♥️27. Lui ♥️
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Dopo la chiacchierata con il vecchio Yoongi prese una decisione che non venne accettata tanto facilmente da Hoseok e Taehyung ma trovandosi nella loro situazione non potevano di certo lamentarsi.
Il moro aveva informato entrambi che avrebbero cambiato casa trasferendosi in una villa poco fuori città, all'inizio volevano lamentarsi e dire di no, ma poi capirono, grazie alla chiacchierata con Jungkook, il reale motivo perché dovevano cambiare e quindi non si opposero più di tanto.
In quella casa, almeno da quello che avevano capito, Yoongi e Jimin avevano passato la maggior parte della loro vita e per il primo stare lì dentro era come una tortura... Perché entrambi sapevano che il moro si dava la colpa di ciò che era successo al castano, e le loro parole non servirono a niente visto che, almeno questo pensavano, non contavano niente per Yoongi.
"Hoby... Secondo te..."
Il nominato alzò lo sguardo verso colui che ormai era diventato più di un amico, a dirla tutta non sapeva se metterlo nella fascia di ragazzo per il quale provava sentimenti di amore oppure semplicemente gli piaceva scopare con lui.
"Dobbiamo dargli tempo Tae... Alla fine ha perso qualcuno con il quale ha condiviso molto, non parliamo del fatto che si è reso conto solo ora di averlo perso che alla fine lo amava..."
"Non capisco ancora come abbia fatto a non capirlo..."
"Non sempre si capiscono certe cose subito, a volte si rischia di capirlo non appena si perde... Così è successo anche a Yoon, credo che il suo sentimento era ricoperto dalla riconoscenza o per meglio lo scambiava per bene invece che amore..."
"Ma..."
Il biondo portò lo sguardo verso la porta dello studio dove Yoongi passava la maggior parte del tempo, mai si erano permessi di entrare e mai avevano osato disturbarlo.
"Come ci ha sempre detto: nel loro mondo questi sentimenti sono un'arma a doppio taglio... Quindi non mi meraviglio che non siano usciti prima... Ora andiamo Jungkook ci aspetta..."
"Perché abbiamo accettato?"
Disse andando verso la porta di ingresso seguito dal castano che ridacchiava nel vedere la noia sul volto del primo.
"Perché abbiamo deciso di rimanere al suo fianco..."
Già, era successo qualche settimana prima che si erano ritrovati da soli in ospedale e avevano parlato, quel giorno volendo o no sapevano che la loro vita sarebbe cambiata e non sapevano se in meglio o in male.
Avevano deciso di entrare a far parte di quel mondo che per molto tempo, sia grazie a i giornali, sia grazie a film e dicerie, era considerato brutto e senza cuore, un mondo dove erano più i morti che i vivi a regnare.
"Pensi che abbiamo fatto la scelta giusta?"
"Non lo so... Lo scopriremo solo vivendo..."
Uscirono da quella casa raggiungendo l'auto che li stava aspettando, nel mentre Yoongi non era riuscito a non ascoltare la conversazione dei due ragazzi, e purtroppo doveva dare ragione ad Hoseok e le sue parole... Lui lo aveva capito quando lo aveva perso, tutto a causa di ciò che il loro mondo gli aveva inculcato fin da bambini e fatto credere.
Uscì dallo studio e andò in cucina per prepararsi qualcosa da mangiare, era una settimana che evitava i due ragazzi e questo lo portava a mangiare quando non era orario.
"Cosa mi posso preparare..."
Sussurrò mentre apriva le ante del mobile fermandosi davanti il microonde notando un post-it, lo prese e lesse il messaggio lasciandosi uscire un piccolo sorriso che sparì subito.
"Che idioti..."
Aprì il fornetto trovando un piatto di pasta con il sugo ancora caldo e fumante, i due ragazzi avevano notato il suo rimanere intanato e che mangiava quando loro non c'erano, così si erano presi la briga di iniziare a lasciare il pasto caldo prima di uscire.
"Dovrò ringraziarli..."
