonna di Jesse...-
-Sai, per spiegare un concetto non è necessario srotolare l'intero albero genealogico di una persona- ringhia lei, mettendo il pollo in tavola. Non ha mai parlato volentieri della sua famiglia e di tutto quel che è connesso ad essa, ed io non capisco per quale motivo si vergogni ma, essendo la sua migliore amica praticamente da sempre, mi limito a sostenerla e ad accontentarla, e a comprarle ciò che le piace di tanto in tanto, visto che il mio patrimonio non è come quello di Will o della maggior parte di persone che frequentano questa università.
-Alle volte mi sembrate i miei genitori, mi chiedo se anche per voi arriverà il divorzio- Jesse rotea gli occhi al cielo prendendo una forchettata di pollo.
-Non sapevo che i tuoi fossero...-
-Si sono lasciati quando avevo due anni, quindi non c'è bisogno che tu dica che ti dispiace o cose del genere, nemmeno mi ricordo com'era stare in casa con loro due, ringraziando il cielo-
-Quello che vorrei facessero anche i miei- borbotta a quel punto Will. Do una rapida occhiata alla ragazze facendo segno di 'no', non bisogna insistere su certi temi. –Quindi vi conoscete da tanto da quel che ho capito-
-Io e Birdie sì, da quando avevamo tre anni, Maddie l'abbiamo incontrata lo scorso anno, cercavamo una terza coinquilina-
-Dev'essere bello cambiare ambiente, io sono entrato a Eton che avevo tredici anni e ne sono uscito a diciotto-
-E' un collegio solo maschile, vero?-
-Sì ma siamo gemellati con la St. Mary's School, è così che sono riuscito a mantenere la mia relazione con Emma, senza contare che la ragazze non ci mancavano, te lo posso assicurare-
-Immagino-
-Stai iniziando di nuovo a pensare male di me- mi stringo nelle spalle, prendendo un boccone di pollo.
-Non ti preoccupare, in realtà lei vede il bene in tutti, però cerca di mantenere una certa distanza-
-Sì, siete davvero simpatiche voi due questa sera- Jesse mi strizza una guancia, ed io la lascio fare. –C'è una ragione particolare per cui ci vuoi nel Phoenix club?-
-No, volevamo semplicemente movimentare la società e, visto i tuoi trascorsi, tu eri la candidata perfetta, senza contare che sei la migliore studentessa di tutta Oxford-
-Ah, quindi c'era il trucco-
-E noi?- chiede Jesse, squadrando Will dalla testa ai piedi.
-Pensavo che Birdie non avrebbe accettato senza di voi-
-Questa è la prima volta che mi succede una cosa del genere- borbotta Maddie, già infastidita per aver notato che nessuno si è avvicinato ai suoi hamburger tranne lei.
-Beh almeno è stato onesto, è da ammirare-
-Hai trovato un fan club qui- gli dico, chinando leggermente la testa verso di lui. –Anche se sono cosciente che ci siano già abbastanza iscritti in quello ufficiale-
-Tu pensi che io cambi tipo una ragazza al giorno, ma ti posso assicurare che non è così, continui a peccare di pregiudizio signorina Bennet- sorrido, scuotendo la testa.
-Non è assolutamente vero, sto dicendo le cose come stanno signor Darcy-
-No, questo è quello che credi tu, posso dimostrarti il contrario in qualsiasi momento-
-Ma vi chiamate con i nomi dei protagonisti di Orgoglio e Pregiudizio?- annuiamo alla domanda di Jesse e, dal modo in cui curva le labbra, capisco il perché dell'invito a cena.
-Ce l'ho segnata signorina Bennet sul mio cellulare-
-Come fai ad avere il mio numero?-
-L'ho preso dal database di Oxford-
-Non credo che sia una cosa molto legale-
-Se te lo avessi chiesto non me lo avresti mai dato-
-In effetti- chino la testa da un lato e dall'altro.
