Capitolo 26.

|| Ehi!
Non potete immaginare come sia felice nel leggere ogni volta tutti i vostri commenti, e mi dispiace se avete aspettato così tanto per il continuo, ma sono stata parecchio impegnata, mi farò perdonare dalla lunghezza del capitolo.
Vi ringrazio infinitamente per tutto, per ogni commento e per tutto quello che mi scrivete, siete dolcissime aw❤️
Parlo sempre troppo, perciò ora ecco il capitolo. COMMENTATE E VOTATE.
-Chiara.

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Mi sveglio dopo qualche minuto, qualche ora o addirittura giorni, ma non ricordo più niente dopo aver visto Charlie priva di sensi. La scuola è crollata sotto ai nostri occhi e probabilmente sono svenuto anche io. Mi guardo intorno furtivamente, sono sdraiato in un lettino d'ospedale, con Louis affianco a me e gli altri ragazzi sparsi per tutta la stanza.

Sorrido debolmente osservandoli, è ancora giorno, infatti ci mettono un po' i miei occhi ad abituarsi alla luce del sole che entra attraverso gli spiragli della finestra.

<< Si è svegliato!>> urla Louis con un enorme sorriso sul volto, che ultimamente non avevo più visto girandosi dall'altra parte della stanza dove ci sono anche Niall, Liam, Zayn.

<< Charlie.. dov'è? Sta bene? Che è successo? Perchè sto qui? Da quanto ?>> in questo momento riesco a pensare solo a questo.

<< Calmo calmo, e respira quando parli.>> dice divertito Zayn.

Divertito poi? 

Davvero c'è qualcosa di divertente in tutto questo?

<< Charlie sta bene, sta nell'altra stanza. Ora dorme, i medici dicono che ha qualche ossa fratturata, ma tutto sommato sta bene.>> sorrido sentendo quelle parole, per un momento ho pensato di perderla sul serio dopo aver visto la scuola crollare su di noi.

<< Per quanto riguarda te, hai perso molto sangue dal braccio e anche dal petto, fortunatamente sono riusciti a portarti qui in tempo e dopo che hai dormito per tre giorni di fila, pensavamo che eri morto, ma eccoti qui!>> dice Niall contento dandomi una leggera pacca sulla spalla, provocandomi un leggero dolore, non c'è una parte del mio corpo che non prova dolore in questo momento,  provo ad alzarmi dal letto ma non riesco neanche minimamente a tirarmi su.

<< No, devi restare giù e non muoverti. Vado a chiamare la dottoressa.>> dice Liam uscendo dalla stanza, ammonendomi con un il suo solito sguardo preoccupato.

<< Come ci siamo arrivati qui, e Jennifer come sta?>> chiedo.

<< La mattina che abbiamo portato Jennifer all'ospedale tu sei andato via di corsa abbiamo immaginato che l'attacco alla scuola fosse ad opera di quei uomini da cui Charlie era in pericolo, anzi che tutta questa storia fosse opera loro, volevamo aiutarvi e intervenire, e così mentre Liam e Louis erano qui insieme alle ragazze. Io e Zayn ti siamo venuti incontro, abbiamo dovuto aspettare un po' senza che tu ne accorgessi altrimenti ci avresti rispedito dritti qui. Non appena ho sentito le urla e la scuola che lentamente si sgretolava abbiamo pensato di chiamare la polizia, che si è precipitata intervenendo e dato che la scuola stava crollando sono venuti in aiuto i vigili del fuoco insieme all'ambulanza.>> spiega Niall calmo.

<< Volevamo aiutarvi da subito, ma non sapevamo cosa e come fare, siamo stati nei paraggi, a chiedere aiuto, ma nessuno sembrava volerlo fare.>> interviene questa volta Zayn.

<< E Jace e gli altri che fine hanno fatto?>>

<< Sono stati chiusi in prigione, e penso che da lì non usciranno mai più, sono stati accusati di reati molto gravi, è ciò che si meritano.>> continua il biondino.

<< Jennifer si è stabilizzata, le ferite procurate sono moltissime e in molte parti rimarranno le cicatrici. Però si è svegliata ieri sera ed ora ha bisogno di stare qui sotto controllo per un po' e di sano riposo. Cosa che dovreste fare anche tu e Charlie.>> dice l'ultima frase con più durezza riguardo al mio inutile tentativo di alzarmi. Annuisco in risposta.

