Cercasi volontario per sfondare una porta

-Io là dentro non ci vado- misi subito le cose in chiaro.

-Manca il coraggio?- intervenne John.

-Abbiamo un volontario- esclamai.

-Non ci penso neanche-

E nel frattempo i rumori e le urla laddove c'era stata un tempo la stanza di Margaret continuavano. Ed io non avevo proprio voglia di entrare e farmi fare a pezzettini, perché qualsiasi cosa ci fosse là dentro mi faceva davvero paura. E cosa peggiore di tutte la porta tremava.

-Morale che cosa si fa?- chiese Steven, rosso come un peperone per il nervoso. Effettivamente i Johnson se n'erano già andati. E così rischiava di perdere per davvero la sua amante. Ci scommettevo che Margaret, dovunque fosse, in quel momento stava ridendo come una matta.

-Questa è una bella domanda- mormorai.

-Bisognerebbe entrare- intervenne Mary Jane.

Non poteva proporsi lei? Dopotutto aveva duecento anni. –L'ultima volta che ho avuto la malaugurata idea di entrare in una stanza in queste circostanze sono finita giù dalla finestra, per cui questa volta io non entro-

-Quindi?- chiese Steven, fuori di sé.

-Io propongo che ci entri il maschietto- ed indicai John.

-Lui si che potrebbe farlo senza problemi- intervenne la sua brutta, lanciandomi uno sguardo di sfida, e così lo condannò.

-Bene, abbiamo il nostro coraggioso- decise Steven, con un tono che non ammetteva repliche.

John guardò prima Steven, poi me. Avrebbe potuto tirarsi indietro, ma non era da John un simile atteggiamento, non almeno del personaggio che si era creato nella propria mente. –Va bene, andrò avanti io, ma mi serve una pistola- e guardò me.

-Non ce l'ho- mentii.

-Ma se te la porti dappertutto-

-Stasera non ce l'ho, è un problema?- puntai le mani sui fianchi.

-Per niente, posso riuscirci anche senza- disse, ferito nell'orgoglio, la ferita più grave per un tipo come lui. Inspirò a fondo, fece un passo indietro, quindi si gettò di spalla contro la porta per sfondarla. Io restai a guardare e risi quando rimbalzò all'indietro, tenendosi il braccio dolorante.

-Ma cos'è acciaio?- urlò.

-Sempre il solito esagerato- borbottai, scuotendo la testa.

-Prova a sfondarla tu allora-

-Io sono una signora, le signore non sfondano porte-

-Signora- borbottò lui.

-Vuoi forse insinuare che non la sia?-

-Non mi sembra il momento adatto per litigare- intervenne Mary Jane con voce ferma.

Aveva perfettamente ragione. Ma come potevo evitare di litigare con John? Avrebbe voluto dire andare contro tutti i miei desideri.

-Devo solo prendere più rincorsa- si giustificò John.

-Non troppa altrimenti rischi di cadere dalle scale-

Lui borbottò qualcosa che non compresi. Poi fece qualche passo indietro e partì. Mi duole ammetterlo ma questa volta ce la fece. La porta cedette infatti sotto il suo peso dopo un gran cigolio e lui perse l'equilibrio, ruzzolando dentro. Arretrai di qualche passo, pronta a veder uscire qualche strana creatura. Ed invece nulla ... a parte i gemiti di dolore di John. Se tutto andava bene magari si era rotto qualcosa.

-Fatto male?- gli chiesi e notai che la sua brutta Karol non si precipitava dentro a soccorrerlo. Se fossi stata io la fidanzata ... no, io non ero la sua fidanzata.

Lui mugugnò qualcosa che mi parve molto vicino ad un mandarmi a quel paese. Che maleducazione! E io che m'interessavo della sua salute.

-Beh, qualcuno deve entrare a vedere- dissi e frugato nella borsetta estrassi la pistola. Allo sguardo sorpreso di Steven risposi stringendomi nelle spalle. –Non ricordavo di averla- ed entrai nella stanza, scavalcando John che era ancora a terra e si rotolava.

Mi ritrovai in una camera da letto normale, con un enorme letto a baldacchino ed un grande tappeto ricoperto di polvere. Era lì che Margaret era morta. Ed effettivamente un luogo così faceva proprio pensare alla morte. Un soffio d'aria fredda mi fece rabbrividire. La portafinestra era spalancata. E proprio lì mia cugina si era quasi assiderata. C'era qualcosa di sacro in quel posto. Inspirai a fondo a quel pensiero. Eppure di fantasmi neanche l'ombra. Mi guardai intorno. Non c'era nulla sottosopra e ciò mi sorprese, cos'aveva fatto tutto quel rumore? John nel frattempo si stava alzando. Lo superai, certa che non ci fosse nulla da temere ... per il momento. E in quel momento mi venne in mente una cosa. Mi diressi verso il balcone, forse se c'era qualcuno era uscito da là. Guardai prima a destra poi a sinistra, ma il balcone era vuoto. Sospirai e mi appoggiai alla ringhiera, per respirare un po' d'aria fresca e soprattutto allentare un po' la tensione. I battiti del cuore iniziarono a rallentare e mi resi conto di quanto ero agitata. Sospirai e mi voltai per ritornare indietro. Fu in quel momento che vidi qualcosa che attirò la mia attenzione. Mi bloccai ed improvvisamente compresi ciò che Margaret aveva guardato tutta la notte mentre si assiderava, una cosa che io non potevo vedere dal mio balcone perché le edere che si arrampicavano sul divisorio che aveva messo Jenny me lo impedivano. Mi sfuggì un sorriso. Forse avevo sempre avuto la soluzione davanti, anche se non l'avevo mai vista.

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