–Ehi, comunque non ci hai detto com'è il pollo-
-Davvero buono, sei brava Jesse-
-Grazie grazie troppo buono, io sono l'addetta al salato e Birdie al dolce, anche se ha ancora qualche problema con la presentazione-
-Sono buoni ma brutti, un po' come me-
-Tu sei bella- dice a quel punto, sorridendo. –Anche se è un po' difficile decifrarti-
-Lascia stare, è una battaglia persa per entrambi, ti risponderà sempre che non è vero e non ti permetterà mai di riuscire a capire cosa le passi per la testa- Maddie non ha tutti i torti, il punto è che mi sembra quasi sbagliato che mi descriva in questo modo.
-Possiamo finire con l'inquisizione suprema? Graaazie-
-Mi dispiace, non volevo sembrarti inopportuno-
-Alle volte non riesco a capire se tu sia serio oppure no-
-So che, probabilmente, ognuna di voi ha sentito qualcuna delle storie che mi riguardano dei tempi di Eton, ma è stato tanto tempo fa, ho smesso con i colpi di testa da un bel po'-
-E la storia del libro nero come la giudichi?-
-Come un'esagerazione. E' come se stessi raccontando agli amici qualche dettaglio della ragazza con cui sono stato, non ditemi che voi non lo fate-
-Avete classificato tutte le ragazze con cui siete stati a letto, specificandone le 'capacità'- mimo con le virgolette l'ultima parola, lui rotea gli occhi al cielo. –Avete fatto una porcata, ammettilo-
-Ci tengo a dirti che, nello spogliatoio dei ragazzi, c'era appesa una tua foto a cui tiravamo le freccette dopo che ci hai fatto bruciare il libro-
-Che peccato, questo vuol dire che non troverò mai un fidanzato qui ad Oxford?-
-L'ho fatta togliere comunque, più o meno subito-
-Grazie-
-Che ne dite di evitare di parlare di quella storia? Anche perché sennò finite per litigare-
-Tu studi psicologia, vero Jesse?-
-Sì, essere la strizzacervelli di Birdie, in tutti questi anni, ha fatto nascere in me questa passione-
-Ecco, e sei comunque più diplomatica di lei che studia scienze politiche-
-Non sei la prima persona che me lo dice-
-Io mi farei due domande eh- lo incenerisco con lo sguardo e lui ride. Non ho mai visto questo ragazzo serio da quando lo conosco. –Sei un po' permalosa-
-Non è vero-
-Sì- dice Maddie. –E vuoi anche sempre avere ragione tu-
-Che bella serata, che magnifica serata-
-Io mi sto divertendo, siete simpatiche, persino tu-
-Vorrei poter dire lo stesso- la cena passa tranquillamente, con Will che si diverte a punzecchiarmi e Jesse che ridacchia sotto i baffi. Maddie, dal canto suo, rimane incollata al cellulare.
-Ci vorrebbe un dolce- dice a quel punto, sbuffando.
-Forse c'è ancora la cheesecake che ho fatto settimana scorsa, ma non so se è ancora buona-
-Certo che sì, il nostro frigo è talmente potente che non mi stupirei di trovarci i pinguini un giorno di questi- si alza di scatto, posa i piatti (che, a giudicare dal rumore, non devono essere stati adagiati tanto delicatamente nella lavastoviglie) e torna col dolce in questione. –Però non credo che basti per tutti- esclama Maddie.
-Io non ne mangio-
-Io nemmeno- mi imita Jesse. In realtà lei non avrebbe bisogno di fare la dieta, non ha dei prosciutti al posto delle gambe, lo fa semplicemente per non farlo pesare a me, ed io gliene sono grata.
-Beh io l'assaggio, anche perché credo che non potrò mai più mangiare qualcosa cucinato da che non sia avvelenato-
-Puoi stare tranquillo, non voglio averti sulla coscienza-
-Allora prendo due piattini e...-
-Ma no, prendi solo i cucchiaini, la mangiamo direttamente da qui-
-Sei proprio un principe del popolo- dice la ragazza accanto a me, scuotendo la testa.
