Capitolo 28

Valentine strinse il mucchio di vestiti a sé, coprendo il proprio corpo seminudo.
Abbassò lo sguardo, sentendo le guance scaldarsi sotto quello sguardo gelido.
La professoressa sbuffò intenerita.
«Sei la prima ragazza che dopo aver scopato, e più di una volta, si vergogna a farmi vedere la figa. Proprio dopo che l'ho leccata, preciserei.» scosse la testa ridendo.
Girandosi verso l'uscita, con gli slip azzurro pastello di Kat in mano, si divertì a farle oscillare intorno all’indice.

Una botta di calore fece fischiare le orecchie alla ragazzina.
Non poteva capire come Jade solo con delle parole, riuscisse ad agitarla tanto, e soprattutto non capiva come riuscisse a dire cose imbarazzanti senza provare alcuna vergogna.
«Ma... ma Jade...
È… è un fatto di pudore, o-okay?!
T-tu non puoi. Non puoi dire le cose così... è imbarazzante!» le urlò dietro presa dal panico, tenendo gli occhi chiusi con il volto tra le mani.
Strillò così forte da obbligare l'altra a fermarsi all'uscio della porta, con un sorrisino deliziato sul volto.
'Adorabile.' West fece un respiro profondo prima di girarsi verso di lei.
«Oh, così come? Che intendi?» 

L'alunna si irrigidì per il nervoso.
Jade amava giocare a fare la finta tonta e Valentine lo sapeva bene, ormai riconosceva ogni sua minuziosa espressione, insieme alle sue conseguenze.
Conosceva quella fossetta a lato della sua guancia, accompagnata dal bianco dei suoi denti, la allietavano sempre di quel briciolo di maliziosità, che West poneva in tutto ciò che faceva.
«Ah! Così volgarmente intendi!» sorrise, godendo dell’espressione preoccupata dell’altra. La divertí il tono esageratamente sorpreso nella propria voce.

Con molta teatralità roteò l'indice, portandolo alla bocca. Le mutandine bagnate impigliate fra le sue dita oscillarono. Ne sentiva ancora il profumo.
Alzando gli occhi al cielo, in un gesto pensieroso, intonò.
«Oh... intendi imbarazzante come quando ti ho sbattuta sul bancone della mia cucina, ricoperta di crema e leccata tutta!
O quando ti ho messa culo all'aria e succhiata tanto forte da farti orgasmare l'anima?»
Il suo sorriso furbo spezzò la sua attenta e seria espressione da palcoscenico nell'esatto momento in cui vide la ragazza sgranare gli occhi ed aprire la bocca senza parole.
«Sono certa di avertela succhiata meglio di come lo farebbe una vampira ad una verginella col ciclo.» scherzò ancora, portando la volgarità al ridicolo, facendo sentire Valentine stupida per imbarazzarsi tanto.

Katherine era sicura stesse per morire per la vergogna, con il sangue che le pompava in testa, e il corpo che bruciava.
Non aveva idea di come West facesse ad essere così spudorata ed infantile.
Le faceva strano sentire dette ad alta voce tutte le cose che faceva. Per lei succedevano e basta, in modo naturale, quasi ingenuo, mentre dette così le sembrarono per lo più perverse.

Senza speranze si coprì il viso con le mani, cercando di nascondere il proprio pudore offeso.
«Sí Jade. Brava! Esattamente così...
Imbarazzante!!» urlò con voce tanto stridula da far piegare dal ridere la Prof.

'Brutta stronza, che ti ridi?
Pervertita dei miei stivali.
Non le basta denudarmi, deve anche sbattermelo in faccia.
E poi guardala; ride... cazzo ridi Jade, cazzo ridi?' pensò infastidita, abbassando il capo offesa, disturbata solo da un sorriso spontaneo che si opponeva al suo broncio, pizzicandole le guance.
Vedere la sua professoressa ridere la riempiva di gioia, non poteva evitarlo.

«Oh... che amore che sei.» la prese in giro appena finí di ridere.
«Dai, vieni.» la invitò fuori dalla stanza.
«Sai che ho scritto davvero un romanzo romantico su una vampira che la succhia all'umana col mestruo.» rise al ricordo.

