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"Giocattolino, dobbiamo parlare."
Rimani attaccata alla porta, non ti muovi di un millimetro.
Sei abbastanza preoccupata.
"Cos'è successo oggi?" domanda.
«Nulla.» rispondi velocemente.
Forse non avevi calcolato tutti i rischi del tuo piano...
"Nulla...? Keep ti ha presa in braccio, che è successo?" chiede ancora.
Il suo occhio sinistro emana del fumo viola, misto a scariche elettriche bianche.
«Ah, mi ero fatta male...» rispondi, titubante.
Dust ti guarda.
"Uhm..." lo senti mugolare.
Deglutisci rumorosamente, senza staccarti dalla porta.
L'unica cosa che trovi sicura nella stanza.
"Questa notizia non è buona..." pensa ad alta voce.
«Perchè?» si sta realmente preoccupando per te?
Sarebbe un miracolo.
"Vedi, bimba... Quando mi stancherò di te e della tua presenza, probabilmente ti ucciderò. Se sei già ferita o hai gravi danni, beh, il mio LOVE non aumenta in modo completo, ma solo in parte. Ecco tutto." sorride, sedendosi sul letto.
Scherzavo, i miracoli non esistono.
Lo guardi male.
Incroci le braccia.
Si avvicina a te.
"Mettiamo in chiaro una cosa: finché sarai in vita tu sarai il mio giocattolino." sorride, mettendo le mani sulla porta.
Ti ha bloccato le vie d'uscita.
Cerchi di allontanarti da lui, spalmandoti sulla porta.
Un tempo la consideravi sicura, ora vorresti solo aprirla per scappare via.
Ti copri velocemente il volto con le mani, per nascondere sia il tuo imbarazzo sia la tua paura.
Senti il respiro pesante di Dust, mentre ti scosta le mani da davanti alla bocca.
Chiudi gli occhi, non vuoi vedere la sua espressione.
Subito, ti bacia.
Ti lascia abbastanza sorpresa.
Diciamo, molto sorpresa.
Un gesto del genere non lo aspettavi da parte sua.
Cerchi di spingerlo via, facendo leva con le braccia, ma è troppo forte per te.
Dust ti spinge ancora di più contro la porta, smorzandoti il respiro.
Socchiudi la bocca, e subito percepisci qualcosa di viscido entrare.
La sua lingua.
Cominci a sentire della nausea salire.
Saresti capace di vomitare in questo preciso istante.
Ti trattieni, pensando a cosa sarebbe capace di fare quello scheletro se solo ci provassi.
Dust ritrae quella schifosa lingua, per ricominciare a baciarti normalmente.
Tieni le palpebre abbassate, la faccia ti brucia, non sai più cosa pensare.
Finalmente, si stacca.
La prima cosa che fai è aprire gli occhi, subito dopo corri dentro l'armadio.
Ti chiudi dentro a chiave.
Senti lo scheletro ridere.
Ormai sei in trauma.
Ti chiudi su te stessa, non vuoi più saperne di Dust nè degli altri.
Vuoi solo riflettere.
Con calma.
E nel frattempo ti addormenti...
***
Ti svegli, fortunatamente sei ancora nell'armadio.
Sbadigli, stiracchiandoti.
Bussano sull'anta.
«chi è?» sibili, irritata.
"Io." risponde una voce profonda.
«vattene.» ordini, seccata.
Senti ridacchiare.
"Andiamo, bimba. Sappiamo tutti e due che non ti è dispiaciuto baciarmi" dice Dust, riportandoti alla mente la scena della sera prima.
«Infatti. Tu e la tua lingua mi disgustate.» ribatti, dall'interno dell'armadio.
"se è per questo, tu non sei per niente capace a limonare." ride, sei sicura che in questo istante il suo occhio abbia preso a brillare.
Ormai lo conosci.
«dove sono gli altri?»cerchi di cambiare discorso.
"Al bar. Di sicuro ad ubriacarsi, come fanno di solito dopo le missioni..." risponde.
Dopo un attimo di pausa, sentite entrambi la porta della camera sbattere.
È entrato qualcuno.
???:" TU! COSA CI FAI IN CASA MIA? AVEVO DETTO A QUELLO STUPIDO DI MIO FRATELLO DI NON FARVI PIÚ ENTRARE!" la voce ti ricorda qualcuno.
Ma non sai chi.
Dust cerca di giustificarsi, balbettando qualcosa, per poi essere trascinato fuori dalla stanza.
Non osi muoverti dall'armadio.
Sarebbe troppo pericoloso.
...ma quel qualcuno potrebbe tornare da un momento all'altro.
Esci furtivamente.
Prima dall'armadio, poi dalla stanza.
