Confrontarsi
-Allora- dissi, avvicinandomi a lui. Un fulmine percorse il cielo scuro illuminandolo. Fu subito seguito da un tuono che fece vibrare i vetri della finestra. Si preparava un bel temporale. Il vento si stava alzando. Incrociai le braccia, un vano tentativo di scaldarmi. Non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fare, mi sentivo tremendamente fuori luogo.
-Mi sei mancata- disse Paul.
-Non si sarebbe detto-
-Fosse stato per me sarei tornato prima-
Non gli risposi e mi appoggiai alla ringhiera. Un altro fulmine illuminò il cielo. Il tuono che seguì mi fece rabbrividire.
-Cosa posso fare per farmi perdonare?- chiese.
-Nulla ... non penso che ci sia un modo per ottenere il mio perdono-
-Oh, non esiste donna che non possa perdonare, bisogna solo capire come riottenere la sua fiducia-
Mi sfuggì un sorriso. –Sei un testardo, vero?-
-Me lo hanno detto in molti nella mia lunga vita-
L'ennesimo fulmine percorse l'aria. Ed il temporale cominciò con tutta la sua violenza. Osservai l'acqua abbattersi a terra e piegare sotto il suo peso tutto ciò che trovava lungo la sua strada. Improvvisamente l'aria si era fatta gelida. Qualcosa mi si posò sulle spalle. Paul mi aveva coperta con la sua giacca ... romantico ... odiosamente romantico. Eppure quel gesto, ahimè, m'intenerì.
-Sarà meglio che rientriamo altrimenti rischierai di prendere freddo-
Mi ritrovai ad annuire, come una ragazzina stolta, a farmi guidare da lui.
-Questi temporali sono tremendi- mormorò lui mentre entravamo. Già, tremendi. Lo osservai chiudere la portafinestra per non far entrare il freddo e la pioggia.
-Sono frequenti?-
-Abbastanza-
-Deve essere una cosa che può portare mille inconvenienti-
-Ogni tanto- sorrise –a volte i fulmini sono così tremendi, illuminano tutto il cielo, fanno paura, sembra quasi che ... non lo so, che diventi improvvisamente giorno ... Margaret lo odiava-
Mi bloccai. Margaret? –Eri il suo amante?-
-Molto tempo fa- ammise lui –è stato un errore in realtà, Margaret non è mai stata la donna adatta ad essere amata da uno come me, tra noi non c'era nessun legame, nulla di reale-
-E tu da che donne devi essere amato?- chiesi, forse un po' troppo audacemente.
Paul balzò in avanti e mi mise di fronte. –Non so ... magari da una come te-
Mi voltai di scatto, dandogli le spalle, un modo per fuggirgli.
-Aspetta- lui mi abbracciò da dietro ed io m'immobilizzai, incapace di fare altro –mi spiace davvero, sono stato imperdonabile-
-Anche a me dispiace ... pensavo che provassi davvero qualcosa per me-
-E io provo qualcosa per te-
Avessi potuto crederlo per davvero. Oh, ma ormai non m'illudevo più di nulla. Paul in fondo era solo una delle mille delusioni.
-Allora non mi dici nulla?-
-Cosa dovrei dirti?- mormorai.
-Non lo so-
-Va bene ... a volte le parole non servono-
-Questo lo penso anch'io- e voltai leggermente la testa.
Lui parve leggermi nel pensiero ed avvicinò il suo volto al mio. Mi ritrovai a sorridere e lui accettò l'invito e mi baciò con delicatezza, un tenero bacio a stampo, esattamente ciò di cui avevo bisogno in quel momento.
-Questo è meglio delle parole- sussurrò lui.
-Già, molto meglio-
Paul mi accarezzò i capelli, un gesto dolce.
-Ora devo andare- dissi.
-Ti prego, non lasciarmi-
Lui non mi aveva forse lasciata? Non mi aveva forse abbandonata come una sciocca? E io dovevo stare lì con lui? Beh, quello era il posto in cui desideravo stare. Paul mi trasse un po' di più a sé. Lasciai che mi posasse le labbra sulla fronte. Avrei davvero voluto restare lì con lui. Ovviamente non potevo. Con delicatezza mi divincolai e lui mi lasciò andare seppur dopo un attimo di esitazione. Inutile negare ciò che provavo per lui. Certe cose si possono solo accettare.
-Voglio solo comprendere una cosa- mormorai, con un certo dolore –quanto ci tenevi a Margaret? Lo devo sapere-
-Non era nulla per me ... e poi lei non era innamorata di me, lei teneva solo a quel Robert -
Fu in quel momento che notai qualcosa nei suoi occhi. Odio, puro odio. Ma quel qualcosa scomparve subito.
-Ma il passato è il passato-
Aprii la bocca per porgli la folle domanda, per chiedergli se era stato lui anni prima ad uccidere Robert, in fondo non era stato un colpo eccessivamente violento ad ucciderlo? Il colpo di un vampiro arrabbiato. Ma non era forse follia fargli una simile domanda? Non era meglio lasciare credere che fosse stato Johnson ad ucciderlo? Era sicuramente molto più semplice. E poi contro Paul non avevo prove.
- Bev, credimi, non ho altro pensiero che te al momento-
-Mi piacerebbe crederti- sospirai e sorrisi –ora però devo proprio andare- gli stampai un bacio sulle labbra, quindi uscii dalla stanza senza più guardarmi indietro, temendo che se mi fossi voltata non sarei più uscita.
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