Now the daylight's dangerous, it will turn us both to dust
-Ti ho già detto che non conosco né Harry Styles né Taylor Swift-
-Ma conosci Zayn-
-Perché io e Gigi siamo rimasti in buoni rapporti, semplice- si stringe nelle spalle. Dopo pranzo siamo andati al centro commerciale per cercare gli accessori giusti per il costume suo e di Ethan. –Conosco Ed Sheeran però-
-E me lo dici cosìììì?- qualche persona si volta a guardarci, probabilmente per il mio tono di voce non troppo basso.
-Adesso sono diventato improvvisamente interessante, vero?-
-Mi risulta di aver accettato di accompagnarti oggi ancor prima di sapere il tuo giro di amicizie famose- gli lancio il pumino rosso senza maniche che ho trovato, quasi uguale a quello che Marty indossa in ritorno al futuro.
-Birdie, stavo scherzando- gli mostro il terzo dito, sbuffando. –Certo che sei davvero permalosa-
-E tu uno stronzo, un'accoppiata micidiale-
-Mi dà fastidio che non mi si guardi in faccia mentre parlo-
-E a me dà fastidio...- mi volto di scatto ma, invece di continuare la frase, scoppio a ridere. Will è girato di fianco e indossa una cintura con una coda di coniglio rosa che arriva dritto sopra il sedere. Il tutto è reso ancora più comico da lui che scuote le anche seguendo il ritmo della canzone di sottofondo del negozio. –Sei davvero ridicolo-
-Però almeno sono riuscito a farti ridere. Hai un bel sorriso, è un peccato tenere il broncio-
-Grazie-
-Prego- toglie la cintura e la ripone al suo posto. –Secondo te dove potremmo trovare gli occhialini di Doc? Ethan mi ha detto che non li ha cercati da tutte le parti-
-Possiamo provare in qualche negozio vintage...per il resto ha tutto?-
-Sì, ha trovato parrucca e baffi in una delle librerie vicino casa nostra e si è fatto prestare il camice di Leo-
-Peeerfetto, potreste essere vestiti quasi meglio di me-
-Come siamo modeste-
-Un anno mi sono vestita da Demi Lovato, non sei proprio al mio livello-
-Certo che sei davvero competitiva-
-Sì hai ragione- rido, prendendo una camicia a quadri e mostrandogliela. –Dovrebbe essere della tua taglia giusto?-
-Come hai fatto?-
-Sono andata ad occhio-
-C'è qualcosa che non sai fare?- gli porgo l'indumento e, insieme, ci dirigiamo verso la cassa.
-Più di una purtroppo, chiedi in giro-
-Ti va se, appena finito qui, andiamo a prendere una fetta di torta?-
-Sono piena, ho mangiato troppo e non voglio che si veda la pancia dal vestito-
-Certo che hai davvero tante fissazioni-
-Possiamo comunque fare una passeggiata a Piccadilly Circus-
-Perché proprio lì?-
-Perché è abbastanza fuori dal raggio d'azione dei miei, mi scoccerei doverli spiegare per quale motivo non sono ad Oxford e chi sei tu, soprattutto a mio padre- improvvisamente parte il ritornello di Thinking out Loud, e tutti si voltano. –Qualcuno mi sta chiamando-
-Suoneria molto sobria devo dire-
-Ehi, Ed Sheeran è uno dei migliori cantautori della nostra generazione, e su questo non si discute- prendo il cellulare e rispondo, senza neanche vedere chi, effettivamente, mi stia cercando. –Pronto?-
-Si può sapere dove sei finita? Io e le ragazze ti abbiamo mandato circa una ventina di messaggi, Jesse pensava di chiamare tua madre- Teddy sbraita più del solito, ed io realizzo di essere praticamente andata a Londra senza aver avvertito nessuno. Ops.
