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Cosa ci fa lui qui...

Il suo sorriso si allargò mentre il mio sguardo si induriva, cercando di mantenere una calma apparente.

"Cosa ci fai tu qui?" gli dissi, la voce tremante, nonostante cercassi di sembrare sicura.

Chris inclinò leggermente la testa, osservandomi con un'espressione divertita. "Non posso fare un giro? È per caso diventato un divieto adesso?" Il suo tono era sarcastico, come se stesse giocando con le mie emozioni, e questo mi fece innervosire ancora di più.

"No... non intendevo questo," risposi rapidamente, cercando di trovare una via d'uscita da quella conversazione.

La sua presenza aveva il potere di farmi sentire vulnerabile, e non mi piaceva per niente.

Si avvicinò di un passo, il suo sguardo si fece più intenso.

"Comunque... sei bellissima." Quelle parole uscirono dalla sua bocca con una naturalezza che mi colpì come un fulmine.

Il mio viso divampò in un istante, sentivo il calore salire fino alle orecchie.

Ma non volevo dargli la soddisfazione di vedere il mio turbamento.

Mi risistemai subito, incrociando le braccia e indurendo lo sguardo.

"Non mi interessa," dissi, cercando di sembrare indifferente.

Ma dentro di me era tutt'altro.

Le sue parole, il suo tono, il modo in cui mi guardava... tutto mi confondeva.

Non capivo perché mi sentissi così, perché il mio cuore stesse battendo così forte, come se il mio corpo sapesse qualcosa che la mia mente non riusciva a decifrare.

Chris sorrise di nuovo, un sorriso che non prometteva nulla di buono.

"Allora, piccola ribelle," disse con un tono quasi beffardo, "dovrai venire con me." Prima che potessi rispondere, una nebbia gelida e agghiacciante ci travolse.

Era come se il mondo attorno a noi fosse stato inghiottito da un'oscurità spessa e soffocante.

Non riuscivo a respirare.

Le gambe mi cedettero, e il mio corpo si abbandonò al vuoto.

Svenni all'istante, il mio ultimo pensiero legato ai sacchetti che mi sfuggivano di mano, il suono dei regali che cadevano a terra rimbombava nella mia testa.

Nel buio sentii delle braccia forti che mi avvolgevano la vita, sollevandomi come se fossi senza peso.

La sensazione era stranamente familiare, quasi rassicurante, nonostante il terrore che mi avvolgeva.

Poi, con un ultimo filo di coscienza, percepii la sua voce, profonda e calma, che mormorava, "Tranquilla, ora sarai al sicuro."

E dopo, il silenzio assoluto.

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