All we know is touch and go
-Ciao, Will è ancora qui vero?- Oliver apre la porta di casa loro, squadrandomi dalla testa ai piedi. Odio quando lo fa (il che, purtroppo, capita ogni volta che ci vediamo).
-Questa sì che è una bella sorpresa- esclama lui, sorridendo.
-E' già andato via?-
-Birdie- guardo oltre le sue spalle. Il diretto interessato si sta dirigendo a passo svelto verso di me, indossando il giubbotto di pelle. –Che ci fai qui?-
-Ti sei già dimenticato della nostra discussione dell'altro giorno?-
-No, per niente, semplicemente pensavo che, dopo tutto quello che è successo oggi, volessi stare il più lontano possibile da me-
-Beh dovrò comunque passare le pene dell'inferno per colpa di Emma, quindi- mi stringo nelle spalle. Mentirei se dicessi che non ho dubitato nemmeno per un momento sull'idea di accompagnarlo, ma alla fine mi sono ricordata che non sono perfetta, e che mai lo sarò.
-Okay allora andiamo- supera Oliver ed esce dalla porta. –Sei inquietante comunque-
-Speravo che la nostra deliziosa regina delle nevi si trattenesse un po' di più, tutto qui, non pensavo fosse un crimine-
-Anche lui?- Will mi fa cenno di seguirlo. L'auto è parcheggiata di fronte al cortile, e lui sembra piuttosto nervoso. –Ho portato il pranzo- esclamo, mostrando una busta bianca. Il ragazzo assottiglia le labbra, prima di prendere posto nel lato del guidatore. –Devi mettere qualcosa sotto i denti-
-C'è un'alta possibilità che la vomiti-
-C'è un'ora e mezza di strada da qui allo studio del tuo medico-
-Beatrice Everly...-
-E' solo un avocado toast, mica un hamburger con salsa barbecue e anelli di cipolla-
-Okay, adesso mi hai fatto venire fame- estraggo i due toast dalla busta e gliene porgo uno. Quando, però, fa per prenderlo, lo allontano. –Che fai?-
-Lo tengo io, tu devi tenere entrambe le mani sul volante-
-Fai sul serio?-
-Oggi è stata una giornata dura, non ho alcuna voglia di scherzare-
-Agli ordini capo- a quel punto avvicino di nuovo l'alimento a lui, che lo morde. –Come va a proposito?-
-Mio padre sta continuando ad insultarmi, mia madre mi ripete di rimanere calma ed Emma e le sue minions mi lanciano sguardi torbidi da lontano-
-Mi dispiace, è colpa mia-
-No in realtà- corruga la fronte, dando un altro morso al panino. –La colpa è loro. Noi non abbiamo fatto niente di male o di illegale, sono gli altri che hanno montato un intero castello di carte sopra una semplice foto-
-Ed è una fortuna che non sappiano il resto-
-A cosa ti stai riferendo?-
-Alla nostra discussione dell'altra sera, non dirmi che l'hai già dimenticata-
-No, semplicemente non l'avevo presa in considerazione perché non l'avrei mai sbandierata ai quattro venti-
-Nemmeno io se è per questo-
-Allora siamo a posto-
-Comunque mi dispiace se non mi sono fatto più sentire dopo, ho avuto un paio di faccende da sbrigare-
-Non preoccuparti, è tutto okay-
-No invece, avrai sicuramente pensato che sono un coglione che prima dice una cosa e poi ne fa un'altra-
-Più che altro mi sono domandata se non avessi totalmente frainteso la discussione-
-Mia madre lo ha giustamente detto a mio padre, quindi ieri ho dovuto litigare con lui tutto il giorno, scusami se sono sparito-
-Mi dispiace-
-Figurati, io e lui non facciamo altro-
-Lo so, per questo l'ho detto-
-Mi preoccupo di più per quel che è successo a te-
-Rilassati, non è la fine del mondo-
-Qualche ora fa stavi piangendo-
-Io piango per tutto. Se litighiamo e tu mi urli contro, io comincio a frignare. Magari ti mando anche a fanculo nel frattempo, ma continuo a piangere. Non posso guardare Titanic senza consumare un pacco di fazzoletti, stessa cosa per il finale di Gossip Girl-
-Ma il finale di Gossip Girl non è triste-
-O la puntata di Glee in cui dicono addio a Finn...quella è micidiale, singhiozzo pure. O anche l'ultima puntata della serie-
-Che cuore tenero che hai- mi prende in giro. –Non me lo aspettavo-
-Ricordati che ho il tuo panino in mano, non ci metto niente a spiaccicartelo sulla faccia-
-In quel caso ci condanneresti a morte sicura-
-La fine di tutti i miei guai-
-Dai non dire così- lo guardo. Se solo sapesse. –Non sono cose...-
