And my words shoot to kill when I'm mad, I have a lot of regrets about that
-È il giorno più bello dell'annoooooo- salto gli ultimi due scalini ed atterro dritta dritta nel mezzo della cucina. Sventolo le mani ai lati del volto, mentre le mie due amiche mi guardano incredule e anche un po' preoccupate.
-Anche conosciuto come l'unico giorno oltre il Natale in cui Beatrice Everly Williams Greyson si sveglia di buon umore e piena di energie visto che, di solito, non ti si può parlare per i primi trenta minuti- Jesse rotea gli occhi al cielo. Porta la tazza alle labbra e beve un lungo sorso di caffè, mentre io continuo a ballare in cucina. –Mi stai facendo venire il mal di mare-
-Siete troppo spente oggi, è Halloween!-
-Birdie, è lunedì mattina, ieri sera siamo state bloccate fino alle due per finire di decorare quella dannata sala, dacci un attimo di tregua- borbotta Maddie. La ragazza sospira, e si massaggia le tempie con i polpastrelli.
-Vado da Teddy-
-Oh dio ti ringrazio- Jesse congiunge le mani in segno di preghiera, volgendo gli occhi verso l'altro.
-Questa me la segno comunque- dico a entrambe, indicandole.
Infilo il giubbotto di jeans e mi incammino vero il Merton College. Nonostante viva ad Oxford da più di un anno, rimango ancora estasiata nell'osservare le varie sfumature che le foglie caduche regalano alla città. A Londra è più difficile notare i segni dell'arrivo dell'autunno, mentre qui è tutto diverso.
Scatto qualche foto, Jesse dice che ho una vera fissazione, mentre Maddie si lamenta del fatto che, se mi avesse chiesto di fargliene qualcuna, avrei borbottato per dieci minuti buoni. La verità è che mi piace immortalare quel che, in quel momento, mi colpisce, senza contare che, al liceo, Destiny e le altre nostre amiche volevano realizzato praticamente un book fotografico al giorno, motivo in più per cui non ho molta nostalgia della Westminster. Non dico che ho passato degli anni d'inferno, però non mi manca andarci ecco.
Oggi è una bella giornata, c'è persino un discreto caldo. Adoro Halloween, senza contare che, quest'anno, credo di essermi davvero superata col mio costume.
Canticchio mentre salgo le scale del dormitorio. Dio, mi chiedo come faccia Teddy a farle ogni giorno, non mi stupisce che sia così magro.
Busso, pregustando già una mattinata a preparare dolcetti di zucca e i biscotti decorati con la pasta di zucchero tipici di mia nonna.
-Che ci fai qui?- il ragazzo fa capolino dalla porta, non troppo contento di vedermi.
-Buongiorno anche a te raggio di sole! Per Jesse e Maddie ero fin troppo allegra, così ho deciso di venire da te. Pronto a preparare i dolci di Halloween?-
-Birdie cavolo, devi imparare a mandare un messaggio o anche a chiamare prima di passare-
-Per quale motivo? Non l'ho mai fatto-
-Non sono solo- dice. Immediatamente il suo volto si tinge di un rosso scarlatto. Riduco le palpebre a due fessure, credevo che non avesse un compagno di stanza per quest'anno. –Christine, Birdie-
-Oooh non sapevo che foste già a questo punto della vostra relazione, ero rimasta al fatto che foste usciti due volte-
-Ti spiegherò tutto, promesso, ma ora va' via-
-Va bene va bene- alzo le mani al cielo e, prima che possa aggiungere altro, il ragazzo richiude la porta.
Sospiro, adesso non ho la più pallida idea di che cosa fare.
Mi incammino verso il centro della città, almeno avrò l'occasione di poter ammirare qualche decorazione in giro.
Prendo gli auricolari dalla borsa, mia madre è riuscita ad accaparrarsi una delle prime paia di AirPods nella vana speranza di non vedermi più in giro con le mie grandi Beats rosa antico visto che, ogni volta che devo muovermi a piedi, le piazzo tranquillamente sulle orecchie. In caso di freddo, inoltre, le indosso dopo uno dei miei adorati cappelli, con risultati, ammetto, leggermente comici.
Spero che Christine non si sia fatta strane idee sulla mia presenza lì, io e Teddy siamo amici da quando abbiamo messo piede ad Oxford ma ammetto che, spesso e volentieri, molte persone hanno fatto allusioni sulla reale natura del nostro rapporto.