<< Va bene, va bene. Ho capito, ma quando posso vederla?>> chiedo, la sola idea di vederla stesa in uno stupido letto d'ospedale, in parte a causa mia, -mi sono fatto colpire in quel modo perdendo i sensi e non stando perciò in grado di proteggerla come dovevo- mi fa sentire ancora più inutile, e mi sento ancora peggio per questo.

<< Quando starete bene tutti e due, penso.>> risponde Louis con un alzata di spalle. Poco dopo bussano alla porta ed entra una dottoressa seguita da Liam, fa segno a tutti quanti di uscire e comincia a visitarmi.

*** 

<< Quando posso vedere Jennifer e Harry?>> chiedo almeno per la milionesima volta a Clary e Perrie e con loro c'è anche Sophia, ora stanno sedute accanto a me, mi hanno raccontato cos'è successo dopo che ho perso i sensi, e mi hanno anche assicurato che i miei due amici ora stanno bene e stanno in altre stanze dell'ospedale. Ho dormito due giorni di seguito dopo tutto quello che era successo, e oltre al mal di testa lancinante, -che sembra ogni volta voler farmi scoppiare la testa da un momento all'altro- sono molto più rilassata. 

Ho un enorme benda che copre tutta la testa, qualche graffio sparso per le braccia e un'altra benda sulle costole che si sono rotte dopo il volo che Jace mi ha fatto fare.

Rabbrividisco nel pensare a Jace, alla scuola, e ad ogni cosa che è successa negli ultimi mesi, ora è tutto finito, stiamo bene. 

Immagino i miei genitori essere orgogliosi di me, di quello che ho fatto, che abbiamo fatto, e magari è merito loro se siamo ancora qui. Forse in un certo senso ci hanno voluto proteggere, tenerci più che potevano lontano da guai.

<< Char, devi avere pazienza!>> sbotta Perrie, mentre Clary è divertita da tutta questa situazione.

<< Harry non può alzarsi dal letto per la ferita che ha sul petto, ha rischiato di morire il coltello finiva sul cuore. E Jennifer non può alzarsi perché ha la macchina dell'ossigeno attaccata e senza quella smette di respirare.>> spiega Clary.

Infondo proprio bene non stiamo, ma almeno siamo vivi no?

Ed l'unica cosa positiva.

<< Lo so, lo avete già detto, ma io sto bene, riesco anche ad alzarmi!>> dico infastidita. Mi sto comportando da bambina piccola in questo momento, ma voglio assolutamente vedere la mia migliore amica, e il ragazzo che amo, ma che ancora deve saperlo, o che forse sa, ma non vuole saperlo (probabilmente è colpa delle medicine, se sto parlando a vanvera così).

E pensare che la colpa è tutta la mia se sono ridotti in queste condizioni, l'unica che doveva ferirsi o perdere la vita sarei dovuta essere io, non loro.

Provo ad alzarmi dal letto, ma sento ancora le gambe molli e la testa comincia a girarmi vertiginosamente, Perrie che era seduta alla mia destra mi prende delicatamente e mi fa mettere nuovamente sdraiata, mormorando un “te lo avevo detto”. Sbuffo per non ammettere la sua ragione, e continuo a stare lì.

<< D'accordo starò buona buona qui.>> dico guardandole con un mezzo sorriso mentre si alzano avvisandomi che l'orario delle visite era terminato e che sarebbero passate domani.

Accendo la televisione mettendo un canale a caso, e partono le ultime notizie.

“Finalmente dopo dieci anni di ricerche pare che il capo delle belve seguiti dai suoi fedeli collaboratori, siano stati arrestati, tutti e tre riportano delle ferite in seguito ad uno scontro con due ragazzi. Quest'ultimi non hanno voluto dire il nome, per motivi di privacy, sono ora ricoverati nell'ospedale della città, non riportano ferite gravi, nello scontro è stata ferita un'altra ragazza, loro coetanea ma sembra stia bene anche lei.

È stato un vero atto di coraggio che nessun altro sarebbe mai stato capace di fare. Per quanto riguarda Jace e gli altri dovranno rispondere a molte domande a seguito di un'attentato alla Colombia di New York, -ormai distrutta- e nel frattempo resteranno in prigione. Le 12 ragazze rapite, sono state liberate e non riportano problemi di salute. Vi terremo aggiornati in seguito, e ora passiamo la linea a-  ”

Tutto è bene quel che finisce bene, spengo la televisione con un sospiro di sollievo. Siamo tutti salvi e questo è grazie al lavoro di squadra che abbiamo fatto. Poco dopo bussano alla porta mormoro un “avanti” e così si presenta alla porta quella che dovrebbe essere la mia dottoressa.

