Chi non muore ...
Il corridoio era buio, di un buio che mi metteva i brividi. Inspirai a fondo. Perché avevo paura? Non ero forse io la creatura più pericolosa là dentro? Già, non c'era proprio nulla da temere. Oppure sì? Meglio non pensarci troppo, altrimenti mi sarei messa a chiamare Erik a gran voce e questo non doveva succedere per nulla al mondo. Se fosse successo non mi sarei più fatta vedere in giro. Ci mancava solo un'altra umiliazione. Sospirai stancamente. Ed ero proprio persa nei miei pensieri quando sentii un leggero rumore, qualcuno che si muoveva in una stanza ... la camera di Margaret! Mi bloccai e restai un attimo immobile, l'orecchio ben teso. Il cuore mi batteva all'impazzata. Mi appoggiai allo stipite delle porta, che era socchiusa. Sapevo bene cosa dovevo fare: spingere la porta e spalancarla. Dovevo contare sull'effetto sorpresa, non avevo molte altre soluzioni. Afferrai la pistola che avevo infilato in borsetta, inspirai un attimo, poi mi lanciai, aprendo la porta con un calcio. La prima cosa che vidi fu un'ombra, qualcuno che stava di fronte al comò di Margaret.
-Non muoverti- urlai, la pistola puntata.
La figura però si mosse ed iniziò a girarsi.
-Fermo- urlai di nuovo, facendo aderire bene il dito al grilletto.
Ed alla fine lui si girò completamente lasciandomi a bocca aperta. Di fronte a me c'era Paul.
-Cosa ci fai tu qui?- urlai. Ero furiosa.
-Quello che ci fai tu, cerco l'assassino-
Sperava davvero di rabbonirmi in quel modo? –Ah sì? Ed io dovrei anche crederci? Dopo che sei sparito nel nulla!-
-Non è stato proprio un gesto da signore, lo ammetto, ma sono dovuto partire-
-Per andare dove, sentiamo!-
-So chi ha adottato il figlio di Margaret, so dov'è e penso anche di sapere chi l'ha uccisa-
E proprio mentre lo diceva qualcosa mi afferrò da dietro facendomi cadere di mano la pistola. Ciò che vidi fu un piccolo tatuaggio che l'aggressore aveva sul polso: un serpente che si mordeva la coda.
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