Free spirit

-Serviva anche a me un libro comunque- dice Will, mentre io cerco di prendere tutti i libri di cui ho bisogno. C'è qualcosa di raccapricciante in questo posto, voglio andarmene il prima possibile.
-Lo avevo capito- cerco di tenerli tutti in mano ottenendo, però, scarsi risultati, visto che continuano a scivolarmi.
-Aspetta, ti do una mano-
-Grazie- prende alcuni dei libri e mi guarda, corrugando la fronte. –Che c'è?-
-E' la prima volta che mi dici semplicemente 'grazie' senza aggiungere altro-
-Non potevo farcela da sola e, conoscendo Teddy, sarà ancora in mutande nella sua camera al dormitorio-
-Dove sta lui?-
-È al Merton come me, solo che lui ci vive anche-
-Perché tu non ci stai a proposito?-
-Perché io e le ragazze volevamo rimanere insieme- mi volto per un'ultima volta indietro, ho la sensazione di essere osservata, non so bene per quale motivo.
-Comprensibile, avete preso tutte e tre strade diverse-
-Mia madre ce l'ha ancora con me per non aver scelto legge-
-In effetti ha ragione, cioè a chi lascerà lo studio quando andrà in pensione?-
-Non lo so, ma non era quello che volevo fare io, non sarei riuscita a studiare continuamente codici su codici-
-Posso assicurarti che non facciamo solo quello- dice, puntano l'indice verso l'alto. –Dì un po', per caso accetta tirocinanti?-
-Il tirocinio non è al secondo anno?-
-Sì, infatti stavo pensando per il prossimo, dopo la laurea sai, per via della specialistica.-
-Ah già vero, tu finisci a giugno-
-Finalmente. Sai, quando ero ancora ad Eton nessuno ci avrebbe scommesso-
-Perché?- si stringe semplicemente nelle spalle, senza darmi una vera e propria risposta. –Comunque sì e, con i voti che hai, potresti anche essere preso-
-Resti da Teddy?- domanda, cambiando totalmente discorso.
-Perché vuoi saperlo?-
-La strada al buio, è un po' lontano da casa tua-
-L'ho fatta mille volte, non ti preoccupare-
-Purtroppo mi preoccupo lo stesso- lo guardo di sottecchi. Mi chiedo per quale motivo sia tanto apprensivo con me. –Senti, mi chiami quando stai per finire? Così ti riaccompagno io-
-Will non è necessario, dico sul serio-
-A me non cambia niente, tanto rimarrò fino a tardi per gli allenamenti, questo fine settimana inizia la regata, senza contare che, tra un mese, ci sarà la sfida con Cambridge-
-Sei davvero testardo quando ti ci metti-
-Abbastanza-
-Va bene, e grazie- arriviamo a destinazione ed entriamo nel building.
-Avete l'edificio più bello voi-
-Lo so- gli dico, sfoderando un sorriso a trentadue denti. Mentre ci dirigiamo verso il dormitorio, incontriamo un po' di gente, e molti si fermano a guardare Will, non si vede tutti i giorni un duca che si aggira tra la folla. –Il tuo fan club è arrivato anche qui-
-Non è necessario essere così gelosa, sai di essere la mia preferita-
-Quanto sei stronzo- la stanza di Teddy è l'ultima, proprio in cima alle scale. Non è tanto comoda quando beve troppo, infatti spesso si ferma da me, oppure si addormenta sulle scale.
Busso un paio di volte e, qualche secondo dopo, il ragazzo apre la porta.
-Speravo che venissi più tardi-
-Sono le dieci, quando volevi cominciare a studiare?- passo sotto il suo braccio teso. La sua stanza, come al solito, è un porcile, con vestiti buttati per terra e bicchiere di due-tre giorni sul tavolo, con tanto di pacchetto di patatine aperto.
-Sei da solo?- chiede Will, guardandosi intorno un po' disgustato. Non credo che i duchi abitino nella sporcizia.