-Non ti facevo tanto sensibile-
-Non ti facevo tanto distaccata-
-L'hai detto anche tu che sono poliedrica-
-Lo so, ed è anche per questo che mi piaci, ogni giorno scopro qualcosa di nuovo-
-Ti posso assicurare che non sono tanto speciale come pensi, sono convinta che, ad un certo punto, finirai per annoiarti-
-Questo lascialo decidere a me okay?- prende l'ultimo boccone, ed io gli porgo un tovagliolo. –Puoi metterci del prosciutto la prossima volta? Ho ancora fame-
🫧🫧🫧
-E tu vuoi davvero farmi credere che l'hai letta solo una volta e la sai così bene?- Will riduce le palpebre a due fessure. Dopo la chiamata di mio padre, il ragazzo ha deciso che sarebbe stato meglio farmi ripetere mentre sono con lui, dato che gli esami cominciano tra un paio di settimane ed io ho già l'ansia.
-Ricordo anche la spiegazione-
-Come diamine fai?-
-Ipertimesia. Ricordo più o meno ogni singolo giorno della mia vita da quando avevo tre anni ad ora-
-Assurdo-
-Quando sono venuta a parlarti del libro nero, avevi il maglioncino azzurro che portavi oggi, arrotolato fino ai gomiti, un paio di jeans strappati e un paio di Converse nere. Inoltre ti stavi lamentando per qualcosa che avesse fatto Emma, eri talmente arrabbiato-
-Tu mi fai paura- rido, notando l'espressione spaventata sul volto del ragazzo. –Però ti invidio, praticamente tu ci metti la metà del tempo per studiare-
-Sì ma ha i suoi lati negativi-
-Non ne vedo, sei la migliore studentesse di tutta Oxford-
-Ma ricordo anche ogni altra singola cosa, quindi mi risulta un po' difficile tagliare definitivamente i ponti con una persona-
-Non l'avevo vista sotto questo punto di vista-
-Beh sai com'è, da un grande potere derivano grandi responsabilità-
-Non lo hai detto sul serio-
-Invece sì- rotea gli occhi, ridacchiando. –Quale sarà il prossimo film della Marvel a proposito?-
-Guardiani della Galassia credo-
-Pensi che ti inviteranno anche a quella di premiere?-
-Ci hai preso gusto eh?-
-Come ti ho detto prima, se devo comunque andare all'inferno, tanto vale godersi la discesa- mi stringo nelle spalle. Mio padre mi ha chiamato circa cinque volte, ma mi sono rifiutato di rispondere, tanto poi finirà comunque per parlarne con mia madre. -A parte gli scherzi, sto cercando di distrarti il più possibile, è pur sempre una parte difficile su sparare delle radiazioni-
-Magari divento un supereroe, che ne sai-
-Oh sì, devo dire che ci mancherebbe solo questa-
-Hai ragione, forse sono troppo bello per essere un supereroe, di solito sono tutti sfigati-
-Non è assolutamente vero- dico, ridendo. –Non credo che abbiamo visto gli stessi film-
-Mi dispiace ancora di averti messo nei guai oggi-
-Non preoccuparti, ti ho già detto che non è stata colpa tua-
-Spero, almeno, che Emma si stia zitta adesso, quando vuole sa come essere seccante-
-Cos'è che sai di lei?- gli chiedo. –Sembra che sia qualcosa di molto grave-
-Lo scorso anno è andata a letto con mio padre. Ai tempi già avevo deciso di mollarla, ma quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso- mi ritrovo senza saper bene che dire, ho paura che, qualsiasi parola lasci le mie labbra, possa essere sbagliata. –Tutti pensano che sia io il cattivo della storia, ma ti posso assicurare che non è così. All'inizio ero davvero molto dolce e molto romantico con lei ma, dopo qualche mese che stavamo insieme, lei mi ha lasciato. Io ero devastato, non l'avevo presa bene ma poi, all'improvviso, lei è tornata: lo ha fatto tre volte in un anno, non c'è voluto molto prima che mi rompessi le scatole-
-E perché hai continuato a stare insieme a lei?-
-Perché pensavo che fosse la cosa giusta da fare, senza contare che ha la capacità di far scappare qualsiasi ragazza con cui inizi qualcosa- assottiglio le labbra, non mi viene tanto difficile da credere. –Per questo ho cercato di intervenire sin da subito con te-
-Sei molto premuroso quando vuoi, anche se non è necessario che tu mi difenda sempre-
-Come non è necessario che io paghi eccetera eccetera...sappi che il libero arbitrio non esiste soltanto per te-
-Non posso controbattere in alcun modo-
-Perché sai che ho ragione- gli faccio la linguaccia e lui ride.
