Let the good times roll

Birdie
-Mi spieghi per quale motivo sei tanto arrabbiata oggi? Non mi hai nemmeno chiesto come è andato il mio appuntamento, il che è grave per te-
-Quindi ti aspetti che io ti faccia una delle mie solite ramanzine perché sono la paladina della giustizia e, per questo, Will avrebbe fatto bene a lasciare la mia foto nello spogliatoio maschile?- io e Teddy ci dirigiamo verso la prossima lezione, ma io sono ancora nervosa per la discussione di sabato sera. Mi sono chiusa in un bozzo dopo lo scambio di battute con il duca più popolare della Gran Bretagna, un bozzo da cui, in questo momento, non mi va di uscire.
-Non ho propriamente scritto questo, era legato all'incognita di aver conosciuto Will qualche anno fa, quando dava il meglio di sé-
-Perché voi mi vedete soltanto in due modi: o come una secchiona o come una rompiscatole, non c'è una via di mezzo, non pensate che una persona possa essere di più di quel che dà a vedere, deve essere sempre o tutto bianco o tutto nero-
-Era una battuta sarcastica, non credevo...-
-...che ci rimanessi male? E per quale motivo, tanto io non provo sentimenti di alcun tipo, vero?-
-Birdie stai dando di matto- gli faccio un cenno con la mano ed entro in aula, sedendomi nel primo posto libero che trovo. –Te la sei presa sul serio?-
-Te lo devo dire in qualche altra lingua? Perché ne conosco altre tre-
-Meglio che mi stia zitto- borbotta, prendendo il computer e mettendolo sul tavolo. –Hai rimproverato anche lui così?-
-Non avevi detto che saresti stato zitto?-
-Ho fatto solo una domanda-
-Sì, sei contento adesso?- alza le mani al cielo e scuote la testa. Oggi non ho proprio voglia di avere rapporti con lui né con altre persone. Il malumore che mi hanno causato quelle battutine sabato non è ancora andato via, nonostante siano passate quasi quarantotto ore. Forse ha ragione mia madre quando mi dice che sono permalosa.
Mentre il professore continua a spiegare, qualcuno bussa alla porta. Alzo lo sguardo, notando la figura di Will che sta sull'uscio.
-Mi scusi, mi servirebbe Birdie, è stata indetta una riunione speciale all'ultimo minuto-
-Beatrice Everly puoi andare-
-Ma stavamo per trattare della mutilazione dei genitali femminili, è da un mese che aspettavo questa lezione-
-Premettendo che hai preso un impegno con questa istituzione quando sei stata eletta proctor, è proprio per questo che devi andare, sei fin troppo entusiasta, dovresti addormentarti qualche volta come fanno gli altri-
-Come?- riduco le palpebre a due fessure. Non era mai successo che mi riprendessero perché ero troppo partecipe.
-Va' Hermione Granger, te la rispiegherò oggi pomeriggio-
-Grazie professor Jones- mi fa un cenno con la mano di uscire. La mia ritrosia, in realtà, è data maggiormente dal fatto che non voglio passare molto tempo con Will dopo la discussione di sabato. –Perché hanno avvertito te e non me?-
-Ero già nell'ufficio del vicecancelliere quando è arrivata la notizia-
-Non ho l'uniforme, devo tornare a casa-
-Non c'è tempo, hanno chiamato anche la Oxford Students' Union-
-Si può sapere che è successo?- domando, mentre ci dirigiamo a passo svelto nello studio del vicecancelliere.
-Un problema col Bullingdon Club-
-Oh mio dio di nuovo? Perché non lo chiudono, farebbero un piacere a tutti-
-E' uno dei club più antichi di tutta l'università-
-E anche quello che dà più problemi-
-Quanti casini per una sbronza- borbotta lui. Non gli rispondo, mentre continuiamo a camminare verso l'ufficio del vicecancelliere. –Comunque poi mi dovrai spiegare per quale motivo non rispondi ai miei messaggi da due giorni-
-Non è morto nessuno-
-Ti sei svegliata dal...-
-Senti, se ti danno così tanto fastidio i miei comportamenti e i miei modi di fare, per quale motivo continui a frequentarmi? Non è obbligatorio-
-Birdie ma che ti prende?- scrollo le spalle. Non ho proprio voglia di parlare con lui, o con qualcun altro, per questo spero che la riunione finisca il prima possibile.
