Paul il vampiro

-Su, non fare la bambina- dissi a Jenny –se ti muovi non riesco a truccarti- non che alla fine ci fosse troppa differenza tra la versione truccata e quella non. Jenny era una di quelle ragazze alle quali il trucco, lo scoprivo ora, non aggiungeva proprio nulla e in quel momento non sapevo dire se la cosa fosse positiva o negativa.

-Non riesco a stare ferma per molto e tu lo sai bene-

-Non ti chiedo di restare immobile per tre ore, giusto il tempo di truccarti-

Lei per tutta risposta sbuffò. Era insopportabile. Sospirai e proseguii la mia opera di restauro con fatica.

-Hai saputo qualcosa del vampiro?- mi chiese.

-Nulla d'interessante- mentii, in realtà Mia mi aveva detto delle cose davvero interessanti sul conto del nostro redivivo. La fama di Paul era come minimo oscura, il suo passaggio aveva portato molti morti, nessuno però era riuscito a dimostrare il suo diretto coinvolgimento in queste uccisioni, nonostante ciò Paul era stato isolato da tutti e probabilmente era questo il motivo per cui si trovava in un maniero abbandonato, una proprietà di famiglia. Nulla lasciava presagire che uccidesse persone nei dintorni. La sua era una vita tranquilla, forse un po' troppo. Dubitavo comunque che la presenza di Paul proprio vicino a casa della mia defunta cugina fosse una coincidenza. Forse era lui il suo amante. Margaret con un vampiro? Non stavo lavorando un po' troppo di fantasia? Eppure qualcosa Paul doveva pur farci da quelle parti. Mi mordicchiai le labbra mentre terminavo di applicare il rossetto a Jenny.

-Perfetto- esclamai.

-Ora posso andare?-

-Certo- e iniziai a mettere via i trucchi. Il risultato finale non era poi così male. Annuii con un mezzo sorriso.

Jenny si alzò ed andò davanti allo specchio, fece un mezzo giro ed annuì. –Hai fatto davvero un ottimo lavoro-

-Grazie mille- feci un piccolo inchino.

-Pensi che Steven mi noterà?- chiese lei.

-Come potrebbe non notarti? Ci vuole solo un vestito diverso, posso dare un'occhiata al tuo guardaroba?-

-Certo-

Inutile dire che il risultato fu molto deludente: nessun abito che a parer mio potesse andare bene per l'occasione. C'era un bisogno disperato di fare shopping. Alla fine optai per un abito nero stretto in vita, molto carino a parer mio.

-Non sarà un po' troppo succinto?- mi chiese Jenny, aggrottando la fronte.

E come poteva conquistare Steven coprendosi di più? –Per niente, anzi, è perfetto per una cena-

Jenny annuì poco convinta. –Non ho mai messo quel vestito-

-E perché? È così bello-

-Troppo corto- disse in un sussurro.

-Con un bel paio di calze nere sarà perfetto-

Jenny non sembrava molto convinta.

- Steven approverà-

Mia cugina arrossì, quindi prese l'abito tra le mani, parve analizzarlo con una sola occhiata ed annuì. –Perfetto-

Ed avevo proprio indovinato, quel vestito sembrava esserle stato cucito addosso. La guardai scendere le scale e soprattutto notai che Steven la stava divorando con gli occhi. Ottimo, il risultato l'avevo raggiunto. Io mi tenni un po' da parte. I Johnson non sarebbero stati presenti, probabilmente la sorpresa della sera prima non era stata gradita. Beh, a onor del vero non mi sarei più fatta vedere nemmeno io se fossi stata al loro posto. Sfortunatamente John e la sua bruttona erano sempre lì. Ah, miei tormenti! E soprattutto mi guardavano di brutto, come se fossi colpevole di chissà cosa. Robe da matti!

La cena fu oltremodo silenziosa, a parte i monologhi di Steven. John e la sua amara metà si guardavano a malapena. Io dal canto mio ero parecchio taciturna, pensavo a Margaret, al suo appartamento, a tutto ciò che era successo. Ero piena di dubbi e soprattutto avevo la sensazione che mancasse un tassello enorme. Mi ritirai presto, troppo presa da questi pensieri per riuscire a stare in mezzo agli altri, anche perché proprio in mezzo alla cena una battuta di Steven mi aveva fatto venire in mente ricordi tristi che sembravano appartenere ad un'altra vita. In realtà restai molto tempo in camera a studiare, un modo come un altro per passare il tempo. Infine mi misi a letto e mi addormentai quasi subito. Fui svegliata solo successivamente da alcuni rumori che provenivano dal parco. Mi misi seduta nel letto per alcuni secondi a fissare il buio. I rumori proseguirono. Scesi dal letto, infilai le mie ciabattine a forma di coniglio, e mi diressi, in punta di piedi, verso il balcone. Il vento gonfiò subito la mia camicia da notte e mi pentii di non aver indossato la vestaglia. Mi guardai intorno e nel chiarore della luna vidi una figura, all'interno del recinto, proprio sotto il mio balcone, che guardava verso di me. Osservai i capelli scuri che gli ricadevano sulle orecchie, in una pettinatura un po' demodé da bravo ragazzo, il volto pallido e dai lineamenti ben disegnati, il naso perfettamente modellato, le labbra carnose e vermiglie, gli occhi come due pozzi blu.

