Capitolo 10

Le lacrime sul suo volto correvano furiose. Più ne asciugava, piú le offuscavano fastidiosamente la vista. Non aveva mai provato tanto imbarazzo e frustrazione in vita sua.
Jade l'aveva umiliata, peggio ancora, glielo aveva fatto piacere, e come se non bastasse, l'aveva messa in trappola.

Lei da sola con West, in casa sua. Non poteva essere vero.
'No, no, no. Sta scherzando! Non può essere.'
«Psicopatica di merda...» bisbigliò Kat tra le lacrime.

Finiva sempre cosí.
Lei ci provava a combattere, ma finiva sempre cosí.
Qualsiasi cosa facesse, qualsiasi, non importava.
Perdeva sempre.
Sempre in lacrime.
Sempre usata.
Sempre derisa.
Non poteva vincere, non ci riusciva.

«Devo chiamare i miei, quello che ha detto non può essere vero.
Non può! » asciugò le lacrime con il dorso della mano.
Alzandosi si diresse verso il lavandino per lavarsi la faccia. Quando si sentí pronta, dopo una serie di respiri profondi, chiamò sua madre.

Uno squillo, due squilli...
«Kat? Non sei a scuola?» rispose quella voce familiare, dal tono aspro.
«Sì sì, Madre. Sono a scuola, ma ti dovevo chiamare per sapere se-»
«Stavo per mandarti un messaggio a proposito!» la interruppe.

'Merda.' Katherine deglutì la saliva, nervosa.
«La tua professoressa di Matematica mi ha chiamato... mi ha detto del pessimo voto che hai preso...
Sembrava così preoccupata per te, si è offerta di farti delle ripetizioni gratuite, ed oggi stesso!
Che donna gentile. Sai, è difficile trovare degli insegnanti che tengono tanto agli alunni. Sei stata fortunata a trovare una Professoressa così carina, è un'occasione che non puoi perdere.»

Kat rimase pietrificata.
Allora era tutto vero, West non stava scherzando.
Valentine non poteva credere a quello che stava sentendo.
'Jade, carina? Bravissima? Preoccupata per me? Eh?'
Sua madre non poteva star parlando della stessa Jade che conosceva lei.

«Ma Madre, no.
Non posso. Io oggi... oggi ho altro da fare, non posso e non ne ho bisogno!
Ci sono altri modi!» si oppose con voce tremante.

«Insomma, hai la fortuna di avere una Professoressa, anzi no, la tua Professoressa pronta ad aiutarti nella sua materia, gratuitamente per giunta, e vuoi rifiutare? Sai quanti soldi abbiamo speso io e tuo padre in cerca di qualcuno che ti desse ripetizioni, e nonostante questo hai preso un'altra insufficienza!
Non se ne parla Katherine, non ti perderai questa opportunità.» il suo tono serio non accettava scuse.

«Ma, ti prego! Io non ci vado a casa di quella lí, è una... una vipera.» 'per non dire stronza, sadica, psicopatica e puttana. ' fece l'elenco mentale.
«Smettila subito di lamentarti, ed inventare scuse!
Dopo l'orribile voto che hai preso, tu ci vai.
Non ti ho cresciuta per essere un'ignorante... e viziata per lo più.
E prova a disobbedirmi e ti scordi di andare in montagna con i tuoi cugini, chiaro?» la minacció.

Valentine sentì la rabbia scoppiare in petto. Non ne poteva più di tutti che le andavano contro.
«Ma- ma no! I cugini non puoi togliermeli! Io mi sto impegnando!
Questa era la prima verifica con la Prof nuova, ci ha dato un giorno di preparazione!»

Kat amava i suoi cugini. I suoi cugini erano gli unici amici che aveva, i suoi migliori amici. Purtroppo, però, li vedeva e sentiva poco, data la distanza.
«Katherine smettila subito di fare la bambina, e vedi di andarci, chiaro?
E comportati bene.»