Con tutti questi pensieri in testa ed una leggera fame, arrivo nei pressi del centro commerciale, il Westgate Shopping Centre.
Tolgo le cuffiette e le ripongo nella custodia. C'è davvero tanta gente oggi, e ogni negozio è appositamente decorato. Sarà meraviglioso passare la giornata qui oggi.
-Ehi regina della nevi- mi volto. Will è dietro di me, proprio all'entrata del centro commerciale. Tiene in mano una busta di plastica e ha i capelli tutti arruffati. –Ti sei girata-
-Non avevo capito che fosse riferito a me, ero solo incuriosita, volevo capire chi lo avesse detto-
-Certo certo-
-Sei venuto a comprare le ultime cose per la festa?-
-Oh no no. Vengo da The Covered Market, lì c'è un posticino che fa dei cupcakes davvero deliziosi, stavo passando da qui perché ho la macchina parcheggiata poco lontano e ti ho visto, così ho deciso di fermarmi-
-E' assurdo che tu prenda la macchina per venire in centro, sarà tipo a dieci minuti da casa tua-
-Devo andare a Londra in realtà-
-Oh- dico, mentre sposto il peso dalla punta dei piedi ai talloni. Perché parlo sempre a proposito.
-Tu invece? Che ci fai qui?-
-Mi sono svegliata di buon umore e abbastanza raggiante e...-
-Succede veramente una cosa del genere? Pensavo che fosse più facile vedere un unicorno-
-...e Jesse e Maddie non erano molto contente, perciò sono andata da Teddy, ma era con Christine a quanto pare-
-Fino all'altra sera ero convinto che voi due steste insieme- scuoto la testa. Spero che la notizia non sia arrivata anche a lei, non voglio che ci siano problemi, senza contare che voglio continuare a comportarmi con Theodore come ho sempre fatto. –E quindi hai deciso di andare a zonzo per la città-
-Adoro Oxford in questo periodo dell'anno, l'università sembra Hogwarts e la città Hogsmeade, sono praticamente in paradiso- annuisce nervosamente. Sembra spaventato da qualcosa, ma non capisco da cosa. –Va tutto bene?-
-Ho un appuntamento dal medico. Qualche settimana fa mi sono sentito poco bene dopo l'allenamento, il che non è da me, così ho fatto le analisi, ed è saltato fuori che ho una piccola massa al testicolo- il suo volto diventa rosso come un pomodoro. A quel punto, notando di aver bloccato una parte dell'entrata, mi sposto sul marciapiede accanto a lui.
-È operabile?-
-Sì sì, la situazione è totalmente sotto controllo, non sono in pericolo di vita, però vogliono ridurla prima, anche perché vogliono evitare di...ehm...asportarmelo totalmente, vista la mia giovane età-
-Beh però mi sembra che abbia lavorato davvero tanto negli ultimi anni, ha svolto un ruolo attivo nella società- mi guarda di traverso, salvo poi scoppiare a ridere. –Prima che tu mi dia dell'insensibile, il mio scopo era proprio questo, ti avevo visto fin troppo teso e, in queste circostanze, è importante mantenere un atteggiamento positivo, per quanto possa sembrare difficile-
-Grazie, ho apprezzato davvero tanto la battuta, anche perché è la verità- si ravviva i capelli, sospirando. –Ti andrebbe di venire con me a Londra?-
-Ora?-
-Ho una paura fottuta per la prima volta in tutta la mia vita, avere qualcuno accanto potrebbe aiutarmi, anche se si tratta di te. Ovviamente sempre se vuoi-
-Sì certo, anche perché, in confronto a qui, Londra sembrerà Diagon Alley-
-O Knockturn Alley forse- sorrido. Ci incamminiamo verso la macchina e, nel mentre, lui mi porge un cupcake. E' ricoperto da pasta di zucchero arancione, con un fantasmino sulla punta. –Comunque volevo chiederti scusa per come mi sono comportato nell'ultima settimana, ero molto nervoso per questa storia-
-Non ti preoccupare, neanche io mi sono sempre comportata nel migliore dei modi, e l'avermi chiamato 'regina delle nevi' me lo ha fatto capire ancora di più. Un conto è tenere la gente lontano, un altro è comportarsi da perfetta stronza-
-Dai che, di tanto in tanto, sei simpatica- mi piacerebbe davvero che le persone mi conoscessero per quel che sono, ma ho una tale paura di essere ferita, che mi sono trasformata in un cliché vivente. –Sono contento che abbiamo chiarito, non volevo che pensassi che sono stato scortese e basta-
-Leo- borbotto, ricordando di aver usato questa espressione proprio con lui.
