Tre.

Quella notte non era riuscito a dormire per nulla, pensava a quegli occhi color ghiaccio, così misteriosi. Non sapeva a chi appartenessero. Sentiva quello strano bisogno di sapere chi fosse quello strano cliente. Keigo era sempre stato un tipo determinato verso l'obiettivo che aveva intenzione di raggiungere e, quell'uomo, era il suo obiettivo. Non si sarebbe fermato davanti a nulla.
Si stava rigirando nelle coperte. Era grondante di sudore, nonostante il tempo fosse umido.
Si tirò su a sedere sul materasso e accese la lampada sul comodino.
Fece un sospiro, passandosi una mano tra i capelli biondi e umidi.
<Merda.>
Esclamò quando, non appena abbassò lo sguardo, notò una notevole erezione che si alzava da sotto le coperte.

<Buongiorno!>
Esclamò il biondo, entrando dalla porta di ingresso del diner nella quale si era dato appuntamento con la sua migliore amica Mirko. Aveva il suo giorno libero, lo studio era chiuso e aveva deciso di vedersi con lei per fare colazione insieme. Non aveva dormito per nulla la sera, ma era riuscito a nasconderlo per bene con una bella doccia fredda mattutina.
Aveva pensato tutta la sera a quei misteriosi occhi color cielo, si era chiesto chi fosse e molte altre domande gli avevano invaso la mente senza farlo dormire per niente.
Mirko si era accorta che qualcosa non andasse nel biondo; aveva fatto un sorrisetto malizioso e si era messa comoda sul divanetto imbottito e  in pelle colort bordeaux.
<Hai fatto serata la notte scorsa ?>
Gli chiese, ricevendo una occhiata dal biondo che non prometteva niente di buono.
<Magari.>
Rispose lui, con uno sbuffo. Si sentiva scombussolato e stanco. Non aveva proprio voglia di essere lì quella mattina, avrebbe preferito il letto, ma non voleva nemmeno fare buca alla sua amica sennò si sarebbe ritrovato appeso a un albero senza sapere come.
Ordinò due caffè alla cameriera che era di passaggio e poi rivolse un altro sguardo all'albina che aveva reincominciato a parlare.
<Allora cosa hai fatto, se non hai fatto serata ? Hai delle occhiaie che ti si vedono da trenta chilometri lontano.>
Disse lei, tenendo sempre quel sorrisino divertito e perverso sul viso.
<Niente di sporco che tu pensi.>
Brontolò lui; i caffè arrivarono subito al tavolo, diede i soldi alla cameriera e si versò una modesta quantità di bevanda nel bicchiere.
<Allora cosa dovrei pensare ?>
La ragazza di stava scervellando pensando alle iptesi più improbabili. Magari la sera prima era stato rapito e non aveva potuto avvisare i suoi amici perché magari i rapitori avevano sequestrato il suo telefono. Oppure aveva stipulato un patto segreto con qualcuno che lo relegava al silenzio, se magari avesse parlato lo avrebbero sparato a distanza.
Il biondo fece un sospiro, interrompendo il suo flusso di pensieri.
<Non è nulla di tutto quello che probabilmente stai pensando in questo momento.>
Si interruppe, vedendo l'amica fare un sospiro di sollievo.
<Quindi non ti hanno rapito, volendoti consegnare probabilmente alla mafia russa per un ricatto di milioni ?>
<Cosa ? No! Niente di tutto ciò !>
Che le passava per la testa ? Okay che lei aveva una fervida immaginazione, ma questo era anche oltre.
Non lo avrebbe immaginato nemmeno lui.
<Ah ... E allora dimmi. Che è successo?!>
<Beh...penso di essermi preso una cotta.>

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