-Il mio compagno di stanza è stato espulso a maggio ma, quest'anno, abbiamo avuto un'adesione in meno per i ragazzi, quindi...-
-Che schifo ho appena toccato?!- esclamo, dopo aver poggiato la mano su qualcosa di viscido che stava sulla scrivania.
-Burro di arachidi credo, l'ho comprato all'inizio della settimana-
-Dio santo Teddy- mi fiondo in bagno e apro il rubinetto, tenendo il palmo sotto l'acqua che scorre. –Giuro che chiamo tua madre e la faccio venire qui-
-Dopo che te ne vai sistemo, promesso-
-Hai pure il bagno in camera-
-Sì certo, pensa come dovrebbe essere scendere fino a lì sotto-
-In effetti-
-Ma in tutto ciò tu che cosa si fa qui? Non voglio assolutamente essere scortese, sono soltanto stupito-
-Ci siamo incontrati in biblioteca e ho notato che aveva bisogno di una mano con i libri-
-Erano troppi, non sarei mai riuscita a portarli da sola-
-Ah- si gratta la testa. Credo che ancora non abbia completamente smaltito la sbornia di ieri sera. –Credevo che voi membri più anziani ci avreste trattato come zerbini-
-Vi faremo qualche dispetto durante l'anno, ma questo non vuol dire che non vi possiamo aiutare. I membri del Phoenix Club si distinguono per il loro comportamento in società-
-E per le grandi sbronze epocali durante i loro entusiasmanti party- sottolineo io. –Però ammetto che fate meno danni del Bullingdon-
-Inizia a parlare con la prima persona plurale, ci sei dentro anche tu adesso- poggia i libri sulla scrivania e si ravviva i capelli. –Io, però, devo andare, mi raccomando, chiamami quando devi ritornare a casa-
-Non ti preoccupare-
-Buono studio allora-
-Ciao- esce dalla stanza. Rimaniamo in silenzio per un paio di minuti, giusto il tempo di sentirlo scendere giù per le scale, poi Teddy attacca. –Ha una mega cotta per te!-
-Non credo che, alla nostra età, si usi ancora quel termine-
-Non cercare di cambiare discorso-
-Comunque no, è semplicemente gentile. Tu mi chiedi sempre di mandarti un messaggio appena arrivo a casa-
-Sì quando siamo insieme e tu torni da sola-
-Smettila, okay? Quelli come lui non guardano quelle come me- mormoro. Quando ero più piccola soffrivo per questa cosa ma, ormai, mi sono rassegnata, ho cose ben più importanti di cui preoccuparmi.
-Perché? Che cos'hai che non va? Hai due occhi, dei bei capelli, le labbra a cuoricino, sei una bella ragazza, hai pure delle belle gambe e un bel sedere-
-C'è qualcosa che devi dirmi per caso?-
-Posso apprezzarti anche senza provare dei sentimenti romantici per te-
-Sono colpita da ciò che hai appena detto-
-Sono seria, che cos'hai in meno di Emma?-
-Un titolo nobiliare-
-Beh solo quello. Will ha detto che sono al verde, sicuramente tu sei più ricca, e si vede, visto tutti i soldi che spendi in vestiti-
-Io direi che è arrivato il momento di studiare, il progetto non si farà da solo-

💀💀💀

-Come hai fatto a rompere gli occhiali?- Will ride, dopo aver sentito della mia disavventura di oggi.
-Non lo so, li ho semplicemente messi e, mentre leggevo, l'astina si è spezzata-
-Più che l'astina, hai rotto la vita che la teneva attaccata all'occhiale con tutto il relativo supporto...come hai fatto? Ci vuole arte per queste cose-
-Te l'ho dettoooo, li tenevo sul naso- li afferra e li guarda attentamente, senza smettere di ridere. –Ehi, ma hai un tatuaggio?- avvolgo le dita intorno al suo polso e lo avvicino al mio viso.
