They took the crown but it's all right
Birdie
-Ti sei messa contro Emma Vandeleur, ti renderà la vita un inferno-
-Ho superato il bullismo delle medie e del liceo Maddie, credo che potrò sopportare i capricci di una contessina a cui non ho fatto assolutamente niente-
-William Thomas Thornbury-Harrington, il duca di Norfolk nonché suo fidanzato storico, ti ha difeso davanti a tutti, per questo ha dato di matto, non c'è bisogno di ingigantire la cosa-
-Ti ringrazio Jesse- dico alla ragazza, portandomi al centro del corridoio. –Adesso ho lezione di diritto internazionale, ci vediamo a pranzo-
-Ciao- saluto le ragazze ed entro nell'aula. Ciò che ha fatto Emma ieri è totalmente sbagliato: era solo una scusa autorizzata per del vecchio body shaming, ed io non ci sto, anche perché so che effetto può avere, e non solo sulle ragazze, ma su tutti. E' per questo che odio queste società segrete e ogni cosa che sia collegata a loro.
-Ehi capo- Teddy si siede accanto a me, lanciando i libri sul tavolo. –Sei stata straordinaria ieri sera, non sono riuscito a dirtelo-
-Qualcuno doveva pur schierarsi dalla parte della ragione. Emma, Will, Oliver, Leo, Ethan, Claire e Vanessa guardano tutti dall'alto in basso, anche gli altri componenti, perché sono nobili, ed è una cosa che deve finire. Okay, siamo in una monarchia parlamentare, ma è anche il duemilasedici-
-Stai preparando il discorso per farti eleggere Primo Ministro?-
-Tra qualche anno magari...sono sicura che ci sarà ancora queen Betty-
-Su quello non ci sono dubbi, è più probabile che lei arrivi ai diciotto anni di suo nipote George che noi alla fine delle prove per il Phoenix-
-La prima è andata, e poi sono io quella che minaccia di morte-
-Will ti ha difeso con lei, e tutti sanno che quei due sono promessi sposi-
-Esistono ancora cose del genere nel duemilasedici?-
-Loro non sono come noi Birdie, la famiglia di Will seppellisce i reali-
-Non è che i duchi di Norfolk siano i becchini di Elisabetta, sono presenti alle incoronazioni, sono praticamente un gradino sotto la regina-
-Hai una strana ossessione per i Windsor-
-Non è un'ossessione, sono molto interessata alla nostra monarchia, ma è la storia della principessa Diana che mi affascina di più-
-Mi chiedo come sia possibile che tu non sia riuscita ad accalappiare nessuno dei due principi-
-Perché sono troppo piccola rispetto a loro, quando lei è morta erano degli adolescenti, Harry ancora no in realtà se non mi sbaglio, io, invece, avevo tre mesi-
-Saresti stata la prediletta di Elisabetta-
-Ho due tatuaggi, cinque buchi alle orecchie, i capelli rossi e rosa e quattordici bracciali-
-E cosa ne è del detto 'la tonaca non fa il monaco'?-
-Che hai ragione, visto che la nostra società è stata rovinata da uomini in giacca e cravatta e non con i tatuaggi, ma non tutti sono di questo avviso purtroppo, soprattutto la famiglia reale e annessi e connessi, hai detto pure tu che Will ed Emma finiranno con lo sposarsi e non perché è stata una loro idea!-
-Voci di corridoio dicono che lui abbia mandato tutto all'aria e che abbia l'appoggio di sua madre-
-Sinceramente non m'interessa; l'unica cosa che so è che ha cercato di convincermi in tutti i modi possibili ed immaginabili, mi ha presa per stanchezza-
-Beh però non ha tutti i torti, la maggior parte dei potenti del mondo apparteneva a società segrete al college, da David Cameron a George Bush, è come una sorta di rito di passaggio-
-Questo è vero, ma c'è qualcosa di oscuro e di taciuto al loro interno che non mi piace per niente-
-Secondo me ti sei lasciata suggestionare troppo da quel film di qualche anno fa con Sam Claflin, come si chiamava...-
-Posh-
-Ecco esatto-
-Sai che, per quel che riguarda il distruggere le camere e gli atti vandalici, non hanno lavorato d'immaginazione, vero?-
-Ah-
-Sorpresa- sventolo leggermente le mani, ridacchiando subito dopo. –Adesso fammi seguire, ne riparliamo dopo- il professore inizia la lezione e, mentre prendo appunti, il mio adorato computer, dopo tre anni di onesto lavoro, si spegne senza dare segni di vita. –Cazzo- batto un paio di colpi sui tasti, nella vana speranza che si riprenda.
