Capitolo 6
Lo sguardo di West furioso avrebbe spaventato anche lo studente migliore. Le labbra serrate dalla rabbia, come i suoi pugni. Fece un respiro profondo per calmare la propria ira.
Alla rossa venne la pelle d'oca appena i loro occhi si incrociarono.
«Valentine Katherine, sei in punizione.
Finite le lezioni rimarrai un'ora in più a scuola...» ordinó in tono glaciale, facendo rabbrividire l'intera classe.
«con me.» aggiunse, marcando quelle parole con uno sguardo omicida.
Le si avvicinò.
«Preparati a soffrire.» sussurrò a denti stretti, impercettibile.
L'alunna rabbrividì.
Il cuore batteva a mille nel suo piccolo corpo.
Si rese conto di cosa aveva fatto. Di quanto fosse stata folle e stupida ad agire così. Lo sconforto cadde su di lei.
Era stata coraggiosa, ma davanti a tutti le sue ragioni non contavano, davanti a tutti lei era una studentessa qualunque, con una pessima media, che trovandosi alla lavagna senza parole, aveva urlato contro l'insegnante.
Deglutì per trattenere le lacrime di sforzo e terrore, che, realizzando le possibili conseguenze, si facevano pesanti sotto le sue palpebre.
Il viso basso, lo sguardo fisso a terra.
*driin*
'Ti amo campanella che mi salvi il culo ogni cazzo di volta!' pensò Kat prima di correre, o meglio, teletrasportarsi in bagno.
Si precipitò nel solito stanzino in fondo, chiudendosi a chiave.
Era l'unico posto che conosceva abbastanza da sentirsi al sicuro. Erano le uniche pareti che la vedevano per ciò che era, che la tenevano al sicuro. La proteggevano dagli sguardi, e le parole di scherno, la nascondevano da tutta quella pressione, accettandola con le sue lacrime.
Appoggió la schiena alla parete abbracciando le proprie ginocchia.
Riprese fiato.
«Oh mio dio...
Che cazzo ho fatto!?» esclamò Katherine realizzando il tutto.
Non sapeva se piangere o ridere.
Quello che aveva fatto era stato... wow! Non poteva crederci!
Aveva avuto la forza di aprire bocca e... porca puttana!
Porca puttana, ora era nella merda!
Da sola, con la Prof, che gliel'avrebbe fatta sicuramente pagare.
Ecco il terrore farsi strada rivoltandole lo stomaco.
Un'ora intera.
Avrebbe sopportato un'ora intera?
Cosa le avrebbe fatto? L'avrebbe aggredita? Insultatata? Molestata di nuovo? Di sicuro una possibilità c'era..
La possibilità di essere usata ancora.
Usata come un oggetto. Consumata per divertimento.
Quello, dopo le cose che aveva detto, era quasi certo.
Le lacrime le offuscarono la vista delle mattonelle bianche, di quello stanzino due metri per due.
Odiava quelle lacrime.
Le scendevano sempre troppo facilmente, sempre troppo in fretta, e non capiva come non potessero finire, semplicemente prosciugandosi.
Il pensiero di stare ancora sola con l'insegnante le schiacciava lo stomaco.
Cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe difesa? Si sarebbe difesa?
Non ne aveva idea…
Il ricordo del soffitto della propria classe, e la schiena pesante sulla cattedra. Il senso di vuoto, di essere solo un oggetto appoggiato e dimenticato lì. Una fitta dolorosa fece scendere più lacrime.
Voleva davvero subire di nuovo quell'inferno?
La paura e il dolore del ricordo nutrirono la sua disperazione.
Non lo avrebbe permesso. Ci avrebbe litigato, si sarebbe difesa con tutte le proprie armi e non le avrebbe permesso di toccarla!
O almeno ci avrebbe provato…
*
Quella mocciosa, come si era permessa di dire quelle cose davanti a tutta la classe? Di provare ad umiliarla così di fronte al resto degli alunni?