-E' una rana con la bocca larga-
-Ti ha detto anche quello che ha detto a me?- si limita ad annuire, assottigliando le labbra. –Mi chiedo come faccia ad essere ancora vivo-
-Perché già la mia reputazione è già abbastanza compromessa senza un'accusa di omicidio addosso- estrae la chiave dalla tasca e apre l'auto.
-È un bel colore, Teddy ha ragione- mi apre la portiera e mi fa cenno di accomodarmi. Mi spaventa un pochino la facilità con cui siamo passati dall'avercela l'uno con l'altro, all'andare insieme a Londra, non ci siamo parlati per una settimana. –Emma lo sa?-
-No, soltanto i ragazzi, e mia madre. Ho sempre voluto che passasse più tempo qui in Inghilterra, ma non per questo motivo- mi allaccio la cintura di sicurezza. Per quanto possa avere un carattere spigoloso e irascibile, quando parla di lei, è sempre dolce, senza contare che ha la sua iniziale e la sua data di nascita tatuati.
-Viaggia molto?-
-Più che altro scappa da mio padre, tanto ormai io sono fuori casa da anni, quindi non è più costretta a stare con lui per più di un tot di tempo-
-Non lo sapevo-
-Diciamo che non è una di quelle notizie che si possono leggere sui tabloid, sotto questo punto di vista l'hanno gestita bene, nessuno sa che gran pezzo di merda è- assottiglio le labbra. Probabilmente si sta riferendo anche al fatto che io lo abbia sempre giudicato in base a ciò che ho letto su di lui in giro e, soltanto in questo momento, mi accorgo di essere stata molto superficiale.
-I genitori sono un casino, specialmente i padri-
-Il mio si è proprio superato, fidati-
-Ne vuoi parlare?- scrolla le spalle. Mi chiedo se non l'abbia davvero giudicato male per colpa delle influenze esterne.
-I miei hanno avuto parecchi problemi per avere me, mia madre rimaneva incinta con molta facilità ma aveva difficoltà a portare a termine una gravidanza. Dopo di me non ci hanno provato per un po' di tempo poi, quando avevo quattordici anni, hanno deciso che era arrivato il momento di farmi diventare un fratello maggiore. Mia madre aspettava una bambina, che ha perso al quinto mese di gravidanza. Era devastata, pensava di avere qualcosa di sbagliato e che cosa ha fatto mio padre quando lei aveva maggiormente bisogno di lui? L'ha tradita- rimango di sasso per questa sua confessione totalmente inaspettata che fa vincere a Jack quasi il premio miglior padre dell'anno. –Qualcosa si è spezzato tra di loro, hanno iniziato a litigare ed io, che fino a quel momento continuavo a fare avanti e indietro da Eton, sono stato mandato lì in pianta stabile-
-Mi dispiace, non lo sapevo. Io non concepisco proprio il tradimento, è una delle poche cose che non perdono-
-Lo stesso vale per me, anche se non ti considero una persona molto clemente-
-Sono un pezzo di pane in realtà, ma la gente se ne approfitta sempre, per questo motivo, adesso, tengo le persone a distanza-
-Quindi sei un cliché- lo guardo di traverso. Tuttavia non posso fare a meno di concordare con lui: mi sono trasformata in base a ciò che mi hanno fatto, diventando esattamente come la protagonista di qualche storia adolescenziale. –Questo spiega la frase di Joker dell'altra volta comunque-
-Non puoi proprio dimenticarlo, vero?-
-Per niente; tra l'altro tu sembri il tipo che è bene tenere sotto ricatto di tanto in tanto-
-Ah ah, spiritoso- incrocio le braccia al petto, scivolando ulteriormente sul sedile.