Kat cercando di coprirsi al meglio con i vestiti che aveva in mano, si alzò e la seguì a piedi scalzi.
«Suona stupido, ma se ci pensi bene è un'idea originale..
Ci sta che le vampire lesbiche siano brave in... in... in quello.» rise la rossa.

Superata la sala continuarono verso la camera della Prof, entrando nel largo spiazzo che portava a comunicare scale, salotto, camera matrimoniale e un corridoio di lato.
Inaspettatamente svoltarono verso le scale per il secondo piano.

«Ma Jade, dove stiamo andando?
I vestiti non sono in camera tua?» chiese titubante, avendo il dubbio di star sbagliando e di non ricordare dove fosse la stanza da letto.

«Diciamo che alcuni vestiti li tengo nella mia... mh, camera armadio.» il tono della sua voce suonò ambiguo, mentre l'accenno di un sorriso le sfiorava il volto.

'Ah certo, c'è chi ha un armadio, chi due o tre, chi una cabina armadio e poi c'è Jade che c'ha proprio tutta una stanza solo per i vestiti.' pensò ironica tra sé e sé.
'Almeno non ha Narnia nell'armadio...
Anche se un intero mondo dove mettere i vestiti, sono sicura che sarebbe in grado di crearlo.' continuò a fantasticare saltellando dietro ai passi veloci di West.

«Questo è il posto dove metto tutti i vestiti molto... molto...  preziosi.» si leccò un labbro dopo aver trovato la parola giusta.
«Vestiti che compro...» sospese la frase prendendo una ciocca di capelli ed arricciandola al dito.
«Sia per me che per le ragazze come te… le mie ragazze.
Bene o male ci sono taglie varie.» le spiegò Jade cercando le chiavi giuste per aprire la stanza.

Kat deglutì interdetta.
«Tu compri dei vestiti per le ragazze con cui...?»  si torturò un labbro a disagio.
«Esattamente Valentine.
Trovo che lo stile e i panni che si possono vestire siano un fattore determinante per sperimentare la sessualità.
Amo fare roleplay. La fantasia è un fattore essenziale per godere al meglio.
Dovresti capirlo...
Dopotutto quando in classe indosso le vesti della professoressa, mi pare che ti interessi parecchio la mia scollatura.» la punzecchió.

'Ah, se n'è accorta...
Non è colpa mia se in camicia sei troppo sexy.
Ma tanto non saprai mai che lo sto pensando,  muahahah.' evitò lo sguardo di Jade per paura di svelarle indizi suoi suoi pensieri.
Nella stanza fece cenno a Katherine di seguirla.
«Adoro vestire le mie bamboline come piace a me.
Anche se spesso non c'è molto di "vestito".» rise facendo le virgolette.

West si diresse verso un immenso armadio bianco, alla ricerca del proprio bottino.
La rossa fece qualche passo verso il centro della stanza.
C'era un divanetto piatto a qualche passo da lei. Guardò davanti a sé vedendo il proprio riflesso guardarla imbarazzato e mezzo nudo, l'intera parete, di fronte all'entrata, non era altro che uno specchio immenso. Le ricordó l'ambiente di una sala da ballo.

Katherine alla propria destra osservò, attaccata al muro, una scarpiera ricolma di tante scarpe che non le sarebbe bastato quel pomeriggio per contarle tutte.
Di seguito, un armadio senza ante, formato da solo un'asta attaccata al muro, a cui erano appesi alcuni vestiti, tutti di colore scuro.
Sul resto dell'armadio numerosi cassetti.
Più in là, andando avanti, una scultura di fil di ferro, a forma di albero teneva agganciati ai rami gioielli ed accessori di un certo valore.

La precisione con cui tutte le cose erano perfettamente in ordine, in modo più che ossessivo, nei millimetrici particolari, la fece sentire a disagio, soprattutto quando si rese conto che alla parete opposta, in modo simmetrico, si presentava lo stesso scenario ma del colore opposto; il bianco.

Kat non aveva parole. Le sembrava di essere all'interno dello Yin e dello Yang.
L'estraneità di quel abbinamento la meravigliava tanto quanto la metteva in soggezione.
Stupendo ed inquietante.
«Proprio come Jade...» sussurrò.