Le dava sui nervi quel suo comportamento ribelle.
Era semplicemente inaccettabile. Inaccettabile per i propri scopi, ma soprattutto per l'immagine che la classe doveva avere di lei.
L'avrebbe rimessa in riga.
Jade avrebbe avuto la propria vendetta. Poco ma sicuro.
'E che vendetta...' sorrise maliziosamente.
Era l'ultima ora e si stava dirigendo verso la classe di Valentine.
Esattamente come si aspettava, Kat era ancora lì a fare la cartella, mentre tutti i ragazzi stavano uscendo.
'Sembra quasi faccia apposta a facilitarmi così il gioco.' rise silenziosamente entrando in classe.
La piccola non si accorse nemmeno della presenza della Prof.
Se ne accorse solo quando Jade chiuse di scatto la porta, facendola saltare in aria dallo spavento.
E, ovviamente, tutti i libri che aveva in mano e stava riponendo nella cartella, saltarono in aria con lei.
«Cazzo! Che spavento...» imprecó guardando Jade e poi i quaderni a terra.
L'insegnante scoppiò in una fragorosa risata, alimentata dalla vista dell'alunna rossa dall'imbarazzo ed impacciata.
Valentine senza dire una parola si chinó a raccogliere i libri sparsi a terra.
«Quanto sei rincoglionita.» la prese in giro West, ridendo ed andando a sedersi sulla cattedra.
«Ah grazie, non l'avevo notato.» pensò ad alta voce l'altra, facendo ridere più forte la professoressa.
Katherine arrossí senza spiegarselo.
Pensò, giusto per un istante, che la risata sincera della sua insegnante suonasse davvero dolce nelle sue orecchie.
Era così agitata che stava sclerando da sola. Il che era assai divertente da vedere. Solitamente riusciva a trattenersi, ma in situazioni così scomode era come se non ci fossero filtri prima che il tutto uscisse dalla sua voce.
L'insegnante squadrò la ragazza. Notò il suo sguardo preoccupato ed il leggero tremolio delle sue mani, nonostante ciò Kat sembrava persa nei i propri pensieri, che le sfioravano il volto con delle buffe ed impercettibili smorfie.
'È così strana, particolare... ma questo la rende solo più interessante.' alzò un sopracciglio studiando meglio i suoi lineamenti innocenti.
«Spostati al primo banco...» fece cenno al banco che aveva davanti.
«Dobbiamo parlare. Sei stata davvero irrispettosa e maleducata.» tornó seria,nascondendo della perversione dietro quelle parole. Kat tremante si sedette al primo banco, posando la cartella preparata al suolo. Si stava sforzando di non darlo a vedere, ma non aveva idea di come affrontare quel che sarebbe potuto avvenire.
«E cosí sei finita in punizione.
Perché le ragazzine maleducate devono essere punite, non credi?»
West accennò ad un sorriso perverso, lo appoggiò dietro quella frase come un decoro, facendo della realtà la sua storia, accompagnando quell'attimo da uno sguardo spaventosamente determinato.
Kat aprí la bocca per poi deglutire senza sapere che rispondere. Era tutto così inverosimile, e se non avesse capito che tipo di persona fosse la professoressa West, sicuramente si sarebbe chiesta se avesse sentito bene, se non stesse immaginando tutto.
Guardò fissa il banco, sperando che fingere di essere morta bastasse a far finire tutto.
Di colpo l'atmosfera era tornata carica di tensione, la sentiva premere sulla pelle, facendola sudare.
'Vediamo se ora risponde...' pensò Jade, con l'intento di testare il suo carattere, e magari, più tardi, tastare anche altro...
«Sei tornata muta Valentine? E tutto il coraggio e la voglia di parlare che avevi prima dov'è? È andato via?» la provocò.