Entriamo nell'ufficio del vicecancelliere, Louise Richardson, che, stranamente, ha la porta aperta.
Busso per scrupolo, e lei ci fa un cenno con la mano di entrare.
-Mi dispiace di avervi portato via dalle vostre lezioni, ma sapete che il regolamento di questa università mi impone di chiamare i proctors in qualsiasi controversia riguardi gli studenti-
-Che è successo?- la donna si toglie gli occhiali e si massaggia il ponte del naso.
-Il Bullingdon Club, la più grande piaga che ci sia mai capitata-
-Perché non lo chiude? Non capisco per quale motivo li lascino ancora scorrazzare indisturbati-
-Non ne faceva parte anche il tuo patrigno?-
-Sì, e le assicuro che lo dico pure per questo-
-Guarda che non devi prendere alla lettera quello che hai visto in Posh- roteo gli occhi al cielo. Non rispondo a Will, decisa più che mai ad ignorarlo. È ovvio che lui li protegga, è un maschio, e fa parte di quella cerchia di privilegiati.
-Vi prego non litigate pure voi, ho bisogno che facciate fronte comune- si massaggia le meningi, visibilmente stressata. –Il punto è questo: durante una delle loro famose cene, hanno alzato troppo il gomito e hanno deciso di fare uno scherzo al signor Wilkinson che, adesso, è a casa un po' ammaccato-
-Espulsione immediata-
-Credo che sia meglio che rimanga solo io per giudicarli, Birdie non ha la mente lucida-
-Devi difendere i tuoi amichetti per caso? Tutti sanno che, la maggior parte dei membri del Bullingdon, ha origini nobiliari-
-Ti rendi conto che hai saputo solo una cosa e hai già deciso di condannarli?-
-C'è andato di mezzo un uomo anziano, non mi serve sapere altro-
-Uno scherzo andato male, potrebbe succedere a chiunque, persino a te-
-Ho un po' più di cognizione di causa rispetto a loro-
-Non da ubriaca, mi hai praticamente fatto capire di essere bulimica- mi volto di scatto verso di lui. Non mostra un singolo segno di rimorso, anzi, sembra quasi contento di avermi esposto, di avermi dimostrato che sono una persona debole.
-Non lo sono invece, non so di cosa tu stia parlando-
-Okay, io non ho idea di che cosa stia succedendo tra voi due, ma non è il momento, stanno arrivando- poco dopo una quindicina di ragazzi fanno il loro ingresso nella stanza.
Si schierano davanti a noi con le mani congiunte davanti al corpo, fieri e pomposi del loro comportamento e, soprattutto, convinti di passarla liscia anche questa volta. –Bene, vedo che ci siete tutti-
-Non capiamo per quale motivo siamo stati convocati- afferma pacatamente Harvey, il Presidente del club. –Regina di ghiaccio, Will- roteo gli occhi al cielo. E' assurdo che ancora, dopo un anno, utilizzino quello stupido soprannome.
-Che cosa avete fatto ieri sera signor Thorne?-
-Credo che ciò faccia parte della mia privacy, non sono tenuto a dirglielo, e neanche i miei compagni-
-Ha ragione, ma quando le vostre attività extracurriculari, chiamiamole così, ledono la nostra università in qualsiasi modo, è nostro compito intervenire- il volto del ragazzo diventa pallido come un cencio, tuttavia non perde la compostezza che lo caratterizza, anzi, raddrizza ulteriormente le spalle, quasi a volersi dare un'aria più imponente.
-E' stato uno scherzo innocuo. Tutti conoscono le storie legate ai fantasmi che girerebbero per l'università, abbiamo fatto soltanto un po' di casino, non potevamo mica immaginare che sarebbe caduto dalle scale per lo spavento- Will poggia una mano sul mio braccio e mi spinge leggermente indietro, prima ancora che possa dire qualcosa. –La verità è che tutti siete influenzati dalla reputazione che ha questo club, veniamo incolpati ingiustamente-
-Ci sarà un motivo, se ha questa reputazione di cui stai parlando- Harvey si volta verso di me. E' stato uno di quelli che, una volta fatta venire fuori la storia del libro nero, ha giurato di farmela pagare. E' una fortuna che giri con lo spray al peperoncino e che faccia kick boxing.