«Mmh... oddio sì, forse queste.
Ce ne sono troppe che vorrei vederti addosso...» West la guardò curiosa della sua reazione.
«Wow Jade, questa stanza è...
Il bianco, il nero, lo specchio... wow!» commentó affascinata.
L'insegnante sogghignò riempiendosi di orgoglio.
«Sì, l'ho progettata io.» continuò a cercare nel cassetto.
«Sono felice di sapere che sei sensibile al buon design…
Senti vai pure a farti una doccia veloce intanto.» le indicò una porta che non aveva notato prima.
Kat obbedì lasciando Jade da sola
«Queste sono perfette.» esultò trovando quel che cercava.

Quando l'alunna tornò West le mostró i nuovi slip con un sorrisetto malizioso.
Erano semplici mutandine bianche, ma con la particolare scritta rossa "Please Miss eat me".
'Le mutande più lesbo che abbia mai visto.' pensò Kat trattenendo un sorriso.
Jade fece scivolare l'occhio sul corpicino della sua ragazza, malamente nascosto dietro l'accappatoio. Istintivamente le si avvicinò, e dolcemente la spinse a sedere sul divanetto, scoprendola.

«Allora ti piacciono?» ammiccò alzando un sopracciglio, vedendola arrossire.
«Beh...» balbettò la ragazza.
Jade si chinò a terra.
«B-beh...» ripeté agitandosi alla vista dell'altra in ginocchio davanti a lei.

«Beh?» le prese una gamba per aiutarla a vestirsi.
«Mh beh...» ripeté di nuovo.
Non riusciva a riprendere il filo del discorso, le dita di Jade la accarezzarono, scivolando lungo le sue gambe nel rivestirla.

«Non pensavo che le cagnette oltre ad abbaiare, belassero.» rise.
Dolcemente la fece alzare in piedi per tirarle su gli slip.
«Evita di aprire il rubinetto di nuovo, eh.
Ti sto dando queste proprio perché sono asciutte.» le diede una palpatina.
Katherine aprì la bocca per ribattere, ma finì col girare la testa dall'altra parte, riempiendo le guance d'aria e sbuffando piano con aria offesa.
Non poteva farcela. Quella donna la mandava fuori di testa, non riusciva ad evitarlo.

«Sei tremendamente carina con queste, sono perfette.» la squadrò da cima a piedi facendo qualche passo indietro per osservarla meglio.
«Non bagnarle subito. É un ordine.» fece una smorfia perversa.
«Mh, se tu eviti di provocarmi magari...» mugugnò in protesta.
«Provocarti? Io?» esclamò sorpresa, senza nascondere il proprio sorriso ironico.

West si morse il labbro, scrutando ogni angolo del suo corpo.
Erano nella sua stanza armadio, sarebbe stato un peccato non assecondare il desiderio di vestire quello scricciolo come desiderasse.
«Che dici di provare qualcosina per me?
Dopotutto sei tu quella che non può più bagnarsi la figa, non io...» propose.
«Jade smettila di dire le cose così!» strillò di nuovo in preda al pudore.
«Perché ti eccita?» alzò le sopracciglia chinando leggermente il capo. Ormai sapeva fin troppo bene che tasti toccare per toglierle la possibilità di ribattere.

«N-no! No, no...» ma più lo ripeteva meno suona certo
La Prof sospirò fingendosi sconsolata.
Distratta andò a cercare i vestitini migliori.
«Ora...» prese ad armeggiare con gli appendini.
«Prova questo.» si girò decisa verso di lei.
Senza mostrarglielo si sedette sul divano, lanciandoglielo addosso.

Quando Katherine lo indossó, si sentì improvvisamente una scolaretta uscita da qualche manga. Minigonna, calze lunghe e camicia con cravatta.
Peccato che tutto fosse estremamente stretto rispetto ai suoi gusti. Il petto schiacciato le saltava quasi fuori, per la prima volta vedeva di avere delle tette, e la gonna stretta metteva in risalto le sue forme, forme che mai aveva pensato di avere.

«Oh cazzo!» esclamò l'insegnante.
'Calma.
Non posso prenderla e sbatterla di nuovo... poi la consumo.' cercò di tranquillizzarsi passandosi una mano sugli occhi.