Si vedeva nel modo lento in cui intonava quelle parole che quel momento era solo un gioco per lei, un gioco che la stava deliziando. Sembrava pesare ogni minimo gesto, al limite della teatralità.
Kat alzò lo sguardo cercando di sembrare sicura di sè, rimase spaesata dall'aspetto affascinante della propria insegnante. Sembrava quasi che anche i ciuffi neri che le ricadevano sul volto, fossero stati pensati nei dettagli per esaltare quegli occhi ghiaccio e le sue labbra rosse, per essere parte della perfezione di quel dettaglio.
Valentine sbatté le palpebre impercettibilmente, spostando lo sguardo altrove, ascoltando tra i propri sentimenti la promessa di reagire.
«No.» rispose.
Riportò gli occhi nei suoi, riuscendo a reggere per miracolo quella prigione gelida, cercando curiosa una risposta, un brivido.
La professoressa alzò un sopracciglio.
In fondo aveva sperato in quella resistenza, era carina quando tentava di reagire, le dava ancora più voglia di sovrastarla.
«Sei stata davvero cattiva.
Voglio le tue scuse, non accetto questo tipo di comportamento.
Non dovrà accadere più. » si avvicinò a lei, appoggiando le mani aperte al banco.
Katherine abbassò il capo; quella vicinanza la turbava. Tremava.
«Perché qui comando io.» West indicò se stessa.
«E tu, devi obbedire senza opporti.» emanò fredda avvicinando un dito al volto della ragazza.
«Sono stata chiara?» le alzó il mento alla ricerca dei suoi occhioni color nocciola.
Jade la osservó meglio, da vicino.
La trovava stupenda. Pensò le compagne avessero molto da invidiare, e che fosse strano che Kat riuscisse sempre a screditare la propria bellezza, nascondendola sotto quelle ciocche rosse. Le sarebbe bastato alzarla un po' per far risaltare le labbra rosee, sottili ma piene, quasi a forma di cuore.
Aveva lineamenti così dolci e teneri, perfetti per un naso tanto piccolo ed elegante.
Più di tutto apprezzava i suoi occhi; grandi e caldi, al contrario dei suoi. Adorava che fossero così lucidi e spaventati.
Katherine si morse il labbro, ritraendosi per poi abbassare il capo.
Quell'attimo in cui le aveva alzato il volto e l'aveva guardata così intensamente, l'aveva fatta morire dentro.
Deglutì rumorosamente.
«No, io… non va bene.
Lei è l'insegnante, e mi dispiace di averle risposto davanti a tutta la classe, ma non puó trattarmi così.
Non voglio.
Non mi deve più toccare.» cercó di nascondere il tono terrorizzato con cui uscivano quelle parole.
«Oh tesoro, come mai questo coraggio improvviso, cos'è successo?» ridacchió divertita, facendo il giro del banco per mettersi al suo fianco.
«Non vuoi? Ne sei sicura?
Non mi sembra ti dispiaccia tanto quando gemi ed arrossisci tutta...» si sedette sul banco, ponendosi faccia a faccia con la ragazza. Katherine a quelle parole abbassò la testa sentendo una fitta allo stomaco darle le vertigini.
«Sai Valentine… scommetto che ti piace, che ti bagni tutta e desideri le mie mani su di te.» sorrise divertita, avvicinando il volto alla testa bassa della ragazza. Era così vicina da poter sentire il profumo dei suoi capelli, e il suo respiro pesante uscire dai suoi polmoni.
«Scommetto che è così anche ora… che sei costretta a stare qui, tutta sola… con me, per un'ora intera.» scandí quelle parole lentamente, con un inquietante sorriso.
Le accarezzò la testa passando la mano tra i suoi capelli, facendola tremare. Si curò di sfiorarle l'orecchio, ed osservarla socchiudere gli occhi con un sospiro, assecondando le sue carezze, con eleganza felina.
L'idea che Katherine potesse essere la sua gattina, la fece bagnare.