La rossa stava strinse il pugno, sentendole unghie premere nella sua stessa carne.
«Ok.» rispose freddamente prima di riattaccarle in faccia.

La odiava. Odiava sua madre.
Non era un madre, non le importava mai niente di sua figlia.
Le importava solo che fosse la figlia perfetta, ma ormai aveva fallito da tempo nel accontentare le sue aspettative. Da quando era stata bocciata due anni prima, sua madre era diventata molto più rigida con lei. Non che fosse mai stata particolarmente affettuosa.
Katherine aveva sempre vissuto un teatrino. Quando era piccola veniva portata alle cene della comunità, dove sua madre masticava il suo nome solo per vantarsi di quanto fosse graziosa.

La vestiva come una bambola e la metteva su un piedistallo, poi a casa proprio come una bambola, veniva messa da parte, appoggiata a prendere polvere.
A Kat era mancato molto amore, non si ricordava quando avesse iniziato a chiamarla madre e non mamma. Non la chiamava mai mamma, era troppo intimo.

Dopo essere stata bocciata ed essersi sentita dannatamente sola, aveva realizzato che quello di suo madre non era mai stato affetto, ma solo piacevole approvazione.
E in quel momento per sua madre lei rappresentava solo un fallimento.

Spinse il telefono in tasca, ma la mano le tremava tanto nervosamente, che cadde a terra.
«Fanculo.» bisbigliò.
Si appoggiò alla parete di schiena scivolando al suolo, al suo solito posto, per poi raccogliere il cellulare.

Rimase seduta.
Sembrava che il suo cuore risuonasse nella stanza fredda.

Quindi era così...
Era spacciata. Non poteva fare niente. Jade avrebbe avuto quel che voleva.

Sentì un peso darle il vomito.
Piú ci pensava e piú quella sensazione orrenda le contorceva le viscere.
Ansia. Conosceva bene quell'emozione ma non l'aveva mai provata così forte.

Cha fare? Niente.
Non c'era più niente da fare, non aveva più idee, né forze.
Era tutto inutile, era sola, ed era solo una stupida ragazzina.
In qualche modo, tanto, tutto sarebbe passato.
'Devo tornare in classe...' si obbligò ad alzarsi, rendendosi conto di star saltando la lezione dopo.

Arrivata in classe il professore la trovó così pallida da accettare la fragile giustificazione; "Non mi sento molto bene." borbottata dall'alunna.

Katherine passò il resto delle ore, per la prima volta, a desiderare che la campanella non suonasse piú.

*

Uno splendido sorriso illuminò il volto di West. La campanella che segnava la fine della scuola era appena suonata. Così si stava recando dalla sua piccola preda, per catturarla e portarla a casa.

Aveva già vinto, e lo sapeva bene.
Ora doveva solo godersi il gioco, ed imparare a conoscerla per manipolarla meglio.
I suoi pensieri sporchi di lussuria stavano già creando i mille modi e luoghi di casa dove farsela.
Una scarica di piacere la attraversò.

Ferma all'uscio, aspettò che tutti gli alunni uscissero dalla 3C.
Sbirciò dentro, osservando Kat al suo banco; stava mettendo il materiale in cartella con una lentezza inimmaginabile, lo sguardo perso ed un'espressione tutt'altro che allegra.
Al contrario West sorrise vedendola.
«Hey!» si annunciò entrando nella classe vuota.
«Forza bel culetto, muoviti.» le fece l'occhiolino facendola arrossire.

Katherine stava chiudendo la cartella con mani tremanti.
'È più che nervosa...' dedusse l'insegnante.
'Trema di già. Povera, è così tenera...
Mmmh, non vedo l'ora di vederla godere.' pensò mentre Kat le si avvicinava a testa bassa.

