Cercando di distrarsi

Osservai l'ambulanza percorrere la strada sterrata, stringendomi le braccia intorno al corpo per combattere il freddo. Jenny doveva farcela. Steven era andato con lei in ambulanza.

-Ti dispiace se vado io?- mi aveva chiesto.

-Vai pure, io resto qua a gestire il castello-

-Grazie- e dopo una stretta di mano era salito sull'ambulanza lasciandomi sola al freddo.

M'incamminai lungo la strada. Ero distrutta e mille pensieri mi percorrevano la mente. Barcollando arrivai al castello e salii nella mia stanza dove mi tolsi immediatamente il vestito. Avevo bisogno di una bella doccia. Mi tolsi le scarpe e andai scalza per la camera, procurandomi un asciugamano. Alla fine m'infilai sotto la doccia e mi godetti la sensazione dell'acqua calda che batteva contro di me. Cercai di rilassare i muscoli. E poi all'improvviso l'acqua divenne gelida. Girai la testa. Non era solo gelida, era sangue. Mi sfuggì un urlo. Feci per uscire fuori dalla doccia, ma qualcosa mi trattenne da dietro, delle mani, degli artigli che mi stringevano con violenza i fianchi, tirandomi giù, non sapevo dove. Mi aggrappai alla tenda della doccia, staccandola, urlai, senza ottenere nessun risultato. Alla fine scivolai a terra, sbattendo violentemente le ginocchia.

Sbattei le palpebre ed improvvisamente mi trovai inginocchiata nella doccia, la tenda tra le mani, il cuore che batteva all'impazzata. Un'altra visione. Inspirai a fondo e raccolsi le forze per rialzarmi. Fu in quel momento che vidi che c'erano delle tracce di sangue nella doccia. Sbattei le palpebre. Le macchie sembravano formare qualcosa. Ci misi alcuni secondi per capire cos'era: una culla.

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