Capitolo 8.
<< Ehi..>> dico con voce flebile guardando Harry avvicinarsi a me.
<< Che succede?>> chiede in modo freddo e distaccato.
<< Niente.>> rispondo semplicemente, lui è l'ultima persona che voglio che venga coinvolta in questa faccenda. Il telefono come al solito mi contraddice, infatti all'avviso di un nuovo messaggio, Harry prende dalla borsa il mio telefono leggendo il messaggio nuovo. “Finché non ti troverò persone innocenti perderanno la vita, e magari anche persone a te care.” legge Harry.
<< Chi cazzo è?>> posa il telefono domandandomi con aria molto rabbiosa. Non voglio rispondergli almeno per ora.
<< Niente davvero. Avranno sbagliato numero..>> cerco di mentire.
<< Charlie, non mentirmi. Cazzo dimmi che succede!>>
<< Harry.. >> sospiro << vorrei.. Ma non posso.. Scusa..>> prendo la borsa uscendo dalla palestra e scappando a casa.
La faccia di Harry così delusa e sconfortata è ancora impressa nella mia mente, ma purtroppo non posso farci niente, almeno per ora.
Fortunatamente Jennifer non è qui quando rientro a casa, così ne approfitto per farmi una doccia e dare un occhiata alla valigetta. "Non devi rivelare a nessuno di questi messaggi, sopratutto ad Harry."
Questo messaggio mi inquieta più di tutti.
Come fanno a sapere di Harry?
Mi staranno spiando?
Perché mi vogliono morta?
Ho troppe domande che mi ronzano in testa e a nessuna di essa riesco a dare una risposta concreta.
"Hai due settimane di tempo per farti trovare, o altrimenti ti troveremo noi e ti uccideremo."
Potrei denunciare queste persone, ma non ho fonti concrete per farlo. So solo che stando qui non riuscirò a fare niente e metterò in pericolo la vita dei miei amici. Non credo che la cosa migliore da fare sia scappare da i problemi, ma finché non so cosa vogliono. Devo andarmene.
Tiro fuori la valigetta rossa da dietro l'armadio aprendola e svuotandola sopra al letto, scopro solamente dei fogli dentro. È una lingua incomprensibile questa, non riesco infatti a leggere cosa c'è scritto. Sono le stesse scritte che tempo fa vidi nello studio di mio padre, quando per gioco entrai lì dentro e rimasi senza parole, era una stanza in soffitta ci si arrivava per mezzo dei tubi di condizionamento dell'aria, ovviamente nessuno così ci sarebbe potuto arrivare, ma dato che ero una bambina di soli dieci anni, e dal fisico magro riuscì benissimo ad entrarci, scoprì infatti molte cose che servivano per una ricerca, rane dissezionate, materiali sparsi per tutto l'ufficio, provette, e una cosa che mi colpì particolarmente era una bambola sopra la scrivania, con dei segni sulle braccia, fatti probabilmente a pena, sembravano quei piccoli segni che ti fanno i dottori per vedere se si è allergici a qualcosa oppure no. Vicino ad esse c'erano ammucchiati dentro un agenda, dei fogli con delle scritte simili a queste, all'epoca neanche riuscì a capire cosa ci fosse scritto, non è cambiato niente, perchè neanche ora ci riesco. Magari sono scritti in codice, per evitare che gente curiosa scoprisse cosa realmente c'era scritto, anche se a me sarebbe servito saperlo.
Nella tasca posteriore della valigia poi, scopro che c'è un ipad, lo accendo, fortunatamente è ancora carico, segno che non l'hanno usato.
Per sbloccarlo però serve un codice che io no ho. Provo a mettere le date di nasciate, prima la mia, poi quella di mia madre e infine quella di mio padre. Ma nulla, sono tutte errate.
Provo infine la solita password “1 2 3 4 “ e guarda caso è quella corretta. Devo dire che i miei genitori sono molto intelligenti, se avessero voluto tenere lontano da tutti qualunque cosa ci sia qui dentro, avrebbero dovuto usare un codice più difficile da scoprire.
O forse, hanno usato questo codice per farlo scoprire proprio a me?