-Ti aiuterebbe sapere che sono davvero contento di averti chiesto di venire con me? Mi stai decisamente facendo stare meglio-
-Sì, è davvero una bella sensazione essere la causa di un cambiamento positivo negli altri-
-Bene, visto che ti fa tanto piacere, vuol dire che pranzeremo insieme, e che mi aiuterai col vestito, ancora non so da cosa mascherarmi-
-Ma la festa è questa sera-
-Lo so lo so- si passa una mano tra i capelli biondi, sbuffando. –Ho avuto tante cose a cui pensare-
-Non ti preoccupare, ci penso io, Halloween è la mia festa preferita, insieme a Natale ovviamente-
-Da cosa ti travesti tu?-
-Crudelia DeMon-
-Dici sul serio?- annuisco. Lui scoppia a ridere, scuotendo ritmicamente la testa. –Mi chiedo come ti sia venuta in mente una cosa del genere-
-Non lo so, certe idee mi vengono spontanee-
-Beh sei un genio, senza contare che avevo notato quanto adorassi Halloween, giravi per la sala praticamente canticchiando allegramente e saltellando a una parte all'altra-
✨✨✨
Arrivati allo studio del dottore, Will si ferma sull'uscio, guardando il palazzo in tutta la sua imponenza. Rispetto ad Oxford, la temperatura è più mite, persino il sole sembra essere più forte.
-Ehi, non ti preoccupare, non sei solo- si volta verso di me e sorride. –Dammi la mano, su- tendo l'appendice verso di lui. Sembra abbastanza confuso da quel gesto, sicuramente per via del modo in cui, nelle ultime settimane, mi sono approcciata alla sua persona; tuttavia, dopo qualche minuto di incertezza, posa la sua mano nella mia, senza intrecciare le dita o quant'altro, semplicemente tenendola stretta.
-Ci tengo a sottolineare che, se racconterai di questa cosa in giro, negherò fino alla morte-
-Ma ti pare che mi metto a sbandierarlo ai quattro venti? Ho anche io una reputazione da mantenere- sorride. A quel punto prende un respiro profondo e spinge la porta del palazzo.
Saliamo per le scale fino al secondo piano e suoniamo ad una seconda porta. Quello che si apre davanti a noi è uno studio privato completamente tinteggiato di bianco, abbraccia ogni sua singola sfumatura, persino i mobili sono di quel colore.
Il mio primo istinto è toccarmi la testa, attanagliata da un improvviso dolore. Odio questo colore con tutta me stessa.
-Va tutto bene? Tra te e le pareti non c'è alcuna differenza-
-Non credo ci sia mai, a dir la verità-
-Will sei arrivato- il dottore esce dalla sua stanza tenendo in mano delle cartelle, ovviamente bianche. –Prego entrate- allunga un braccio verso l'interno e ci fa cenno di accomodarci. –Non sapevo che avessi una ragazza-
-Oh no io non sono...-
-Siamo amici- si affretta a rispondere lui. –E' venuta per supporto morale-
-Non c'è nulla di cui preoccuparsi, te l'ho detto pure al telefono, però capisco l'esigenza di avere qualcuno accanto- finalmente ci sediamo. L'uomo sembra avere qualche anno in più di Will, non al suo primo incarico ovviamente ma, di certo, non al centesimo. –Allora, se per te va bene, io inizierei immediatamente con la radioterapia, in modo da ridurre la massa e poter operare il prima possibile-
-Mi cadranno i capelli?-
-Non dovrebbero, ma non lo escludo totalmente-
-Sei Will Thornbury-Harrington, avrai successo anche con la pelata- mi guarda e sorride. E' talmente teso da essere diventato pallido come un cencio, e posso capirlo, non deve essere una cosa facile da digerire.
-Possiamo iniziare domani, ho un posto alle dieci se per te va bene-
-Sì è perfetto, anche perché che sta sera abbiamo la festa di Halloween, sicuramente non torneremo prima dell'alba-
-Oxford è conosciuta, oltre che per essere una delle migliori università, per la sua integrità-
-Oxford è anche brava ad occultare determinate notizie, fa sapere soltanto quello che vuole, per questo siamo il college perfetto-
-Non lo ascolti, sta scherzando- mi guarda di traverso, assottigliando le labbra in un sorriso sghembo.
-Comunque sia per me va bene, l'importante è che tu sia sereno, un approccio positivo è importante-
-Non mi affaticherà troppo, vero? Devo fare il cu...- si blocca, si schiarisce la voce e ricomincia. –Devo battere Cambridge alla regata, ho fatto una scommessa con il capo della squadra di canottaggio avversaria-
-Non posso garantirti niente Will sotto questo punto di vista, potresti anche passare dei giorni in cui non hai voglia di alzarti dal letto-
-Perfetto- mormora, abbassando il capo.
-Beh ma hai comunque ventun anni, non ti ho mai visto stare fermo per più di cinque minuti, magari su di te non avrà effetto- il dottore mi guarda con un sopracciglio alzato. So benissimo di aver appena detto un'enorme cavolata, ma è uno strazio vederlo in questo stato.