-E sei anche bello- Maddie gli porge la posata, sorridendo. –Cioè sei tipo perfetto-
-Ti posso assicurare che non è per niente così, ho più difetti di quel che pensi- prende una cucchiaiata di cheesecake, continuando comunque a guardare me. –Ehi ma è buona!-
-Che cos'è questo tono stupito?-
-Beh devi ammettere che l'aspetto non è uno dei migliori-
-Che cosa ho detto qualche secondo fa?-
-Permalosa- roteo gli occhi al cielo. Di certo è stata una cena movimentata, non ne abbiamo mai avute di questo genere.
-La prova di mercoledì chi la deciderà? Non voglio sapere di cosa tratta, non sarebbe giusto, voglio soltanto capire se devo temere di essere mutilata o roba del genere-
-Le decido io, non ti preoccupare. In qualità di Presidente e di proctor ho tantissime responsabilità, volevo alleggerirmi un pochino lasciando questo incarico a Emma, che è il Tesoriere, ma ovviamente mi sbagliavo, dalle il dito e lei si prende tutto il braccio, eppure dovrei saperlo, visto che la conosco praticamente da sempre-
-E che è la tua ragazza-
-Ex ragazza Maddie, ci siamo lasciati- scuote la testa. Ho come l'impressione che ci sia dell'altro sotto oltre quel che racconta lui. -Non ci torno insieme, questa volta è definitiva-
-Stai cercando di convincere noi o te Will?-
-Nessuno Jesse, te lo posso assicurare-

🪼🪼🪼🪼🪼

-E' vero che venerdì sera Will ha mangiato da te?-
-Che occhi sognanti Theodore- dico, mentre do un rapido sguardo agli appunti di settimana scorsa. –Comunque sì, Jesse aveva cucinato il pollo al curry e pare che lui non lo avesse mai mangiato prima d'ora-
-Come è possibile?-
-Ad Eton ti servono soltanto escargot, che ci vuoi fare-
-Spero che tu non abbia avuto questo atteggiamento anche con lui-
-Mi spiegate per quale motivo lo venerate tutti come se fosse un dio sceso in terra?-
-Mi spieghi per quale motivo lo odi? Non dirmi che è ancora per quella storia della lista-
-Non lo odio, te lo posso assicurare, e sto ancora decidendo se rivalutarlo oppure no...a proposito- mi tolgo gli occhiali e mi volto verso di lui. –Perché non mi hai mai detto che avevano appeso la mia foto nello spogliatoio dei ragazzi a cui tiravano le freccette?- il suo volto diventa paonazzo e inizia a boccheggiare alla ricerca di duna risposta adeguata. –Allora?-
-Già i ragazzi mi tengono d'occhio perché sono tuo amico, se lo avessi spifferato mi avrebbero ucciso-
-Nessuno di voi si è reso conto della gravità di quel che ha fatto, vero?-
-Secondo il mio modestissimo parere hai esagerato un pochino, alla fine non era niente di eclatante, mica c'erano foto di nudo...e poi sai come si dice, boys will be boys-
-Oh certo, i ragazzi sono ragazzi ed ogni cosa a loro è concessa-
-Ti vedo leggermente sarcastica oggi, è successo qualcosa?-
-No-
-Sicura?-
-Sì-
-Non me la dai a bere- roteo gli occhi al cielo, sbuffando. –Senti, che ne dici se andiamo a mangiare il sushi per pranzo?-
-Viene mio padre, se ti vuoi unire...-
-Ah allora ecco svelato l'arcano, l'ottanta percento delle volte il tuo malumore ha a che fare con lui-
-Vieni con noi?- gli richiedo, fingendo di non aver sentito ciò che ha appena detto.