-Che succede?-
-Il computer si è spento, da solo, senza che facessi niente-
-Questa è una bella seccatura-
-Non ho neanche il quaderno degli appunti- sbuffo. Ci sono delle giornate che, semplicemente, non dovrebbero iniziare. –Professore?-
-Non ti preoccupare Williams, parleremo dello sviluppo dei diritti della donna-
-No ecco volevo chiederle se potevo andare velocemente a casa, il computer si è rotto e non ho come prendere appunti-
-Hai dieci minuti, massimo venti-
-Grazie- chiudo lo schermo del pc, lo infilo nella custodia e corre più velocemente che posso. –Dannazione dannazione dannazione-
-Dove stai andando?- mi volto, Will è dietro di me con le braccia incrociate.
-Non ho tempo di parlare, devo tornare immediatamente a casa-
-Stai bene?-
-Sì, ma il mio computer ha deciso di passare a miglior vita, devo prendere l'iPad-
-Ti posso prestare il mio- estrae l'oggetto in questione dalla borsa, porgendomelo. –Ho gli allenamenti adesso, quindi non mi serve, me lo puoi dare direttamente oggi pomeriggio-
-E tu ti fidi? O c'è un trucco sotto?-
-Mi fido e no, non ti voglio fregare, voglio solo essere gentile. E poi quello lo uso solo per le lezioni, quindi non troveresti niente di compromettente-
-Questo spiega decisamente tutto-
-Non essere troppo sulla difensiva, ti assicuro che non siamo tutti come Emma-
-Quello che ha fatto...-
-Lo so-
-E voi dovevate intervenire prima di godervi lo spettacolo-
-So anche questo- assottiglio le labbra. Ho preso una pessima decisione, davvero pessima.
-Grazie comunque, te lo riporterò intatto a pranzo-
-Figurati- gli faccio un cenno del capo e me ne vado, salvo ricordarmi una cosa.
-Per il futuro, non sono una principessa che deve essere salvata-
-Dovresti imparare a distinguere questo dalla gentilezza, ti sarà molto utile in futuro- lo guardo allontanarsi, prima di fare ritorno in classe, l'ultima cosa che volevo era una lezione di vita da Will.
-Ci hai messo poco, sapevo che eri veloce, ma non pensavo così tanto-
-Ho incontrato il duca più famoso del mondo qui fuori e mi ha prestato il suo iPad-
-Dici sul serio?-
-Lo so sembra impossibile anche a me, infatti non me lo spiego-
-Vuole proprio che Emma ti salti al collo-
-Qui i livelli di psicopatia si sprecano-
-Che ne sai, magari al posto suo saresti anche tu gelosa-
-Essere gelosi è un conto, essere totalmente pazzi un altro-
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-Grazie- porgo l'iPad a Will non appena esce dall'allenamento.
-Ti sei appostata per caso?-
-No, volevo evitare che Emma mi vedesse, non voglio rogne stile teen comedy onestamente-
-Non è più la mia ragazza-
-Lo so, ma lei non mi sembra del tuo stesso avviso- prende l'oggetto che gli sto porgendo e lo mette nella borsa.
-Il tuo computer?-
-Problema di hard disk, dovrebbe essersi ripreso, dopo essersi resettato, spero che duri ancora un altro po', ci hanno messo una mattinata per recuperare tutti i miei dati-
-Brutta storia...ti sei mandata tutto?-
-Sì, grazie ancora, mi hai evitato di tornare fino a casa-
-Ciao Birdie- Leo, Ethan e Oliver ci raggiungono. Mi limito ad un saluto timido, non sono mai a mio agio con le persone che ho conosciuto da poco. –Sto morendo di fame, andiamo a mangiare?-
-Sì, ci uniamo a Beatrice Everly-
-Cosa?-
-Hai sentito benissimo- un sorriso furbo curva le sue labbra.