Entro immediatamente nel rullino foto notando un video datato al giorno 27 luglio, lo stesso giorno in cui quell'uomo misterioso, venne dentro casa mia dicendomi che i miei erano morti in un incidente stradale. Non possono essere di certo coincidenze, sicuramente i miei genitori sapevano che sarebbero morti, proprio in quello stesso giorno, e mi hanno lasciato questo video per farmi scoprire la verità.
“ Ehi piccola, ormai dovrò abituarmi a chiamarti piccola donna, perché infatti è quello che sei diventata per colpa mia e di tua madre. Sei cresciuta troppo in fretta senza goderti forse gli anni più belli della vita. Sei cresciuta senza avere al tuo fianco due genitori, hai imparato a cavartela da sola in ogni situazione senza ricorrere all'aiuto di mamma e papà. Questo può essere sia un bene che un male, hai capito che infatti la vita non è sempre facile come la si crede, ci sono momenti felici, belli dove tutto va alla grande, momenti che vorresti ricordarti per sempre, e invece momenti come questo, quando tutto va male e vorresti mandare indietro tutto quanto per poter rincominciare da capo. E questo è un giorno di questi.
Probabilmente se stai vedendo questo video, noi non ci saremo più, ma meglio così.
Siamo morti salvando molte persone, sopratutto siamo soddisfatti di aver salvato la nostra piccola. Ti sarai accorta durante questo periodo alcune differenze che ti interessano, e tra poco scoprirai il motivo. Ho poco tempo a disposizione perciò dovrò essere molto veloce.
Appena la mamma è rimasta incinta di te, i dottori ci hanno detto che saresti morta dentro la pancia perché riportavi dei problemi fisici e mentali molto elevati, e se saresti sopravvissuta al parto saresti comunque morta in seguito. Così ci avevano consigliato di interrompere la gravidanza.
Ma non volevamo, non volevamo uccidere una piccola e indifesa bambina, anche se era malata. Avevamo da tempo provato ad avere un figlio, ma senza risultati, ora finalmente il destino aveva voluto che avessimo te e non intendevamo sprecare così un dono del cielo. Così abbiamo aspettato i nove mesi della gravidanza, purtroppo le previsioni dei medici si stavano avverando in parte. Dopo nove mesi sei nata, ed eri così piccola e grassottina che sembrava stessi bene, ma dopo due giorni iniziarono i problemi.
Il tuo piccolo cuoricino riportava gravi problemi, batteva troppo forte di quanto in realtà doveva, portandoti così problemi anche alla respirazione. Inoltre la pupilla in un occhio si stava rimpicciolendo di troppo e in poco tempo divenni cieca solo in quell'occhio. Riportavi anche problemi irreversibili al cervello, e alla gamba destra, che anno dopo anno sarebbe sparita lasciandoti senza.
Nonostante avessi solamente due giorni, i medici vollero operarti per cercare di risolvere i tuoi problemi e offrirti una vita sana, ma se l'operazione fosse andata male ti avremmo persa per sempre. Rifiutammo l'operazione almeno fin quando avessi raggiunto un età sufficiente. Così restammo per cinque anni all'interno dell'ospedale ed essendo uno “scienziato” cercai in tutti i modi di riuscire a trovare la cura per salvarti.
I medici negavano l'esistenza di un medicinale in grado di riportarti la salute, ma dovevo provarci. Così mi chiusi giorno e notte nella nostra soffitta provando di tutto e di più. Alla fine dopo svariati anni, trovai una cura. E non appena compii dieci anni, guarì immediatamente. Eravamo felici di questo, divenni così una comune bambina, senza problemi e sopratutto smettessi di soffrire. Questa medicina oltre a guarirti fisicamente, ti ha portato a maggiore forza, maggiore intelligenza e una vista ancora maggiore rispetto alla norma.