-Non vorrei mai disturbarvi-
-No no no ti prego, mi faresti un enorme piacere-
-Avete litigato, vero?-
-Sei davvero fastidioso oggi- sbotto. –Stai girando il coltello in tutte le piaghe che trovi eh-
-Mi devo pur divertire in qualche modo-
-Toh guarda, è arrivato il professore, adesso devi stare zitto-
-E chi lo dice?-
-Io, sono stanca di essere rimproverata per colpa tua che trovi sempre spunti per nuove discussioni durante le lezioni-
Will
-Ti sei imbambolato- Leo mi dà una botta sulla spalla, col risultato che la matita mi sfugge di mano e mi cade sul prato. –Scusa- si china e me la porge, mentre io continuo ad osservare Birdie che, dall'altra parte del cortile, ride con Teddy e con le sue amiche. – Credo di aver sottovalutato questa cotta –
-Non c'è nessuna cotta, la stavo solo disegnando, sai che disegno tutti-
-Ti sei fermato a cena l'altra sera-
-Tu hai mai mangiato il pollo al curry? Io no prima di venerdì!-
-Cenate ogni sera col caviale a casa tua?-
-Idiota- la punta della matita sfiora il foglio, cercando di dare l'accezione corretta al volto della ragazza, dalle forme morbide e squadrate allo stesso tempo. –Emma lo ha saputo?-
-No, non ha chiamato a casa e non ci ha fatto domande, e di nuovo nel periodo in cui si fa desiderare e in cui finge che non le freghi niente-
-Spero che duri più dell'ultima volta, almeno sto tranquillo-
-E smetterà di prendersela con il tuo grazioso uccellino, potrebbe distruggerla in un colpo solo-
-Non è così fragile, non credo che Emma possa scalfirla-
-Quanto sei ingenuo- mi strizza una guancia, ed io mi scosto infastidito. –Sta venendo bene-
-Non riesco a rendere bene le labbra, sono a cuoricino e piene, ma non come se le avessero appena iniettato il botulino-
-Ritengo che, per conoscere un paio di labbra e saperle disegnare, dovresti prima averle baciate-
-Quanto sei idiota- dico, infastidito. –Sembra che tutti spingiate perché accada qualcosa tra noi due-
-Che fate?- Oliver ed Ethan ci raggiungono, sedendosi accanto a noi sul muretto. –Qualcuno si è...-
-Ho fatto anche i vostri di ritratti e fidatevi, non provo quel genere di sentimento- chiudo il quaderno con un colpo secco consapevole che, se continuassi davanti a loro, non la smetterebbero di prendermi in giro e di deridermi.
-Comunque quest'anno abbiamo davvero tanta carne fresca-
-Stai diventando davvero un pervertito Ollie-
-Oh andiamo, ci siamo persino scambiati le ragazze un bel po' di volte, e non parlo soltanto di quei meravigliosi e fantastici periodi in cui, ad Eton, tu ed Emma vi lasciavate-
-Sto bene così, dico sul serio-
-E se rimettessimo la clausola dello ius primae noctis? Tutti i futuri membri che inizieranno una relazione dovranno prima andare a letto con uno di noi-
-Vuoi proprio beccarti una denuncia eh- dice Leo, passandosi una mano tra i capelli scuri. –Lascia stare, tanto le ragazze non ti mancano-
-Lo so, ma questo è l'unico modo con cui potrei avere lei, la preferita di Will, e vendicare tutti noi della storia del libro-
-Ci penso io a Birdie okay?- in realtà non ho alcuna voglia di fare una cosa del genere, ma è l'unico modo che conosco per tenerla lontana da Oliver. –E' da me che è venuta lo scorso anno, è compito mio-
-Fin ora non hai fatto altro che difenderla dagli scatti di follia di Emma-
-Stai...è troppo chiederti di lasciare stare le ragazze per un po'? Devo ricordarti quel che è successo due anni fa?-
-C'è stato un piccolo misunderstanding-
-Un piccolo misunderstanding che ha portato una ragazza a studiare per tutto l'anno in Spagna-
-Appunto, in Spagna, dove l'alcool costa un euro e trovi una festa ad ogni angolo-
-Will ha ragione, devi stare buono, sai benissimo che il vicecancelliere ti controlla- a quel punto vedo Birdie alzarsi e issare lo zainetto sulla spalla, seguita a ruota da Teddy. –Anche perché credo che tu abbia un rivale-
-Non stanno insieme-
-E tu come fai a saperlo?- mi canzone Leo.
