Una piccola bugia

Il giorno dopo mi misi subito all'opera. Attendendo la mail con una certa ansia, mi rivolsi all'unica complice che avevo in quella situazione: Jenny. La trovai che faceva jogging fuori dal castello con un paio di pantaloncini così corti da non lasciare nulla all'immaginazione. Brava Jenny! Non appena si voltò verso di me la salutai e le feci cenno per farle capire che volevo parlarle. Lei arrivò da me correndo.

-Ehi, Beverly, vuoi accompagnarmi a fare una corsetta?- mi chiese.

-Volentieri, ma non ho l'abbigliamento opportuno- ed indicai il vestito di jeans ed i leggins, ci mancava solo che corressi in quel modo e che cadessi!

-Allora sarà per un'altra volta- mi sorrise ed io colsi una bellezza spontanea, quasi perfetta nella sua imperfezione, una bellezza superiore a quella di Margaret proprio perché naturale.

-Già- sorrisi a mia volta –allora ti volevo dire una cosa, ci sono sviluppi sul caso-

Gli occhi di Jenny si sgranarono. –Dimmi tutto-

Ed io raccontai una storia, non del tutto falsa a dire il vero, in cui c'era una testimone che aveva visto una figura che parlava al telefono. –Avrebbe sentito confessare l'omicidio- conclusi con aria grave.

-Chi è?-

-Non me l'ha voluto dire, credo che di me non si fidi del tutto, succede quando si è invidiose- mi strinsi nelle spalle.

- Karol – esclamò mia cugina.

-Sì, penso che si chiami così, la tua ospite, quella che sta con John per essere chiari-

-Deve parlare-

-Parlerà al termine del ballo-

-No, io devo sapere subito-

-Credo che sia più prudente così, almeno il nostro sospettato non rischia di fuggire-

Jenny parve titubante, poi annuì. –Ho promesso che mi sarei fidata di te e così farò-

Sperai di meritare per davvero quella fiducia, in fondo facevo tutto per Margaret, lei avrebbe certamente capito.

-Chiunque sia il colpevole merita di pagare-

-E pagherà, non temere-

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