«Quanto sarebbe bello se ci fossero queste divise a scuola.
Di sicuro non resisterei alla tentazione di farti venire alla lavagna ogni volta.» sottolineó il doppio senso con un ghigno.
«Sto bene… anche se sembro uscita da un manga... da un manga hentai.» sussurrò Kat, segretamente otaku ed esperta di fumetti.

«no, sembri proprio uscita da un porno...» si morse un'unghia, continuando a passare lo sguardo su quel corpicino in maniera ossessiva.
«Mhh...» mugugnò Kat guardandosi allo specchio.

Era davvero sexy, non si era mai sentita sensuale in vita sua, né aveva mai pensato di poterla essere.
Ed ora in quello specchio, vedeva una ragazza attraente. Il suo amore per il corpo femminile le fece notare tutte le cose del proprio corpo che la rendevano bella e volubile.
Non le aveva mai viste così.
Si sentií un po' a disagio a sapere di appartenere al proprio riflesso, ma allo stesso tempo, per la primissima volta apprezzó realmente la propria bellezza.

«Quindi ti masturbi su quei fumetti giapponesi, eh?» West fece centró. Anche lei conosceva bene quello stile di disegno, per un po' lo aveva praticato.
«N-no...
Oh, ma fatti gli affari tuoi!» si arrese, incrociando le braccia imbarazzata.

Gli occhi di Jade scintillarono.
Alzandosi le si avvicinò, tirandola a sé per il polso.
«Tu sei affar mio. Qualsiasi cosa tu faccia lo è.
Sei mia, ricordi?» affermò il proprio potere guardandola negli occhi e vendendoli luccicare lucidi.

«Mh...» rispose soltanto, troppo imbarazzata.
La grande provò a trattenere i propri istinti, ma la sensualità e l'innocenza di Kat la tentò.
«Cristo, come faccio a non saltarti addosso?
Avresti dovuto farla vestita così la servetta quando abbiamo recitato.» aveva i vestiti perfetti per la scena della scorsa volta, ma ormai era andata.

«Sei stupenda...» sussurrò tracciando linee delicate sul suo corpo, seguendo le vene drlle sue braccia, fino a sfiorarle il collo, dandole la pelle d'oca.
Si sedette sul divano, portandola sulle proprie ginocchia.«Seii mia Katherine Valentine?» amava sentirglielo dire, desiderava ardentemente sentire quelle parole, dolci e sincere.
Kat con gli occhi socchiusi non riuscì ad ammetterlo, confusa dall'intensità delle proprie emozioni.

Senza preavviso West la strattonò, facendola chinare a pancia in giù sulle sue ginocchia.
«Che stai facendo? Ja-Jade?» mugugnó  eccitata e confusa da quella posizione svantaggiosa. Come ci era finita così?

«Voglio fare un gioco...» le prese i capelli per affermare il proprio potere, sistemandola meglio sulle proprie ginocchia.
Delicatamente le alzò la gonna corta, scoprendole il fondoschiena.
Katherine aveva uno strano presentimento.
Stava tremando, quella posizione era così umiliante.

«Sei mia?» sibilò la grande chinandosi al suo orecchio e spostandole dolcemente una ciocca dal viso.
«J-Jade, ma cosa…
È imbarazz- Ah!» una sculacciata la colpì, non provò dolore, eppure perse il respiro avampando.
Sconsolata gemette, mordendo il labbro per zittirsi.
Amava ed odiava quando Jade si imponeva su di lei, senza chiederle niente, senza nessun preavviso. Tra le gambe sentì il liquido bagnarla.

«Sei mia?» ripeté fredda. Controllata dalla propria fame di controllo e sadismo, vorace delle suppliche di quel bel visino.
«Io...» deglutì tremando.
Prima che potesse rispondere un'altra sculacciata la colpì, più forte della prima.
Il dolore la accarezzò, scaldandole il corpo intero, stimolando direttamente tra le sue gambe. Inebriandola di brividi e sensazioni contrastanti.
Ad ogni fitta di dolore, il piacere la riempiva in scariche.
«Ops.
Mh, troppo tardi...» si giustificò con uno sguardo malato a richiamare il suo essere sadico.