Quando fu alla sua portata, con delicatezza le alzò il viso, alzandolo con il pollice.
«Owh...
Su, non farmi questo faccino triste... o vuoi mettermi voglia di sbatterti subito alla cattedra?» concluse maliziosamente, godendo del panico riflesso nel suo sguardo.

L'alunna, rossa d'imbarazzo, abbassò il volto.
Si chiese come fosse possibile che Jade riuscisse a scuoterla con così poco?
«Vedrai... ci divertiremo, non avere paura.
O meglio... se fai la brava non ti succederá niente di male.» le diede una carezza affettuosa sulla guancia.

Alla piccola venne la pelle d'oca.
Non rispose nulla, si limitò ad annuire debolmente con lo sguardo assente.

Jade si morse il labbro.
Kat aveva pianto, lo poteva notare dal rossore sotto ai suoi occhi.
Per un secondo nel vederla così indifesa ed assente, percepì una morsa al cuore, ma appena ne prese consapevolezza scacciò il pensiero.
«Forza andiamo!» tirandola per il polso la accompagnò all'uscita, verso il parcheggio della scuola.

Stavano per uscire, quando il preside si avvicinò.
«Buongiorno signorina West, volevo complimentarmi con lei per la conferenza che ha avuto ieri.
L'ho vista in tv!Complimenti, è stata davvero stupenda. Mi scusi se le ripeto che la nostra scuola è davvero fortunata ad avere una donna talentuosa come lei!» il nonnino le sorrise con uno smagliante sorriso che mise in mostra la dentiera.

Katherine inarcò le sopracciglia sbigottita.
'Conferenza? Tv? Ma che sta dicendo?
Ok, qualcosa mi fa pensare che non sia solo una professoressa...
Beh si, è anche una psicopatica, ma non intendevo questo lol.' pensò ironica tra sé e sé.
«Oh la ringrazio molto, è fin troppo gentile. Non deve, sono qui perché amo il mio lavoro e-» il preside fece cenno alla studentessa.
«Oh, lei è una mia alunna.
Ha dei dubbi sulla mia materia e mi sto curando di spiegargliela al meglio.»

«Questo dimostra quanto davvero lei sia una persona ammirevole!
Non so quanti altri professori sarebbero così disposti ad aiutare i propri alunni.» sorrise a Kat, la quale ricambiò imbarazzata, cercando di non far trasparire la propria confusione.
«Oh, ma io ci tengo molto ai miei alunni!
Non mi sognerei mai di abbandonarli a se stessi.» sorrise dolcemente, sfiorando il braccio di Valentine con una carezza.

Kat era confusa. Non aveva idea di dove fosse sparita Jade West.
La professoressa che stava parlando, non poteva essere la stessa con cui era poco prima.
Era totalmente diversa, se non fosse stato per l'aspetto fisico, avrebbe giurato di essere in presenza della gemella buona.
Se fosse stata così anche in classe, sarebbe potuta essere persino felice di andare a casa sua.
«Insomma siamo insegnanti, il nostro compito, oltre alla didattica, si presume sia guidare i ragazzi nella loro crescita.» aggiunse Jade con un sorriso angelico.

Kat fissava l'insegnante sconvolta.
Era uno spettacolo terrificante. Che la sua professoressa avesse una doppia personalità?
'Non puó fingere così bene, non puó essere lei. È un'altra..' pensó Katherine studiandola turbata.
«Lei è davvero un punto di riferimento per molte persone signorina West!
Ora la lascio andare, le auguro una buona giornata.» il vecchietto fece un cenno di saluto ad entrambe e si dileguò.

Appena il preside scomparse solita Jade tornò in sé.
«Mamma mia, che scassa coglioni"»esclamò scocciata.

Kat la osservava sconvolta, a bocca aperta.
«Ma, ma tu...» balbettó incredula.

La professoressa scoppiò a ridere nel vedere la sua espressione.
«Sono brava a recitare, eh?» le dedicò un espressione accattivante.
«Ora però muoviamoci!» la guidò fino alla macchina.

