Uno.


Premessa: ho dovuto ripubblicare il capitolo giusto perché wattpad mi ha confuso il capito con quello di un'altra storia e ho dovuto riscrivere tutto daccapo, che nervi. Questo è quello giusto, buona lettura !

Quella mattina, il viso pallido del biondo venne colpito da un caldo e accogliente raggio di sole che passava per la finestra dalle tende aperte. Gli piaceva essere svegliato in quel modo, quando udiva il canto mattutino degli uccelli e i rumori della città in movimento. Gente che andava a lavoro e le auto che sfrecciavano avanti e indietro. Si svegliava sempre di buon umore e per questo, ogni sera prima di andare a letto, lasciava sempre le finestre aperte. Tranne in inverno; faceva troppo freddo per farlo e lasciava solo le tende aperte per far entrare quei pallidi raggi solari del primo mattino.
Keigo, mettendosi seduto sul bordo del letto, si passò una mano sul viso e poi si stiracchiò.
Aveva passato una notte decisamente bella, si era divertito molto con i suoi amici.
Era stato il compleanno di Mirko, la sua migliore amica. Quello non era il suo vero nome; si chiamava Rumi, ma lui e gli altri preferivano chiamarla in quel modo per dei motivi sconosciuti e a lei piaceva anche farsi chiamare così.
Erano andati prima in un pub, poi si erano spostati da un'altra parte  della città, dove vi era la confort zone di lei. Dove si andava a rifugiare per avere un po' di tranquillità, lontana da tutto e da tutti.
Era il suo covo segreto, dove però aveva portato le persone di cui si fidava.
Mentre pensò alla serata con un enorme sorriso stampato sul viso, si diresse verso il bagno e si diede una veloce sciacquata. Era in boxer bianchi, non ci avrebbe messo nulla a vestirsi. Nonostante fossero i primi di ottobre, faceva comunque abbastanza caldo e poteva permettersi di dormire ancora scoperto, per un altro po'.
Pensò ancora alla serata di ieri. Il compleanno di Rumi, Mirko, era proseguito nel suo covo, ideato proprio da lei. Era in una discarica, aveva allestito dei divanetti completamente nuovi colori bottiglia e in velluto, anche se un po' distrutti sui braccioli, che aveva preso tra le varie macerie e aveva acceso un piccolo falò in un bidone blu, conferendo all'ambiente un'atmosfera abbastanza confortevole e invitante, nonostante il luogo parecchio discutibile nella quale si trovavano. Era un luogo alternativo e strano, come lo era lei d'altronde, e, nonostante questo, non c'era nessuna puzza in giro.
Avevano festeggiato fino all'alba del mattino seguente, raccontandosi delle storie intorno al fuoco e bevendo le ultime scorte di alcool che avevano comprato al pub.
Era stata una serata strana e stravagante, sicuramente molto bella e da rifare, ma era tornato a casa così tardi che si era addormentato subito dopo essersi spogliato e aveva anche del lavoro da fare.
Gli occhi veloci del biondo saettarono subito sull'orologio da polso; nonostante il terribile mal di testa e il sonno arretrato, si era svegliato alla buon'ora. Ed era proprio fortunato ad avere il posto di lavoro proprio sotto da lui. Non doveva nemmeno prendere l'auto o qualsiasi altro mezzo, poteva fare tutto con calma. 
Prese i primi vestiti che trovò nell'armadio, una camicia a quadri e dei jeans strappati sul ginocchio, e li indossò con un paio di anfibi neri a completare l'outfit.
Prese cellulare e portafoglio e li mise nella tasca.
Prima di andare però, fece colazione, aveva un po' di tempo e, di solito, quando si svegliava, aveva fame. Mangiò latte e cereali, anche se aveva tanta voglia di quel classico pollo fritto, profumato che scrocchiava sotto i denti a ogni minimo morso. Avrebbe chiesto al suo titolare, durante il pomeriggio, di chiamare d'asporto e farselo portare al negozio di fotografia.
Terminò la colazione e uscì dall'appartamento.
Scese le scale; era iniziata un'altra giornata di lavoro e il suo obiettivo era quello di fare delle foto più belle di quelle che aveva fatto nei giorni scorsi. Nel suo lavoro veniva riempito di complimenti, gli dicevano che nessuno riusciva a fare ciò che sapeva fare lui con il computer. Era molto abile, anche con la macchinetta fotografica e il suo titolare gli diceva sempre che aveva un buon occhio per le ombre e le zone di luce, per far apparire la foto molto più bella di come sarebbe venuta.
Quando varcò la soglia del piccolo negozietto, Hawks urlò a gran voce un:" buongiorno!" Poi vide sbucare da oltre la scrivania, posta al centro della stanza, un uomo basso e paffuto, senza capelli e dallo sguardo severo.
<Sei in ritardo di cinque minuti.>
Disse, scendendo dalla sedia e facendo il giro della scrivania dopo aver preso tra le mani un paio di fogli bianchi A4.
Il ragazzo ridacchiò, passandosi una mano fra i folti capelli chiari, scompigliandoli ancora di più di quanto non fossero già e mostrò una dentatura perfettamente bianca:<sì, lo so. Mi dispiace moltissimo, ma ho avuto un contrattempo.>
L'altro lo guardò storto, assottigliando lo sguardo:<abiti proprio qui sopra ed hai dei contrattempi ogni giorno. Non oso immaginare se dovessi vivere in un appartamento in periferia.> Sbuffò arcigno l'uomo.
<Il contrattempo l'ho avuto ieri sera infatti.> Sussurrò, strizzando un occhio per un occhiolino scherzoso che fece roteare gli occhi dal nervoso all'altro. L'uomo si avvicinò a lui e spinse contro il suo petto i fogli bianchi A4 che aveva preso poco prima.
<Distribuisci questi volantini in città e prendirimi anche un caffè.>
Il biondo raccolse i fogli e portò una mano sulla testa gonfiando il petto a mo' di soldato.
L'altro, dopo questo suo gesto teatrale, si era già allontanato sbuffando un:<prima o poi ti licenzio e me ne prendo una più capace che arriva in orario!> Borbottò a voce alta, per farsi sentire dal biondo, da dietro la scrivania. Ma, Keigo, sapeva che non lo avrebbe mai sostituito con nessun altro. Era molto bravo a fare le foto e difficilmente c'era un altro fotografo bravo come lui.

Spazio autrice

Buonasera a tutti quanti! Ringrazio chiunque abbia messo le stelline nel capitolo precedente,mi avete incitato a continuare la storia e spero che fino a qui vi sia piaciuta. Fatemi sapere con i commenti cosa ne pensate di questo primo capitolo! Alla prossima!

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