-Ne ho quattro in realtà-
-Cosa? E' possibile per voi?-
-Eh?- gli lascio andare il braccio, e lui mi restituisce gli occhiali. –Che intendi?-
-Insomma, sei un nobile, vi è permesso avere tatuaggi?-
-Sai che siamo nel duemilasedici?-
-Disse quello a cui hanno combinato il matrimonio-
-E' la data di nascita di mia mia madre comunque, millenovecentosessantasette. Poi ho una 'D' qui all'interno del terzo dito-
-Perché si chiama Diana, mi ricordo della discussione nel roseto-
-Una gabbia da cui esce una rondine sulla parte superiore del braccio sinistro e, sulla parte opposta rispetto alla data, la scritta invuctus-
-Sono colpita, dico sul serio, ne hai uno più di me-
-Perché tu hai tatuaggi?-
-Un'ala sulla caviglia destra per mio nonno-
-E l'altro?-
-Un punto e virgola sull'interno del polso sinistro-
-Non è una sorta di simbolo che hanno in comune coloro che sono sopravvissuti al suicidio o qualcosa del genere?-
-Quando stai scrivendo qualcosa e il topic cambia ma, allo stesso modo, la storia non è finita, non metti né il punto né la virgola, ma il punto e virgola- concludo, ignorando totalmente ciò che ha detto prima.
-Non li ho notati prima perché sono nascosti-
-Purtroppo ci sono fin troppi pregiudizi riguardo a queste cose-
-Qualche minuto fa pensavi che non potessi avere tatuaggi perché sono un duca-
-Ti hanno combinato il matrimonioooooooo- gli dico, cantilenando.
-Hai soltanto questa argomentazione-
-Non me ne servono altre Will- rotea gli occhi al cielo, ridacchiando sotto i baffi. –Comunque Teddy è andato in panico quando gli ho detto che stavi facendo degli allenamenti extra, pensava di aver perso il posto in squadra-
-Ma no figurati, può stare tranquillo, sono io che sono maniacale, devo sempre essere sicuro di essermi impegnato al cento per cento, sennò vado in tilt-
-A chi lo dici, deve essere tutto perfetto, tutto organizzato, tutto deve andare secondo i miei piani, oppure...- lascio la frase in sospeso, sospirando. -...oppure le cose iniziano ad andare male- mormoro.
-Avete qualcosa da fare questa sera?-
-Non che io sappia, perché?-
-Io ed i ragazzi andiamo al The Eagle and Child, volete venire?-
-Oh mio dio e me lo chiedi? E' il luogo in cui The Inklings si incontravano ogni giovedì per scambiarsi le idee!- in uno scatto d'entusiasmo, afferro il braccio di Will, iniziando a saltellare.
-Sì esatto, non mi aspettavo una simile reazione-
-Ti ho detto che voglio diventare una scrittrice da grande, non hai idea di cosa voglia dire per me, è fantastico. Siamo ad Oxford da due anni ma, ancora, non avevamo avuto la possibilità di andarci, c'è sempre tantissima gente-
-Lo so, infatti noi abbiamo prenotato, ma non credo che ci siano problemi ad aggiungere...Teddy viene?-
-Esce con Christine-
-Allora non credo che ci siano problemi ad aggiungere tre posti in più- sbatto le mani ed inizio a saltellare, non curandomi troppo del fatto che, in questo momento, gli sembrerò parecchio ridicola. –Non mi aspettavo una reazione del genere-
-Scusa, lo faccio ancora quando sono super eccitata per qualcosa-
-Ti stupisci davvero per tutto tu- mi limito a stringermi nella spalle. Non penso che sia un difetto, forse mi rende un po' ingenua, ma non credo che mi debba vergognare per questo. –Sei molto spontanea, non me lo aspettavo-
-Il fatto che ti abbia fatto bruciare quel libro seduta stante non ti diceva niente?-
-No, credevo semplicemente che fossi isterica-
-Stronzo- borbotto. Camminiamo per altri dieci minuti prima di arrivare a casa. Il sole è già calato da un po', effettivamente non aveva tutti i torti. –Comunque grazie per l'invito-
-Figurati. Piuttosto, mi sembra strano che tu non abbia ancora borbottavo qualcosa su come Emma potrebbe cercare di ucciderti-
-Non mi interessa molto onestamente, rischiare la vita per andare al The Eagle and Child mi sembra fattibile-
-C'è la possibilità che ti ubriachi e che ti metti a ballare sul tavolo come a Parigi?-
-Non sapevi niente di Parigi, prima che te lo raccontassi io- dico, fermandomi sull'uscio di casa.