-Non lo ha fatto vero?-
-E' questo che ti preoccupa?-
-Ho incontrato Will praticamente all'entrata del centro commerciale e l'ho accompagnato a Londra per sbrigare delle commissioni- il ragazzo in questione mima un 'grazie' con le labbra, ed io gli faccio un cenno del capo. –Non ho totalmente controllato il cellulare, onestamente non pensavo che mi cercaste-
-Appena Christine se ne è andata ti ho mandato un messaggio. Ho pensato che fossi in giro ma, dopo un paio di ore, mi sono allarmato, così ho chiamato Jesse, ma lei mi ha detto che pensava fossi da me-
-E' successo tutto all'improvviso, neanche i miei sanno che sono in città-
-Beh hai fatto una stronzata, scusami se te lo dico. Manchi da questa mattina alle dieci, non dai notizie, sono quasi le cinque, è naturale che ci preoccupiamo-
-So che sto battendo di nuovo sullo stesso punto, ma alla fine Jesse ha chiamato o no mia madre?-
-No, rilassati, è l'unica cosa di cui ti importa-
-Mi dispiace, non ci ho minimamente pensato- arriva, finalmente, il nostro turno. Will porge la carta di credito alla cassiera, mentre Teddy continua a rimproverarmi.
-Me ne sono accorto. Ci hai fatto prendere un colpo, eravamo in ansia-
-Le cattive notizie viaggiano sempre in fretta, se mi fosse successo qualcosa, lo avreste saputo immediatamente-
-Non se ti avessero rapito-
-Eeeeh come sei tragico!- Will mi guarda di traverso, nascondendo un sorrisetto sotto i baffi. –Sto bene, sono pur sempre in compagnia di un sangue blu- il ragazzo in questione mi mostra il terzo dito, ed io rido.
-Spero che tu si consapevole che non te la caverai con questa semplice spiegazione, appena torni ti torchierò fino allo sfinimento-
-Lo immaginavo-
-A proposito, quando pensi di rientrare?- a quel punto Will prende il mio cellulare e se lo porta all'orecchio.
-Ciao Teddy, volevo dirti che ti stai comportando peggio di un fidanzato geloso-
-Come hai fatto a sentire tutto? Sono in vivavoce?-
-No, ma col nuovo aggiornamento il volume delle chiamate è più forte, e tu non hai proprio un tono di voce basso- a quel punto decide di mettere effettivamente in vivavoce, scoppiando a ridere.
-Oh- Will mi fa l'occhiolino, si sta divertendo parecchio. –Io ehm...eravamo solo preoccupati, non volevo...-
-Per le sei e mezza siamo a casa, prediamo un tè con biscotti e torniamo-
-Avevo detto...- mi fa cenno di fare silenzio, riprendendo a camminare.
-Sì sì nessun problema, erano le ragazze che rompevano, volevano capire quando iniziare a prepararsi-
-Dilli di cominciare senza di me- esclamo.
-Okay riferirò, divertitevi-
-Ciao- chiudiamo la chiamata, Will mi porge il cellulare.
-Ti avevo detto...-
-Per una volta farai uno strappo alla regola-
-Odio quando non mi si lascia parlare-
-Poteva andarti peggio-
-Ossia?-
-Potevo anche interromperti con un bacio- sorride sornione. Roteo gli occhi, quanto è idiota.
– Ti saresti preso un calcio nelle palle. –
- Ouch – esclama.
-Almeno posso saper dove stiamo andando?-
-Allo Sketch, credo che ti piacerà parecchio, è una delle mie sale da tè preferite-
-Non ti facevo il tipo che frequenta le sale da tè-
-Sono pur sempre il conte di Arundel, futuro Duca di Norfolk- mi canzona. A quel punto rallenta un attimo, giusto il tempo di farsi raggiungere. –Ho trascorso la mia infanzia tra le sale da tè-
-A me non piace il tè, solo quello ai frutti di bosco-
-Sei sicura di essere inglese?- mi domanda, quasi scandalizzato.