«Sei mia?» ripeté sicura che finalmente avrebbe udito la risposta desiderata.
«Sì, sì.
Sì, sono tua Jade West.» ammise Valentine sentendo le guance rosse, e quella confessione invaderla di piacere, facendola contorcere sotto al peso della propria pelle.
«Completamente?»
Kat si morse il labbro, pensare a quell'istante la metteva tanto in imbarazzo da odiarsi.
«S-sí...» ammise esitante, combattuta tra il voler arrendersi ed il difendere la propria dignità.

«Non esitare.» ordinò dandole una sculacciata più forte delle altre. Valentine strinse i denti.
Il piacere dopo il dolore la rincontrò, col fiatone si aggrappò alle gambe dell'insegnante cercando appiglio, contorcendosi nella lussuria.

West sospirò. Solo dio poteva sapere quanto quella situazione la stesse eccitando.
Sculacciare le ragazze era qualcosa che non riusciva ad evitare. Lo aveva provato con tutte e come previsto, a tutte era piaciuto.
E come poteva constatare anche alla rossa stava piacendo, come le conferarono gli ansimi.

«Allora lo sei completamente?» ripeté.
«Sì, lo sono.
Scusa, lo sono completamente.» il tono disperato e supplichevole le fece avere un semi orgasmo mentale.  Adorava sentire tutto quel potere, tra le suppliche e la richiesta di perdono.

«Questo fa di te la mia s-... » suggerì accarezzandole le natiche.
Il lato romantico di Kat avrebbe voluto poter rispondere: "ragazza", "piccola", "fidanzata", ma sapeva bene che non fosse quello che voleva sentirsi dire.
Improvvisamente si ricordò che non sarebbe mai potuta essere tutte quelle parole.
Lei era soltanto una delle tante.
Lo dimenticava sempre... forse perché voleva dimenticarlo.

«Schiava...» sussurrò Kat con vergogna.
Al solo pronunciare quella parola, sentì di bagnarsi ulteriormente.
L'adulta sorrise soddisfatta.
«Esatto.» la palpó.
«Ciò significa che io sono la tua...» le sussurró all'orecchio.
«Padrona...» trattenne un gemito mentre il suo respiro scemava, costringendola a respirare rumorosamente.
La grande continuó a godere del suo fondoschiena.
«Brava bimba, hai imparato.» la rassicurò dandole un bacio affettuoso sul capo.

«Ma non è che...» stronza fece scivolare la mano dentro agli slip. Kat si agitò immediatamente.
«Jade non... Ti preg-Ahh!» un dito sprofondò tra le sue labbra. Come si aspettava, era completamente bagnata.

«Ma quanto ti sei bagnata!» esclamò West lasciandola alzare.
Lo sottolineó per la gioia di rinfacciarlo.
L'alunna si sentì umiliata, vergognandosi di sé, delle stesse sensazioni che non riusciva a controllare. Pensierosa Kat si tolse l'abito e rivestì dei propri vestiti.
«Come immaginavo, ti eccitano le sculacciate.» affermó l'insegnante.

Katherine rimase zitta.
All'adulta bastò leggere tutta la vergogna sul suo viso, ne fu quasi compiaciuta. Sapere fosse tanto innocente da rimanerci male la rese orgogliosa di averla scelta.

«Valentine, non c'è niente di male.
Non ti piace soffrire, semplicemente il dolore ti causa eccitazione sessuale.
L'umiliazione è solo il mezzo con cui il tuo corpo arriva a provare un piacere fisico.
È una cosa psicologica… ed umana.
Deriva tutto dal modo in cui ti hanno cresciuto i tuoi genitori.
Non è una tua scelta, né colpa.» le spiegò per rassicurarla.

«Sì, ma... è una cosa malata...» bisbigliò sconfortata, infilandosi la maglietta che la grande le stava porgendo.
«Per nulla, chiunque può essere incline al masochismo.
Sperimentare la sessualità è un bene.
Non è definibile come disturbo serio finché il masochismo non è il solo ed unico modo per raggiungere l'orgasmo… e per te non è così.» le spiegò.

«Ed in ogni caso, è una perversione che ti da più piacere del normale, quindi perché dovresti curare qualcosa che ti fa godere di più?
Io sono sadica e non ci vedo tutti questi problemi, anzi...» finì di vestirla per poi darle un bacio affettuoso sulla fronte.
«Mh, grazie.»  Valentine la abbracciò con sincero affetto, sentendosi rassicurata da tutte quelle parole.

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