-Will io non voglio problemi davvero, ho già...- mi blocco. Ancora non ho imparato a non raccontare tutto quello che mi riguarda con la solita leggerezza che mi contraddistingue. –Non ho alcuna voglia di avere problemi con Emma, dico sul serio. Non siamo più al liceo, ed io ho cose molto più importanti da fare che parare i suoi colpi-
-Oh andiamo, dov'è il tuo spirito d'avventura?- mi dà un leggero colpetto al gomito, mi chiedo se sia tutto un gioco per lui, una qualche sorta di caccia al gatto e al topo
-Per 'spirito d'avventura' io intendo prendere valigia e passaporto e andarmene via, non sfidare la tua ex-
-Hai passato sei mesi a Parigi da sola, sono sicuro che potrai superare questo, su- poggia le mani sulle mie spalle e mi fa voltare. Non ho idea del perché si sia fissato con me, ma è una cosa che, alla lunga, sicuramente, mi porterà solo e soltanto guai.
-Mi sono persa qualcosa?- faccio segno a Jesse di parlarne dopo. Non sono mai stata troppo socievole, troppo propensa a conoscere persone nuove, e la loro invadenza mi dà un po' fastidio.
-Sei davvero contenta oggi raggio di sole-
-Stai cercando di farti mandare a quel paese Will?-
-Nah rilassati, sono un esserino pacifico io- se esserino si può definire un gigante di un metro e novantatré dalle spalle larghe quanto l'armadio di camera mia.
Alla fine, tuttavia, devo arrendermi all'idea di avere il tavolo invaso dall'élite di Oxford, cercando di non pensare a quelle che potrebbero essere le conseguenze per la sottoscritta. Quindi prendo un respiro profondo e, per l'intera ora successiva, osservo loro e le mie amiche e Teddy socializzare come meglio possono, mentre io vorrei soltanto scomparire da un momento all'altro.
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-Mi dispiace di averti dato fastidio- mi dice Will, accompagnandomi verso la mia prossima lezione.
-No, dispiace a me di essere stata troppo acida, non ho alcun problema con te, voglio solo evitare di averne con Emma-
-Ti fa così tanto paura?-
-No figurati, è che...- mi schiarisco la voce, ci deve per forza essere un modo per poter spiegare un concetto senza, però, raccontare tutta la propria storia. -...è che ho avuto a che fare con persone come lei per molto tempo, ma ora sono qui, non voglio rogne, soprattutto quando non c'entro assolutamente niente-
-Ti do la mia parola d'onore che, se ti dovesse dare fastidio, interverrei-
-Non ho bisogno di questo Will, non ho bisogno di qualcuno che mi difenda-
-Non so che dire a questo punto-
-Non devi intervenire, devi bloccare la cosa sul nascere, provare a parlarle-
-Okay, ti prometto che lo farò-
-Non so nemmeno se sei un tipo che mantiene la parola-
-So che ci siamo scontrati per tutta quella storia del libro lo scorso anno, ma ti assicuro che non sono una persona così di merda come credi tu-
-Scusami, ho questo vizio di stare perennemente sulla difensiva-
-Me ne sono accorto. Ascolta, non fidarsi subito della gente è una cosa buona, ti evita molte rogne, ma c'è una leggera differenza tra questo e il far pensare agli altri che ti stanno antipatici- rimango in silenzio. Non mi era stata mai detta una cosa del genere, e potrei tranquillamente spiegargli che non sono una stronza totale, ma mai mostrarsi vulnerabile alla gente perché ne approfitta, ed io l'ho provato abbondantemente sulla mia pelle. –Detto questo io vado a lezione, ti ho disturbata anche troppo per oggi-
-Non lo hai fatto, anzi, mi hai salvato. Se avessi dovuto realmente fare una corsa da casa mia a qui sarei tipo caduta una ventina di volte. Sono molto veloce ma ho un pessimo senso dell'equilibrio-
-Mi farò due risate nelle prossime prove allora-
-Ciao Will, ci vediamo...-
-Domani sera. Ci riuniamo ogni mercoledì e venerdì-
-Così ci sono due giorni prima del mercoledì, due dopo il venerdì e uno in mezzo- mi guarda stupito, sbattendo un paio di volte le palpebre. –Non avete scelto i giorni per questo motivo?-
-Onestamente non so quale visto che la società esiste sin da quando è stata fondata l'università, quindi ti direi una cavolata, però non so se erano così tanto ossessivo-compulsivi come te, è per il fatto che hai vinto le olimpiadi di matematica per otto anni di fila?-
-Sapete anche questo vedo-
-Eri nella squadra di scherma alle Olimpiadi di Londra del duemiladodici, la più giovane di tutti, appena quindici anni, senza contare che hai fatto danza per tanti anni, eri molto attiva da piccola-
-Servivo soltanto a fare numero, non ho disputato nessun incontro...poi ho smesso con tutto e sono ingrassata, la storia della mia vita, ho paura di cos'altro tu possa dire, quindi me ne vado in classe-
-Conosciamo tutto quello che c'è sui fascicoli te l'ho detto, tutto quello che è di ordine pubblico, ma chi tu sia realmente sotto i libri mi sfugge-
-Leggiti meno romanzi, non tutto è un mistero, ciao-
-Ciao Birdie- mi fa un cenno con la mano e si allontana, senza aggiungere altro.