-Alle volte, mia cara Regina di Ghiaccio, sono semplicemente voci di corridoio-
-Ma se la maggior parte sono comprovate-
-Tu non vuoi proprio arrivare alla fine dei tuoi studi, vero?-
-Signor Thorne non mi sembra il caso di minacciare-
-Maledetta solidarietà femminile- borbotta lui, inumidendosi le labbra con la lingua. –Will, avrei bisogno del tuo supporto-
-Io credo che potremmo limitarci a sospendere le loro cene per un mese, alla fine il signor Wilkinson sta bene, l'università è intatta e nessuno è finito in ospedale-
-Ma sei serio?- sbotto. –Non è la prima volta, hanno dei precedenti-
-Interpelliamo anche la Students' Union, dovrebbero essere qui a momenti- attendiamo altri cinque minuti prima del loro arrivo. Il vicecancelliere, a quel punto, ci fa uscire, per poter raccontare la storia anche a loro senza influenze da parte nostra.
-Devi cercare di stare più calma Beatrice Everly-
-Non ti piace un'altra cosa di me, che strano- corruga la fronte. Mi spinge un po' più di lato, nella vana speranza che gli altri non ascoltino la nostra conversazione.
-Di che stai parlando?-
-Di tutta la storia di sabato. So di essere...sono consapevole di essere come sono, ma non è necessario sottolinearlo ogni volta e in qualsiasi occasione. Sono una persona a cui è difficile stare accanto, è per questo che non ho amici a parte Jesse e Maddie-
-Allora è per questo che mi eviti da due giorni- si massaggia il ponte del naso, sospirando. –Dio mio Birdie, ho già i miei problemi, non ti ci mettere anche tu, ho lasciato Emma anche per essere libero da tutti questi inutili drammi-
-Non ti ho mai chiesto niente-
-Mi dispiace- dice a quel punto. –Hai ragione, ho esagerato un pochino, di tanto in tanto faccio delle battute di cattivo gusto nei tuoi confronti, però non pensare che tu non mi piaccia, anzi, è il contrario-
-Stiamo ancora parlando in ambito strettamente platonico, vero?-
-Sì non ti preoccupare. E a proposito, sto cercando di essere meno duro con loro per proteggere te-
-Che?-
-Ce l'hanno con te da quando ci hai fatto bruciare il libro nero. Sono stati quelli del Bullingdon ad appendere la tua foto nello spogliatoio per usarla come bersaglio. Ovviamente il fatto che tu faccia parte del Phoenix Club è una garanzia, lo statuto dice espressamente che, tranne in casi estremi, i membri dei vari club di Oxford non si possono attaccare tra di loro, ma non so fino a quando seguiranno le regole-
-C'è uno statuto che regola il comportamento dei club? Non lo sapevo- annuisce, passandosi una mano tra i capelli biondi. –E comunque non ho paura di loro, faccio kickboxing-
-Sì lo so, ti ho visto qualche volta nella palestra del campus, mi chiedo dove trovi il tempo tra gli allenamenti di calcio, lo studio e il club di dibattito-
-Ho l'ipertimesia, una condizione che ti permette di ricordare gran parte della tua vita con una vividezza incredibile, più un'ottima memoria fotografica. Riesco a fare circa duecento pagine in una mattina, cominciando alle nove e finendo alle dodici e, il pomeriggio, non finisco più tardi delle sette e mezza-
-Io duecento pagine le faccio in una giornata, se mi va bene- dice, visibilmente colpito. –Comunque non è questo il punto. Sai che i Bullingdon non si fanno problemi ad ottenere ciò che vogliono quindi ti prego, cerca di essere indulgente questa volta-
-Verrei meno a quelli che sono i miei principi Will-
-Birdie ti prego- sembra seriamente preoccupato, e questa cosa mi stupisce, anche perché non dovrei temere di essere attaccata da un gruppo di ricchi snob viziati.