-Sì, non ti preoccupare- penso ancora alla sua affermazione di prima. Chissà com'è stato crescere sempre sotto i riflettori, dovendo stare attento a ciò che si dice e che si fa (e, a giudicare dai tabloid, Will non è sempre stato giudizioso, tanto da essere paragonato al principe Harry dei suoi anni d'oro). –Posso offrire io questa volta?-
-No-
-Guarda che...-
-Lo so che te lo puoi permettere, visto che tua madre vince cause con la stessa facilità con cui tu mi fai qualche lezione di vita-
-Non ti faccio lezioni di vita- mi guarda di traverso, scoppiando a ridere subito dopo. –Non sono lezioni di vita-
-Come li definisci allora?-
-Pensavo che fossimo stati bene oggi-
-Ed è così, o saremmo già ad Oxford- abbassa il capo. Qualche ciuffo di capelli biondi ricade sul volto. –E so per certo che anche tu sei del mio stesso avviso, visto che non sei minimamente preoccupata di doverti preparare in solo un'ora per la tua festa preferita- il mio volto va a fuoco, perciò mi giro di colpo dalla parte opposta, per evitare che lo noti.
-E' stata una giornata diversa-
-Non mi vuoi dare proprio soddisfazione-
-Durante l'ultimo anno alla Westminster ero rappresentante degli studenti...-
-Allora ce l'hai a vizio-
-E tu ce l'hai a vizio di interrompermi- mi volto nuovamente verso di lui. Will alza le mani, ridendo sotto i baffi. –Stavo dicendo, l'ultimo anno alla Westminster ero rappresentante degli studenti insieme ad un altro ragazzo. Un giorno gli ho mandato un messaggio e gli ho chiesto quali fossero le tracce del compito in classe di inglese, una delle mie amiche non avevo tempo di studiare e, a quel punto, quel deficiente ha messo in giro la voce che io avessi una cotta per lui, soltanto perché gli avevo domandato un'informazione, e anche perché ho questo vizio di sorridere e scherzare con tutti-
-Davvero?- lo guardo di traverso e, a quel punto, scoppia a ridere. –Okay okay, sono stato pessimo-
-Lui, tra l'altro, aveva una cotta per Destiny, questa mia amica, ed una volta le ha persino chiesto come fare per rifiutarmi in modo che non ci rimanessi male-
-Non ci credo-
-E invece è così! Alche un giorno gli ho detto 'vedi che mi piace il tuo migliore amico, non tu'. Ovviamente non era vero, ma la sua espressione è stata impagabile- arriviamo a destinazione, ed entriamo.
La mia prima reazione è quella di schiudere le labbra, estasiata. La sala da tè in cui siamo appena entrati è completamente rosa, con tantissime stampe attaccate al muro.
-E' l'espressione più bella che abbia mai visto sul volto di qualcuno-
-Il rosa...-
-...è il tuo colore preferito? E, per caso, adori anche la fotografia?-
-Come fai a sapere tutte queste cose?-
-Instagram, Facebook...e poi ti osservo molto, per i miei disegni-
-Tu disegni? E disegni me?- ci accomodiamo ad un tavolino, mentre io continuo a guardarmi intorno come se fossi a Disneyland.
-Disegno tutti a dir la verità, non mi prendere per un maniaco, è una cosa che ho sempre fatto-
-Ah okay, mi sembrava strano-
-Perché?-
-Beh hai sentito la storia no? Le persone si fanno un'idea sbagliata su di me, si spaventano dei sentimenti che potrei provare nei loro confronti-
-Si spaventano perché sono una massa di idioti. Non vedo come sia possibile che tu possa fare paura a qualcuno- mi stringo nelle spalle. Lui sorride di nuovo, proprio mentre la cameriera arriva a prendere le nostre ordinazioni. –Devo ignorarti questa sera?-
-Perché mi stai chiedendo una cosa del genere?-
-Perché so che non vuoi avere problemi con Emma-
-Tanto lei continuerà a odiarmi comunque, perciò-
-Ammettilo che, in fondo, ti sto simpatico, e che ti sei sbagliata alla grande su di me-
-Posso vedere i tuoi disegni?- il suo volto diventa rosso di colpo, ed io non posso fare a meno di sorridere.