«Riesci ad immaginare tutto quello che potrei farti in quest'ora libera? Senza che nessuno venga a fermarmi...» fece scivolare la mano al suo collo, notò con un sorriso la pelle d'oca, il calore del suo corpo e le sue labbra semi aperte da cui uscivano pesanti e veloci respiri.
Un impeto di aggressività corse in petto a Jade, invogliato da tutta quell'innocenza e sottomissione.
Senza preavviso fece scivolare la mano dietro al collo, tra i suoi capelli, per poi stringere la presa e strattonarla nella realtà.
Una scarica di eccitazione scosse violentemente Valentine che riuscì solo a gemere sorpresa, aprendo gli occhi e portando una mano al braccio di West che la teneva in pugno.
L'insegnante le alzò il volto, alla ricerca del suo sguardo spaventato.
Aveva il respiro corto, poteva notare bene la sua espressione impaurita... e allo stesso tempo succube di quell'istante, stravolta dall'eccitazione di quel momento.
Il cuore le batteva a mille. Kat si sentiva ardere.
'Non doveva andare così.' pensò confusa.
Vide lo sguardo prepotente di West deriderla, e, senza saperlo affrontare, chiuse gli occhi.
Nel buio era più facile scappare e trovare delle parole con cui difendersi.
Sapeva che se non voleva le cose andassero così, doveva fare o dire qualcosa.
«Prof, la prego… N-no, no...» balbettó con voce spezzata, la gola le tirava. Con più convinzione fece forza alla presa sul braccio che le teneva i capelli.
Jade rise divertita da quel insulso tentativo di fermarla.
«Oh bimba, io ti posso fare tutto quello che voglio...» la provocò stronza, portando la mano libera a prenderle il mento tra le dita.
«Sai perché? Perché è quello che vuoi Kat-Katherine.» si avvicinó al suo volto, sfiorando quelle soffici labbra rosee con le proprie.
«La tua espressione mi sta supplicando di prenderti...»
Nel momento in cui le loro bocche si toccarono, una scarica di brividi passò lungo il corpo dell'alunna.
Kat come se avesse presa la scossa da sensazioni così forti, ebbe uno spasmo spingendo via l'insegnante.
«No! Non ce la faccio.
N-non è vero, lasciami stare.
Tu non sai cosa penso.
Non toccarmi.» le urlò contro tremante, spaventata da tutte quelle emozioni su cui non aveva il controllo.
I nervi le diedero voglia di piangere, indietreggió tremante, spaventata da ciò che quella donna con un sadico sorriso era in grado di farle provare. Spaventata dalla perdita di controllo, da quel desiderio e bisogno viscerale di sottomettersi.
Il ricordo di come l'aveva lasciata sulla cattedra le diede i brividi.
La detestava. Quelle sensazioni erano una menzogna, era solo dolore ciò che le avrebbe procurato alla fine.
Non era in grado di reggerlo.
Il cuore le batteva a mille, le sembrava di non avere controllo nemmeno del proprio corpo, che respirava velocemente, e indietreggiava tenendo lo sguardo fisso su quella dannata donna.
Quella reazione meraviglió l'insegnante.
Era tutto un gioco per lei. Un meraviglioso gioco dove era pari ad un Dio, o al diavolo stesso che trascinava nella lussuria.
Dove era talmente tanto, da provocare terrore e desiderio nella mente di una qualsiasi ragazza.
'Così l'insegnante si avvicinò alla propria preda, sapendo che presto sarebbe stata sua. Sapendo che l'avrebbe vista sulle proprie ginocchia, a supplicare per un assaggio.' pensò Jade, narrando a sé stessa del proprio potere.
«Oh Kat, vuoi costringermi alle maniere forti?
Pensavo fossi una brava alunna e avresti capito.
Se fai così dovrò darti la punizione che meriti.» camminó verso di lei leccandosi le labbra.