<< Ciao Charlie come stai oggi?>> chiede con un tono di voce gentile mentre controlla che le varie fasciature che avevo addosso, siano in ordine.

<< Meglio grazie, posso andare da Jennifer e Harry?>> chiedo con un briciolo di speranza. Sembrava essere una donna molto socievole e data la sua gentilezza, magari mi avrebbe detto di si.

<< Assolutamente no.>> ribatte decisa, non posso fare a meno ti tirare un grosso sospiro << se è per questo, anche Jennifer e Harry chiedono di continuo di te, ma devi aspettare.>>

<< Ma sto bene, su, riesco ad alzarmi.>> dico decisa mentre cerco di mettermi seduta per l'ennesima volta, credendo fosse quella giusta, ma fallendo però il mio tentativo   << va bene, forse non riesco ad alzarmi, ma se usassi quella?>>  chiedo indicando una sedia a rotelle che si trovava dall'altra parte della stanza.

<< D'accordo mi arrendo!>> sbuffa divertita la dottoressa andando a prendere la sedia a rotelle e posizionandola di fianco al letto in modo da poterci salire, poi mi aiuta delicatamente a salirci e con le ossa ancora doloranti mi porta nella stanza di Jennifer, assicurandomi che sarebbe venuta tra dieci minuti a riprendermi per poi portami da Harry.

Non che mi avesse concesso molto infondo, dieci minuti a ciascuno, me li sarei fatta bastare per oggi.

<< Ehi.>> dico con un filo di voce notando il suo aspetto, è completamente ricoperta da fasciature, il volto è coperto da tagli e lividi, e macchie nere che sembrano bruciature causate dal fuoco, io in confronto sto bene. Credo che Jennifer si sia ferita più di noi; ed l'unica che doveva esserne fuori da tutto.

Non riesco a non guardarla e provare tenerezza nei suoi confronti, lei, che è sempre stata la più forte, non ha mai dimostrato la sua debolezza, ora anche sembra felice. 

Ed è una cosa che ho sempre ammirato di lei.

<< Charlie!>> urla felice vedendomi entrare, cerco di muovermi con la sedia a rotelle fino ad arrivare vicino al suo letto prendendole la mano << guarda come ti sei ridotta.>> dice guardandomi con gli occhi lucidi, facendo un mezzo sorriso.

<< Sto bene, ed è tutta colpa mia se tu stai così.>> dico tristemente.

<< No, non è vero. Non potevi sapere a che cosa andavi incontro, e non sapevi neanche della bomba all'interno della scuola. Nessuno lo sapeva, e nessuno avrebbe potuto fare niente.>> fa un lungo sospiro prima di continuare << Ora basta, non parliamo più di questa storia, è già abbastanza brutto vedere come siamo adesso per poter ricordare tutto.>> 

<< Hai ragione! Non parliamone più.>> concordo con lei.

<< Siamo vive, questo è l'importante.>>

<< Ora dimmi.. cos'è successo tra te e Harry?>> ridacchia lei girando appena la testa in modo da potermi vedere meglio.

<< Possibile che pensi solo a quello?>> dico io sbuffando.

<< Certe cose non cambiano mai.>>

<< Già, e tu sei una di quelle. E comunque non è successo niente, qualche bacio e basta.>> ammetto imbarazzata, parlare “dell'amicizia” fra me ed Harry non è che sia la cosa migliore, anche perché non so nemmeno cosa siamo.

<< Solo qualche bacio? E io che credevo avreste scopato come se non ci fosse un domani!>> dice con il suo solito sorrisetto. Nonostante il suo aspetto, quello non poteva di certo mancare, era sempre stata così spontanea e naturale.

<< Jennifer!>> sbotto infastidita ma poi notando il suo sorriso scoppio a ridere, raccontandole di quei giorni sull'isola, di come mi ero divertita, e di come Harry mi aveva insegnato a saper combattere per difendermi da ogni tipo di pericolo, cose che si sono rivelate veramente utili. 

