Epilogo.
Keigo si trovava ancora in auto. Il corvino aveva staccato quella chiamata all'improvviso, facendolo sbuffare. Si annoiava, mentre guardava fuori per controllare se ci fossero dei movimenti sospetti e in tal caso avrebbe avvisato Touya. Ma, da posto in cui aveva parcheggiato l'altro, non vedeva assolutamente un tubo e quindi decise di accendere lo stereo, mettendo però un volume molto basso per non farsi scoprire.
Le note della canzone, che in quel momento era soldier's poem dei Muse, vennero disturbate da un rumore simile a uno sparo che veniva da fuori. Lo aveva sentito chiaramente e ciò aveva risvegliato anche il suo stato di allerta. Controllò che la pistola fosse inserita per bene nella cinta e guizzò fuori dall'auto. Il cuore se lo sentiva nella gola per quanto gli batteva all'impazzata. Il suo fiato era corto, non che avesse corso ma la paura che avessero fatto del male a Touya gli faceva andare in pappa il cervello. Fu quella stessa paura a portarlo incontro al pericolo; non aveva paura di morire tanto quanto aveva paura di perdere il corvino.
Sapeva dove si trovasse, lo aveva visto andare al molo quando era scesa dall'auto e fu lì che lo trovò. O meglio, li trovò. Insieme a lui, vi era Enji, in piedi, e a terra, in una pozza di sangue, c'era una donna vestita con un abito parecchio costoso.
Enji prese subito la sua pistola, ma Keigo fu molto più veloce.
Non aveva mai avuto un'ottima mira, lo aveva visto al poligono, ma in quel mondo aveva seguito l'istinto portanti l'arma a se e mirando al rosso, lo aveva colpito dritto al petto, centrando in pieno il suo cuore.
Solo nel momento in cui aprì gli occhi si accorse che era ancora vivo e che quello sparo non provenisse dalla pistola di suo padre, ma Keigo era lì.
La pistola fumante in una mano, gli occhi resi lucidi dalle lacrime che erano in procinto di cadere e il corpo che tremava dallo shock.
Era terrorizzato, questo perché suo padre era morto. In quel momento, era riverso in una pizza di sangue e a faccia in giù. Enji Todoroki era caduto, lui, invece, era vivo.
<Touya!>
Urlò, mentre con passo veloce si avvicinò a lui. Si inginocchiò al suo fianco e guardò prima la ferita e poi il ragazzo.
Il corvino tossì un paio di volte:<sto bene.> Disse con voce bassa, mentre teneva premura la ferita con le mani per non far fuoriuscire maggiore sangue. Le sue dita si sporcarono velocemente di quel liquido rosso e intenso.
Touya era vivo ma stava molto male.
<Ce la fai a metterti in piedi ?>
Chiese il biondo, mentre l'altro cercava di muoversi ma veniva colto da delle fitte dolorose, a ogni movimento.
<No.> Sospirò, mettendosi sdraiato. Faceva tutto meno male in quel modo.<chiama i soccorsi e nascondi la pistola, non puoi andare nei guai.> Touya strinse gli occhi in due fessure, facendo dei respiri profondi. I polmoni non gli facevano male, quindi questo volevo dire che non erano stati danneggiati.
Keigo non se lo fece ripetere due volte, prese il cellulare e digitò il numero, telefonando immediatamente i soccorsi e informandoli che c'era stata una sparatoria. Nascose poi la pistola con la quale aveva sparato Enji in uno dei container che si trovavano aperti.
<Fatto.>
Ritornò da lui e lo guardò; sembrava che stesse dormendo, il suo petto si alzava e abbassava lentamente mentre aveva gli occhi chiusi.
<Bene.> Sussurrò solamente, non aveva forze per dire altro.
I soccorsi arrivarono subito, con essi anche la polizia ed eventuali medici legali per raccogliere i corpi del capo mafioso e della sua donna.
Touya venne scortato sulla barella all'interno dell'autombulanza, con tutto il proiettile nel corpo in quanto non avrebbero potuto operarlo lì.
Prima un medico si avvicinò al biondo, assicurandolo che Touya fosse fuori pericolo, poi si avvicinò un poliziotto a lui per capire la dinamica dell'evento.
Keigo gli rispose semplicemente che era arrivato lì, dopo aver sentito lo sparo, disse che li aveva trovati così e non gli fecero ulteriori domande.
Tutto sembrava essere andato per il verso giusto, il capo della polizia non era molto turbato, in quanto erano cose tra criminali e loro si trovavano li in quanto forze dell'ordine. Probabilmente Touya se la sarebbe cavata solo con un buon avvocato e con qualche settimana di riabilitazione.
Il biondo aveva tirato un sospiro di sollievo, tutto sera filaro per il verso giusto e non vedeva l'ora di rivedere il corvino. Avrebbe voluto di nuovo stringerlo tra le braccia e baciare le sue labbra.
Fine.
Spazio autrice
Beh che dire: prima di tutto grazie a tutti, a chi è arrivato a leggere fino a questo punto e fino alla fine. Il libro ho adorato scriverlo come spero sia piaciuto a voi leggerlo.
Non so se in futuro scriverò altre dabihawks, ma come ho già accennato nel capitolo precedente ho pubblicato una Bakudeku che è in fase di completamento.
Con ciò, vi lascio al capitolo e vi ringrazio ancora di cuore per tutti i commenti e le stelline !
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