-Ovviamente ogni organismo reagisce a modo suo, e tu sembri piuttosto in forma-
-Le riviste scandalistiche ne hanno dette di tutti i colori su di me, ma hanno sempre concordato sul mio fantastico fisico-
-Pallone gonfiato- si volta verso di me e mi strizza l'occhio. Solitamente un comportamento del genere mi infastidirebbe ma, fino ad un'ora fa, era spaventatissimo, quindi sono quasi contenta che si stia comportando come il solito sbruffone di sempre.
-Va bene, per ora è tutto, tra l'altro so che, domani, dovrebbe venire pure tua madre-
-Avrei preferito di no ma, purtroppo, ha insistito lo stesso- Will si alza ed io faccio lo stesso. Sospira, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Grazie mille dottore, ci vediamo domani-
-A domani Will-
-Arrivederci- saluto. Usciamo dalla stanza; il ragazzo, senza voltarsi, si dirige velocemente fuori dall'edificio. –Non riesco a starti dietro-
-Scusa, mi sentivo soffocare-
-È tutto okay, non ti preoccupare- curva appena le labbra, gli occhi azzurri sono dello stesso colore del cielo.
-Grazie per avermi accompagnato comunque, averti accanto è servito-
-Figurati- mi porto una mano sullo stomaco, che ha appena iniziato a brontolare.
-Hai fame?-
-Lo so che abbiamo mangiato due cupcakes a testa, però...-
-Andiamo a fare brunch, ci vuole dopo questa discussione...ci vuole anche qualcosa di forte in realtà-
-Non è un po' presto per cominciare a bere? C'è pur sempre stasera-
-Probabilmente dopo che inizierò il trattamento non potrò più farlo, quindi tanto vale iniziare adesso- si stringe nelle spalle, iniziando ad incamminarsi verso il centro. –E poi parli proprio tu che sei finita a ballare sui tavoli del Moulin Rouge-
-Come hai fatto a saperlo?- mi guarda con un sorrisetto furbi. Caccia le mani in tasca e, senza rispondermi, riprende a camminare. –Teddy bocca larga-
-Abbiamo persino visto il video-
-'Abbiamo'?-
-Io, Oliver, Leo ed Ethan, eravamo nello spogliatoio, martedì dopo l'allenamento-
-Ricordami di ucciderlo-
-Devo dire che hai delle belle gambe-
-Smettila!- esclamo, sentendo un improvviso calore al volto. –E' imbarazzante-
-Ti ho fatto un complimento-
-E' imbarazzante lo stesso-
-Sei molto bella-
-Questa è la balla del secolo-
-Come fa una persona sempre pronta a far valere le sue ragioni e le sue idee ad essere tanto insicura?-
-Sono una contraddizione vivente, che posso dire-
-Comunque ti preferirei in quello stato che nella versione Joker in cui ti ho visto-
-Ancora con questa storia?-
-La riporterò a galla praticamente sempre, quindi facci l'abitudine- roteo gli occhi al cielo.
Continuiamo a camminare fino a quando non raggiungiamo il The Wolseley, il ristorante più famoso di Londra per quel che riguarda i brunch.
I muri sono formati da mattoni di marmo e il soffitto è impreziosito da tanti archi di colore avorio. E' diviso in due piani, con due scalinate dorate che li collegano.
-Questo posto mi ha sempre ricordato Gossip Girl-
-Lo so, per questo ti ci ho portato-
-Conosci Gossip Girl?- si limita ad annuire. L'hostess di sala si dirige verso di noi, Will le chiede un tavolo per due e, poco dopo, ci scorta in un posto proprio sotto l'orologio.
-Avevo una cotta per Blake Lively, lo guardavo solo per quello-
-E come facevi a sapere che mi piaceva?-
-Quando ti ho riaccompagnato a casa dopo le lezioni per la prima volta, ti avevo rassicurato del fatto che avessi parlato con Emma visto che Vanessa e Claire ci avevano visto a pranzo insieme, e tu hai affermato che fossero loro Gossip Girl, non Dan Humphrey-
-Non pensavo che ci fosse qualcuno oltre me che si ricorda di ogni minimo particolare- esclamo, visibilmente stupita. Di solito non mi ascolta nessuno.
