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Lo spirito di Babbo Natale

Arrivati a casa mia, il cuore mi batteva ancora forte.

Nonostante avessimo sconfitto quella creatura nella foresta, sentivo che la minaccia non era del tutto finita.

Chris era al mio fianco, ma non riuscivo a scacciare la sensazione che qualcosa fosse cambiato.

La sua presenza accanto a me mi dava conforto, ma non riuscivo a ignorare quella strana sensazione che aleggiava nell'aria, come se tutto fosse ancora sospeso.

Quando entrammo, Chris si fermò per un momento sulla porta, come se stesse cercando di capire qualcosa.

Poi, improvvisamente, la sua espressione cambiò.

I suoi occhi, che prima erano pieni di confusione e paura, si fecero vuoti, come se fosse diventato qualcun altro.

"Chris?" dissi, preoccupata.

Ma lui non rispose. Al contrario, un sorriso malizioso si dipinse sulle sue labbra, e la sua voce cambiò.

Non era più la sua, ma quella di un uomo profondo, grave, con un tono gelido e minaccioso che mi fece gelare il sangue.

"Ho finalmente trovato te, Darcie," disse la voce.

"Sai, ho sempre saputo che saresti stata l'unica in grado di accettare la mia offerta. E ora è arrivato il momento di vedere se i tuoi amici moriranno per te... o per me."

Era la voce di Babbo Natale.

La sua risata era strana, contorta, qualcosa di malevolo che non aveva nulla a che fare con la dolcezza che solitamente si associava a quella figura.

Un brivido mi percorse la schiena, ma non c'era tempo per il panico.

Mi avvicinai a Chris, cercando di restare calma, ma nel mio cuore c'era solo una certezza, non avrei mai permesso a Babbo Natale, o a chiunque fosse dentro Chris, di prenderlo completamente.

"Non lo farò," dissi, la voce ferma, guardando dritto negli occhi di Chris, che sembravano più freddi e vuoti di quanto avessi mai visto prima. "Non ti lascerò fare del male a lui... o a nessuno."

La mia mano tremava, ma non c'era spazio per la paura.

Sapevo che la forza che avevo trovato dentro di me, quella parte oscura che avevo imparato ad affrontare, era l'unica cosa che mi avrebbe aiutato ora.

Dovevo fare appello a quella parte di me, al mostro che avevo imparato a controllare.

"Esci da lui," ordinai, e la mia voce rimbombò, più forte, come se l'oscurità stessa che mi abitava ora rispondesse al mio comando. "Non è lui che vuoi. È me che cerchi, non è così?"

Un rumore strano, come se qualcosa si stesse strappando, riempì la stanza.

La figura di Babbo Natale, che si stava manifestando attraverso Chris, sembrò scuotersi, come se fosse presa da una forza che non riusciva a controllare.

La sua risata si fece più sforzata, più disturbante, e i suoi occhi, per un attimo, brillano di rosso.

"Non pensare di poter controllare il buio che porti dentro di te, Darcie," disse la voce di Babbo Natale, un sibilo carico di disprezzo. "Tu non sei pronta..."

"Sbagliato," risposi, la mia voce tremante, ma decisa. "Non sono più quella di una volta. Io sono ciò che mi fa paura, ma l'ho affrontata. E tu non hai il potere di fermarmi."

Con un grido che risuonò nel mio petto, sentii il mostro dentro di me rispondere.

Non era più una forza che mi terrorizzava.

La presi e la controllai, come un'energia che sapevo di poter manipolare.

Una forza oscura, sì, ma mia. A mano a mano che questa energia fluiva, il corpo di Chris tremò.

La figura di Babbo Natale si contrasse, come se qualcosa lo stesse scuotendo.

"Non puoi nasconderti più," dissi, con fermezza. "Esci da lui."

Poi, con un'ultima ondata di potere, sentii la creatura essere strappata via dal corpo di Chris.

Il suo volto si distorse, come se fosse stato strappato da una maschera che cedeva sotto il mio potere.

Un urlo orribile riecheggiò nella stanza, e improvvisamente tutto si fermò.

Chris cadde a terra, il suo corpo esausto, ma finalmente libero.

Lo guardai mentre respirava affannosamente, i suoi occhi tornavano lentamente a essere quelli che conoscevo.

La sua espressione era confusa, ma anche incredibilmente sollevata.

"Darcie... cos'è successo?" chiese, guardandomi con occhi pieni di paura e gratitudine.

"Sei salvo," risposi, tirandolo su, con le mani che tremavano per l'intensità dell'esperienza.

"Siamo fuori pericolo. Ora, però, dobbiamo stare attenti. Non è finita. Questo non è l'ultimo gioco di Babbo Natale..."

Mi guardò intensamente. "Cosa dobbiamo fare adesso?"

"Vincere, insieme," risposi, con una determinazione che non avevo mai avuto prima. "Nessun altro sarà vittima di questa cosa."

E mentre il silenzio si faceva più pesante, il buio che mi aveva perseguitata per tutta la vita sembrava finalmente allontanarsi.

Ma sapevo che la battaglia non era finita. Ma ora non ero più sola.

E, insieme, saremmo stati abbastanza forti per affrontare qualsiasi cosa.

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