- Paul – lo chiamai dopo un attimo di esitazione.

Lui mi fissò sorpreso, poi sorrise. –Sai il mio nome-

-So un po' di cose di te, a onor del vero-

-Tipo?-

-Non bisogna svelare tutto subito-

Il vampiro sorrise. –Ottimo ragionamento, Bev -

-Vedo con piacere che non sono l'unica che ha preso informazioni- e stranamente la cosa non m'infastidì.

-Esatto, mi piace conoscere a fondo le persone con cui vengo a contatto-

-Come Margaret?- mi appoggiai alla ringhiera e mi spinsi in avanti per osservare meglio la sua espressione.

Il volto di Paul rimase impassibile come quello di una statua. Impressionante.

-Non ti dice nulla questo nome?- insistei.

-Dovrebbe?-

Era ora di tentare il tutto per tutto. –La tua amante-

Paul indugiò un attimo, poi scoppiò a ridere. –Mi spiace ma se era una mia amante proprio non me la ricordo-

-Memoria corta allora-

-Già, è forse un reato?-

-No, ma alquanto strano-

-Forse- sorrise, un sorriso tremendamente affascinante, da bel tenebroso insomma.

-Allora, mi vuoi dire se conoscevi Margaret?-

-E anche se la conoscessi cosa ne ricaveresti?-

-Non lo so- ammisi. Anche se Margaret fosse stata l'amante di Paul questo non avrebbe voluto dire nulla, non l'avevano trovata con due buchi nel collo e non ero nemmeno del tutto certa che non si fosse trattata di morte naturale, anche se un sacco di cose me lo facevano sospettare.

-Quindi non ti dirò se la conoscevo o meno- sorrise come se la cosa lo divertisse enormemente.

Improvvisamente scoppiai a ridere. Mi piaceva quel vampiro, stranamente mi era simpatico.

-Anzi, facciamo una cosa, te lo dirò se tu mi svelerai chi è quell'uomo che ci fissa da quel balcone-

Alzai la testa e guardai laddove m'indicava e vidi John, lo sguardo furioso, che spostava lo sguardo tra me e Paul. –Oh quello! Un vecchio spasimante-

-Quanto vecchio?-

-Un po'- mi strinsi nelle spalle.

-Dallo sguardo sembra troppo recente-

-Si è ampiamente consolato-

-Io penso di no, ma questo è solo il mio umile parere-

-Tu non lo conosci, non penso che sia capace di sentimenti pienamente umani- e scoprii che la mia voce era molto più seria di quello che avevo desiderato.

-Sei così giovane- ed improvvisamente mi sembrò che Paul non avesse più l'aspetto di un giovane, ma quello di un essere antico, venerabile e decrepito, una creatura così distante da me e dal mio mondo che mi pareva impossibile aver pensato che ci fosse una sorta di sintonia tra di noi –gli esseri umani sono così strani, non si conosceranno mai fino in fondo- e ritornò ad essere il vampiro gioviale che era stato poco prima –ma dopotutto neanche gli esseri non umani non si conosceranno mai fino in fondo-

-Concordo- e sorrisi, il mio miglior sorriso, uno di quei sorrisi, me ne accorsi con sorpresa solo in quel momento, che non facevo più da parecchio tempo, un sorriso da ... Perdindirindina! Non mi sarei mai innamorata di un vampiro, no, non mi sarei abbassata ad un simile cliché. Per un assurdo attimo pensai che Paul se ne fosse accorto, ma no, non poteva essere. –Io ... - iniziai, decisa a ritirarmi, prima che avvenisse l'inevitabile.

-La vecchia biblioteca, qualcuno ha acceso la luce- m'interruppe lui.

-Potrebbe essere Steven – dissi, ma non ne ero per niente convinta.

-Non pensi che sia il caso di andare a controllare?-

-Credo di sì- anche se vista l'ora avrei volentieri lasciato perdere.

-Io blocco la finestra,tu la porta, chiunque ci sia non uscirà- ed un attimo dopo era scomparso nellanebbia.

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