🥀21🥀
La paura
Chris mi fissava con uno sguardo deciso, i suoi occhi brillavano di una luce intensa, quasi febbrile.
Il suo volto era teso, la mascella serrata, ma c'era qualcosa di profondamente turbato nel modo in cui mi guardava.
Non era solo rabbia o frustrazione, sembrava paura. Ma non capivo se fosse paura per me, o per qualcosa di molto più grande.
"Bene, allora mi costringi a fare questo," disse con voce bassa, quasi un sussurro, ma ogni parola sembrava pesare come un macigno.
Prima che potessi reagire, mi afferrò per il polso con una forza che non avrei mai immaginato avesse.
Il contatto mi fece trasalire, e sgranai gli occhi per lo shock.
"Chris, aspetta—" tentai di parlare, ma fu tutto inutile.
Nemmeno il tempo di voltarmi o di capire cosa stesse accadendo, mi ritrovai distesa sul letto.
Il movimento era stato così rapido che il respiro mi si bloccò in gola.
Sentii un click metallico, il suono freddo e inconfondibile di qualcosa che si chiudeva.
Alzai lo sguardo, confusa, e ciò che vidi mi gelò il sangue.
La mia mano sinistra era intrappolata in un paio di manette.
Una parte era chiusa saldamente attorno al mio polso, mentre l'altra era fissata al manico del letto.
La visione mi paralizzò.
Non riuscivo a credere a quello che stava accadendo.
"Cosa stai facendo?" chiesi, la voce tremante e carica di incredulità.
Chris si eresse accanto a me, con lo sguardo impenetrabile e le braccia incrociate. "Tu non te ne andrai da questa casa," disse con una calma che mi fece rabbrividire. "Non puoi farlo."
Mi dimenai, tirando istintivamente il braccio, ma era inutile.
Le manette erano fredde, rigide, e ogni movimento sembrava farmi sentire ancora più intrappolata. "Chris, lasciami andare!" gridai, ma dentro di me sapevo che stavo lottando contro un muro.
"Non capisci, Darcie," continuò, il suo tono più intenso, quasi disperato. "Se lasci questa casa, morirai. Ti stanno cercando, e io... io sono l'unico che può fermarli."
Quelle parole, così gravemente pronunciate, mi fecero congelare. "Chi mi sta cercando? Di cosa stai parlando?" La mia voce era incrinata, a metà tra il panico e la confusione.
Lui scosse la testa, come se stesse lottando con qualcosa dentro di sé.
Poi si chinò verso di me, il suo viso a pochi centimetri dal mio. "Tu non te lo ricordi, vero? Non ricordi niente. Ma loro sì. E quando ti troveranno, non avranno pietà."
"Non ha senso, Chris," dissi, cercando di mantenere la calma. "Chi sono loro? Perché sei così sicuro che io sia in pericolo?"
"Perché sei sempre stata in pericolo!" urlò, la sua voce finalmente esplodendo con un'intensità che mi fece trasalire. "Da quando eri una bambina, Darcie, da quando hai parlato con lui..."
Con lui?
Con chi?
Mille domande mi attraversarono la mente, ma non trovavo le parole per chiedere.
Il cuore mi batteva troppo forte, e il panico cominciava a prendermi.
Chris abbassò lo sguardo, come se si stesse pentendo di aver alzato la voce.
Si prese un momento, respirò profondamente, poi disse, con una voce più bassa, quasi un sussurro, "Non ti lascerò andare.
Non posso.
Anche se questo significa dover essere io a fermarti."
Quelle parole mi colpirono più di qualsiasi altra cosa.
Mi resi conto che non era solo determinazione quella che vedevo nei suoi occhi.
Era qualcosa di più oscuro, più profondo.
Non sapevo cosa stesse realmente succedendo, ma per la prima volta, una parte di me cominciò a credere che forse aveva ragione.
Forse c'era davvero qualcosa da cui non potevo scappare.
Ma quello non significava che potevo fidarmi di lui.
Non ancora.
E forse mai.
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