Lei mi racconta invece dei soliti giorni passati a scuola, stare con Louis e aver organizzato la festa insieme alle più popolari della scuola, e di questi giorni passati in un lettino d'ospedale a pensare a quanto tempo ancora sarebbe dovuta rimanere qui.

Dopo aver parlato del più e del meno, arriva la dottoressa simpatica. All'inizio non era molto d'accordo a portarmi da Harry, dice che bisogna riposarsi dopo tutto quello che ho passato, ma a me non importa ho bisogno di vedere Harry e magari anche lui ha bisogno di me.

Dopo averla pregata, spunta un sorriso sul suo viso, segno che sono riuscita a convincerla. 

<< Non riesco a dirti di no, con quel faccino.>> dice la dottoressa scoppiando a ridere.

Ed ecco che in pochissimo tempo mi ritrovo nella stanza di Harry, non posso fare a meno di notare che siamo anche vicini di stanza, vorrà dire che in questi giorni quando nessuno mi vedrà correrò qui, ovviamente se riuscirò a camminare almeno un po' da sola.

Ed eccolo lì: sdraiato ed immobile sul lettino la coperta tirata su fino alla punta dell'ombelico e una fasciatura tutta intorno al petto, quest'ultimo tenuto nudo per far respirare le ferite probabilmente, nonostante la ferita sia coperta il rosso accesso del sangue è ancora ben evidente. I capelli sono tutti distrattamente sparsi sul cuscino e sul volto c'è un espressione che penso sia di dolore anche dal modo in cui tiene la mano sulla ferita. 

Sta dormendo quindi porto la sedia a rotelle vicinissimo al suo letto per poi prendere la sua mano e stringerla delicatamente, distrattamente disegno con il pollice cerchi invisibili, lo continuo a guardare sorridendo. Sapere che è vivo e che sta guarendo piano piano è la cosa migliore che potesse succedere. Nonostante ciò una piccola lacrima, riga il mio viso andando a toccare la sua mano.

<< Charlie.>> dice con voce ancora addormentata mentre lentamente apre gli occhi.

<< Ciao Harry.>> sorrido guardandolo alzandomi appena ignorando il dolore che premeva forte attraverso le costole per dargli un veloce bacio sulla guancia.

<< E' bellissimo vederti. Come stai? E perchè stai seduta lì?>> chiede notando la sedia a rotelle.

<< Sto meglio, questa è solo un mezzo per venire da te, non mi avrebbero fatta muovere dal mio letto altrimenti.>> dico divertita facendo un giro su me stessa dalla sedia a rotelle suscitando le risate di Harry.

<< Sei sempre la solita.>> ammette divertito << sono contento comunque che sei venuta qui.>> 

<< Be' volevo vedere come stavi e poi mi mancavi, sai dopo averti avuto tra i piedi per tre giorni.>> dico con tono divertito. “Averlo tra i piedi” era la cosa, forse, migliore che avessi mai fatto, nonostante i suoi continui sbalzi di umore -peggio di una donna con il ciclo, aggiungerei- si era rivelato davvero di ottima compagnia.

<< Certo, ma ti è piaciuto avermi tra i piedi tutto il giorno, soprattutto quando ti baciavo.>> dice divertito guardandomi negli occhi.

<< Può darsi.>> mormoro appena leggermente imbarazzata, sentendo le guance colorarsi di rosso.

<< Quando usciremo da qui, dovremo parlare di una cosa.>> dice mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore. Annuisco alle sue parole, mentre continua a parlare << E comunque volevo ringraziarti, è merito tuo se a quest'ora sono ancora vivo.>>

<< Non devi ringraziarmi, tu mi hai salvato troppe volte che neanche te lo immagini e->> non riesco a finire la frase perché mi zittisce, prendendo la mia mano e lasciandoci un veloce bacio. 

Un piccolo gesto che mi fa sorridere involontariamente.

<< Siete davvero dolci ragazzi, ma dovete riposare, così prima uscirete da qui, prima tornete a fare le voste cose.>> in quel momento entra nella stanza la solita dottoressa ammiccando un sorriso divertito e facendoci un piccolo occhiolino, chissà da quand'è che stava lì ad osservarci.

Entrambi scoppiamo a ridere guardandoci negli occhi.

<< Ciao Harry..>> mormoro mentre la dottoressa carina, mi trascina via.

<< Ciao Charlie..>> risponde lui. Torno in stanza, dove non appena tocco il letto mi addormento.

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