-Nessuno li ha mai visti, cioè intravedono qualcosa, ma nessuno li vede mai finiti-
-Daaai, almeno il mio-
-E tu mi farai leggere uno dei tuoi racconti?-
-Come fai a...?- assottiglio le labbra e, immediatamente, capisco. –Theodore Connor Davies, quella rana dalla bocca larga-
-Sono bastate tre pinte di birra dopo l'allenamento e ha cantato come un canarino senza che io gli chiedessi niente-
-Comunque hai centrato il punto, anche io tendo a nascondere certe cose, quindi ti capisco e ti assicuro che non te lo chiederò più-
-Grazie mille signorina Bennet- ci guardiamo e ridiamo. Questa strana complicità che si sta creando tra di noi un po' mi spaventa, ma è una cosa che mi succede sempre quando inizio ad affezionarmi agli altri. –Posso chiederti una cosa?-
-Sì certo, dimmi pure-
-Che cosa avevi paura che scoprissi quando ti abbiamo selezionata per il Phoenix Club?- gonfio le guance. Speravo che se ne fosse dimenticato o, quantomeno, che gli fosse passato di mente, tanto insulso fosse questo piccolo particolare.
-Qualcosa che persino Teddy ha scoperto soltanto di recente, e soltanto perché mio padre ha fatto una delle sue solite battute di poco gusto- il suo volto cambia d'espressione, deluso da una risposta del genere. –Ti ho portato questo esempio per farti capire che se non te lo dico, non è perché non mi fidi di te, semplicemente si tratta di qualcosa di talmente grosso che, di tanto in tanto, ancora mi sopraffà-
-Non devi darmi spiegazioni-
-Potevi raccontare a tutti delle sparate che ho avuto durante l'ultima prova, ma non lo hai fatto e questo, per me, significa molto-
-Hai problemi col cibo, vero?- domanda, a quel punto a bruciapelo.
-Penso che tu sappia già la risposta, tra l'altro abbiamo già affrontato questa discussione qualche giorno fa-
-Voglio comunque sentirmelo dire da te-
-Ero più grossa prima, circa dieci chili in più-
-Non eri sovrappeso-
-Questo perché la maggior parte era gonfiore dovuto al fatto che bevessi poco-
-Stai girando intorno alla mia domanda-
-Sì- sbuffo, rassegnata. –Sin da quando sono nata, e anche da prima a dir la verità, mia madre è sempre stata a dieta, sempre e, di conseguenza, io non potevo mangiare liberamente ciò che volessi, nonostante fossi magra da piccola. Il problema è subentrato quando avevo quattordici-quindici anni. Ho iniziato a soffrire d'ansia per via del bullismo a cui ero sottoposta dalle elementari, e sfogavo tutto nel cibo: ho iniziato a prendere peso a dismisura, saltavo gli allenamenti...a sedici anni, invece, c'è stato il rovescio della medaglia, ho iniziato a guardarmi allo specchio e non mi piacevo, ma la mia ansia non mi permetteva di essere costante, perciò...-
-...perciò due dita in gola e via, dico bene?- mi limito ad annuire. Non è un discorso che prendo facilmente, anche perché c'è sempre puntualmente Jesse che mi fa la predica. –E poi...-
-Dopo il liceo, in realtà, e dopo essermi ambientata meglio, sono riuscita a controllare meglio le mie emozioni e, di conseguenza, anche a dimagrire. Non vomito più ormai, penso solo troppo a cosa mangiare e in che quantità-
-Questo l'ho notato anche io- un cameriere arriva, portandoci una teiere, le tazzine, e un vasto assortimento di tè e di dolcini. –E' che non capisco proprio perché, sei talmente...-
-Non ho fatto tutto questo discorso per farmi dire che sono bella-
-Stavo per dire intelligente- ruba un macaron, ridacchiando. –Io penso che tu sia una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto, la tua mente è poliedrica. E poi sì, sei anche molto bella, e persino simpatica, quando non sei impegnata a tenere la gente lontana, per questo mi chiedo per quale motivo una come te sia tanto insicura-