Abbiamo fatto questo solamente per non cercare che tu morissi, ma la cura doveva essere perfezionata anche per le persone con problemi più gravi e così sia io che la mamma iniziammo a lavorare di nascosto in un edificio abbandonato a Soho, assumendoo numerose persone che ci sarebbero state d'aiuto in questo progetto, ovviamente tenuto nascosto, a tutti. Se sarebbero finiti nelle mani sbagliate avrebbero recato danni ancora peggiori, e sopratutto se il farmaco fosse iniettato in persone non compatibili, avrebbero portato alla morte sicura. La nostra associazione avrebbe reso la vita migliore per molte persone ma un giorno uno dei nostri colleghi ci ingannò prese i risultati delle ricerche creando una sua squadra, quest'ultima infatti cercava in ogni modo di sottrarci le cure per venderle e incassare così i soldi ma sopratutto il loro obbiettivo era quello di far diventare l'intera popolazione loro schiavi e manipolarli a loro piacimento. Così abbiamo nascosto i documenti dentro questa valigetta che molto probabilmente ora starai tenendo in mano. Le belve faranno di tutto per cercarti, perciò stai attenta Charlie, guardati le spalle in ogni occasione. Anche coloro che tu credi siano tuoi amici, possono rivelarsi nemici.
Ti abbiamo salvato Charlie, ma ora tocca a te salvare il mondo. Abbi cura dei documenti all'interno della valigetta, non deve sapere nessuno della loro esistenza, ma soprattutto stai attenta alle belve. Non cadere nel nostro stesso inganno.
C'è un altra cosa che devi sapere.. hai un fratello a New York, si chiama Luke per l'esattezza è tuo fratello gemello, l'abbiamo fatto adottare da una famiglia newyorkese, per paura che le belve potessero uccidere anche lui. Non sa niente di questa storia, devi trovarlo e spiegargli come stanno le cose. ”.
Faccio partire e ripartire il video ripetutamente, troppe informazioni in troppo poco tempo.. Ancora devo riuscire a credere a tutto quanto.
I miei genitori hanno dato la loro vita per salvarmi, per salvare quella povera bambina destinata a non sopravvivere. Ma ora tocca a me, devo assolutamente proteggere questa valigetta, ma sopratutto devo trovare Luke. Non ho mai saputo niente di lui, i miei genitori non hanno mai accennato ad un altro figlio, ma se solo lo avessi saputo prima... tutta la mia infanzia sarebbe stata migliore.. e se le belve lo avessero trovato e magari ucciso..?
Forse sono troppo negativa, dovrei imparare di più a pensare in positivo.
Prendo un piccolo zaino infilandoci all'interno pochi vestiti e la valigetta rossa, non dovevo perderla di vista neanche per un secondo.
Ero pronta per andare via, pronta per scappare da questo posto, pronta per salvare tutto ciò per cui i miei avevano sempre lottato.
Ormai era d'abitudine scappare da una parte all'altra, infondo rimanere fissa sullo stesso posto non mi entusiasmava poi così tanto.
Avevo trovato degli amici, amici che mi volevano bene, ma purtroppo non avrei potuti più rivederli.
Con lo zaino sulle spalle, cercando il più possibile di mascherare l'ansia e l'angoscia che avevano ormai preso possesso di me, mi avvio verso la porta ma un tonfo mi fa indietreggiare subito, seguito poi da una voce bassa e roca, terribilmente sexy, riconoscerei quella voce ovunque. Non ho tempo però di pensare a queste cose, ho altre priorità. Butto lo zaino velocemente sotto al letto ed apro la porta.
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HARRY'S POV
Io e i ragazzi ci eravamo dati appuntamento nel solito bar a casa di Zayn per il nostro solito mercoledì dei videogiochi, so che può sembrare stupido che dei ragazzi così tremendamente sexy giocassero ancora a quegli stupidi giochetti, ma noi ci divertivamo così.
<< Niall, passa la palla! Forza che aspetti!>> urla Louis tenendo in mano il Joyce-stick.
<< No, faccio goal da solo.>> dice in risposta muovendo il suo calciatore in direzione della porta, purtroppo non riuscendo a fare goal dato che il portiere della squadra avversaria, cioè Liam, riesce a parare.
<< Fottiti Payne. Ci stavo riuscendo.>> sbuffa Niall esasperato lanciando poi il suo Joyce-stick sul divano e riempiendosi la bocca dei pop corn poggiati sul tavolo.
<< Peccato che hai di fronte a te il migliore portiere di sempre.>> risponde Liam ridendo.