-Okay, per oggi abbiamo finito. Birdie dovresti...-
-Uscire lo so, ci vediamo tra qualche minuto- mi defilo velocemente, in modo da poter permettere a Will di sistemarsi con calma e tranquillità.
Sono un po' stanca, non vedo l'ora di andare a dormire. Probabilmente è colpa anche di tutta la rabbia che ho fatto venire fuori oggi, non è stata una giornata facile, per niente.
-Eccomi, ho fatto prima che potevo- il ragazzo mi raggiunge, infilandosi la giacca.
-Come ti senti?-
-Bene perché?-
-Per via delle controindicazioni- esclamo, stringendomi nelle spalle. –Puoi guidare?-
-Sì certo, non ti preoccupare, sto una meraviglia-
-Okay, mi fido di te-
-Non ti metterei mai in pericolo-
-Non si tratta di questo Will davvero- saliamo in macchina. Non è normale che non abbia nessun sintomo.
-Devi stare tranquilla, va bene?- annuisco e lui mette in modo tranquillamente. Forse mi sono semplicemente fatta suggestionare troppo da tutte le ricerche che ho fatto negli ultimi due giorni. –Ho sia una grande resistenza all'alcool che alle malattie, non prendo l'influenza da quando avevo dieci anni-
-Tanto lo so che, anche se così non fosse, non me lo diresti comunque-
-Non hai tutti i torti- dopo un breve tragitto, però, il ragazzo inizia ad avere conati di vomito, che cerca di trattenere. Ad un certo punto, tuttavia, non ci riesce più, e finisce per buttare fuori ogni cosa. –Merda- esclama, seguito da altre imprecazioni. –Andiamo a casa mia ma ti prego, non dire una parola- alzo le mani. Immagino quanto sia imbarazzante un momento del genere, però vorrei che sapesse che non lo sto giudicando, che non sto ridendo di lui, anzi, per la prima volta mi sono resa conto che ho a che fare con un essere umano, e non come una sorta di entità astrale totalmente perfetta e tanto distante da me.
Arriviamo a destinazione, Will corre immediatamente a casa, mentre chiama uno dei suoi camerieri affinché venga a riprendere la macchina e la porti a lavare.
Si toglie velocemente i vestiti strada facendo, e si chiude in camera. Sospiro, non oso nemmeno immaginare come possa sentirsi.
Senza pensarci troppo, prendo gli indumenti (avendo cura di toccare soltanto le parti pulite) e li metto a lavare. E' assurdo come, dopo solo un giorno passato qui dentro, riconosco questa casa quasi come se fosse la mia.
Aspetto Will per circa venti minuti, girovagando per i vari piani che, la scorsa volta, non ho potuto vedere: al piano terra c'è quella che io chiamo 'sala giochi'. Noto, infatti, un tavolo da biliardo, due divani, un mini-frigo, varie Play Station, un tavolo da ping-pong...mi chiedo quanto tempo effettivo ci abbia passato qui, visto che, a quattordici anni, è stato mandato in collegio.
Al terzo piano, dopo le stanze, c'è un meraviglioso giardino di inverno, da cui si vede gran parte di Kensington Park, riesco persino a scorgere la statua di Peter Pan.
Salgo nuovamente le scale, trovandomi al cospetto di un'enorme piscina interna, con annesso palestra accanto. Però, hanno proprio deciso di non farsi mancare niente.
Infine mi dirigo verso la terrazza, osservando la magnificenza di Londra espandersi davanti ai miei occhi.
-Sbaglio, o soffri di vertigini?- mi volto di colpo, trovando Will alle mie spalle.