-Ho iniziato a seguire Teddy su Instagram, nelle sue storie in evidenza ci sono un bel po' di tuoi video, e non in tutti sei il massimo della sobrietà-
-Dovevo sospettarlo- prendo le chiavi dalla borsa e le rigiro un paio di volte tra le dita. –Comunque Parigi è Parigi, qui ho una reputazione da mantenere, sono una rispettabile proctor ormai, i tempi dei bagordi sono passati-
-Non stai credendo nemmeno tu alla cavolata che hai appena detto, e vorrei davvero discutere di ciò, ma devo assolutamente andare a lavarmi, ci vediamo alle otto al The Eagle and Child-
-Va bene, grazie ancora per l'invito- mi strizza l'occhio, ed io entro a casa. Stranamente è tutto tranquillo, il silenzio regna sovrano e non sembra esserci niente di rotto in giro. –Per favore, ditemi che non vi siete ammazzate, non voglio i vostri fantasmi che girano tranquillamente ad ogni ora del giorno e della notte, il Regno Unito ne ha già abbastanza-
-Siamo in salone a farci delle maschere di bellezza- mi risponde Jesse. Mi dirigo fino alla stanza in questione, trovando effettivamente le maschere di Sephora in questione.
-Beh spero che abbiate quasi finito, perché alle otto dobbiamo essere al The Eagle and Child-
-Come hai fatto a trovare un buco?- mi domanda Maddie.
-Non sono stata io. Ho incontrato Will in biblioteca oggi, che mi ha accompagnato da Teddy e che si è offerto di rifarlo al ritorno perché non gli piace che vada in giro sola la sera. Mentre parlavamo mi ha chiesto se avessimo da fare, io gli ho risposto di no e quindi ci ha invitato- a quel punto la ragazza si alza di colpo ed inizia ad urlare e saltellare. –Non mi aspettavo una reazione del genere onestamente-
-Noi usciremo con il duca di Norfolk ed i suoi amici, non ci posso credere- afferra le mie spalle e mi schiocca due baci sulle guance. –Devo andare a scegliere un vestito adatto- corre via per le scale, cantilenando allegra.
-A cosa ho appena assistito?-
-Beh sai com'è, con entrambi i principi fuori gioco bisognerà pur ripiegare su qualcosa-
-Will è molto più di questo- incrocia le braccia al petto e sorride, soddisfatta. –E non guardarmi così, sembri mia madre quando sa di avere ragione-
-La settimana scorsa mi hai quasi linciato per averlo invitato a cena-
-Aveva la possibilità di raccontare a tutto il mondo che, di tanto in tanto, ho qualche problema alimentare...-
-Quando ammetterai di essere bulimica?-
-Non vomito sempre-
-Pensavo che lo avessi convinto del contrario comunque-
-Ha finto di essersela bevuta, è abbastanza intelligente da capire che stavo bluffando-
-Alle volte ti diamo ragione semplicemente per evitare di ottenere effetti collaterali, ce lo ha consigliato la tua psicologa-
-Sono passati due anni e mezzo-
-Infatti mi stavo riferendo ai tuoi problemi col cibo-
-Ho tutto sotto controllo, non ti preoccupare-
-Ancora non mangi davanti alla gente-
-Perché parlo e mi distraggo- la ragazza sospira, scuotendo la testa. –Posso andare a lavarmi adesso? Sai che odio chi arriva in ritardo-
-Voglio proprio vedere che ti inventerai questa volta-
-Niente, perché sarò troppo occupata a realizzare dove mi trovo. Tolkien, Lewis...si sono scambiati idee lì dentro, ti rendi conto?-
-Hai lo stesso sguardo che aveva Maddie poco fa-
-C'è chi si innamora dei ragazzi e chi della letteratura. E dopo questa vado seriamente a farmi un bagno-
-Non ti mettere a cazzeggiare in giro per casa come al tuo solito, sennò ci metterai davvero un'eternità-
-Sì mammaaaaa- le urlo, mentre sto già salendo le scale. Solo in quel momento mi ricordo di non aver ancora sentito la mia, perciò prendo il cellulare e digito il numero.