-Sono confuso, credevo che volessi tenerti lontano da loro- Teddy mi affianca, ed io roteo gli occhi al cielo.
-E tu dov'eri finito a proposito? Un attimo prima eri a pranzo con noi e, quello dopo, eri scomparso-
-Sono dovuto scappare al bagno...Emma ti ucciderà-
-Non ho paura di lei, voglio sottolineare questo, sono semplicemente contro i bulli, sono una specie che dovrebbe estinguersi-
-Brutta esperienza?-
-Non mi va di parlarne-
-A te non va mai di farlo, tieni tutti a distanza, sei una sorta di regina delle nevi-
-E ne vado fiera- sorrido, e lui scuote la testa. –E comunque non è vero, noi due abbiamo legato quasi subito-
-Sì okay ma per esempio io non so niente del tuo passato-
-Perché non c'è niente da dire, ero parecchio insignificante quando ero ancora alla Westminster-
-Facci fatica a crederci-
-Non sono sempre stata così, te lo posso assicurare-
-Vedi? Come facevo a saperlo se non me lo hai mai detto?-
-Dettagli- gli faccio un cenno con la mano. Non ho per niente voglia di fare un excursus sul mio passato, mi sono sbottonata anche troppo ultimamente. –Piuttosto, secondo te che cosa ci aspetta domani sera?-
-A te l'inferno, a noi comuni mortali non ne ho idea-
-Will parlerà con Emma, me lo ha promesso-
-Ah quindi siamo arrivati già a questo punto?-
-Smettila di prendermi in giro- ridacchia. –Sai, tutto sommato penso che potremmo divertirci e trarre qualche vantaggio da questa storia-
-Non mi piace quello sguardo, non mi piace per niente-
-La mamma di Will è in politica, sai cosa vorrebbe dire per noi un tirocinio al Parlamento?-
-E come pensi di arrivarci? E poi conta che lei è una Harrington, i duchi di Norfolk sono per tradizioni membri del Parlamento-
-Beh lui mi ha sempre ripetuto che è un trampolino di lancio per raggiungere tutti i miei obiettivi, quindi- mi stringo nelle spalle, forse devo smetterla di sognare troppo in grande.
-Se ti mette strane idee in testa siamo proprio a cavallo-
-Anche David Cameron ha fatto parte di una società segreta quando era ad Oxford, ed è inutile che ti dica quale-
-Sì sì lo so benissimo, infatti credo di non doverti ricordare della foto-
-Mi reputo un po' più intelligente di lui a quei tempi, ricordati che ho messo in riga Emma per avervi fatto spogliare-
-Ricordami perché l'ho fatto, sono un palo della luce, soprattutto in confronto a Will che è praticamente perfetto-
-Nessuno è perfetto, e vedrai che il canottaggio avrà gli stessi effetti anche su di te-
-Lo spero-
-Sei un bel ragazzo lo stesso Teddy, non ti preoccupare-
-Si stava meglio quando si stava a Parigi-
-Oh su questo non ci sono dubbi, cosa darei per tornarci seduta stante-
-Cosa darei per vederti di nuovo ubriaca ballare sui tavoli del Moulin Rouge-
-Hai ancora il video, vero?-
-Sì, perché?-
-Tu lo sai che, prima di selezionarci, hanno fatto delle ricerche su di noi?-
-Cosa?- annuisco, intimandogli di abbassare la voce, l'ultima cosa che voglio è un rimprovero per aver interrotto le manie di protagonismo di McGruver. –Come fai a saperlo?-
-Will ha scoperto un paio di carte per convincermi a venire ieri sera-
-Non è illegale?-
-No, però so solo che si sono limitati a ciò che c'è scritto sui fascicoli o, comunque, a quel che riguardava la nostra carriera scolastica, infatti non sapevano niente delle mie famose nottate parigine e di un paio di altre cose che dovrebbero rimanere nascoste-
-Sei la figlia di 007 per caso?-
-Mio padre ama quei film ma no, soltanto di un playboy incallito che, dopo due matrimoni falliti, una serie di relazioni andate a male e cinquantanove anni, non ha ancora capito che è arrivato il momento di ritirarsi-
-Sai che questa è la prima volta che ti sento parlare di lui? Mi sto emozionando oggi-
-Sì infatti sto parlando decisamente troppo, credo che sia arrivato il momento di ascoltare la lezione-
-Ma...-
-Theodore-
-Per una volta che stavi finalmente dicendo qualcosa di interessante- gli mostro il terzo dito.