-Hai perfettamente ragione, però non so resistere, è come un'arma a doppio taglio-
-Non trovo i miei vestiti sporchi-
-Li ho messi a lavare-
-Cosa?-
-Li ho sciacquati e poi buttati in lavatrice-
-Non è stato disgustoso?-
-Li ho presi nella parte in cui non erano sporchi, e comunque, alla festa dell'ultimo anno, una mia amica mi ha vomitato sul vestito appena comprato, quindi-
-Okay, credo di non voler sapere più niente, il mio stomaco è ancora debole-
-Oh già scusami- si passa una mano tra i capelli, assottigliando le labbra.
-Senti possiamo prendere la Ferrari per tornare ad Oxford-
-Avevo dimenticato che hai un'intera scuderia automobilistica. Però stavolta guido io-
-Come prego?-
-Hai sentito benissimo. Non sei al tuo meglio, ed io non voglio morire- sbuffa e, parecchio riluttante, mi tende le chiavi della macchina. –Bravo ragazzo- le afferro e le faccio roteare sull'indice, sotto il suo sguardo non proprio tranquillo di Will. –Ascolta, so che non è facile per te ma non ti preoccupare, rimarrà tra noi due-
-E' abbastanza imbarazzante se devo essere sincero-
-E per quale motivo? Stai...- mi blocco un attimo. Devo soppesare ogni mia prossima parola, onde evitare di ferirlo. -...sei in una condizione di salute non troppo buona in questo momento, quindi è normale- mi guarda e sorride, scuotendo la testa. –Che c'è?-
-Sto solo pensando al fatto che tu possa essere tanto dura quanto dolce-
-In che senso?-
-Che stai cercando di non ferire i miei sentimenti in alcun modo, senza contare che nessuno avrebbe messo i miei vestiti sporchi di vomito a lavare, nemmeno Emma-
-Le mie amiche, in passato, hanno fatto di peggio per me, questo, in confronto, è niente- ripenso a quello che è stato il periodo peggiore della mia vita, e a come Jess mi sia stata vicina senza lasciarmi sola un attimo. Se sono quel che sono è anche merito suo.
-Va tutto bene?-
-Sì perché?-
-Ti sei rattristata di colpo-
-Stavo solo pensando una cosa, non ti preoccupare, è tutto okay. Piuttosto che dici, torniamo a casa?-
-Tu hai la patente, vero?-
-Sin da quando avevo sedici anni, non ti preoccupare-
-Beh sai com'è, è sempre una Ferrari-
-Rilassati, non ho intenzione di mettermi a sfrecciare per strada stile Fast and Furious-
-Va bene, allora mi fido-
-Bravo ragazzo, ti assicuro che non te ne pentirai. E ora andiamo dai, si sta facendo buio-
-Prendiamo l'ascensore però, non mi va di fare ancora scale-
-Okay, tutto quello che vuoi-
🫧🫧🫧
-Smettila di studiare ogni mio singolo movimento, mi stai facendo venire ansia-
-Beh sai com'è...-
-Sì sto guidando una Ferrari e sì, sono una ragazza, possiamo evitare i vari luoghi comuni sul fatto che le donne non sappiano guidare?-
-Ti assicuro che sarei preoccupato anche se al tuo posto ci fosse Leo-
-Fingerò di crederti ma dico sul serio, potrei anche rischiare di investire se continui a fissarmi, non è una condizione ideale per qualcuno che deve guidare-
-Okay scusami- si sistema meglio sul sedile, rilassandosi un pochino. –Sei stata davvero gentile con me, dico sul serio-
-Non ho fatto niente che qualsiasi altra persona non avrebbe fatto-
-Non sono proprio del tuo stesso parere-
-Oh andiamo, non penso che le persone siano tanto egoiste-
-Continuo a ripetere che in te convivono due persone, o anche di più a pensarci bene-
-Dai finiscila, mi dà fastidio questa cosa-
-Okay okay scusa- in quel momento il suo cellulare squilla e, essendo connesso con la macchina, la chiamata va automaticamente in vivavoce. –Mamma-
-William Thomas Thornbury-Harrington, ti sembra il modo di comportarti? Avevo accettato di lasciarti andare da solo alle sedute di radioterapia ma, quantomeno, potevi anche avvertirmi-
-Sono con Birdie, lei non sono proprio riuscito a farla rimanere a casa-
-Questo mi rincuora onestamente, non mi piace per niente l'idea di saperti solo-
-Non ti preoccupare, si è messa in testa di voler venire con me ad ogni sessione, quindi-
-Riesci a fare in modo che Emma non faccia scappare almeno lei? E' l'unica decente con cui hai avuto a che fare in questi anni- mi volto un attimo verso di lui che, nel frattempo, si sta passando una mano sul volto.