*

Anche se l'adulta guardava la strada, di tanto in tanto spostava lo sguardo su Katherine intenta a fissare il finestrino.

Jade si immaginò le mille cose che poteva star pensando: la paura che la faceva ancora tremare, la curiosità sul posto in cui stava andando e la vita della propria professoressa.
«Valentine?» ruppe il silenzio.
«S-si?» rispose debolmente Kat.
«Che taglia porti di reggiseno?» chiese sfacciatamente Jade, mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere.

Valentine arrossì irrigidendosi.
«C-co-come? E-ecco... Eh?» balbettò nel panico.

La professoressa scoppiò a ridere divertita.
«Tranquilla, scherzavo... dopotutto avrò modo di scoprirlo da sola, no?» si leccò un labbro.
«Volevo solo sapere se è tutto okay, e se hai domande.» chiese Jade dolcemente.

Kat deglutì, con le guance ancora di un rosso acceso.
«Domande? Beh sì...» sussurrò.
«Chiedi pure... ora che te ne concedo la possibilità.» aggiunse quasi perversamente.
«Umh beh, ecco...» la rossa iniziò a giocare con le proprie mani.
«Tu, cioè, lei... è famosa?
Cioè, ha detto che è stata in tv, giusto?»chiese timidamente alzando lo sguardo su Jade di tanto in tanto, guidata dalla curiosità.
«Esatto Valentine, si può dire che io sia abbastanza famosa... beh certo, non tra voi bambocci, ma in campo scientifico è così.» ammise con orgoglio, beccando poi lo sguardo di Kat fisso ad osservarla.

«E come... come mai?» riabbassó lo sguardo arrossendo nervosa.
«Ho la fortuna di essere molto intelligente, al contrario di qualcuno...» rise facendo intendere.
«Ho diverse lauree, oltre che in Matematica anche in Psicologia e... potrei persino farti qualche lezioncina di anatomia, arrivate a casa.» sfoggiò un bellissimo sorrisetto perverso guardando la ragazzina tingersi bordeaux.
«Comunque... ho la fama di ragazza prodigio. Iniziai l'università, e le mie ricerche, a qualche anno in meno di te. E a circa vent'anni cominciai a lavorare.» riveló orgogliosa di sé.

Katherine la osservò in silenzio, proiettando su di lei tutte quelle informazioni.
'Chissá che stai pensando...' si chiese Jade.
«E perché ha deciso di fare proprio la professoressa?» la guardò mordendosi le unghie.
'Uh, che bella domanda!' pensó Jade sorridendo.

«Beh, perchè adoro poter maltrattare gli alunni... e lesbicizzare le studentesse.
Immagino sia molto eccitante poter urlare "Sì Prof! Ahh, di più Prof!"» rise divertita dopo aver interpretato la scena.
«Tutto questo facendole divertire tanto da renderlo il nostro piccolo segreto.» le rivolse uno sguardo significativo.
'Quindi ti conviene tenerlo segreto, Valentine.' pensò l'adulta.

La rossa rimpicciolì sul sedile. Deglutì.
«Quindi io... non sono la prima?» sussurró debolmente.

West si leccò le labbra molto lentamente prima di rispondere.
«No. Per niente... perché ti cambierebbe qualcosa esserlo?» sorrise divertita, guardando l'esile figura di Kat sussultare.
«No... non cambierebbe niente.» bisbiglió guardando fuori dal finestrino, cercando in tutti i modi di nascondere la propria delusione.

L'insegnante spostó l'attenzione su di lei per studiarla; teneva lo sguardo basso, si stava mordendo forte il labbro e tremava un filo più forte, notò Jade.
'Uh, credo proprio ci stia male.' sentì una morsa soddisfatta al cuore.
'Povera, che si aspetti qualcosa di dolce da me?' si chiese sghignazzando all'idea di loro due che si tenevano per mano come piccioncine.