-Questa è un'altra storia-
-Che, sicuramente, non mi racconterai adesso- schiocco le dita, per poi prendere anche io un macaron. –Mi accontento di quel che ho avuto, non sei mai stata tanto docile da quando ti conosco-
-Questo semplicemente perché credi che io sia sempre pronta ad urlarti contro qualcosa sul femminismo-
-Perché è quello che hai fatto tu nell'ultimo anno più o meno ogni volta che mi abbiamo parlato-
-Non è assolutamente vero-
-Non cercare di negare l'evidenza- prende una bustina di tè, la apre e la immerge nella teiera. Un forte odore di frutti di bosco si sprigiona da essa. –E' il tuo preferito no? E anche l'unico che bevi se non sbaglio-
-Te l'ho detto cinque minuti fa-
-Certo che tu non la dai proprio vinta a nessuno- scuoto la testa, mentre lui versa il tè nelle nostre tazze.
-Grazie, sei molto dolce-
-Guarda che, se mi dici così, potrei anche emozionarmi-
-Smettila-
-Hai le guance tutte rosse- mi canzona, sfiorandomi appena il viso. Io, d'istinto, mi sposto, lasciandolo leggermente interdetto.
-Scusa, non mi piace essere toccata-
-Certo che hai davvero tante fissazioni- scrollo le spalle. Non mi aspetto che lui capisca, o che non mi giudichi strana e, dir la verità, non m'importa più di tanto. –E non essere così tanto permalosa-
-Qualche altro complimento?-
-Hai dei begli occhi, mi piacciono molto, sono espressivi-
-Ah sì? E cosa stanno tentando di dirti adesso?- lo fisso. Will riduce le palpebre a due fessure, per poi far scoccare la lingua sul palato.
-Di andare a fanculo- scoppiamo entrambi a ridere, attirando le occhiatacce di un gruppo di signore anziane sedute lì vicino.
-Ci hai azzeccato-
-E speri anche che io prenda fuoco-
-Sarebbe fantastico, ma i miei desideri non si avverano quasi mai, perciò- assottiglio le labbra. In realtà, in questo momento, sono contenta di stare qui con lui.
✨✨✨✨
-Crudelia DeMon- Teddy mi passa un braccio intorno alle spalle, iniziando a camminare in direzione della porta.
-Sì Edward Cullen?-
-Sono Stefan Salvatore, ne avevamo parlato, ti ricordi?-
-Infatti ti avevo detto che non si sarebbe capito senza Elena e Damon-
-Dettagli. Allora, mi vuoi raccontare della tua fuga d'amore con Will Avalon-Harrington, duca di Norfolk?-
-Non...non avevamo niente da fare, semplice, perciò evitate di farvi i film-
-Oh andiamo, sareste meravigliosi- mi strizza una guancia. –Certo, probabilmente Emma ti ucciderebbe seduta stante-
-Tu e Christine invece? C'è stato un update nel vostro rapporto dall'ultima volta che abbiamo parlato, un update abbastanza importante da ciò che ho potuto constatare-
-Uno, non dire mai più una cosa del genere, due, credo che stiamo insieme, non abbiamo avuto molto tempo di parlare perché...-
-Niente dettagli, sono facilmente impressionabile-
-Vabbè, il succo del discorso è quello-
-Mi hai fatto fare una figura tremenda questa mattina-
-Christine pensava che ti piacessi-
-Perché non posso essere amica con nessun rappresentante della razza maschile senza che qualcuno insinui che c'è qualcosa di più?-
-Ehi Crudelia DeMon- io e Teddy ci giriamo contemporaneamente. Ethan si avvicina a noi e, non appena ci raggiunge, mi porge un bicchiere. Si tratta, più che altro, di un mini calderone, da cui fuoriesce del fumo bianco, un effetto speciale che ho preparato per giorni. Questa volta mi sono davvero superata. –Volevo ringraziarti, l'idea di Doc e Marty è stata pazzesca ma, d'altronde, vedendo il tuo vestito e tutti gli addobbi, mi rendo conto che prendi Halloween proprio sul serio.