-Senti facciamo così: ascolterò quello che proporranno gli altri e poi deciderò, va bene?-
-Grazie, anche perché non posso sempre starti appresso-
-Non te l'ho chiesto-
-Ma mi va di farlo- si stringe nelle spalle, ridacchiando. –Comunque mi dispiace davvero per come mi sono comportato sabato, avevo...- si blocca un attimo, si guarda intorno e si schiarisce la voce. -...ho dovuto fare una cosa ed ero un po' preoccupato, e mi sono sfogato su di te-
-Avete tutti lo stesso vizio però eh- sbotto. –Anche mio padre è così, quando è arrabbiato non posso stargli vicino perché, automaticamente, divento la causa di tutti i mali del mondo-
-Credevo che vivessi con tua madre-
-Ed è così, ma ha lasciato a lui l'ingrato compito di accompagnarmi ai concerti fuori dall'Inghilterra, quindi-
-Ho visto qualche video sul tuo profilo-
-C'è qualcosa che tu non abbia controllato?-
-No, sono molto meticoloso nel mio lavoro-

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Dopo una consultazione di due ore, la Students' Union arriva alla stessa decisione presa da Will: limitarsi a sospendere le cene del Bullingdon Club per un mese.
Trovandomi in netta minoranza e avendolo visto abbastanza preoccupato, decido di acconsentire, nonostante sia totalmente contraria ad una pena tanto leggera.
-Grazie per avermi ascoltato- dice il ragazzo, mentre ritorniamo alle rispettive lezioni.
-Sembravi agitato, quindi ho pensato che fosse meglio seguire il tuo consiglio-
-Sono colpito, dico sul serio-
-Ascolta, non ho idea di cosa tu pensi di me, ma ti posso assicurare che non sono il mostro che credi-
-Perché sei convinta che io sia di questo avviso?-
-Per come mi descrivi, mi sembrava ovvio- mi stringo nelle spalle. Il ragazzo non mi risponde, ma prende il cellulare dalla tasca e lo guarda.
-Voi iniziati dovete andare al locale in centro, c'è la festa di Halloween da organizzare-
-Come prego?-
-E' una tradizione, tutti i nuovi membri del club dovranno essere la manodopera dietro i nostri meravigliosi party-
-In pratica dovremmo fare gli elfi domestici, bello, era la mia più grande ispirazione-
-Ti prometto che farò in modo che Emma non ti dia troppo disturbo-
-Sappiamo entrambi che aspetta solo questo momento-
-Sì in effetti hai ragione- ridacchia, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Ma ti assicuro che non sarà ammessa nessuna forma di strapotere-
-Sai, tutto sommato ho capito che sei una persona che mantiene la parola data-
-Sto per commuovermi-
-E comunque sei fortunato che ami Halloween, ogni anno mia mamma si lamenta che trasformo casa nostra in un antro stregato-
-Visto? Ti stiamo facendo un favore alla fin fine- lo guardo con un sopracciglio alzato e, a quel punto, scoppia a ridere. –Okay okay mi sto zitto-
-Per colpa tua e dei tuoi amichetti del Bullingdon mi sono persa quella che, forse, era la lezione più interessante di tutto l'anno-
-Certo che sei davvero una secchiona-
-Scusa se mi interessa quello che studio-
-Non ti arrabbiare sempre- mi strizza una guancia, ridendo. –Sei davvero permalosa-
-E tu un idiota colossale-
-Ci vediamo per pranzo?-
-Non lo so, ti farò sapere- assottiglia le labbra e alza le mani, ridendo sotto i baffi.
Corro verso la classe, giusto in tempo per vedere Teddy uscire con lo zaino in spalla.
-Non me lo dire-
-Abbiamo finito tre minuti fa-
-Che palle- incrocio le bracci al petto, scocciata. –Tutto per colpa di quegli idioti del Bullingdon-
-Ti posso assicurare che è un sentimento reciproco-
-Sì lo so, Will me ne ha parlato-
-Ti odiano profondamente, è quasi un anno che cercano di fartela pagare-
-So anche questo, che ne dici se ci dirigiamo verso l'aula di statistica?- esclamo, mentre inizio ad incamminarmi verso quella direzione, sperando che mi segua.