-A me piace sentirti parlare, metti passione in tutto quello che dici, forse è per questo che riesci a convincere la maggior parte della gente-
-Vorrei che questo mi fosse servito anche durante gli anni di scuola- mormoro. Alle volte penso a quanto possa essere differente la concezione che le persone hanno di me adesso rispetto a prima, com'è possibile che ciò che in passato mi ha causato tanti problemi, adesso viene visto quasi come motivo di vanto?
-Va tutto bene?-
-Sì, stavo solo ragionando su una cosa-
-Riguarda i tuoi anni alla Westminster?- annuisco. E' stato un miracolo che non abbia scoperto tutto quel che c'è da sapere su quel periodo, o sarei morta di vergogna. –Non ti va proprio di parlarne, vero?-
-Non mi piace la persona che ero ai tempi, tutto qui- mi stringo nelle spalle. La dolce Birdie mi sembra quasi una sconosciuta adesso, nessuno parla più di me in questo modo.
Fortunatamente la discussione viene interrotta dalla cameriera, che prende i nostri ordini e scruta attentamente Will, probabilmente per capire se si tratti veramente di lui.
-Ti ringrazio davvero tanto per avermi accompagnato oggi, non so se ce l'avrei fatta da solo-
-È circa la terza volta che me lo dici, non è necessario che tu lo ripeta continuamente. Sono qui se hai bisogno, per qualsiasi cosa, ovviamente sempre nei limiti-
-Chi lo avrebbe mai detto che, in fondo, sei un raggio di sole?-
-Non usare questa cosa contro di me okay? Non voglio pentirmi di...-
-...di esserti fidata di me? Non ti preoccupare, non sono come mi descrivono i giornali. Ed è proprio questo ciò che io chiedo a te. Non ti basare su quel che hai letto o sentito su di me, sono una persona migliore di come mi rappresentano-
-Okay-
-Okay?- annuisco. Will sorride, quasi sollevato. –Non pensavo che sarebbe stato tanto facile-
-Perché ho deciso di fidarmi di te, semplice-
-E' una bella sensazione-
-Ho fame- dico, massaggiandomi lo stomaco. –Molta fame-
-Sì lo so, sento il tuo stomaco da qui sotto-
-Penso di avere qualche idea sul tuo possibile costume- dico, cercando di sviare il discorso.
-Sono tutt'orecchie-
-Marty McFly-
-Marty McFly?-
-Hai mai visto Ritorno al Futuro?-
-C'è qualcuno che non l'ha fatto?- sorrido. Più parliamo più mi accorgo che abbiamo tantissime cose in comune, non me lo aspettavo. Forse l'ho davvero giudicato troppo in fretta.
-E volendo, se c'è qualcun altro dei Malandrini senza costume, può vestirsi da Doc, sarebbe atomico-
-Sai che, ora che ci penso, Ethan non ha avuto il tempo di pensare a niente, la tesi ci ha assorbito totalmente-
-Oggi sono stata una vera e propria manna dal cielo, ammettilo-
-Effettivamente è stata una fortuna incontrarti- incrocia le braccia al petto, e mi sorride. –E' la prima conversazione civile che abbiamo o, quantomeno, la prima in cui tu non sembri infastidita-
-Hai intenzione di farmelo pesare ancora per molto?-
-Sì- scoppia a ridere. Sembra quasi un bambino, tanto è allegra e cristallina. –Qualcuno mi sta chiamando- estrae il cellulare dalla tasca del giubbotto di pelle e lo porta all'orecchio. –Ehi mamma, ciao- la sua espressione si rilassa ancora di più. Non lo facevo tanto mammone. –Sì tutto a posto, comincio domani. No, non ero solo, c'era Birdie con me- sento un calore improvviso al volto. Non si è soltanto riferito a me per nome con lei, ma persino con la sua abbreviazione. Questo significa che mi ha già nominato qualche volta? E a che pro? –Siamo andati a fare brunch da The Wolseley, rimaniamo il pomeriggio a Londra, con tutti i casini che ho avuto per la testa non ho pensato al vestito per la festa di stasera, fortuna che Birdie sembra uscita da Hocus Pocus- schiudo le labbra pronta a replicare, rimanendo, però, zitta. –E' inutile che mi guardi così, sono passato davanti a casa tua, tu e Vanessa Hudgens vi contendete la corona di regina di Halloween- risponde, non appena chiude la chiamata.
-Sei amico di Vanessa Hudgens?- sussurro, stupita.
-Ci siamo conosciute al Coachella quando stavo con Gigi Hadid, sai prima che si mettesse con Zayn. Gran figo tra l'altro, ottima estensione vocale-
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