Teddy ed io abbiamo legato sin dal primo giorno di lezione, tant'è che, ad un certo punto, abbiamo deciso di partire insieme per Parigi per il secondo semestre dello scorso anno, vivendo nella stessa casa per tutta la durata dell'Erasmus, ed avere a che fare con me non è per niente facile.
-E comunque non è assolutamente vero, ho parlato un bel po' di volte con te quando eravamo ancora all'ombra della Tour Eiffel-
-Questi sono dettagli, tu conosci praticamente ogni cosa di me, mentre io ho vuoti della trama quando si parla di te-
-E' solo una tua impressione, fidati- quando mi sono diplomata dalla Westminster, ho promesso che avrei lasciato un bel po' di cose in quella scuola, portando con me soltanto le esperienze positive, e così ho fatto. Le ho archiviate in una parte del cervello e stanno ancora lì. Non le ho dimenticate, le ho usate per modellarmi e se sono quel che sono oggi e anche per merito, o per colpa come direbbe mia madre, loro.
-Se lo dici tu-
-Infatti, ora fammi seguire-
-Va bene va bene- mi fa la linguaccia. Ho perso il conto delle volte in cui ci siamo fatti rimproverare negli ultimi due anni per questo fatto.
Terminata la lezione e, con essa, la giornata, usciamo dall'aula. Teddy si getta in ginocchio sul prato, puntando il viso verso quel poco di sole che è rimasto.
-Quanto sei teatrale, alzati su- lo afferro da sotto l'ascella e lo tiro verso l'alto. –Dai, ci stanno guardando tutti-
-Ti preoccupi troppo del giudizio della gente-
-Questo non è affatto vero-
-Ah no?-
-Possiamo continuare questa discussione da un'altra parte?-
-Va tutto bene ragazzi?- Will si avvicina a noi, ridacchiando sotto i baffi.
-Sì, fa sempre così quando abbiamo lezione fino alle quattro...Teddy-
-So che dirai che è una cosa sessista, ma dovresti farti una scopata, sei troppo tesa-
-E' una cosa estremamente sessista-
-Tu te le cerchi però- Will gli porge una mano per aiutarlo e, inaspettatamente, Teddy accetta, rimettendosi finalmente sui suoi piedi.
-Tanto con lei sono tutte battaglie perse, te lo posso assicurare- chino leggermente la testa di lato. Non sono propriamente convinta che sia così, ma devo pur sempre conservarmi un certo vantaggio no? Anche se ciò equivale a bluffare, come nel poker.
-Vi lascio alla vostra piccola bromance, io torno a casa, sono parecchio stanca, anche perché ieri sera mi avete fatto fare tardi ed io, se non ho almeno otto ore di sonno a notte, non riesco a connettere bene l'indomani mattina-
-Disse quella che faceva le due di notte durante tutta la settimana e, il giorno dopo, a lezione era un fringuello-
-A Parigi era tutt'un altro discorso, era...era Parigi, era l'Erasmus, erano tante cose, e c'era l'alcool che mi teneva sveglia-
-Falla andare Teddy, così magari tu mi sveli qualche scheletro nell'armadio della nostra principessina qui presente-
-Non una principessina, e lui sa che rischia la morte se parla!-
-Ed ho più paura di lei che di te-
-Hai proprio la vittoria in mano, sono sicuro che diventerai sicuramente proctor-
-Direi che è arrivata l'ora per me di tornare a casa, ci vediamo domani ragazzi-
-Aspetta, ti accompagno-
-Non è necessario-
-Si sta facendo buio, e ho sentito che c'è un addio al celibato questa sera, non è esattamente la situazione idea per una ragazza- Will fa un passo verso di me. Riduco le palpebre a due fessure, qual è il suo secondo fine in tutta questa storia? E' fin troppo gentile nei miei confronti.