-E' la mia festa preferita insieme al Natale-
-Beh hai fatto davvero un buon lavoro. Sapevo che saresti stata un'ottima risorsa per il Phoenix Club. E grazie anche per Will, aveva davvero molto paura oggi-
-Che mi sono perso?- domanda Teddy. Non ho raccontato né a lui né alle ragazze il vero motivo per cui sono andata a Londra, anche perché potrebbe non volere che si sapesse.
-L'ho fatto volentieri, non è così antipatico come sembra-
-Non glielo dire però, si monterebbe la testa, soprattutto perché aspettava solo che cambiassi idea su di lui-
-Certo che, per voi, ogni occasione è buona per sputtanarlo- dico, ridendo. Adoro come lo prendono in giro.
-Ma lo hai visto? E' praticamente perfetto, non sai che stress crescere con lui accanto-
-Non credo voi possiate avere qualcosa da invidiarli-
-Tu mi stai davvero molto simpatica- alza il bicchiere in alto e lo fa scontrare col mio.
-Mi sto sentendo molto escluso, quindi vado da Christine- borbotta Teddy. –Ma mi ricorderò di quella volta che mi hai ignorato alla festa di Halloween del duemilasedici- va alla ricerca della ragazza, è la prima volta che lo vedo con i capelli pettinati, deve piacergli davvero tanto.
-Sa davvero come essere melodrammatico quando vuole-
-E' che, da quando siamo qui, abbiamo fatto quasi tutto insieme. Lezioni, esami, Erasmus...lui viene da Cardiff, non aveva nessuno qui a parte me-
-Come c'è finito qui ad Oxford?-
-In realtà è nato a Londra e ha vissuto qui per i primi anni di vita...è una storia lunga-
-Eravamo convinti che steste insieme-
-Lo so, me lo ha detto Will-
-Ti ha detto tante cose-
-Sì a dir la verità- ridiamo, continuando a bere. Devo stare attenta, non voglio raggiungere i livelli della volta scorsa.
-Che state confabulando voi due?- il diretto interessato ci raggiunge, sorseggiando una birra.
-Ti stavamo prendendo in giro in realtà- mi guarda di traverso, corrugando la fronte.
-Lei mi piace parecchio-
-Ho notato-
-Senti, vuoi che venga con te domani?-
-No, non ti preoccupare, c'è mia madre, e già mi basta lei che piange. Avrei voluto non dirle niente-
-Non puoi affrontare tutto da solo, specialmente una cosa del genere-
-Non è la prima volta che mi ficco nei casini, fidati- lui ed Ethan si scambiano un'occhiata furba.
-Ciò che accade ad Eton rimane ad Eton-
-Di che state parlando?- Jesse mi salta sulle spalle, io rischio di cadere. –Scusa scusa scusa, avevo dimenticato il tuo poco equilibrio sui tacchi-
-Più che altro, se pensi alle dinamiche, sarei caduta su di te, ti avrei praticamente uccisa-
-Sì certo Birdie, perché tu sei un elefante-
-Cosa dobbiamo fare con lei? Mi ha fatto penare oggi per un semplice tè con i biscotti- Will mi fa l'occhiolino, bevendo un altro sorso.
-E' già tanto che abbia mangiato davanti a te, lei non lo fa mai davanti a gente con cui non ha confidenza. Ti ricordi quella volta che sei rimasto a cena da noi? Ha lasciato tutto il pollo-
-Era davvero necessario?- le chiedo, infastidita. Odio quando i miei problemi vengono affrontati un pubblico.