<< Amico, tanto perdi sempre. Non è una novità, e poi ti riempi la pancia di cibo.>> dico a Niall ridendo, ovviamente lui non ricambia ma si limita semplicemente a mostrare il dito medio.
<< Parecchio aggressivo oggi.>> dice Zayn ridendo.
<< Forza continuiamo. Prima che il povero biondino ci aggredisca a tutti quanti.>> dice Louis, mentre riprendiamo il gioco.
Era il mio turno stavo per lanciare la palla, quando un messaggio interrompe i miei giochi: Jace.
“Ho bisogno di parlarti subito. Ci vediamo al parcheggio della stazione. Non portare nessuno.”
Mi affretto a leggere il messaggio per poi rispondere con un semplice “okay” mettendo il telefono in tasca.
<< Poi uno si lamenta se perde, guarda con chi mi avete messo in squadra.>> dice Niall, con tono serio.
<< Tu faresti perdere anche un giocatore di calcio professionista.>> risponde Louis, prendendolo in giro.
<< Devo andare.>> rispondo alzandomi frettolosamente dal divano per uscire di casa.
Devo andare lì per vedere questa volta di cosa ha bisogno, gli avevo esplicitamente detto che non volevo più avere niente a che fare con lui, non dopo quella sera.
<< Ma così perderemo.>> sbuffa Niall infastidito.
<< Tutto apposto?>> chiede Liam.
<< Si, tranquilli. Ci si sente. >> esco con un sorriso tra le labbra per poi mettermi sulla moto e sfrecciare verso Jace.
Era da molto che Jace non mi chiamava più, avevo rischiato per parecchie volte che venissi scoperto dai ragazzi per questi incontri segreti e perciò avevo detto a Jace di cavarsela da solo. Non mi piace più lavorare per lui quando a rimetterci erano sempre persone innocenti.
<< Pensavo non venissi più.>> dice Jace mentre mi avvicino a lui, insieme ci sono anche Alexander e Ian, i suoi fedeli seguaci. Lo seguono da ogni parte, probabilmente anche mentre sta in bagno, gli terranno la porta.
<< Non sono uno di quelli che non si presenta agli appuntamenti, dovreste saperlo ormai.>>
<< Per un po' non ci sei più servito, ce la siamo cavata benissimo da soli, ma ora ci servi.>> dice Ian, guardandomi dritto negli occhi.
<< Cosa vi fa pensare che a me servite voi? >> rispondo scendendo dalla moto, e sfilandomi il casco, reggendolo però in mano.
<< Abbiamo un accordo, o mi sbaglio? >> dice con una fragorosa risata Jace.
<< I patti non sono stati rispettati dal principio, quindi non vi devo più niente io. Però sentiamo cosa volete che io faccia stavolta? >>
<< Abbiamo una nuova missione per te, dovrai uccidere quella ragazzina bionda.>> dice Alexander quasi con un sussurro, per paura che qualcuno potesse sentirlo, ma ormai questa zona era isolata e nessuno ci veniva più.
<< Cosa? Perché dovrei uccidere lei? Non se ne parla, ho smesso di fare certe cose da un bel po'.>> rispondo seccato.
<< Ti interessa qualcosa di quella piccola e stupida ragazzina, per caso?>> dice Jace ridendo. << Oh, il nostro piccolo ragazzo si starà innamorando per caso?>> prosegue nuovamente Alexander con tono infantile.
<< No, non mi sto innamorando di nessuna, voglio solo capire perché avete sequestrato quelle ragazze e perché volete morta Charlie.>> dico semplicemente mantenendo tutta la calma possibile. << Sapete benissimo che se non mi direte la verità, posso anche farvi prendere dalla polizia e arrestarvi, ormai vi conosco, conosco ogni vostro singolo piano dal principio. E non mi interessa più niente di voi. >> gli minaccio, in questo modo avrei ottenuto le informazioni che volevo.
<< Non lo faresti mai.>> ringhia Jace.
<< Non mi conoscete evidentemente.>> a queste parole Jace fa un cenno del capo agli uomini di fianco a lui che si precipitano addosso a me tenendomi fermo, mentre lui si avvicina troppo a me, tanto che riesco a sentire il suo alito sulla mia pelle.