"Dovresti anche pensare ad avere un contatto con loro..."
La voce del padre di Jimin fece sussultare Yoongi che si girò a guardarlo con un sopracciglio alzato, da dopo il funerale del castano non si erano parlati molto e, almeno questo pensava Yoongi, sapeva che lo reputava la causa di tutto.
"Cosa ci fai qui?"
"Ho bisogno di parlare con te... Si tratta di Jimin..."
A quelle parole Yoongi posò il piatto sul tavolo e divenne serio, una sola regola aveva imposto a i ragazzi e anche a gli uomini che facevano avanti e indietro nella casa, ovvero non nominare il nome del castano.
"Cosa vuoi?"
"Grazie ad alcuni uomini ho scoperto una cosa importante... Una cosa che sicuramente ti farà piacere..."
"L'unica cosa che mi faceva piacere avere ora non c'è più..."
"Lui è vivo..."
Quelle tre parole furono come una pugnalata al cuore di Yoongi, per molto tempo in quelle settimane aveva sperato che un giorno, proprio da quella porta, il castano avrebbe fatto il suo ingresso avendolo di nuovo tra le sue braccia... Ma questo non era mai successo e adesso, colui che era considerato suo suocero, si presenta dandogli quella notizia.
"Cosa cazzo dici? Lui è morto..."
"Ragiona Yoon, il suo corpo non è mai stato trovato..."
"Si perché quel posto ha bruciato tutto... Non vi era neanche il corpo degli uomini di mio padre... Tutto era diventato cenere..."
"No... Ho le prove..."
Sul tavolo davanti a lui buttò delle foto, in esse era rappresentata una stanza nella penombra e seduto su una sedia, legato da corde o catene vi era un ragazzo con il capo chino, Yoongi ne prese una osservandola per bene notando che la figura sembrava quella di Jimin, ma non era certo al cento per cento.
"Non è sicuro che sia lui..."
"Lo so... Ma forse ti convincerà sapere che Lei è dietro tutto ciò."
Mise un'altra foto sul tavolo, su quella vi era l'immagine di una donna che Yoongi conosceva bene, la prese e strinse tra le mani stringendo gli occhi in due fessure iniziando a sentire la rabbia farsi strada.
"Quella donna..."
"Lei da come hanno detto Taehyung e Hoseok era lì... Quindi se lei era lì..."
"Jimin è vivo... Sai dove si trova?"
"Ancora no, ma i miei uomini la stanno cercando..."
"E il posto dove sono state fatte queste?"
"Niente, credo che si sposti per non farsi trovare... Dovrai dirlo anche a i due..."
"Si... Ora sono con Jungkook..."
L'uomo si avvicinò poggiando una mano sulla sua spalla osservandolo.
"Lo troveremo... Però ora devi occuparti di loro, li ho visti e non sono proprio portati per questo mondo..."
"Lo so... Come posso fare?"
"A differenza tua e di Jimin loro sono più portati per essere solo al vostro fianco, non per parlare di affari o per uccidere..."
"Ma vicino a noi potrebbero morire..."
"Anche tua madre era come loro..."
"Mia madre era una consigliera..."
"Potrebbero esserlo anche loro..."
Yoongi sospirò posando la foto sul tavolo e dando le spalle all'uomo per raggiungere il suo ufficio.
"Yoongi pensaci, potrebbero essere protetti e per di più..."
"I consiglieri dovrebbero aiutare il boss e consigliare, essere pronti a tutto..."
"Loro lo sono, potrebbero anche aiutarti a comprendere e vedere le cose da un altro punto di vista... Poi..."
"Ci penserò... Per ora pensiamo a trovare quella donna, devo sapere la verità."
L'uomo concordò con le sue parole lasciando la casa e Yoongi da solo con i suoi pensieri, doveva capire a tutti i costi per quale motivo quella donna deve aver reagito in quel modo, sapeva che nutriva un odio verso il padre, lo aveva scoperto subito dopo l'arrivo dei due giocattolini a casa sua...
"Quella donna..."