'Che cosa mi prende?
Ho paura? Perché ho paura?
Non devo avere paura.
Non ha senso, non devo avere paura.' si ripeté quelle parole in testa, ma non poteva fare a meno d'indietreggiare.
Voleva correre via, scappare, ma non ci riusciva. Era come paralizzata, il suo corpo riusciva solo ad arretrare ad ogni passo avanti della Prof.
Un sorriso spuntó sul volto di West poco prima che Kat si trovasse spalle al muro.
«N-no.» la rossa soffocò un lamento a bassa voce.
Il petto divampava di una morbosa e dolorosa sensazione.
Un peso insostenibile.
Il peso di chi si sente in trappola.
In trappola in un limbo dove si scappa dal proprio desiderio.
Sapeva benissimo che se fosse arrivata su di lei, non sarebbe stata abbastanza forte per allontanarla.
L'insegnante le fu addosso.
«Ah ah! Fine dei giochi.» sorrise serena.
Kat sentì le gambe cedere e, forse per istinto, si lasció scivolare fino a rannicchiarsi per terra.
Abbracció le proprie ginocchia, nascondendo il volto.
La testa martellava per le troppe emozioni.
La donna fece una smorfia sorpresa prima di scoppiare a ridere.
«Mi compiace vedere di farti cosí tanta paura, sai?
Mi temi, mi desideri. Temi le emozioni che ti faccio provare, le brami...» Era così facile per lei, sviscerare i pensieri altrui per trarne vantaggio.
Katherine fece un respiro profondo terrorizzata dalla consapevolezza, che anche senza dire nulla, quella strega avrebbe sempre capito tutto, come un virus nel suo cervello.
West fece due passi indietro per guardare meglio la ragazzina arricciata al suolo. Le piaceva vederla sotto di sé. Così sembrava davvero la sua gattina, sul pavimento a farle le fusa.
«Cristo.» sospirò affannosamente mentre l'immagine di lei che prendeva Valentine per terra la riempiva di voglia.
Con un sospiro profondo ed appoggiando il culo ad un banco dell'ultima fila, svagó lo sguardo per calmarsi.
Riportandolo su di lei, le sembrò così piccola, ingenua, anche un poco imbarazzante.
«Sei proprio una bambina.» inclinó la testa facendo un mezzo sorriso di scherno.
«Mi faresti tenerezza... se non fosse che io adori farmi le bambine.» rise alla propria ironia, facendo sussultare la ragazza.
Le piaceva creare un dialogo dove adorarsi, tra un momento di terrore e l'altro.
«Non in modo letterale, eh.
È più mentale… psicologico.
Anche una donna adulta può essere una bambina, può gemere e godere come una ragazzina.
Ma quelle della tua età, che si comportano così… mi fanno proprio impazzire.»
La professoressa sentendo il silenzio risponderle, si avvicinò a lei guardandola dall'alto.
«Ora, per quanto mi ecciti vederti sotto di me...» si morse il labbro, divertita dalla propria perversione.
«Ho bisogno che ti alzi, o almeno che la smetti di stare così contratta. Rilassati Valentine.»
Altro silenzio di risposta.
Katherine rimase immobile, quasi trattenendo il fiato.
Pregando di sparire.
L'insegnante le si accucciò di fianco.
Passò un dito, tracciando una linea lungo il suo braccio, solo per farle venire i brividi.
«Su Valentine... arrenditi.
Lo vuoi anche tu, lo sappiamo.
Non voglio forzarti ad aprirti con me.» rise per il doppio senso.
La rossa tremava. Voleva trovare la forza per reagire, ma solo il respiro della Prof di fianco a lei le toglieva il fiato.
'No, non posso arrendermi. No, non è vero. Non voglio, no.' i pensieri si ripetevano come un disco rotto.
Sbirciò fuori; gli occhi di Jade la fissavano.
Avevano il colore del ghiaccio.