«Anche se sei la prima che ha provato a ribellarsi...» ammise quasi per concederle l'esclusiva.
«D'altronde le altre erano cagnette che mi pregavano di fotterle in classe.» rise al ricordo
«Ma non escludo che un giorno possa esserci tu al loro posto.» le sorrise maliziosamente.

La immaginava bene: Kat che con gli occhioni da cucciolo, rossa come solo lei poteva diventare, che le chiedeva di toccarla, evadendo con lo sguardo dalla vergogna.
Kat che finita la lezione andava da lei, e sedendosi sulla cattedra le chiedeva ed apriva le ga-
«Non credo proprio.» rispose fredda interrompendo le proprie fantasie.

«Andiamo tesoro... parliamone.
Parliamo di come gemevi, di quanto ti sei bagnata, di quanto in fretta la tua dolce lingua si è unita alla mia.
Di come il tuo corpo mi supplicava di toccarti, e il tuo bacino si strofinava sulle mie dita pregandomi di farti godere. Parliamo della possibilità che ti sei accidentalmente lasciata scappare gemendo ad un soffio dal mio viso.
Mh... Valentine Katherine è da quando ti ho bloccata alla cattedra che ogni volta che arrossisci e ti guardo negli occhi vedo quanta attrazione provi per me, quanto mi desideri... scommetto che ogni volta che ti sto attorno il tuo corpo brucia di voglia quanto il mio.» pronunciò quel discorso lentamente e maliziosamente, portando l'altra a sprofondare in un silenzio bollente, fatto di insostenibile imbarazzo ed attrazione.

«Scommetto che anche ora, a stare qui, in uno spazio così piccolo, da sola con me, la tua cattivissssima professoressa di matematica, pronta a farti godere tanto... stai bruciando... non è cosí?» appoggiò una mano sulla sua coscia, facendola scivolare all'interno e stringendole l'inguine.

Un lungo gemito uscí improvviso dalle labbra della ragazzina.
'Adorabile.' ridacchiò togliendo la mano e guardando l'alunna affogare nella vergogna, voltandosi al finestrino pur di non farsi guardare.
«Mmh, Valentine?» la stuzzicò con un sorriso vincente aspettando una sua risposta.
«ALLORA SENTI, IO SONO LESBICA E TU HAI LE TETTE E NON È UNA COSA CHE HO DECISO IO!» urlò stridula la ragazzina presa dal panico e dall'imbarazzo.

Jade accostò di fretta per poi scoppiare in una fragorosa risata, piegandosi su se stessa dal ridere.

Katherine incredula, la guardò confusa con occhi spalancati dall'imbarazzo.
«Io, io... non ridereee!»
Ma la professoressa, appena alzò lo sguardo sull'alunna, vedendo la sua espressione indescrivibile, rise ancora più forte.

Kat incuriosita nel vederla in quello stato, non riuscì a trattenersi dal ridere a sua volta.
Poco dopo la donna si riprese, rimettendo in moto la macchina.
«Valentine, la tua stupidità è esilarante.» ridacchió tra sé e sé.

Un sorriso scappò sul volto della rossa, compiaciuta nel vedere la sua Prof divertita a causa sua
«Grazie, lo so.» rispose prendendolo come un complimento.
«Oh Kat, Kat, Kat.» scosse la testa in segno di no, sorridendo.
«Ma quindi sei lesbica?» si sentì chiedere Valentine.
«Beh io... sì. Cioè sì!
Cioè guardami, penso proprio di sì!» sclerò leggermente, presa dal panico per quella domanda inaspettata.

'Perché le ho risposto così?' si riproverò ormai tardi.
'E perché me l'ha chiesto? Perché non trovo un senso logico a tutto questo?' si coprì la fronte con una mano mentre sentiva West ridacchiare.
«Comunque prendiamo la pizza per pranzo, che pizza vuoi?»