-E sai anche che, se non ti hanno ancora fatto niente, è solo perché è intervenuto Will?-
-Questo pezzo mi mancava in realtà- inizio ad attorcigliarmi una ciocca di capelli intorno all'indice, fissando il ragazzo accanto a me.
-Ha affermato che sei intoccabile in quanto membro del Phoenix Club e che, se avessero provato a trovare qualche scappatoia, se la sarebbero dovuta vedere con lui-
-Questa faccenda sta sfiorando il ridicolo-
-Perché parti sempre in quarta quando qualcuno cerca di aiutarti?-
-Perché non dovrebbe essercene bisogno- sbotto. –Non è giusto che io debba sempre rischiare qualcosa per aver detto la verità o per aver fatto sentire come la penso-
-Siamo alle solite, hai trasformato questa cosa nell'ennesima battaglia per il femminismo...non ti stanchi mai?-
-Alle volte mi sembra di parlare con il muro, o che tu non stia studiando quel che sto studiando io-
-Mi hai frainteso di nuovo. Quel che intendevo è che, magari, non devi stare sempre sulla difensiva-
-E la sottoscritta vorrebbe evitare di trovarsi in una squallida serie tv per adolescenti-
-Forse dovresti smetterla di guardale tu, ormai stai iniziando a ragionare allo stesso modo- roteo gli occhi al cielo, il mio umore non è affatto dei migliori oggi. –Dico sul serio. Will sta provando ad essere tuo amico ma tu continui a rifiutarlo, dovresti smetterla di allontanare la gente-
-Smettila con questa storia, ti prego-
-E tu cerca di essere meno orso delle caverne-
-Ah che meraviglia, siamo arrivati a lezione!- esclamo contenta.
-Arriverà il momento in cui dovrai per forza affrontare una discussione senza riuscire a scappare-
-Not today Satan-

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-Ai lavori forzati, vi pare una cosa normale?- borbotta Maddie, mentre mi porge l'ennesimo festone per il party di Halloween. Stiamo lavorando da circa tre ore, ho la testa che mi scoppia e le gambe che mi fanno male. –Sei sicura di stare bene lì sopra?- scuoto il capo. E' risaputo che io soffra di vertigini praticamente da sempre, e lo stare su una scala non troppo salda ad attaccare decorazioni non mi aiuta per niente.
-Will dice che è un a tradizione-
-E' così- una ragazza dai lunghi capelli biondi e i grandi occhi azzurri si avvicina a noi. –Sono Charlotte Thompson-Harrington, sua cugina-
-In effetti notavo una certa somiglianza- esclama la mia amica. La scala traballa un attimo, il mio stomaco si stringe, potrei vomitare da un momento all'altro. –Tutto bene?-
-No, per niente, devo scendere da qui-
-Prendo io il tuo posto- dice Teddy. Mi affretto a ritornare con i piedi per terra, dando il cambio al mio amico.
–Ti ringrazio-
-Speravo che mi risparmiassero una cosa del genere onestamente- a parlare questa volta è Tom Wright, l'ex ragazzo di Charlotte, con cui aveva fatto richiesta per Oxford prima che si lasciassero.
-Sei sempre un novellino come noi, un novellino che sta facendo il postgraduate ma pur sempre un novellino- lo apostrofa Jesse.
-Dovresti occuparti tu della musica- Teddy mi porge la lista stilata da Emma, ridendo sotto i baffi.
-Non vedo Thriller qui in mezzo-
-Non puoi ballare sulle note di Thriller, non più almeno- dice Tom.
-Ecco perché non posso fare neanche questo- entro sull'applicazione della musica e clicco su riproduzione casuale. –Però forse la posso sistemare-
-Vuoi davvero farla arrabbiare-
-Mi hanno dato un compito, io lo sto solo eseguendo Maddie- mi stringo nelle spalle, canticchiando sottovoce e riportando qualche modifica qua e là. –Non ci provare Jesse- intimo alla mia amica, quando la becco a cambiare canzone.
-Voglio sentirti cantare-
-Mi senti ogni giorno quando mi faccio il bagno-
-Cantare sul serio-
-E quello come lo chiami?- non mi risponde, selezionando My happy ending di Avril Lavigne. –Sei scorretta-
-Conosco i tuoi punti deboli-
-Sei una stronza- borbotto. Eppure, a malincuore, non posso fare a meno di canticchiare.