<< Charlie è la figlia di Josh e Sam, ora ha lei la valigetta. Pensavamo che dopo la morte di quei due idioti, saremmo saliti noi a capo di tutto, ma non sapevamo dell'esistenza di una figlia. Perciò tu diventerai un suo ottimo amico, e nel momento meno opportuno, la ucciderai.>>
<< Quindi siete stati voi ad uccidere i suoi genitori?>> chiedo rimanendo un po' sorpreso.
<< Di cosa ti sorprendi? Non siamo persone pacifiche noi.>> ride Ian tenendomi ancora fermo.
<< Non lo farò mai.>> Ora si capisce tutto. Charlie è in mezzo a questa storia molto più di quanto lo sono io, lei è l'erede della ricerca iniziata dai suoi genitori. << Non arriverete mai a lei.>> rispondo fissando Jace.
<< Cos'è non ti piace più avere tanti soldi e tanto successo è? Preferisci rinunciare a tutto questo solo per salvare una stupida ragazzina?>> dice Alexander ridacchiando.
<< Ripeto, lei non è una stupida ragazzina. Nei piani, non dicevate di certo che avrei dovuto uccidere ragazze innocenti, quindi si preferisco rinunciare a tutto.>>
<< Tanto volendo o non, ci porterai dalla tua cara amichetta. Ti seguiremo Harry.>> dice Jace. << Come abbiamo sempre fatto fino ad ora. Alle feste, a scuola, alle vostre.>> dice Ian.
<< Altrimenti come avremmo potuto inviare tutti quei messaggi è? >> ridono tutti e tre guardandomi. Erano loro a spaventarla così, bene. Me la pagheranno. Ho sbagliato sin dall'inizio a mettermi a lavorare con loro, ma non sapevo fino a dove sarebbero arrivati.
<<La proteggerò a costo della mia stessa vita, e dato che ho ricevuto l'allenamento da voi, non credo che riuscirete ad uccidermi molto facilmente, e ben presto sarete voi quelli ad essere uccisi. Arriverò alla valigetta prima di voi, distruggerò quei maledetti documenti. E la faremo finita una volta per tutte.>>
Jace mi sferra un pugno proprio sul labbro facendomi uscire del sangue, giro di scatto la faccia, cercando di liberarmi dalle loro prese, ma non funzionava.
<< Tale e quale a tuo padre sei. Sei così innamorato che riusciresti a perdere la tua vita per salvare quella di una donna qualsiasi.>> dice Alexander, mentre mi lasciano andare facendomi cadere con le ginocchia a terra, d'impulso metto le braccia in avanti per cercare di non finire con la testa a terra.
<< Non devi parlare di mio padre, non lo conoscevi, non lo hai mai conosciuto realmente. E ricordate. L'Harry Styles che avete conosciuto quattro anni fa, ormai è morto.>> rispondo tagliando corto rivolgendogli un ultimo sguardo, infilandomi il casco e salendo sulla mia moto stavo per partire ma sentendo le parole di Jace mi fermo immediatamente.
<< Te lo ricordi solamente quando era ancora dolce e premuroso nei confronti tuoi e di tua madre, ma non quando ha perso il controllo completamente.>>
<< Be' come vedi, ha perso la vita, tutto il male che faceva gli si è rigirato uccidendolo. La stessa cosa che farete voi tre.>> sputo velenoso correndo via.
<< Non finisce qui Styles.>> urla Jace, probabilmente incazzato nero perché per una volta non ho voluto accettare uno dei suoi fottuti piani.
Devo andare da Charlie, perciò passo in strade e stradine, in modo tale da far perdere le tracce, non devo scoprire dove abita, anche se penso che ormai l'abbiano scoperto, staranno sicuramente aspettando il momento giusto per attaccare, ma prima che avviene ciò devo avvisarla del pericolo.
Non le dirò niente per ora, né di Jace, né della vera morte dei suoi genitori. Non penso sia ancora pronta per questo, anche se è una ragazza abbastanza forte. Devo accertarmi che non passi molto tempo da sola. Ne sarà al corrente di tutta questa storia? Mi ha detto che i genitori sono morti in un incidente stradale, evidentemente non sa la verità. Saprà invece che la stanno cercando?
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