Riposo

Pov Darcie

Chris mi portò fino al soggiorno, con la sua forza disumana, ignorando i miei calci e le mie proteste.

Mi lasciò cadere con poca grazia su un vecchio divano di pelle, e mentre cercavo di riprendere fiato, lui si mise a trafficare con il camino.

Non ci volle molto prima che una fiamma vivace illuminasse la stanza.

"Stai al caldo," mi ordinò, la sua voce più morbida, ma comunque autoritaria. Poi si sedette su una sedia di legno, di fronte a me, studiandomi come un cacciatore osserva la sua preda.

"Sei troppo testarda per il tuo bene," disse dopo un lungo silenzio. "Ma non riesco a capire una cosa. Se davvero mi odi così tanto, perché non hai neanche provato a scappare? Il buio non è peggio di me, o sbaglio?"

Sentii il sangue gelarsi nelle vene. La mia paura del buio, la mia debolezza più profonda... come faceva a sapere?

Mi rifiutai di guardarlo negli occhi, fingendo un disinteresse che non provavo.

"Non rispondi? Interessante." Si alzò, camminando lentamente verso di me.

Mi irrigidii, il cuore martellante. "Sai, in fondo mi piaci per questo. Per la tua forza. Ma la tua debolezza... è come una crepa in una corazza perfetta. Affascinante."

Lo guardai finalmente, furiosa. "Non sai niente di me."

"Oh, ma sto imparando," rispose con un sorriso enigmatico. Poi si chinò, il viso pericolosamente vicino al mio. "E il buio? Cosa c'è nel buio che ti spaventa così tanto?"

"Non è affar tuo," sibilai, il tono più sicuro di quanto mi sentissi realmente.

Chris rise, una risata profonda e inquietante. "Hai ragione. Non è affar mio... ma potrebbe diventarlo." Si alzò, camminando verso una porta che non avevo mai notato prima. "Ora, riposati. Domani sarà una giornata lunga."

"Che intendi dire?" chiesi, la voce spezzata dal nervosismo.

Si fermò sulla soglia, girandosi appena. "Scopriremo se il buio è davvero il tuo peggior nemico... o se sono io."

La porta si chiuse con un tonfo, lasciandomi da sola con il crepitio del fuoco e un'angoscia crescente.