Dialogando sotto la luna
-Pensi che sia stata Megan Johnson?- mi chiese Paul, seduto sulla ringhiera del balcone.
-Banale, vero? Ma a volte la soluzione più semplice è anche la più corretta-
-Già-
- Margaret stava guardando il castello dei Johnson quando era su quel balcone, lei sapeva della relazione-
-E Megan voleva Steven tutto per sé-
-Sì, avrebbe senso-
-Oppure la storia è un po' diversa-
Aggrottai la fronte. –Pensi che ci sia un amante di Margaret al castello?-
-Non sono l'unico a pensarlo-
-Effettivamente no-
-Alla luce di ciò l'appartamento avrebbe senso-
-Tutto avrebbe senso- sospirai, mi sentivo molto stanca –guardava il castello perché aspettava un messaggio, o almeno era quello il motivo per cui era uscita, poi il veleno ha fatto effetto e sono cominciate le allucinazioni-
-E lei non è più potuta rientrare-
-Terribile- sbottai, improvvisamente vinta dalla rabbia –mia cugina quindi è morta così? Qualcuno l'ha avvelenata, attirata fuori e lasciato che congelasse ... non ci posso credere- no, una cosa del genere non poteva essere successa ad una come lei. Eppure era successa. Margaret era morta.
-Mi spiace- disse Paul –la vita è crudele, orrendamente crudele, tua cugina non meritava una simile fine-
-Già- sospirai.
-E noi prenderemo il responsabile- saltò giù dalla ringhiera e fece un passo verso di me. Aveva una camminata maestosa, da creatura che non appartiene a questo mondo. Mi venne così vicino che potei inspirare il suo profumo, un profumo antico e dolce.
-E gli darò la punizione che merita-
-Gliela daremo insieme- e mi accarezzò il braccio.
Combattei per non avvampare. –Ci sarai al ballo in maschera?- chiesi.
-Certo-
La notizia mi riempì di gioia. Non sarei stata da sola e questo mi rincuorava un po' e poi lui ... mi piaceva, perdindirindina, mi piaceva molto.
-Anche se non so ancora da cosa travestirmi-
-A questo non avevo ancora pensato- storsi il naso, l'idea dell'abito che avevo selezionato precedentemente alla fine non si era rivelata di mio gradimento. Ci voleva qualcosa che avrebbe lasciato tutti a bocca aperta: shopping, ecco la soluzione. E avrei dovuto rivolgermi ai fornitissimi negozi di mia mamma, sicuramente lì avrei trovato qualcosa di molto interessante.
-Uno splendore come te è perfetto così come sei-
-Adulatore- borbottai io, il cuore che mi batteva così forte che temevo che potesse scoppiarmi nel petto.
-Diciamo che mi rendi il compito facile-
Mi mordicchiai le labbra, tremendamente imbarazzata. Era così vicino che avrebbe potuto baciarmi. E poi alzò la testa come se qualcosa lo avesse chiamato.
-Devo andare- disse.
-Cosa?- esclamai, senza comprendere. Avevo fatto qualcosa che non andava?
-A presto- e senza aggiungere altro divenne nebbia dinnanzi a me.
Mi ritrovai così a fissare il vuoto ed a sorridere come una sciocca al nulla.
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