-E' davvero necessario fare un discorso del genere?-
-Sì, anche perché tu mi sembri cotto come un ragazzino di quattordici anni- cerco di non ridere, non ho alcuna intenzione di farmi scoprire, voglio vedere come va a finire questa discussione.
-Stai esagerando come al tuo solito, ti ho ripetuto più di una volta che non c'è niente-
-Avresti la mia benedizione comunque-
-Siamo tornati nel milleottocento per caso?-
-Mi dici almeno se stai bene?- si volta velocemente verso di me, probabilmente spaventato che io possa raccontare quali siano realmente le sue condizioni di salute.
-Certo ma', sai che ci vuole molto di più per scalfirmi-
-Già vero, ti sei fatto le ossa ad Eton-
-Ciò che non ti uccide ti fortifica- esclama lui, passandosi una mano tra i capelli biondi.
-Senti, tuo padre vorrebbe che tornassi a casa il prossimo fine settimana-
-Negativo, stanno per iniziare gli esami intermedi, non ho intenzione di muovermi da Oxford, fatte eccezione per la radioterapia-
-Tesoro...-
-Il mio umore peggiora radicalmente quando sono a contatto con lui, quindi ti prego, cerca di non insistere-
-Va bene va bene, ma sai che anche i nonni vogliono vederti, non ti sei fatto vivo per tutta l'estate, poi sei comparso per il mio compleanno e, infine, sei scappato ad Oxford-
-Ti prometto che, non appena sarò più libero, verrò a trovarvi-
-Prima di Natale?-
-Prima di Natale- la donna sospira, non troppo sicura che il figlio rispetterà l'impegno preso. –Sai che mantengo sempre la mia parola-
-Diciamo la maggior parte delle volte-
-Tu preoccupati di dire a tuo marito di non insistere con la storia di Emma, dopotutto...-
-Sì lo so- taglia corto lei. –Ci penso io okay? Tu non devi stressarti, soprattutto in questo momento-
-Va bene, ma ricordati che non è colpa tua-
-Adesso devo andare. Salutami Birdie okay?-
-Lo farò, ciao- chiude la chiamata e sospira, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Adesso capisci per quale motivo detesto così tanto mio padre?-
-Perché non lo lascia?-
-Vorrei tanto saperlo anche io Birdie. All'inizio pensavo che fosse per me, la mia adolescenza non è stata delle più tranquille, ma ormai ho ventuno anni, non credo che subirei qualche tipo di trauma-
-Sotto questo punto di vista non ci metterei la mano sul fuoco, però capisco il tuo ragionamento. Anche se non ho molti ricordi, sono davvero contenta che i miei abbiano deciso di divorziare, anche perché, conoscendoli, avrebbero fatto crollare la casa-
-Sono davvero contento che tu sia qui con me-
-Quindi sei cotto a puntino eh?-
-Speravo che mi concedessi il beneficio del dubbio- scuoto la testa, e lui sospira. –Mia madre tende ad esagerare-
-Ah ah- dico, ridacchiando. –Piaccio sempre ai genitori, un po' meno ai figli però, non so per quale assurdo motivo-
-In che senso?-
-Quando ero ancora a scuola, c'era questo ragazzo che mi piaceva, si chiama Charlie. Sua madre mi adorava, lui un po' meno. Per circa due anni alternava momenti in cui gli piacevo a momenti in cui non poteva nemmeno starmi vicino, ed io, tutte le volte, ci cascavo come una stupida-
-Spero che tu lo abbia mandato a fanculo ad un certo punto-
-Sì l'ho fatto, ho dovuto toccare il fondo per altri motivi ma l'ho fatto. A dicembre del duemilatredici, siamo andati a sciare in Svizzera. Una sera, dopo aver baciato una delle mie migliori amiche, ha dormito con lei nel letto accanto a me. Quei due parlavano di quanto fosse palese la cotta che avevo per lui e di quanto fossi ridicola a credere di piacergli. Era sempre stato ambiguo perché non voleva ferire i miei sentimenti e anche per assicurarsi di avere sempre una copia dei compiti, ero fin troppo buona a quei tempi-
-Che grandissimo pezzo di merda, spero che tu gli abbia tirato un pugno la mattina seguente-