-Perché ci ho parlato qualche volta, sono stato persino invitato da Jesse a cenare a casa sua, e non è mai saltato fuori il suo nome-
-Beh gli occhi ce li hai no? Se ne stanno andando insieme, all'ora di pranzo, per me è una sveltina-
-Siete inquietanti- dice lei, a qualche metro di distanza. Sicuramente ha sentito ogni singola cosa abbiamo detto fino a questo momento.
-E' la postazione migliore per osservare voi novellini, vi dobbiamo tenere sotto controllo- risponde Oliver, sfoderando un sorriso furbo.
-In realtà io volevo soltanto disegnare in pace, ma loro hanno deciso di rompermi le scatole, quindi eccomi qui- curva appena le labbra, ridacchiando. –State uscendo dal campus?-
-Devo andare a pranzo con mio padre-
-Ed io le faccio da supporto morale- Birdie si volta lentamente verso di lui, incenerendolo con lo sguardo. –Che c'è?-
-Sì beh spero che si distraggano a vicenda, la materia prima è quella- si stringe nelle spalle, sospirando. –Noi ci dobbiamo vedere mercoledì sera vero?-
-Sì per l'ultima prova, siete rimasti in pochi ormai-
-Quindi presumo che sarà un bagno di sangue-
-Decidiamo noi le prove, non ti preoccupare- si intromette Ethan. –Non rischi che Emma provi a vendicarsi-
-Vendicarsi di cosa esattamente?- domanda. –Non ho fatto assolutamente niente-
-Intendeva dal suo punto di vista, non dal tuo-
-Continuo a non capire Will- dice, riducendo le palpebre a due fessure. –Comunque non ho tempo, mio padre dà letteralmente di matto se lo faccio aspettare, un giorno di questi gli prenderà un colpo-
-Con tua madre che gli dà così tanto filo da torcere poi...- guarda Teddy di traverso, che diventa rosso come un pomodoro. –Direi che è arrivato il momento di andare-
-Lo credo anche io, ci vediamo mercoledì ragazzi-
-O anche dopo se vuoi- esclama Oliver, ma lei si limita a passare oltre, senza aggiungere altro. –Potresti anche darmi una mano però!-
-Ti ho già detto che sono contrario a questa cosa, quindi smettila di chiedermelo continuamente-
-Pensavo che, una volta lasciatoti definitivamente con Emma, avresti dato il meglio di te, invece sei diventato noioso, hai cinquant'anni dentro-
-Mi va benissimo così, te lo posso assicurare- metto il quaderno dentro la tracolla e la isso sulle spalle. –Si chiama avere dei principi tra l'altro-
-Sei diventato vecchio dentro- gli mostro il terzo dito e mi alzo. Mi stiracchio, allungando la schiena indietro, non ho dormito bene questa notte, per niente. –Dove stai andando?-
-In biblioteca, mi servono dei libri, ci vediamo più tardi- saluto i ragazzi e attraverso il cortile, in direzione dell'edificio designato. Minacciosi nuvoloni si annidano sopra la mia testa preannunciando un bell'acquazzone che mi farà rimpiangere di non aver scelto di studiare in America.
Arrivo alla meta e mi siedo in un posticino più nascosto, onde evitare che qualcuno mi venga a disturbare per chiedere qualcosa.
Poggio la tracolla sul tavolo, mi dirigo nella sezione che mi interessa e scorro tra i vari titoli, fino a quando non trovo quello che mi interessa. Quando, però, mi siedo e tiro fuori sia il mio iPad che il mio quaderno dei disegni, il Leviatano fa capolino dalla tracolla. Mi sono dimenticato di restituirlo a Birdie, spero che non le serve, visto che, quando lo cercavo, mi ha detto che la copia della biblioteca era stata presa da Teddy.