-Io...ho bevuto un po' troppo scusa-
-Ciao Birdie- un ragazzo alto, dai capelli scuri, mi saluta sorridendo.
-Ehi Edward, che cosa ci fai qui?-
-Non avevo niente da fare, quindi ho pensato di fare un salto- si stringe nelle spalle, sorridendo. In quel momento Charlotte inciampa e gli finisce addosso, versando la birra sulla sua camicia. –Ecco infatti-
-Scusa scusa scusa scusa- la ragazza diventa rossa in volto. –I tacchi...oh mio dio che vergogna, io...-
-Rilassati, prendi un respiro profondo- le dice lui, sorridendo. –Non è successo nulla di grave, posso tranquillamente lavarla-
-Ti pagherò la lavanderia-
-Non ti preoccupare, male che vada la porto a Birdie, loro hanno la lavatrice a casa-
-Le camicie vanno lavate a mano, ma puoi passarmela lo stesso domani mattina, la lavo prima di uscire-
-Sei davvero da sposare- esclama, ridacchiando.
-Non dirlo in giro, o le persone inizieranno a pensare che io sia buona-
-Sei un pezzo di pane- aggiunge Will, strizzandomi una guancia.
-Sono davvero mortificata- mormora Charlotte.
-Dico sul serio, puoi stare tranquilla-
-Io sono Charlotte comunque, Charlotte Thompson- Harrington- gli porge la mano. Edward gliela stringe, sorridendo.
-Edward Jones, non ho nomi altisonanti nel mezzo-
-Hai dimenticato un 'Elijah'- lo correggo.
-Grazie per la precisazione Beatrice Everly Williams Greyson-
-Sembra una filastrocca- dico. –Grazie mamma e papà-
-Perché ti chiamano Birdie a proposito? Non te l'ho mai chiesto- domanda Will.
-Intanto perché, quando sono nata, ero davvero piccola, pesavo due chili ed ero grande quanto una bottiglietta d'acqua, perciò mia madre mi chiamava 'my little bird' e, da lì, Birdie. Poi, quando abbiamo iniziato la scuola, c'erano circa due Bea e, dopo l'uscita di Divergent, anche un paio di Tris, ma c'era solo una Birdie che, tra l'altro, mi piace molto di più rispetto a quei due-
-Più che altro perché nessuno ti ha mai chiamata in altro modo- sottolinea Jesse.
-Mia madre mi chiama col mio nome per intero quando è molto arrabbiata-
-Il che è successo soltanto quando...-
-Quanto hai bevuto?- la blocco. So benissimo a cosa si stia riferendo, non ho bisogno di lasciarla finire, soprattutto perché non voglio che anche loro lo vengano a sapere, già mi basta Teddy.
-Un pochino in realtà, perché?-
-Perché stai rivelando tutti i segreti che hai giurato ti saresti portata nella tomba-
Sbaaam!
devo a tutti voi delle scuse (se è rimasto qualcuno a leggermi). Nell'ultimo anno non sono stat costante con le pubblicazioni, ho cancellato e ricaricato storie sperando di ottenere più voti e ciò mi aveva fatto perdere di vista la cosa più importante, ossia scrivere. Complice anche uno scambio di letture che non era andato molto bene in cui mi avevano criticato parecchio, stavo lentamente lascciando andare la scrittura pensando di non essere nemmeno lontanamente decente. In più il dottorato sembra prosciugare ogni mia singola fonte di energia, arrivo a sera che sono distrutta.
Ma adesso ho deciso di riprendere con più regolarità; sono consapevole che, ormai, arrivata a questo punto nessuno mi leggerà più, ma voglio comunque continuare perché, per me, la scrittura è sempre stata una valvola di sfogo, qualcosa che mi fa stare bene, che mi aiuta ad andare avanti. Quindi ecco il nuovo capitolo di Dark Heaven, anche se non dovesse leggerlo nessuno.
Un bacio e a presto,
Rose xx
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