-Lo sarebbe, se voi foste capace di tenervelo nei pantaloni-
-Quello che vuole dire in realtà è 'grazie per il pensiero'- incenerisco Teddy con lo sguardo, si sono messi tutti d'accordo per caso?
-Grazie per il pensiero Will, tuttavia ritengo che non ce ne sarebbe bisogno, se voi foste capace di tenervelo nei pantaloni-
-Beh è un passo in avanti-
-Tu rischi la morte oggi-
-Lo immaginavo- borbotta Teddy, infastidito.
-Hai perfettamente ragione, però ti dirò, non tutti noi ragazzi siamo delle bestie di satana-
-Se lo dici tu...allora ciao Teddy-
-Ciao Birdie, a domani- io e Will ci allontaniamo fianco a fianco. I giardinieri hanno iniziato ad annaffiare, come dimostrato dalle gocce d'acqua che bagnano la gomma delle mie Converse.
-Sto apprezzando davvero tanto quel che stai facendo, anche se immagino di aver dato l'idea contraria, odio solo il fatto che sia necessario-
-Hai perfettamente ragione. Non sto qui a dirti che non è vero, perché sarebbe una cavolata, e spero che non pensi che sia soltanto per faccia lavata-
-Vuoi qualcosa da me per caso?-
-Scusami?-
-L'ottanta percento delle volte le persone che mi si avvicinano vogliono qualcosa-
-Quindi sei stata ferita in passato-
-Come tutti- mi affretto a rispondere. –Questa non è la storia di una ragazza con il cuore spezzato o a cui è stato fatto del male, te lo posso assicurare-
-Io invece ho come l'impressione che tu stia cercando di depistarmi per evitare che finisca per conoscerti-
-Sono una persona molto pigra, perciò figurati-
-Ma molto intelligente-
-Non capisco mai se tu sia sarcastico oppure no-
-Perché pensi che la gente sia sarcastica quando ti fanno un complimento?- mi limito a scuotere la testa. Ci sarebbe davvero troppo di cui parlare, e a me non piace più sbottonarmi. Mi chiedo quand'è che io sia diventata un mistero vivente, una reginetta di ghiaccio indifferente al mondo. –Tu non ti fidi delle persone, o sbaglio?-
-Stai deducendo un po' troppo per i miei gusti-
-Ed ecco che ritorni sulla difensiva, è un circolo vizioso-
-Oh mio dio Will- si volta verso di me, ridendo. –Sai davvero come essere fastidioso alle volte-
-Ho parlato con Emma-
-Ah-
-Anche perché le sue piccole spie le avevano già detto che avevamo pranzato insieme-
-Erano loro Gossip Girl, non Dan Humphrey-
-Sì effettivamente non hai tutti i torti- ride. Rispetto allo scorso anno, quando ci siamo incontrati, sembra diverso, quasi più umano, o forse sono stati i termini in cui ci siamo scontrati per la prima volta.
-Posso chiederti una cosa?-
-Dimmi pure-
-Perché ci tieni così tanto che io faccia parte del Phoenix Club? Ieri sera sei stato l'unico che ha preso la parola e che mi ha difesa-
-Sai per quale motivo ti sembra strana una cosa del genere? Perché per te io sono semplicemente il ragazzo di quel quaderno, hai deciso che ero in un determinato e stai continuando con quell'idea-
-Mi state accusando di aver pregiudizi signor Darcy?-
-Sì signorina Bennet- assottiglio le labbra, visibilmente sorpresa. –Visto? Non pensavi che potessi conoscere 'Orgoglio e Pregiudizio'-
-Okay, mi sa che ti devo fare le mie scuse però ammettilo, in parte è stata colpa dell'orgoglio che hai mostrato durante la storia del libro-
-Touché signorina Bennet, touché-
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