-Non ti sento bene- esclama la ragazza, picchiettando l'indice sull'orecchio.
-Perché non sto dicendo niente-
-Oh andiamo-
-Dalle tregua Jesse-
-Non mi risulta di averti interpellato Maddie, è una cosa tra me e Birdie-
-E' sempre una cosa tra te e Birdie-
-It's nice to know that you were there, thanks for acting like you cared and making me feel like I was the only one. It's nice to know we had it all, thanks for watching as I fall and letting me know we were done- canto. E' il punto che preferisco della canzone, in cui la voce di Avril Lavigne raggiunge un'estensione e una profondità che mi fa venire i brividi.
-Questo è stato davvero inaspettato- esclama Will, venuto a controllare insieme al resto della combriccola. –Dico sul serio, sono colpito, non pensavo che avessi una voce simile -
-Mi sembra di essere in una puntata di Glee- dice Emma, visibilmente scocciata. –Senza contare che siete qui da ore e non avete ancora concluso niente-
-Noto che sei di ottimo umore oggi-
-Lo sarei di più se la sala fosse pronta Tom, invece Rachel Berry ha pensato bene di trasformarla nel suo palcoscenico personale-
-Piantala di fare l'isterica, o di prendertela con lei- Will mi sorride sotto i baffi, ed io non so se essere contenta o infastidita da ciò. –Piuttosto, potremmo farla cantare alla sfilata di beneficienza-
-Io non partecipo alla sfilata di beneficienza-
-Quest'anno dovrai per via del club- esclama Leo, sorridendo. –E' nel regolamento-
-Mi piacerebbe tanto vedere questo regolamento-
-Dovrai anche sfilare se è per questo- dice Oliver. –Sarà davvero una serata interessante-
-Le stai mettendo paura- borbotta Ethan.
-Okay adesso basta- s'intrometta Emma, rossa in viso. –Tu torna al lavoro, voglio tutto pronto entro un'ora. Claire rimarrà qui a controllarvi e, se dovessi venire a sapere che state ancora perdendo tempo...-
-Ci fustighi?- domanda Jesse.
-E per questo che non avremmo mai dovuto lasciare che la plebe entrasse nel nostro club- dice. –Fate quel che vi ho ordinato senza troppi problemi-
-Come al solito dimentichi che sono io il Presidente- Will si schiarisce la voce, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Per oggi potete andare ragazzi, avete fatto anche troppo-
-Perfetto, perché io e Birdie abbiamo una presentazione settimana prossima e dobbiamo andare via ora-
-Teddy ha ragione, dobbiamo scappare, ciao- io ed il ragazzo ci dileguiamo in fretta, senza aspettare una loro possibile replica.
-Emma stava per mangiarti-
-Ricordami per quale motivo ho deciso di partecipare ad uno stupido club che assomiglia sempre di più ad una brutta copia di Mean Girls-
-Sapevi che Oxford ha stretto un accordo con Amnesty International per due interi semestri?-
-Cosa?- il ragazzo annuisce, mentre ci fermiamo alla fermata dell'autobus. –E' il mio sogno-
-Il sito non ha ancora pubblicato il bando, ma noi abbiamo avuto la soffiata. Prenderanno soltanto due ragazzi-
-E quei due saremo noi. Hai la mail e tutto ciò che serve per fare domanda?-
-Sì, ti giro tutto-
-Allora cambio di programma, andiamo a casa mia, sistemiamo questa cosa e poi riprendiamo il progetto-
-Far parte del Phoenix Club ci darà una spinta in più-
-Dimentichi che ho la media più alta di tutta Oxford-
-A volte non serve solo questo- roteo gli occhi al cielo. Ammettere che potrebbe seriamente darmi una mano è l'ultima cosa che voglio. –Non ti piace proprio avere torto-
-Per niente-
-Ti posso assicurare che ci sono dei lati positivi, e questo è uno di quelli. Hai idea di quante domande riceveranno non appena questa cosa diventerà di dominio pubblico?-
-Sto pensando a quanti studenti siamo soltanto di scienze politiche, saranno praticamente gli Hunger Games-




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