-Ma ciao, pensavo che fossi morta-
-Hai ragione, scusa- entro in camera e mi dirigo in bagno. Apro l'acqua della vasca, butto la spugna dentro e verso la solita quantità industriale di bagnoschiuma. –E' che abbiamo fatto tardi ieri però mi sono comunque svegliata presto per andare a studiare da Teddy, abbiamo un progetto da presentare, e sono tornata da poco a casa-
-Hai ancora la macchina?-
-Sì, domani la riporto-
-Va bene, anche se penso che sia meglio che tu la tenga. Non mi va' a genio l'idea che tu prenda il treno ad ogni ora del giorno e della notte-
-Mio dio sei come Will- borbotto mentre sono davanti all'armadio, cercando di capire che cosa indossare questa sera.
-Come chi scusa?-
-Nessuno-
-Che cosa fate stasera? Qualche altra festa stile Grande Gatsby in qualche castello?-
-Veramente io e le ragazze siamo state invitate al The Eagle and Child, sai il pub dove...-
-Beatrice Everly, soltanto perché non ho studiato ad Oxford, non significa che io non sappia di cosa si tratti-
-Siamo di ottimo umore questa sera vedo-
-Da chi siete state invitate?-
-Da Will-
-Will è il duca di Norfolk?-
-Will è Will e basta- prendo un vestitino nero con le maniche trasparenti, su cui sono ricamate delle stelle. –E' un essere umano prima che il duca di Norfolk-
-Un essere umano con cui hai avuto un'accesa discussione lo scorso anno, o sbaglio?-
-Mamma dove stai cercando di arrivare?-
-Da nessuna parte, non stare sempre sulla difensiva- sospiro, chinandomi a prendere gli stivaletti neri.
-So benissimo per quale motivo mi sono scontrata con lui ma, a quanto pare, stranamente non è un completo idiota, senza contare che è difficilissimo riuscire a trovare un posto al The Eagle and Child, te lo posso assicurare-
-Cerca di fare attenzione, okay?-
-Sì non ti preoccupare. Sono qui per studiare ricordi? Non ho tempo per il resto-
-Sappiamo entrambe che sei abbastanza intelligente da non dover studiare fino a notte fonda per prendere tutti quei bei voti-
-Che paghi a fare la psicologa, se poi cerchi tu di psicanalizzarmi?-
-Molto spiritosa, sei...-
-Oh mio dio la vasca!- esclamo, notando come l'acqua abbia strabordato e stia, lentamente, sommergendo il bagno. –Mamma ti richiamo, ho appena creato una piscina in camera-
-Beatrice Everly-
-Ciao, ci sentiamo più tardi- lancio il cellulare sul letto e mi precipito verso la vasca. Nel farlo, però, scivolo per colpa dell'acqua sul pavimento e cado per terra. –Porca troia-
-Ma dove hai la testa Birdie?- Vedo la figura capovolta di Jesse entrare nel mio campo visivo e allungare il braccio per chiudere il rubinetto.
-Stavo parlando con mio madre, le stavo dicendo di questa sera- mi aiuta a rialzarmi. La schiena mi duole in qualche punto, ma suppongo che non sia niente di grave. –Vuoi farti una nuotatina per caso?-
-Sono le sette, hai quarantacinque minuti esatti per prepararti-
-Porca troia-
-Esatto, datti una mossa-
-Mi trucchi tu poi?-
-Se riesci a prepararti in tempo sì, sennò uscirai struccata-
-Sembro un fantasma-
-Birdie MUOVITI-

💀💀💀💀

-Mi spieghi per quale motivo siete venute a piedi se hai ancora la macchina qui?- roteo gli occhi al cielo prendendo il menù dalle mani di Will. Maddie, dal canto suo, mi guarda con aria compiaciuta, visto che ha ripetuto la stessa identica cosa per tutto il tragitto.