Gelidi.
Alzò lentamente il volto per prendere un respiro profondo.
Le mancava l'aria.
Si mise a guardare incantata un punto lontano, pur di non guardare quegli occhi.
Jade aspettava, osservandola con un sorrisino soddisfatto sul volto. Sicura che l'alunna stesse per arrendersi a quel "triste" destino.
Il respiro di Kat si stabilizzó, calmandosi.
In qualche modo trovò un po' di coraggio in se stessa.
«No.» disse quasi sicura.
«Non voglio, lei è una stronza!
Non mi piace.
Non è vero, non è giusto, no-» si bloccò sentendo la propria voce scemare, diventando man mano sempre piu stridula, dandole l'insicurezza di una bambina.
Jade la fulminó per quella risposta, guardandola rifugiarsi di nuovo nel proprio pezzettino di muro, stringendosi a se stessa ancor più forte.
Trovava davvero irritante, quando le cose non andavano come voleva lei. Davvero fastidioso quando doveva sprecare più energie di quelle che aveva previsto.
'Puttanella.
Ora ci penso io...' sorrise compiaciuta della propria genialità.
Maligna, si alzò, fingendo di perdere interesse in lei.
«E quindi come avresti intenzione di fermarmi?
No, davvero, giusto per farmi capire...» rise di gusto.
«Guardati! Sei patetica.»
Kat sussultò ferita da quell'ultima parola; risuonava del bianco sporco del soffitto della classe.
«Sei cosí stupida da non sapere fare un solo esercizio. Non mi stupisce tu abbia perso un anno.» continuò West in modo sadico, abbracciando completamente il proprio ruolo di giudice e giustiziere di alunni.
«Ed è ovvio che qui tutti ti odino...
Pensi davvero che il problema siano gli altri?» la ragazzina prese a tremare violentemente, trattenendo le lacrime.
«Lo sai anche tu, non li biasimi, vero?
Insomma, come potrebbero volere una nullità come te come amica?
Oh Valentine, sei così cieca... e così debole.
Quasi mi fai pena.»
Le lacrime scesero silenziose sul volto di Kat. Tutte quelle parole le entrarono nelle orecchie creando un frastuono assordante.
'Ha ragione. Forse ha ragione'
L'immagine di tutti quegli sguardi disgustati che la guardavano, di tutti i suoi compagni che la detestavano, facendola sentire piccola. Il dolore sembrava divertirsi a divorarla lentamente, alimentato da labbra così sensuali e pericolose.
«Finisci sempre sola, a piangere nei bagni....
Forse perché è quello che ti meriti, non pensi?»
Tutto l'odio che aveva provato per se stessa esplose.
Era un virus nella sua testa, erano le parole di tutti i suoi demoni che alla porta di quel bagno le bisbigliavano che lo meritava.
Un violento tremito portò Kat a stringersi più forte, e premersi le mani tra i capelli, e a West non sfuggì.
Con un sorriso proseguì il proprio malato verdetto.
«Sì, che lo pensi.
Eccome se lo pensi, eh?
È proprio questo che ti affligge mentre piangi sola e disperata.
Pensi; che non vali nulla.»
La pressione era troppa, il dolore le stava squarciando le viscere.
Katherine scoppiò in singhiozzi violenti.
Tutti i suoi spettri e le sue insicurezze stavano uscendo dalle parole di quella donna, e detti ad alta voce erano così reali, cosí dolorosi.
'Centro.' pensò Jade con un piccolo sorriso sul volto.
Il maniacale sadismo di avere tutto come previsto la delizió.
«Oh andiamo, stai davvero piangendo?
Ci provi gusto a renderti patetica, tesoro?»
Di risposta Katherine pianse più forte.
«No… ti prego, smettila.» gemette tra le lacrime, ma essere pregata incitava Jade a fare di peggio.
«Perché dovrebbero amarti?
Chi potrebbe mai?