'Pranzo? Pizza? Io amo la pizza!
Che pizza voglio?' ormai il cervello di Valentine si era perso nell'euforia.
'Uh, posso prendere quella che voglio.
Ok, ok pensa... aspetta!
Ho un piano! Un piano malefico...
Funzionerà!' elaborò il suo cervellino.
«Okay allooora, voglio la pizza alle cipolle...» decise l'alunna.

«Alle cipolle?» ripeté Jade sorpresa.
L'altra arrossì leggermente,
«Sì...» confermò cercando di non tradirsi.
«Non vorrai la pizza alle cipolle solo per impedirmi di baciarti?» scherzó Jade.
Katherine arrossí dall'imbarazzo.
«COME FAI A LEGGERMI NEL PENSIERO!?» piagnucolò sorpresa.

Jade rise di nuovo, incredula.
«Sei fin troppo prevedibile Valentine, ragioni come un criceto.» la prese in giro.
«Lo dici solo perché tu sei la ragazza prodigio e blah blah... e poi i criceti sono carini.» sussuró imbronciata.
«Su, scegli una pizza decente... che se prendi quella alle cipolle mi costringi solo a concentrarmi sulle "altre" labbra.» la minacciò ridendo.

«Le altre... Ah.» afferrò, Valentine, diventando calda al solo pensiero
«Uhm, allora con le patatine fritte.» decise infine.
«Patatine fritte... che bambina.» commentó premendo i tasti della macchina per attivare la chiamata.

'Non sono una bambina...
Non solo i bambini prendono la pizza alle patatine...
Se è buona non è colpa mia.' pensò imbronciata, senza dire nulla.
«Non è colpa mia se a te non piacciono le patatine...» ribatté flebile di risposta, tanto per avere l'ultima parola.
«Oh, scherzi? Io adoro le patatine.» si leccò il labbro, squadrandola da cima a fondo, al primo semaforo rosso.
«Sono deliziose.» il tono perverso di quelle parole diede alla testa di Katherine.

Entrambe sapevano a quale tipo di patatine si riferisse.

La Prof le fece segno di stare in silenzio, ed ordinò le due pizze. Finito l'ordine l'atmosfera tornò silenziosa.
Le ruote correvano sulla strada.
«West... » si fece coraggio, richiamando la sua attenzione.
A sentire il proprio cognome pronunciato cosí timidamente, a Jade scappò un sorriso.
«Sì Valentine?»

«Ma... ecco, lei è... è lesbica?» l'insegnante fece una smorfia a quella domanda.
«Sì Valentine, per tua fortuna mi piace leccare le fighette.» rise consapevole di usare termini espliciti, soddisfatta di mettere a disagio la ragazzina.
'Non può dirlo così...
Mii bastava un "Sì, lo sono." ' pensò Kat imbarazzata con gli occhi fissi sul rossore del proprio riflesso.

Quando finalmente arrivarono si fermarono davanti al cancello di una villetta. West premette un tasto che lo aprí automaticamente.

Passata l'entrata, attraversarono uno stupendo giardino.
Valentine osservò meravigliata la villa.
'Porca puttana!' pensò a bocca aperta.
Jade guidò sulla strada di ciottoli fino al retro della villa.
Kat scrutó un enorme giardino, le sembrava ci fosse la cupola di una serra più in là, in mezzo alla flora, tra i cespugli di fiori, le fontanelle, gli alberi e i sentieri in ciottoli. Katherine meravigliata si sentiva quasi in un magico bosco fantasy.
Tra i fiori di mille colori credeva di aver visto anche alcune statue angeliche e di donne eleganti.

Jade parcheggió sotto al tettuccio dietro casa.
«Siamo arrivate, tesoro.» le sorrise impaziente, spegnendo il motore e tirando il freno a mano.

'Oh... vero.
Dimenticavo cosa mi aspetta...' Katherine deglutí tornando a tremare, spogliata dallo sguardo della propria insegnante.

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