Gonfio le guance, più tardi passerò a portarglielo.
Apro il libro che ho appena preso e inizio a sfogliarlo. Accendo l'iPad e apro la pagina per prendere appunti.
Quest'anno mi laureo e ancora non ho deciso che cosa farne della mia vita, che cosa studiare dopo, se rimanere ad Oxford oppure no, e tutta questa incertezza mi dà sui nervi. E se non ne avessi la più pallida idea perché questo non è realmente ciò che voglio fare ma ciò che hanno deciso i miei genitori per me?
Lascio andare la fronte sul tavolo sospirando. Tutti si aspettano che onori la lunga tradizione di famiglia di occupi il mio posto in Parlamento, come già sta facendo mia madre, eppure è davvero questo quello che voglio?
La mia vita è pianificata praticamente da quando sono nato: lo stesso asilo di William e Harry, la Royal Grammar School, Eton e, infine, Oxford. Arrivato al quarto anno avrei dovuto fidanzarmi con Emma, le nostre famiglie lo hanno deciso che eravamo ancora nella culla, ma quel sentimento che ci ha legato all'inizio non è cresciuto, o almeno non da parte mia, senza contare che, alle volte, sa essere davvero una stronza.
Sospiro e chiudo gli occhi. Vorrei riuscire a trovare una risposta a tutte le mie domande.
Rimango in quella posizione per circa un'ora, senza parlare, senza dormire, senza muovere un muscolo.
-Stai bene?- alzo il capo. Birdie mi osserva con uno sguardo che sembra quasi preoccupato, scrutandomi bene alla ricerca di qualcosa.
-Qualche pensiero di troppo...sei già di ritorno?-
-Quando io e mio padre siamo in guerra dobbiamo stare insieme il meno possibile, ne va della mia sanità mentale-
-Ti va di parlarne?-
-Voglio pensare ad altro, era anche per questo che mi ero portata Teddy, mi serviva per attutire il colpo-
-Leo pensa che tra voi due ci sia qualcosa-
-Io e Teddy?- scoppia a ridere, scuotendo la testa. –E per quale motivo?-
-Siete partiti insieme, siete stati nella stessa casa, state sempre appiccicati-
-Siamo amici, se fossimo stati dello stesso sesso non lo avresti pensato-
-Io li ho detto che si sbagliavano-
-Tu che hai invece?-
-Niente- le rispondo. A quel punto poggia la tracolla sul tavolo, la spinge un po' più lontano e si siede. –Smettila di fissarmi-
-Io e mio padre abbiamo litigato perché è convinto che spenda troppi soldi in vestiti quando, comunque, è mia madre che me li versa sul conto corrente, l'unica volta che ho chiesto aiuto a lui quando ero a Parigi è stato soltanto perché lei era alle Mauritius e a me non erano arrivati i soldi della borsa di studio. La cosa che mi dà più fastidio è che, quando si arrabbia, comincia ad insultarmi, a dirmene di tutti i colori, ed io non ci sto- è la prima volta che si mostra così, non fingendo una perfezione che non appartiene a nessun essere umano. –Adesso tocca a te-
-Non so cosa farne della mia vita, ho paura di essermi lasciato condizionare dai miei genitori-
-Non dire sciocchezze, ho visto qualche simulazione di processo, ce l'hai nel sangue- 




Sbaaam!

eccomi con la mia nuova storia! avevo già pubblicato i primi tre capitoli precedentemente ma visto lo scarso successo della prima volta avevo deciso di eliminarla. allora che ve ne pare? è la prima storia che ho ambientato nel regno unito, per l'esattezza ad oxford, ed un po' diversa (sotto certi punti di vista) rispetto alle altre. insomma, fatemi sentire la vostra opinione a riguardo!

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