-Mi sono semplicemente limitata a distaccarmi da lui. Senza il mio aiuto, i suoi voti sono calati a picco come il Titanic dopo l'iceberg, ed Oxford ha ritirato l'ammissione-
-Questo è il karma- si sporge un po' più verso di me, ed io posso chiaramente sentire i suoi occhi guardarmi da cima a fondo. –Però adesso capisco tante cose-
-Non...Charlie non ha niente a che fare col mio comportamento, fidati...e poi non è stato nemmeno l'unico, se è per questo-
-C'è una cosa che voglio sapere però: era Maddie o Jesse?-
-Nessuna delle due, anche perché abbiamo conosciuto Maddie lo scorso anno. Era un'altra che tu non conosci ma che, sicuramente, ti sarebbe piaciuta, lei piace a tutti-
-Questo lascialo decidere a me-
-Sei la prima persona con cui ne parlo sai? O almeno da sobria. Credo di averlo raccontato a Teddy nel viaggio di ritorno da Bordeaux, avevamo fatto una degustazione di vini-
-Perché non riesco ad immaginarti ubriaca?-
-Mi hai già vista ubriaca-
-Era per la sfida, non conta, e ad Halloween non hai bevuto tanto-
-Mi era appena venuto il ciclo e avevo preso la pillola per i dolori poco prima, per questo-
-Beh rimangono sempre la sfilata e la festa di Natale-
-A proposito, perché devo essere schiavizzata anche per la sfilata? Non puoi fare qualcosa Will?-
-Cercherò di tenere lontana Emma il più possibile, così avrete meno fiato sul collo ma, per il resto, non c'è discussione: sfilerai e canterai-
-Ti odio, e te lo dico con tutto il cuore-
-Nah, in realtà credo che tu mi voglia bene
-Sei la mia buona azione quotidiana, non ti montare troppo la testa-
-Quanto sei stronza mamma mia- scoppio a ridere, guardandolo per una frazione di secondo. –Comunque i tuoi capelli sono strani-
-In che senso?-
-Li attorciglio e prendono la forma del mio dito!- dice, dimostrando la sua teoria avvolgendosi una ciocca all'indice.
-Non è...sono mossi già di loro, ogni mattino mi sveglio e non so che cosa mi aspetterà, non posso nemmeno pettinarli, sai come diventano?-
-No, illuminami-
-Elettrici!- esclamo. –Come se avessi ficcato le dita nella presa-
-Rallenta Birdie, devi entrare ad Oxford-
-Lo so-
-E occhio a non prendere la strada principale-
-Lo so-
-Vai prima a casa tua, così mi riprendo la macchina e guido fino alla mia-
-No, porto te e poi torno a piedi, non c'è nessun problema-
-Birdie...-
-Non mi succederà niente in venti metri, te lo posso assicurare. E poi io giro con un coltellino svizzero-
-Che cosa?-
-Prendi le chiavi che ci sono nella mia borsa-
-Non si fruga nella borsa di una signora-
-Ma se te lo sto dicendo io- il ragazzo rotea gli occhi, per poi allunga un braccio verso i sedili posteriori e afferrare l'oggetto.
-Hai un coltellino svizzero come portachiavi?!- esclama, esaminandole attentamente.
-E' un coltellino svizzero di Tiffany- sottolineo. –Ne ho uno per le chiavi di casa di Oxford e uno per quelle di Londra-
-Questa cosa mi fa paura-
-Anche camminare solo per strada può farlo, soprattutto se sei una ragazza. Con questo mi sento più sicura-
-Non hai paura che scatti all'improvviso?-
-E' proprio per questo che cerco di tenerle nella tasca più interna della borsa, le tiro fuori soltanto quando devo tornare a casa ed il sole sta per tramontare o lo ha già fatto-
-Ho appena realizzato che viviamo in una società di merda-
-Benvenuto nel club- dico. -E a te la cosa non colpisce direttamente-
-Beh ma colpisce direttamente te-
-Devi pensare che questa cosa faccia schifo indipendentemente dalla sottoscritta. 'Potrebbe essere tua sorella', 'potrebbe essere tua madre', 'potrebbe essere la tua ragazza' non sono delle scusanti. Le donne si devono rispettare a prescindere-
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