-Perché questo posto è a cinque minuti da casa mia, che senso avrebbe avuto? E poi non ero sola- indico con il capo Jesse e Maddie, che stanno parlando con Ethan, Leo e Oliver. –Rilassati-
-Si stressa un pochino quando si parla di te, continuamente- dice Oliver, ridacchiando sotto i baffi. Will, per tutta risposta, gli mostra il terzo dito.
-Comunque ti è andata bene questa volta, Emma è con le altre ad un addio al celibato a Londra- Ethan fa scivolare sotto il naso del ragazzo il suo cellulare, tenendo premuto il dito sulla storia della ragazza, onde evitare che passi avanti.
-Non vedo dove fosse stato il problema se fosse rimasta ad Oxford- scrolla le spalle, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Non stiamo più insieme da sette mesi ormai-
-Sappiamo tutti che, alla fine, ti sposerai con lei- esclama Maddie. Il ragazzo, a quel punto, si irrigidisce, spostandosi di più verso di me.
-Perché, quando si tratta del sottoscritto, la gente parla sempre di matrimonio? Ho ventuno anni, ho ancora tutta la vita davanti-
-Effettivamente è venuta l'ansia anche a me-
-Tu hai sempre l'ansia- sottolinea la bionda. Jesse, a quel punto, le tira una gomitata. –E' vero-
-Dov'è il tuo fidanzato in tutto ciò?- mi domanda Oliver, sfoderando un sorriso sornione.
-Teddy non è il mio ragazzo, e comunque è con Christine-
-Te l'avevo detto io che dovevamo...-
-Smettila- Will lo interrompe prima che possa finire la frase. –La mia risposta è ancora no-
-Sei diventato davvero noioso, qualche anno fa non ti saresti posto tutti questi problemi- rotea gli occhi al cielo, sbuffando. –E non fare così con me-
-Pensa ad ordinare e basta- prende un menù e glielo lancia, beccandolo dritto sull'occhio. -Potevo fare tiro con l'arco-
-Birdie lo ha fatto- dice Jesse.
-C'è uno sport che tu non abbia fatto?-
-Non lo hai trovato nel mio fascicolo?-
-Non puoi semplicemente rispondere alla mia domanda?-
-Comunque no, ho fatto di tutto e di più-
-E continui ad essere scoordinata, questo sì che è assurdo- prima che possa rispondere, arriva il cameriere, che prende le nostre ordinazioni. Nel mentre io continuo a guardarmi in giro, notando le varie targhe commemorative per gli Inklings. E' come trovarsi in un'altra dimensione, in un posto fuori dal tempo e dallo spazio in cui tutto sembra magico e diverso.
-Ti posso assicurare che non sei a Narnia-
-Certo che sei davvero antipatico-
-Anzi, questo è uno sei suoi giorni buoni- dice Leo. Will lo incenerisce con lo sguardo, prima di dargli uno schiaffo dietro il collo. –Visto?-
-Sì l'ho notato, adesso capisco per quale motivo Emma sia tanto ossessionata da te, siete praticamente uguali-
-Non è assolutamente vero-
-Ha ragione in realtà- esclama Ethan. -Alle volte ti comporti proprio come lei, se non peggio userei dire-
Will
-Stai ferendo il mio ego- dico a Birdie, dopo che batte me ed i ragazzi per l'ennesima volta a biliardo.
-Perché? Lo ritieni uno sport da maschi?-
-E' uno sport che usiamo per rimorchiare- afferma Oliver. –Certo che tu sei davvero una tipetta difficile-
-Giochiamo a beer pong allora. Noi ragazzi contro di voi- esclamo.