Scendi le scale: non c'è nessuno.
Vai all'esterno, sulla strada.
Vedi uno scheletro alto, con una cicatrice sul volto, denti aguzzi, vestiti neri e rossi.
Lo stesso che avevate evitato tu e Dust qualche giorno prima.
Porta un guinzaglio in mano... al quale è attaccato Dust.
Pensi che sia la punizione giusta per lui.
Ha l'aria seccata e sembra un'anima in pena, ma la cosa non ti fa nè caldo nè freddo.
Anzi, sei quasi felice che ti stia lontano per un po'.
D'un tratto si accorge di te.
Ti guarda, supplicante.
Tu alzi i tacchi e torni in casa.
Non ti interessa più nulla di quel narcisista egocentrio.
Almeno, così credi.
Ma ne sei veramente certa?
No, non sei convinta.
Sbuffi, stufa di dover aiutare quell'ingrato un'altra volta.
Esci nuovamente.
Dust è legato fuori dalla porta di quella che ti sembra una biblioteca.
Ha l'aria nervosa, infuriata e anche delusa, se vogliamo dirla tutta.
Ti avvicini a lui, stando attenta che nessuno ti stia guardando.
Lo raggiungi.
«come va?» domandi.
"Bene, a lei, signorina?" risponde.
«alla grande, signore.» ridacchi.
"Sarebbe così gentile da liberarmi?" chiede, indicando con le mani il collare.
"È troppo stretto e l'allacciatura è troppo piccola. Da solo non ci riesco." continua.
Sospira, abbastanza irritato.
"...ho bisogno di te." conclude, abbassando la testa.
Stai gioendo, finalmente l'ha ammesso.
Sorridi, per poi slegare la parte finale del guinzaglio dalla maniglia della porta.
Cominci a camminare verso casa, tirando Dust per la corda.
«perchè non lo hai ucciso?» domandi, voltandoti verso di lui.
"È pur sempre il fratello di Fell, se lo faccio la MOB mi elimina" risponde, sorridendo.
"Ma ora liberami, giocattolino." ordina, facendo brillare gli occhi.
«Hahahahahah, no... cucciolo.» replichi.
"Hahahah- non chiamarmi cucciolo." sembra abbastanza infastidito dal tuo comportamento.
«Come vuoi... Pet.» ti giri soddisfatta.
"Me la pagherai, umana." ride.
Acceleri, vuoi assolutamente raggiungere casa.
Appena arrivati, entri e chiudi a chiave la porta, mentre Dust si dirige verso la cucina.
Ti lanci sul divano, complimentandoti con te stessa.
Stai cominciando a essere come Dust.
Anche tu entrerai tristemente a far parte del club dei narcisisti.
«Peeeet, dove seeeeei?» domandi, chiudendo gli occhi.
"In cucina. Voglio liberarmi del collare." risponde.
A quest'affermazione, salti sul divano e corri da lui: non vuoi che la situazione si ribalti di nuovo.
Lo prendi per il guinzaglio, prima che possa usare il coltello che tiene fra le mani.
Lo riporti in salotto e leghi la parte finale della corda alla ringhiera della scala.
«Dust cattivo, non si fa.» lo sgridi.
"...molto divertente..." sbuffa.
Non sta trovando un modo che ti irriti per divertirsi.
Questo ti fa sorridere.
«rilassati pure, tanto starai con quel collare finché il resto della MOB non torna.» gli dici.
"E perché?, si può sapere?" fa una faccia maliziosa.
Arrossisci.
Non avevi pensato a cose strane, volevi solo divertiti prendendolo in giro.
"Oh-ho. Cosa avevi in mente di fare?" domanda ancora, senza cambiare espressione.
«non stavo pensando a n-nulla.» cerchi di giustificarti.
Si avvicina a te, per vedere meglio il tuo imbarazzo.
"Ammettilo, stavi pensando ancora a ieri." ti dice, scostando una ciocca di capelli da davanti al viso.
Scuoti energicamente la testa.
Come farai a fargli capire che il tuo intento era quello di prenderlo in giro?
Si avvicina ancora a te, ma tu rimani come paralizzata.
Sta per farlo di nuovo e tu non vuoi che succeda.
D'un tratto tutte le forze che credevi di aver perso, tornano.
Gli dai uno schiaffo tutt'altro che debole e gentile, per poi correre in camera.
Ti accascia accanto alla porta.
Ormai non sai più che fare.
Non sai se piaci realmente a quello scheletro oppure se ti sta solo usando.
Non capisci più nulla.
Ora non sai neppure se sei attratta da lui oppure se stai semplicemente accontentando la tua curiosità.
Ti stendi sul letto, tenendoti la testa.
E adesso?
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