Guardati.» la rossa scoppió in un pianto disperato.
Il volto coperto dalle mani, nella speranza di trattenere la propria fragilità.
«Perché?» sussurrò tra i singhiozzi.
«Perché mi fai questo? Perché sei così cattiva?» continuò a piagnucolare.
Jade le si avvicinò, tornando accovacciata su di lei per sentirla meglio tra i singhiozzi.
«Cosa ti ho fatto di male? Cosa vuoi?
Stai zitta, lasciami in pace. Ti prego.» sussurró mentre le lacrime continuavano a bagnarle il viso.
«Perché io? Non ce la faccio piú...» continuò a singhiozzare disperata, cercando di spegnere il fuoco in petto che alimentava tutte quelle lacrime.
Impressionante come delle parole potessero fare più male di qualsiasi violenza fisica.
Impressionante come Jade fosse riuscita a manovrare tutto.
La grande le alzò il viso osservando le sue lacrime.
«Ragazzina, esatto.
Non ce la fai. Sei capitata tu.
Se ti arrendi sarà più facile, smetterà di fare male.
Combattere è faticoso, doloroso e spesso non porta a nulla.
E tu, già così stanca e debole, non ce la potrai mai fare.» affermó.
Katherine riuscì a smettere di piangere, portando la manica della felpa ad asciugare il volto, con sguardo assente.
«Non contro di me.» aggiunse infine, con nota misericordiosa.
Con il palmo della mano, spinse le ginocchia della ragazza al suolo, per farle distendere le gambe. West sorrise, non trovando alcuna resistenza.
Con dolcezza le diede una carezza al volto.
«Insomma, perché combattere?
Io sono la cosa migliore che potrà mai capitarti. È un miracolo io ti stia cagando.
Voglio soltanto farti sentire bene… ed è quello che vuoi, no?
Stare bene, per un po'...» le sfiorò il collo, guardando le sue palpebre socchiudersi rassicurate dalla vicinanza.
Valentine non si oppose.
Le lasciò fare. Smise di combattere, troppo stanca.
Senza una parola, lasciandosi consolare dalle carezze di chi un attimo prima l'aveva ferita.
Non si oppose nemmeno quando West si sistemó sopra di lei, sedendosi a cavalcioni sulle sue cosce, anzi quasi fu assolta dal proprio dolore mentre dei baci caldi le toccavano il collo dandole i brividi, rilassandola completamente. Portandola lontano dalla sofferenza.
Kat muguló appena, con gli occhi chiusi e le mani di West su di lei. Le sembrarono così gentili, così sicure, lontano da tutta quella tristezza. Un brivido caldo di un altro soffice bacio la avvolse.
La pelle d'oca. Il respiro dell'insegnante sul suo mento, la sensazione di petali sulle labbra.
West esitante spinse le proprie labbra contro quelle della ragazza.
'Finalmente.' un sorriso vittorioso apparve sul volto dell'insegnante mentre si gustava il proprio piccolo trofeo.
Prima lentamente, la assaggiava con tenerezza, come il vento primaverile che muove le foglie.
Per poi aumentare la foga, in un crescendo, simile ad un vento impetuoso che chiama la tempesta.
Katherine sentì il calore avvolgerla, il respiro voglioso dell'insegnante sulla sua lingua insegnava al suo ad imitarlo.
L'eccitazione si faceva strada tra i loro baci.
Jade prese il volto dell'altra tra le mani, col bisogno di averlo proprio. Sentiva l'istinto invaderla, maliziosa oscilló i fianchi strusciandosi sulla ragazzina. Valentine non potè far a meno che gemere sorpresa, dando l'opportunità all'altra di farle entrare la lingua in bocca.
La lingua calda di West prese a muoversi freneticamente contro la sua, facendola sussultare, togliendole il fiato.
E prima che Jade potesse realizzarlo, la lingua di Katherine stava partecipando a quella danza.
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