-Siamo in minoranza-
-Io non gioco- dice Ethan, poggiando la stecca. –Mi assicurerò che rispettiate le regole, visto che, in questo caso, non sono molto definite-
-Mi piace come ragioni- lui si stringe nelle spalle, sorridendo. –Comunque io ci sto-
-Anche io- esclama Jesse. –E anche Maddie-
-Sono in grado di parlare da sola-
-E perché non lo fai?-
-Non mi hai dato il tempo di farlo-
-Ragazze- le riprende. Non le ho ancora mai viste andare d'accordo, alle volte mi chiedo come abbiano fatto a diventare amiche. Probabilmente sono state semplicemente costrette a vivere insieme. –Non facciamoci riconoscere-
-E' grave che sia Birdie la più diplomatica- mi colpisce leggermente con la stecca sul ginocchio, ed io mi piega immediatamente in due. –Auh! Visto che intendevo?-
-Ma come, sei uno dei migliori atleti di Oxford, e ti fai male se ti sforo appena?-
-Hai un concetto strano di 'sfiorare appena'- mi massaggia il punto colpito, continuando a borbottare. –Andiamo a giocare a beer pong, prima che decida di rendermi zoppo-
-Esagerato- ci spostiamo fino al tavolo in questione. Ethan prende i boccali e li sistema sul tavolo.
-Ho recuperato la pallina- esclama Leo, mostrando tra le mani una sfera da ping-pong arancione. –Non vi preoccupate ragazze, ci andremo piano con voi-
-Oh mio dio, quanta mascolinità tossica sto respirando questa sera-
-Mi dispiace, non ho altri libri da farti bruciare- metto su il broncio. Lei, a quel punto, gli mostro il terzo dito. –Ops-
-Sei davvero uno stronzo-
-E non hai visto niente- dice Oliver, ridacchiando. –Si è calmato con gli anni, prima era decisamente peggio-
-E' una fortuna che non ti abbia conosciuto a quei tempi allora-
-Mi avresti fatto circa venticinque discorsi al giorno sul mio comportamento non del tutto corretto-
-Guarda che io non faccio costantemente la morale-
-Ti dispiace se lo chiedo a Teddy? Mi sembra una fonte più attendibile- estraggo il cellulare dalla tasca e lo sblocco, iniziando a battere sulla tastiera.
-Ci siamo noi qui-
-Ma siete sue amiche Maddie, senza contare che Jesse ha l'aria di una che la difende a spada tratta-
-Ah è così, non la contraddice mai, le dà sempre ragione qualsiasi cosa faccia-
-Non è assolutamente vero- dice la diretta interessata.
-E non scrivere a Teddy, è uscito con Christine, lascialo stare-
-Trooooppo tardi, e mi ha già risposto- mi schiarisco la voce, iniziando a leggere il messaggio. –E' ovvio che lo avrebbe fatto, è la paladina della giustizia. Probabilmente, se così fosse stato, avresti lasciato la sua foto appesa nello spogliatoio, faccina che ride con le lacrime- assottiglio le labbra. Birdie, in quel momento, è arrabbiata come non mai, penso che sia davvero tentata di tirarmi un pugno in faccia.
-Senti, se mi trovate tanto insopportabile, perché continuate a frequentarmi? Non vi obbliga nessuno-
-Ehi rilassati, non volevo mica offendermi, volevo soltanto essere sarcastico-
-Beh sai come si dice, il gioco è bello fin quando dura poco- 



Sbaaamn!

esatto, sembra un miraggio e invece no, sono tornata. Penso di mancare da wattpad da prima dell'estate, ma ho avuto davvero così tante gatte da pelare che mi stupisco di come non mi abbiano ancora fatto un TSO. Avete presente quando ve ne capitano una più del diavolo e a distanza di poco l'uno dell'altro? Ecco, è quello che è successo a me in questi mesi.

E quindi, nonostante avessi non so quante storie pronte, non ho potuto pubblicare, ma non preoccupatevi, sto tornando con tante nuove novità, tra cui una storia nuova di stampo horror. 

Are you ready for it?

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