Entrò nel suo ufficio avvicinandosi a un mobile e tirando fuori una cartella gialla, l'aprì iniziando a leggere ciò che vi era scritto...
"Yuuki..."
Nel mentre Yoongi era intendo a controllare i documenti qualcuno camminava per i corridoi di una grande villa, scese delle scale che portavano in una zona sotterranea fino a fermarsi davanti una porta in ferro battuto, l'aprì e camminò verso il centro dove sotto una lampada vecchia e la sua luce vi era una sedia con seduto qualcuno che teneva il capo chino, ghignò portando la mano dietro la sua nuca afferrando i capelli castani tirandogli indietro la testa per avere una visuale del suo viso.
"Buongiorno... Hai dormito bene Jimin?"
"M-maledetta..."
"Forse..."
Gli lasciò i capelli ridacchiando spostandosi verso un tavolo, osservò gli attrezzi che si trovavano su di esso.
"Dimmi... Oggi cosa vuoi provare? Mmhh... Ohh ci sono..."
Ghignò prendendo un pugnale dalla lama ricurva, lo fece passare su una fiamma fino a far diventare incandescente la punta, si avvicinò a Jimin passando la lama sulla sua spalla fino a metà braccio, il castano strinse i pugni e digrignò i denti cercando di trattenersi dall'urlare per il dolore che sentiva.
"Ohh, non sento le tue urla... Devo ammettere che voi mafiosi siete degli ossi duri..."
"Non ti darò mai questa soddisfazione... Perché lo fai? Dimmelo?"
La donna si fermò da ogni movimento stringendo la mano attorno all'impugnatura del coltello.
"Perché lo facci? Semplice... A causa vostra io ho perso tutto..."
"Tu non hai perso niente... Hai un figlio e hai avuto un compagno che ci teneva..."
"Tsk... Quel bambino è stato uno sbaglio, non doveva esserci e con lui nemmeno quel maledetto di Hoseok..."
Jimin mosse le mani cercando di liberarsi ma sembrava tutto inutile.
"Allora cosa volevi realmente?"
"Logico... Vendetta contro il boss Min e tutto ciò che lo circondava... Lui... Lui ha ucciso la mia famiglia..."
Solo in quel momento Jimin capì tutto, quella donna che aveva davanti era spinta dalla vendetta e dall'odio verso la famiglia Min, non si meravigliò di ciò, anche perché quel mondo campava anche su queste cose... Molte persone morivano ogni giorno per una droga, per una sparatoria o perché aveva pestato i piedi alla persona sbagliata... E a quelle vive rimanevano solo due strade da percorrere: lasciar andare e continuare la loro vita oppure vendicarsi contro coloro che avevano causato tutto questo dolore.
"Quindi ora tu stai facendo fuori la sua..."
"Certo... Ho iniziato con la sua ex, poi lui... Finirò il tutto con il tuo adorato maritino che ti guarderà morire per poi fare la stesa fine..."
"Yoongi non è così idiota..."
"Davvero? Eppure il tuo maritino ci è cascato con l'incendio... Non ha mosso un dito credendo realmente che tu eri morto..."
"Tsk... Non cadrà nella tua trappola..."
"Lo ha già fatto, sai gli ho mandato un pensierino che forse tra poco riceverà..."
"Di che parli?"
"Chi lo sa... Forse lo scoprirai..."
La donna si fermò dal parlare visto che un uomo entrò nella stanza avvicinandosi, gli sussurrò qualcosa all'orecchio che Jimin non riuscì a capire vedendola sorridere.
"Bene... Ci vediamo dopo dolcezza... Il lavoro chiama, o per meglio la morte di qualcuno chiama..."
"No aspetta... Di chi parli? Ferma..."
Le urla di Jimin si persero nella stanza mentre vedeva la donna che andava via ridendo e si chiudeva la porta alle spalle.
"Yoon... State attenti tu e i ragazzi..."
Sussurrò stringendo i pungi abbassando il viso lasciando che una sola lacrima scendesse lungo il suo viso.
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